Rosso scarlatto del tramonto. Macchia il bianco candido della neve con il suo colore.
Sale sulla pelle. Brucia sulle ferite di questo corpo. Sale sulla neve, a sciogliere il suo candore puro. Sale è la tua mano che mi accarezza, che tocca.
Fango è ciò che resta. In fango si tramuta la neve al passaggio del sale. Fango è questo corpo ormai.

E il mio fango lo potrete trovare ai margini della strada. Su questo fango potrete puntare i vostri occhi accusatori. Su questo fango potrete sputare il vostro disprezzo, il vostro odio. La mia neve tramutata in fango accetterà tutto, perché nulla ormai può più farle male. Più nulla sarà doloroso come il passaggio del sale. E il suo sale ha già tramutato la neve pura, candida, più candida della Luna, in fango. Ma i vostri occhi non scorgeranno mai il bianco che lambì la mia pelle, perché altro bianco ammalia i vostri occhi. E nessuno conoscerà il colore del mio peccato, perché il tulipano catturerà il vostro sguardo. E nessuno farà caso alle mie lacrime, perché altre lacrime necessiteranno di esser asciugate. E intanto il sole tramonta, oggi come ieri, inondando questo corpo ormai sporco di fango del suo colore rosso. Quel colore rosso che macchiò la neve candida. Quel colore rosso che macchiò il mio corpo di ragazza. Quel colore rosso che divenne il mio peccato più segreto. Quel colore rosso che mi trasformò in donna. Quel colore rosso, rosso come il sangue, di cui non ho mai parlato.