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Autore: marty0029    15/03/2013    5 recensioni
Lolita.
Una ragazza che per vivere lavora al KittyKatty Burlesque, un locale frequentato da persone squallide che bramano solo il corpo delle ballerine del posto.
Lolita.
Una ragazza che non ha niente se non un soprannome, conoscerà lui, il “capo” della banda più importante di New York, Ian.
Lolita.
Una ragazza che non ha mai creduto nell’amore e nel genere maschile, si troverà a dover far in conti con dei sentimenti mai provati e con scontri duri che la porteranno a capovolgere completamente la sua quotidianità.
Lolita.
Una ragazza che odia il suo soprannome, inventato da chissà chi in chissà quale circostanza.
Lolita.
Questa è la sua storia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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28) Brooklin.

 


 

 


 

 

Erano passati tre mesi dalla proposta di Ian al KittyKatty Burlesque, e nonostante le mille pressioni da parte delle persone che ci circondavano, non avevamo ancora deciso una data.

Dio, non è che non l’avevamo scelta perché non me ne andasse bene una, ma semplicemente perché volevo godermi alla grande il fidanzamento. Beh solitamente le persone scelgono subito la data e si affrettano per preparare i matrimoni alla grande, ma io volevo solo godermi il più possibile questo momento. Non sarebbe mai più tornato e io e Ian non saremmo più stati fidanzati.

Non avevo fretta di scegliere un giorno o di compare il vestito. Sapevo che amavo Ian e che lui mi amava e questo mi bastava, almeno per adesso. Non sentivo questa assurda fretta che tutti mi stavano mettendo addosso. Era giusto che la vivessi serenamente ed era proprio quello che stavo facendo. Me la godevo alla grande. Amavo la vita dei fidanzati.
Oddio proprio amavo no. Odiavo l’idea di doverci dividere tra le nostre due case. Mi scocciava venire via dall’appartamento del buon vecchio Fletcher, perché non volevo lasciare Sally nei guai con il pagamento dell’affitto; ma odiavo anche il fatto di dormire a giorni alterni in due letti diversi. Ora so che se dormo con lui, ovunque va bene, ma così è abbastanza frustrante e sinceramente inizio ad averne abbastanza. Anche adesso sono qui, in pigiama, nella cucina di casa sua alla disperata ricerca di un pacco di biscotti per fare la mia tanto agognata colazione. Accidenti a Greg che mi finisce sempre i pan di stelle; se continuerò a stare in questo posto ancora a lungo dovrò assolutamente trovare un nascondiglio per i miei adorati biscotti, altrimenti dovrò seriamente pensare di mettermi a dieta.
Sentì la porta di casa aprirsi e sorrisi. Ero a casa di Ian quindi questo voleva dire che lui era appena tornato a casa, ed ero sempre felice quando tornava.
 
-Lola devi venire con me assolutamente!- gridò ad alta voce dall’ingresso.
 
Mi voltai sentendo i passi che si facevano sempre più vicini alla cucina e lo guardai attentamente. Aveva un leggero fiatone ma era maledettamente favoloso avvolto in quei jeans che gli facevano delle gambe da urlo. Dio ancora non riuscivo a capacitarmi che una tale meraviglia si volesse legare a me per tutta la vita. Me lo domandavo tutti i santi giorni.
 
-Lola mi hai sentito? Avanti vestiti che ti porto a vedere una cosa! Su veloce!- disse felice venendo verso di me.
 
Lo guardai con un’aria decisamente interrogativa e lasciai che si avvicinasse completamente a me per studiare meglio la sua espressione. Mi sorrise e  si avvicinò alla mia bocca per darmi un baciò lieve sulle labbra. Mmh contatto decisamente troppo breve per i miei gusti.
 
-che mi nascondi?- domandai alzando un sopracciglio e incrociando le braccia sotto il seno.
 
-assolutamente niente! Avanti andiamo!- disse prendendomi per mano e portandomi quasi di peso, in camera a cambiarmi.
 
Sbuffai infastidita dal fatto che non mi volesse dire dove eravamo diretti e mi misi le prime cose che trovai a caso. Un paio di pantaloni neri, una canotta grigia e una giacchetta rossa. In piedi indossai un paio di ballerine nere e mi legai i capelli in uno chignon. Ok poteva andare a giudicare dal sorriso di Ian.
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-bellissima come sempre!- mi disse avvicinandosi in modo falsamente minaccioso verso di me.
 
Scoppiai a ridere e lo presi per mano prima che potesse fare qualsiasi altra cosa. Adesso ero curiosa come una scimmia. Chissà dove mi stava portando. Con la mano ancora libera afferrai la borsa che era stata lanciata chissà dove la sera prima.
 
-andiamo leccaculo che non sei altro!-
 
Adesso fu lui a scoppiare a ridere e mi trascinò fuori dalla porta diretto a grandi falcate verso il garage dove aveva riposto la sua fidata moto nera.
Mi porse il suo casco e una volta saliti entrambi partì velocemente, diretto chissà dove in questa assurda città.
Adoravo indossare il suo casco perché sapeva di lui. Aveva il suo odore e il suo sapore. Amavo il suo dopobarba, aveva un sapore pungente ma anche forte e deciso. Proprio come lui. Orgni cosa che faceva lo rendeva ancora più unico e perfetto ai miei occhi. Era come se fossi incapace di trovargli i difetti. So che ne aveva. Eccome se ne aveva. Ma erano passati in secondo piano da quando ci eravamo dichiarati. Non li consideravo minimamente e mi andava bene così. Lui faceva di tutto per comportarsi da fidanzato modello e io apprezzavo questo sforzo alla grande. Voleva dire che ci teneva a me e questo mi poteva fare solo piacere.
Vidi che imboccò il ponte di Brooklin e continuò dritto verso tutta la lunghezza della strada. Non avevo mai preso quel ponte. Oddio io solitamente mi spostavo in metropolitana quindi ero abituata a fare le strade dal sottoterra, non all’aria aperta.
Che cosa ci stavamo facendo a Brooklin? Perché mi stava portando qui? Oddio credo che la curiosità mia stia uccidendo lentamente. Io odio non avere il controllo. Mi sento persa. l’unica cosa di cui sono sicura è il fatto che mi fido del mio fidanzato, ma sarà bene che mi spieghi velocemente quello che sta architettando perché potrei anche scorticarlo.
Fermò improvvisamente la moto in una stradina appena fuori dal casino che proveniva dal ponte e mise il cavalletto alla moto. Eravamo arrivati.
Scesi lentamente togliendomi il casco e guardandomi intorno. Era un bel quartiere. Molto tenuto e pieno di case molto grandi e favolose. Ian aveva parcheggiato la moto proprio davanti ad una di quelle casette che mi aveva dato nell’occhio fin da subito. Era all’angolo della strada ed era grigia. Mi piaceva il motivo leggermente classico che aveva nella facciata. Rimandava un po’ agli anni 20 e la cosa mi piaceva da impazzire. Era a righette in rilievo sempre grigie e aveva tre piani e forse uno in più nel sottosuolo. Davanti alla porta aveva qualche scalino che rendevano l’ingresso leggermente sopraelevato. Era davvero tenuta molto bene. Di chiunque fosse, meritava seriamente i complimenti, wow. Era semplicemente stupenda.
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Distolsi lo sguardo da quella meraviglia e lo puntai su Ian che non mi ero accorta che mi stava fissando con un sorrisino sulle labbra.
 
-che succede? Perché siamo qui?- domandai adesso ancora più confusa che mai.
 
Lo vidi alzare leggermente le spalle e poi cercò la mia mano e intrecciò le sue dita con le mie. Adoravo quella stretta, ma in questo momento non mi aiutava certo a capire quello che stava passando per la sua testa.
Fece qualche passo verso la villa e con la mano libera dalla presa sulla mia, chiuse la moto con il pulsante che aveva sulla chiave per poi mettersela in tasca.
Arrivammo all’inizio della piccola scalinata e Ian fece un passo per salire il primo gradino, ma io lo tirai indietro impaurita. Era invasione di domicilio quella per caso?
 
-che stai facendo?- sibilai.
 
-rilassati!- mi disse semplicemente riprendendo da dove l’avevo interrotto.
 
In meno di un secondo eravamo alla porta della villa. Dio anche la porta era maledettamente perfetta. Era in legno massiccio leggermente scuro, probabilmente ebano. Le rifiniture bianche poi.. rendevano questa casa quasi fiabesca. Dio mi ero completamente innamorata di una casa di chissà chi. Pessima mossa.
Ian si frugò nuovamente nelle tasche del giacchetto di pelle e tirò fuori un mazzo di chiavi che non avevo mai visto. Mi sorrise dolcemente e aprì la porta sotto la mia faccia sempre più sbalordita. Cosa significava questo? Aveva rubato le chiavi di casa ai proprietari per caso?
 
-Ian io.. non capisco!-
 
-facciamoci un giro dentro, vedrai che dopo capirai!- mi disse trascinandomi dentro la casa.
 
Mi chiusi la porta alle spalle e la visuale che mi si presentò all’interno fu anche meglio dell’impressione che questa casa mia aveva fatto all’esterno.
Aveva una scala a vista che prendeva la parte destra dell’ingresso e che portava ai piani superiori, poi dall’altra parte, come avevo immaginato, c’era una scala che portava al piano inferiore. Al centro dell’ingresso c’era un piccolo tavolino in legno, dove Ian appoggiò le chiavi e dove io posai il casco che non mi ero resa conto di avere ancora in mano.
 
-vieni.. vediamo che c’è di qua!-
 
Lo seguì e mi portò alla sinistra dell’ingresso dove scoprì esserci un magnifico soggiorno con tanto di divano ad L e megaschermo. Dio quello era il paradiso per caso?
Lo stile moderno di quel soggiorno si univa stupendamente all’ambiente un po’ più classico della casa. Formavano uno stile personalizzato. Bellissimo.
Tornammo all’ingresso e proseguendo a diritto, arrivammo alla zona giorno. C’era un tavolo bello grande sempre in legno e poi c’era una porta chiusa. Probabilmente era la cucina. Avanzai senza la presenza di Ian al mio fianco fino a quella porta e lentamente la aprì rivelando proprio quello che mi aspettavo di trovare. Cazzo quella cucina era due volte più grande dell’appartamento che dividevo con Sally.
Aveva un’isola al centro ricoperta di marmo rosa e in piano cottura a cinque fuochi davanti. Sotto il piano c’era un mega forno che probabilmente poteva cuocere venti torte in un colpo solo e uno di quei frigoriferi che si aprivano ad armadio. Dio questo era senza dubbio il paradiso terrestre.
Mi voltai verso Ian che era appoggiato allo stipite della porta a braccia incrociate. Mi avrebbe spiegato prima o poi tutto questo?
 
-vediamo che c’è di sopra?-
 
Annuì leggermente e lanciando uno sguardo di puro desiderio alla cucina, riafferrai la mano di Ian che questa volta mi condusse alle scale principali che andavano al piano superiore. Appena superate le due rampe, ci si presentò davanti un corridoio con quattro porte, una sulla parte destra, due sulla parte sinistra e una in fondo al corridoio accanto alle scale che portavano al piano ancora superiore. Presi l’iniziativa e aprì la prima porta. Quella proprio al mio fianco.
Rimasi senza fiato.
Oddio quella era la camera più bella del mondo.
Davanti alla porta aveva un finestra che dava su un balconcino, mentre alla sinistra aveva un letto grande, enorme. Davanti al mega-letto, c’erano due poltroncine e una tv gigante. Sotto la televisione era stato posizionato un caminetto che rendeva tutto ancora più perfetto. Al lato destro del letto c’era una porta che dava su un bagno con una vasca e due lavandini. Perfetta.
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Raggiunsi Ian che come per la cucina, era rimasto sulla porta e insieme ci dirigemmo verso la seconda porta. La aprì e sorrisi alla vista di quella visuale. Quella doveva essere la stanza dei bambini o della bambina. Era molto semplice con un due lettini e una tv. Semplice ma bellissima.
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-perché sorridi?- mi domandò Ian raggiungendomi.
 
-mi immagino la povera donna della madre a tenere sempre in ordine questa stanza!- dissi continuando a sorridere.
 
Lui mi prese la mano e mi baciò il dorso prima di portarmi fuori da quella stanza.
La porta accanto a quella cameretta era abbastanza spoglia con un letto al centro e un armadio al lato destro. Probabilmente era la camera degli ospiti. Anzi, sicuramente era la camera degli ospiti.
Nella porta che rimaneva da aprire, c’era un bellissimo bagno con tanto di doccia e vasca. Davvero molto bello e comodo.
 
-mi spieghi adesso?-
 
-manca ancora un piano!- mi ricordò salendo le prime scale della rampa.
 
Salimmo al piano superiore, l’ultimo piano e c’era una grandissima mansarda. Era davvero enorme. Poteva diventare all’occorrenza uno studio, una pista da ballo, una camera. Era così grande e luminosa che poteva permettersi tutto.
Notai che c’era anche qui un terrazzo e non resistetti alla tentazione di vedere la vista che c’era da quassù, così andai verso la vetrata e aprì la finestra.
Rimasi sorpresa di vedere in  lontananza il ponte di Brooklin, con tutte le sue luci e ombre formate dalla luce del sole. Uno spettacolo.
Amavo questa casa. Seriamente. Aveva tutto quello che mi ero sempre sognata da piccola e aveva una fantastica posizione.
Mi sentì abbracciare da dietro e chiusi gli occhi per assaporarmi quel momento. Sorrisi appena quando sentì il mento di Ian posarsi sulla mia spalla. Amavo quella posizione.
Mi voltai verso di lui e questa volta ci specchiammo l’una negli occhi dell’altro. Avevo bisogno di risposte e questo lui lo sapeva bene.
 
-ti piace?- mi domandò semplicemente.
 
Annuì leggermente abbassando la testa leggermente. Se mi piaceva? Mi ero praticamente innamorata di questa casa. Ma ancora non mi dava segni di volermi dire la verità.
 
-l’ho comprata!-
 
Alzai di scatto la testa e lo guardai dritta negli occhi. Che cosa aveva fatto lui? Aveva davvero comprato questa casa? Con che soldi?
 
-c-cosa? Io..-
 
Lui sorrise e si chinò per baciarmi la fronte. Adoravo quel gesto, ma in quel momento ero troppo sotto shock per potermelo godere in pace. Cristo santo lui aveva davvero comprato questa villa?
 
-l’ho vista, mi è subito piaciuta e l’ho presa! Il proprietario era così ansioso di venderla che l’ho comprata praticamente per metà del suo vero valore! Un affare!- disse alzando le spalle.
 
-ti amo!- dissi prima di buttarmi su di lui.
 
Scoppiò a ridere e io con lui. Adesso era tutto davvero perfetto. Avevamo una casa tutta nostra, Sally sarebbe potuta tornare a vivere con Greg e non si sarebbe più dovuta preoccupare dell’affitto della vecchia casa di Fletcher.
 
-adesso però possiamo anche fare quella cosa..- mi ricordò buttando li il discorso.
 
Sapevo quello che mi stava chiedendo. La data. Sospirai leggermente. Anche lui era come gli altri. Impaziente di vedermi con un vestito dannatamente bello e maledettamente scomodo. Mi guardai intorno e sorrisi al pensiero che quello sarebbe stato il nostro rifugio. Mi piaceva davvero l’idea di vedere con Ian in questa casa e in questo quartiere. Sembrava così perfetto e pacifico. Come se non sentisse minimamente il peso della città.
Strano che non avesse scelto di vivere nel Queens. Dopotutto era un Bloods e la sua banda fa capo al Queens, non a Brooklin.
 
-ehi ma perché siamo venuti nel Brooklin? Tu non dovresti rimanere ancorato al Queens in quanto capo dei Bloods?- domandai curiosa omettendo volontariamente la sua richiesta di prima.
 
Lo vidi scuotere leggermente la testa e si spostò leggermente da me. Fantastico. Adesso l’avevo ferito non rispondendo. Accidenti a me e alla mia paura del cazzo.
Si poggiò alla parete e incrociò le braccia al petto posando un piede sul muro. Stava per rispondermi, lo sapevo, ma ero comunque dannatamente in colpa per aver volutamente scavalcato la domanda che mi aveva fatto.
 
-i Flag sono i padroni di Brooklin e dal momento che rispondono a me.. questo fa di me anche il capo di questo posto!- rispose semplicemente.
 
Sgranai leggermente gli occhi. Ero rimasta al fatto che lui aveva graziato quel Steve omettendo il patto che avevano stipulato in precedenza. Che significava tutto questo?
 
-che vuol dire che rispondono a te? Non erano solo degli alleati?-
 
-non più! Dopo la morte di Eddy, Steve e gli altri mi hanno chiesto di prenderli in squadra per far cessare i Flag di esistere! Steve era stressato e anche troppo stanco per portare avanti una squadra, in più, la morte del suo secondo l’aveva scosso non poco! Io non mi sono certo tirato indietro alla sua richiesta, e adesso loro fanno parte dei Bloods e io sono il capo del Queens e di Brooklin! Specie adesso che ho intensione di crearmi una vita con te, meno bande ci sono in giro e meglio è!-
 
Già. La morte di quel ragazzo aveva cambiato parecchie cose.
Avevo visto Ian piangere per la prima volta e sinceramente per me, sperai che fosse anche l’ultima. Mi aveva ucciso vederlo in quello stato.
La droga non perdona. Mai. Tu credi di essere forte, di avere la situazione in pugno, ma lei è sempre un passo avanti a te. Sempre.
Presi un respiro profondo. Lui aveva fatto molte cose per me. Aveva comprato una casa, stava cercando di rendere New York un posto migliore.. tante cose che lo rendevano unico e raro. Perché non potevo farne io una per lui? Dopotutto si trattava solo di scegliere una data. Una fottutissima data. Avanti Lolita puoi farcela. Dunque adesso era febbraio. Io odiavo con tutta me stessa l’inverno, quindi optai direttamente per l’estate. Almeno quel giorno sarebbe stato nel mio periodo preferito.
 
-giugno, luglio o agosto?- domandai forse più a me stessa che a lui.
 
Lui si voltò di scatto verso di me e mi guardò attentamente cercando di capire quello che stava passando per la mia testa in quel momento. Complicato tesoro. Davvero troppo complicato. Sono una bomba ad orologeria. Nessuno, me compresa, può capire quello che cazzo passa per la mia pazza testa.
 
-stai dicendo che hai accettato?- domandò staccandosi dal muro e venendo verso di me con un sorriso a mille denti stampato in faccia.
 
-ho accettato un mese fa ormai di sposarti.. diciamo che ho ripensato all’idea del lungo fidanzamento ecco!- dissi specificando le cose.
 
Io ho sempre voluto sposarlo. In questo mese e nel mesi prima. Mai ho pensato di lasciarlo o di venire in meno alla promessa. Volevo solo che le cose si facessero con calma, ma io amo Ian, e se lui vuole sposarmi a breve.. beh.. io non sono certo nessuno per impedirglielo.
 
-ti amo!- disse raggiungendomi e abbracciandomi.
 
***
Faceva freddo questa sera. Troppo freddo per uscire a fare qualcosa che non ho minimamente voglia di fare. Troppo freddo.
Mi controllai nuovamente allo specchio alzando leggermente le spalle. Potevo andare bene. Dopotutto era solo una cena con le ragazze e i ragazzi. Niente di più.
Avevo optato per un paio di jeans chiari un po’ strappati e una maglietta nera con un giacchetto di pelle sopra. Una bella sciarpa grande e pesante, nera anch’essa, e per dare un punto di colore avevo indossato delle scarpe con il tacco bianche. Semplice ma efficace.
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portai i capelli da una parte facendo una leggera treccia e passai ad un trucco veloce e indolore. Un filo di fondotinta e una pennellata di fard. Perfetto. Potevo andare.
Scesi le scale e arrivai al salone della casetta che dividevo ancora con la mia Sally. Avevo le ore contate in questo appartamento e prima o poi avrei dovuto iniziare a inscatolare le mie cose negli scatoloni. Non volevo trovarmi a dover impacchettare tutto in meno di una giornata.
Quando le avevo detto che sarei andata a vivere con Ian in una casetta nel Brooklin, per poco non le era venuto un coccolone, sapevo che la sua più grande paura era quella di rimanere sola, ma grazie a Greg che era subito intervenuto chiedendole di andare a vivere con lui, tutto si era risolto e nessuno sarebbe più stato solo.
Vidi Greg, Shane e Ian intenti a parlare fitti fitti sul divano, mentre Gina e Sally stavano sfogliando distrattamente una rivista commentando abbastanza acidamente i nuovi look della primavera estate. Già estate.
Questa cena serviva per comunicare che io e Ian avevamo scelto la data del matrimonio. Ero sicura e contenta che la data fosse quella. Non perché fosse un giorno particolare per la mia vita, ma perché saremmo diventati una cosa sola. Legalmente. Adesso l’dea del matrimonio e del legame per la vita, non mi spaventava minimamente anzi; non vedevo l’ora di sposarmi con Ian e di iniziare la nostra vita insieme.
Mi fermai all’ultima rampa di scale. Nessuno si era accorto ancora della mia presenza e mi lasciai nuovamente andare ai ricordi che sembravano galoppare ad una velocità supersonica.
Da quando Paul era morto, tutto aveva preso una piega diversa.
Nate aveva preso nel suo gruppo quello che restava dei Crips e adesso faceva banda per conto suo senza creare problemi a nessuno.
Kate era partita per tornare a Londra dove mi auguravo per lei che trovasse un posto migliore e una vita che meritava.
Steve aveva abdicato se così si può dire, a favore di Ian e adesso i Bloods avevano degli alleati in più e il mio fidanzato era diventato il capo di mezza New York.
Si decisamente la morte di quel pazzo aveva portato parecchi cambiamenti. Alcuni in positivo, altri in negativo, ma pur sempre cambiamenti.
 
-ecco la principessa sul pisello! Aspettavamo tutti te carina!- mi disse Sally con la sua solita finezza vedendomi sulle scale.
 
Scossi leggermente la testa per lasciarmi i pensieri alle spalle e feci una mezza linguaccia a Sally mentre continuavo a scendere le scale.
Salutai i ragazzi con la mano e mi avvicinai alle ragazze che avevano Vanity Fair aperto sul tavolo.
 
-il colore di questa estate è il rosso.. direi che è proprio un colore fantastico e poi si troveranno molti vestiti carini di quel colore!- esclamò Gina mostrandomi una pagina della rivista.
 
Annuì distrattamente, poi una brillante idea mi si dipinse in faccia.
Rosso.
Visto che le ragazze lo adoravano e io pure, sarebbe stato il colore del loro vestito al mio matrimonio. Rosso.
Avevo già deciso da tempo che mi avrebbero fatto da damigelle Sally e Gina, ma ancora non avevo comunicato niente anche perché fino a questa mattina, non avevamo scelto nemmeno una data, quindi era un po’ prematuro parlare di damigelle; ma adesso tornava a fagiolo. Il mio matrimonio si sarebbe svolto d’estate e loro due avrebbero indossato un vestito rosso.
 
-andiamo a cena?- domandò Ian alzandosi insieme agli altri dal divano.
 
Controllai l’orologio appeso poco spostato sulla parete della cucina e scossi la testa leggermente. Mancava ancora qualcuno all’appello.
 
-perché no?- chiese Greg facendo capolino.
 
Dio dammi la forza.
Avevo organizzato tutto in grande segreto, ma adesso mi sembrava davvero di aver fatto una grandissima cazzata.
 
-manca qualcuno!-
 
-no non manca nessuno! Siamo tutti e sei qui!- ribattè il mio ragazzo.
 
-ho invitato anche Nate e Debby!- dissi tutto d’un fiato come se stessi cercando di strappare un cerotto. Veloce e indolore.
 
-CHE COSA???-
 
A giudicare dall’urlo del mio bellissimo e futuro marito, non avevo fatto cosa gradita, ma poco importava. Stasera avremmo comunicato la data e volevo che tutte le persone più vicine a me ci fossero, e volente o nolente per lui, Nate faceva parte di quelle persone.
 
***
 
Strinsi più forte la mano a Ian da sotto la tavola con la speranza che capisse la mia agitazione e che parlasse a nome mio. Lo vidi lanciarmi uno sguardo prima duro, era ancora incazzato con me per aver invitato Natan alla cena, poi vedendo la mia frustrazione, sembrò rasserenarsi e si sciolse in un sorriso.
 
-ragazzi dobbiamo parlarvi!- iniziò Ian sciogliendo il ghiaccio.
 
-che succede? Dio Lol hai una faccia! Mica ti è morto il gatto?- domandò la mia migliore amica ricevendo in risposta uno sguardo assassino.
 
-io e Lola abbiamo scelto la data!-
 
Urla e applausi si levarono dal tavolo e anche dalla sala del ristorante dove eravamo seduti. Oh fantastico, sembra che il mio matrimonio interessi a mezza città ultimamente.
 
-dio non ci credo! Quand’è?-
 
Sorrisi a Gina e guardai Ian che questa volta mi lasciò la parola e mi guardò come per dire che adesso toccava a me. Lui aveva rotto il ghiaccio e io dovevo smorzare l’attesa che si era creata.
 
-il 25 agosto! Avete impegni?- domandai sorridendo.
 
Vidi le mie amiche alzarsi e correre da me, mentre Ian veniva rapito dai ragazzi. Lo vidi addirittura stringere la mano a Nate. Decisamente questo matrimonio avrebbe rianimato un po’ gli animi di tutti.


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SONO TORNATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

allora tralasciando il fatto che mi sono divertita un casino e che non vedo l'ora di tornare a Venezia, vi ho postato l'ultimo capitolo...
ebbene si.. l'ultimo! seguirà solo un piccolo epilogo che vedrà le vite dei protagonisti qualche anno dopo.. niente di più.. quindi è con il cuore in mano che ringrazio tutti voi.. tutti!
dalle persone che hanno letto, commentato, pianto, sorriso, riso, sofferto e goduto con me a leggere questa storia! grazie davvero!

-grazie a chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare.

-grazie a chi segue e commenta con costanza i miei capitoli.. vi amo!

[[ELE]]
[[PINKYCCH]]
[[MINELLI]]
[[TRUE OR VERO]]

grazie davvero ragazze.. vi adoro alla follia!

vi lascio il link del video delle mia amica PINKYCCH che ha realizzato il trailer della storia!

http://www.youtube.com/watch?v=ZTLUrm57mgY&feature=youtu.be

vi lascio anche il mio twitter se volete contattarmi!

http://twitter.com/marti0029

ci vediamo all'epilogo!
baci

MARTY0029
   
 
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