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Autore: Story_Teller    03/10/2007    7 recensioni
Sono passati cinquecento anni dal mondo dei pokemon come lo conosciamo, un evento imprevisto l'ha stravolto e fatto regredire la civiltà. Kanto è ormai frammentato in piccoli regni. L'erede al trono di Cerulean riesce a fuggire, per sottrarsi ad una cerimonia che le rivelerà la sua vera natura. Ad aiutarla è il vincitore della Lega, il più forte di una comunità di allenatori che si sono ritirati nelle rovine di Lavandonia. [personaggi: Ash, Brock, Misty, Vera, Max, Hikari, Drew]
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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-CAPITOLO 4-

-CAPITOLO 4-

“Nella mia mente irrompe il mare”

 

Il mattino seguente Ash partì alla ricerca di quell’unico pokemon che non aveva trovato ad attenderlo la sera prima.

Si premurò di passare a casa di Vera per prendere Misty: la comunità aveva infatti affidato a lui l’ingrato compito di iniziarla all’allenamento.

Quando Vera scese nel giardino posteriore per chiamare la ragazza, fece in modo di comunicarle con poche parole tutto il suo disprezzo per la situazione.

«Ash ti vuole!»

Era molto più che un’affermazione o un’informazione, detto da lei suonava come una pesante accusa. In quelle tre parole si celava per Vera la fine dei suoi sogni.

«Temevo stessi dormendo!» disse Ash, indicandole la strada che dovevano percorrere.

Lei lo guardò poco convinta «Guarda che è mezzogiorno!»

«Io mi sono svegliato adesso!»

Misty scoppiò a ridere e si accorse effettivamente che il ragazzo aveva l’aria molto assonnata e che sbadigliava ogni due parole.

«Qualcosa da ridire?»

«Per la verità… sì,» obiettò Misty «mi hai costretta a svegliarmi prestissimo durante il viaggio e ora scopro che sei un dormiglione!» Era alquanto contrariata. «Sei una contraddizione vivente!»

«Forse non ti sei mai resa conto della possibilità che ci seguissero,» replicò sarcastico. «Non era il caso di passare il tempo dormendo!»

Misty non era intenzionata a farsi battere in quel confronto verbale.

«Non mi sembra il caso neanche ora visto che mi devi fare da insegnante!»

Sentendosi ricordare il suo compito, Ash fece una smorfia. «Quando mi ero offerto di insegnarti non eri così entusiasta come ora che sono stato obbligato» osservò.

Misty cercò in fretta qualcosa con cui ribattere. «Adesso voglio imparare,» disse convinta.

Ash lasciò cadere la questione. Avevano da fare e stuzzicarla, per quanto divertente, non sarebbe servito a molto.

«Prima dobbiamo fare una cosa!» le annunciò.

«Uh?» lei lo guardò interrogativa.

«Charizard» si limitò a dire il ragazzo.

Per Misty quella non era una spiegazione. Ignorava cosa fosse un charizard.

Ash aveva perfettamente intuito il suo disagio. Lo capiva dallo sguardo stranito e dall’espressione contrariata. Ma non intendeva spiegarle nulla. Sul suo viso si disegnò un sorrisetto soddisfatto. Umiliare la principessa lo divertiva.

Misty gli rivolse un’occhiata furente. Portò le mani alla sfera che aveva al collo e il suo starmie si materializzò accanto a lei.

«Lottiamo!» disse «Ora»

La principessa desiderava essere umiliata di nuovo, si disse Ash.

«Pikachu vacci piano,» disse al suo pokemon.

«Pika!» lo rassicurò il topo giallo.

«Principessa, ti lascio l’onore della prima mossa»

Misty cercò di trasmettere la propria determinazione al suo pokemon. Starmie ricambiò lo sguardo sicuro della ragazza. Avrebbero dimostrato a quello sbruffone che anche loro valevano e meritavano rispetto.

«Mostra ciò di cui sei capace!»

Starmie eseguì l’unica mossa di cui era a conoscenza: un saltello incerto e goffo.

Pikachu guardò perplesso il suo allenatore, chiedendogli cosa dovesse fare.

«Misty» chiese Ash con una certa rassegnazione nella voce «che roba è quello?»

I patetici tentativi della stella marina non si erano ancora esauriti.

«È uno Splash» replicò orgogliosa la ragazza. Era fiera di quella mossa e non aveva idea di come allo sguardo esperto dell’allenatore quella scena risultasse non solo ridicola ma anche umiliante.

«Ero convinto che solo i magikarp fossero così inetti! Lasciamo perdere, pikachu»

«Come lasciamo perdere!» si indispettì Misty. «Devi rispondere alla mia mossa»

Ash fece un segnale al suo pokemon. Pikachu si avvicinò a Starmie ed eseguì la mossa schianto. Il pokemon nemico vacillò e cadde all’indietro, ponendo fine ai saltelli.

«E ora possiamo andare?» ribadì Ash con una punta di esasperazione nella voce.

Misty era troppo delusa per replicare.

«Avanti corri!» le disse Ash, scappando via, correndo sul sentiero bianco in mezzo ai prati.

Un verde intenso. Solo questo vedeva Misty mentre lo inseguiva.

Raggiunsero il mare. Un ponte di pietra bianca si ergeva sull’acqua. Misty ebbe un fremito guardando le onde che si infrangevano rapide e violente sulla spiaggia. Accanto al ponte bianco, troppo malandato per poter essere usato, ce n’era un altro, in ferro, solido, probabilmente sicuro.

Ash si era gettato a terra, guardava le onde, Misty gli si era seduta accanto.

«Quel ponte è sospeso sull’acqua. Porta a sud. Un tempo arrivava molto più lontano. Ma adesso è solo un rottame. Prenderemo quello in ferro»

La strana malinconia nella sua voce contagiò anche lei. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla pietra bianca.

All’improvviso vide delle figure su quel ponte, nette e distinte.

Riconobbe se stessa e un Ash più giovani. Ridevano.

Si stropicciò gli occhi. L’immagine scomparve.

Cosa aveva visto? Diede un’occhiata ad Ash, sembrava non si fosse accorto di nulla. Doveva averlo immaginato.

«Ash cos’è la Lega pokemon?» chiese Misty, ripetendo il nome della competizione di cui aveva sentito parlare la sera prima.

«Ma cosa ti insegnavano palazzo?» Non credeva che l’ignoranza del mondo esterno di spingesse a tal punto «La lega è il più grande campionato di allenatori pokemon esistente. Cinquecento anni fa erano più numerose, oggi è rimasto questo. Si svolge su un’isola al largo di Kanto e vi arrivano allenatori dagli altri continenti»

«Esistono allenatori anche al di fuori di questa regione?»

Ash annuì soddisfatto.

«Come vedi non siamo così emarginati»

Nel corso della storia gli allenatori erano stati allontanati dai piccoli regni come Cerulean e avevano formato degli agglomerati in ogni continente. Vivevano come comunità indipendenti, prive di un sovrano. Nessun regno aveva il coraggio di reclamarle come proprietà. Per precauzione però gli allenatori tenevano nascosti i loro centri, avvalendosi delle capacità dei loro pokemon  

«Vieni!» Ash si era alzato e si dirigeva verso un capanno malridotto, vicino alla spiaggia.

«Cosa c’è lì?» domandò la ragazza.

«Bici»

Ash mosse il lucchetto, tentando di farlo scattare. Scambiò un occhiata con il suo Pikachu. Il pokemon lo distrusse con un superfulmine.

All’interno il capanno era più sporco e malandato di quanto sembrasse all’esterno.

«Vieni!» la chiamò di nuovo Ash.

Misty non aveva affatto voglia di entrarci: sicuramente ci sarebbero stati degli insetti. A conferma dei suoi sospetti un Surskit uscì dal capanno.

Misty urlò e guardò impotente il pokemon.

Da dentro le giunse la risata di scherno di Ash.

«Non ti farà nulla! Vuoi venire o no?»

«Ehm, io passo!»

«Vieni!» ribadì in tono imperioso.

La ragazza aggirò il grosso ragno ed entrò titubante. C’erano numerose biciclette accatastate. Ne prese una: era piena di polvere e aveva le ruote sgonfie, ma quella sembrava essere la condizione generale.

«Ash

«Che altro c’è?»

«Non sono sicura di saper andare in bici!»

A dispetto delle sue preoccupazioni, Misty riuscì a tenersi in equilibrio su quel ferro vecchio. Era abbastanza sicura di non essere mai andata in bici neanche da piccola, eppure le sembrava che quell’abilità le appartenesse, quasi l’avesse sperimentata in un’altra vita.

Ash procedeva spedito. Il cammino era lungo, il ponte seguiva la costa e ad ogni svolta sembrava continuare all’infinito. Misty si chiese per quale motivo costruire un ponte sul mare e non una strada sulla costa: probabilmente era un altro dei misteri andati perduti con l’ultima era.

Il paesaggio le sembrava così malinconico e selvaggio che, se Ash non avesse avuto tanta fretta, si sarebbe fermata a contemplarlo, incapace di staccarne lo sguardo. Se si fosse fermata o avesse prestato più attenzione, avrebbe visto ciò che ad Ash non era sfuggito: a guardare fra i cespugli sulla riva, vicino ai massi della scogliera, fra le fronde dei vicini alberi si sarebbero potuti vedere centinaia di pokemon selvaggi, non abituati alla presenza di allenatori, liberi e ignari del mondo e dei guai che li circondano.

Fra questi pokemon Ash non scorse il suo charizard. Aveva una vaga idea di dove potesse essere: un ricordo di un luogo che lui e il pokemon avevano amato. Il ponte improvvisamente deviava verso costa, Ash imboccò quella strada, guidando la principessa verso uno spiazzo erboso.

Lì, quando era ancora un charmender, lui e il suo pokemon si erano conosciuti.

Guardò il cielo, senza distogliere mai lo sguardo. Misty non capiva e teneva gli occhi incollati su di lui, aspettando che qualcosa succedesse.

«Charizard è un pokemon. Il mio pokemon. Assomiglia a un grosso drago rosso. Quando arriverà non potrai non accorgertene» la illuminò il ragazzo.

Pochi istanti dopo aver detto quelle parole, l’aria ebbe un fremito. Una folata improvvisa di aria caldissima gettò entrambi a terra. Un pokemon gigantesco e molto arrabbiato era atterrato proprio davanti a loro.

«Charizard!» lo chiamò felice Ash.

Il pokemon non si mosse per venirgli incontro, si limitò a scrutarlo.

«Resta indietro!» Ash avvertì Misty. Ad un cenno del ragazzo, Pikachu si affiancò alla principessa, pronto ad aiutarla.

«Non sembra molto contento di rivederti» osservò la ragazza, velata dalla preoccupazione che il pokemon potesse decidere di attaccarli.

«Buono!» Ash avanzò verso di lui. «Sta buono»

Il pokemon fremeva, alzò la testa verso il cielo ed eseguì un potente lanciafiamme. L’aria si riempì di fuoco, il caldo divenne insopportabile, respirare era impossibile.

Misty aveva le lacrime agli occhi per il fumo e continuava a tossire senza interruzione. Eppure vide Ash avvicinarsi al pokemon. Vinse il suo istinto di allontanarsi da quella scena, di scappar via, e si avvicinò. Strattonò il ragazzo per un braccio, ingiungendogli di andar via. «Ti ucciderà!» gli disse. Ash non replicò, si liberò solo della sua stretta e continuò a camminare verso quello che era stato un suo amico.

«Ti ricordi di me?»

Gli occhi gialli e penetranti del pokemon incontrarono quelli di Ash.

«Sono io!»

Sì, lo riconosceva. Sapeva che quello era il suo allenatore. Lo aveva saputo fin dall’inizio. Era il ragazzo che lo aveva rifiutato, lasciandolo a casa, mentre portava i migliori a combattere per lui alla Lega. Non poteva accettarlo. Urlò la sua disperazione al vento, ma non attaccò di nuovo.

La sua attenzione fu attratta da un guizzo rosso: una ragazza che piangeva accanto all’allenatore. Vedendoli insieme, improvvisamente il pokemon seppe che quella era la cosa più giusta che accadeva sulla terra da quando i leggendari l’avevano abbandonata. Così giusta che poteva persino placare la sua ira.

«Bravo, Charizard

Ash festeggiava la fine delle ostilità da parte del pokemon. Ora poteva toccarlo, accarezzarlo e fargli sentire fisicamente la sua presenza. Anche Pikachu andò a salutare il suo vecchio compagno ma se negli occhi del piccolo topo giallo non c’era altro che gioia, in quelli del drago dominava l’invidia.

L’aria era di nuovo tersa e in quell’improvvisa calma sembrò che tutto l’accaduto non fosse stato altro che una fantasia, una parentesi insignificante.

«Purtroppo dobbiamo portare le bici indietro, altrimenti avremmo potuto usare Charizard, però…» ragionava il ragazzo. «Misty ti va di volare? Possiamo fare un giro e poi tornare qui a prendere le bici» le chiese improvvisamente pieno di entusiasmo.

Ovviamente Misty non aveva mai volato.

Si diresse ugualmente spavalda verso il pokemon. Charizard si piegò il più possibile per permettere a quella ragazza che lo aveva incuriosito di salire sul suo dorso.

«Regggiti!» le ordinò Ash, davanti a lei.

«A cosa?» replicò la ragazza, non vedendo punti di appoggio fra le scaglie perfettamente lisce del pokemon.

«A me, stupida!»

«Cosa?» fece un misero tentativo di replicare.

«Vuoi cadere, sfracellarti al suolo? Io poi cosa racconto agli altri?»

«Io scendo!» annunciò Misty.

Ma era troppo tardi. Charzard si era già librato in volo. E Misty fu costretta ad aggrapparsi, prendendolo come un insulto personale e qualcosa da far pagare allo strafottente che aveva davanti.

 

Volavano da pochi minuti quando iniziò a sentire dolore. Era certa che non c’entrasse nulla con il trovarsi in aria. Fino ad un istante prima del dolore fortissimo alla testa si era sentita in paradiso, non esisteva nulla di più bello ed entusiasmante che volare.

Quella sensazione era strana, stranissima, le sembrava che un fiume le scorresse in testa, che un oceano facesse sentire il suo rombo senza interruzione nella sua mente. Non si accorse di aver smesso di respirare, di aver abbandonato la presa ed essere scivolata totalmente addosso alla schiena di Ash. Non si rese conto che a tenerla in vita in quel momento era solo il dolore e quello straordinario richiamo verso l’acqua.

Sentire improvvisamente un contatto così forte con la principessa fece comprendere ad Ash che qualcosa non andava. La ragazza si era sempre tenuta alla massima distanza, rischiando anche di cadere, quel contatto non poteva che significare guai. Si volse per controllare cosa stesse accadendo. Vedendola quasi del tutto incosciente cercò di girarsi per sostenerla e fare in modo che non cadesse.

«Misty!» la chiamò ripetutamente. Poiché non rispondeva e non reagiva mentre lui la scuoteva in precario equilibrio, ordinò al pokemon di atterrare.

Erano di nuovo sul ponte. Ash la stese a terra, ma lei continuava a tremare, a scuotere la testa e a tenere gli occhi serrati.

Ash fermò Pikachu, intenzionato a farla riprendere utilizzando l’elettroshock. Ma il ragazzo non era certo che avrebbe reagito positivamente ad una scossa elettrica, nonostante questo rimedio avesse salvato lui più di una volta. A preoccuparlo maggiormente era l’assenza di respiro.

Misty aprì gli occhi. Ma era uno sguardo strano, perso, distante e non cosciente. Completamente blu. La pupilla era diventata un minuscolo foro nero, perso nell’azzurro. Il che era strano: Ash ricordava perfettamente il colore dei suoi occhi, un semplice verde. Quell’azzurro era strano e innaturale e invadeva completamente l’occhio, come se una qualcosa di lucido e semi-trasparente ne occultasse il normale aspetto.

Guardò verso di lui, senza realmente vederlo. Si alzò con lentezza infinita e si diresse verso il parapetto del ponte. Fissava l’acqua, ne sentiva l’urlo nella testa.

Ash era stato colto di sorpresa, ma riuscì comunque ad afferrarla quando si accorse che lei aveva intenzione di buttarsi.

«Misty, che cavolo stai facendo?»

Nessuna risposta.

Inspiegabilmente la ragazza scivolò via dalla sua forte stretta come se non la stesse tenendo affatto, come se fosse liquida. E andò incontro al mare.

Il contatto repertino con la superficie del mare, agitato in quel tratto e solcato da una miriade di onde, la risvegliò all’istante. Come il suo corpo scivolò in acqua il dolore scomparve e lei vide tutto di nuovo.

Stava affogando e inghiottendo acqua salata. Non riusciva a nuotare, vinta da una stanchezza insopportabile e mai provata prima. Le sembrava che ogni singola cellula del suo corpo fosse stata svuotata dell’energia necessaria per continuare a vivere. Si stava spegnendo e in quel mare sarebbe morta.

«Ash!» chiamò con un filo di voce. Il rombo dell’acqua inghiottì il suono.

Per decidere di buttarsi ad Ash non fu necessaria quella richiesta di aiuto non udita, si gettò in acqua pochi istanti dopo di lei, lasciando sul ponte Charizard, che non sarebbe sopravvissuto al contatto con l’elemento a lui avverso, e pikachu, troppo piccolo per vincere le onde.

«Misty!» la chiamò, nuotando attraverso le onde, cercando di raggiungerla.

La ragazza parve udirlo, ma non aveva la forza per rispondere, non aveva la forza per nuotare verso di lui e non aveva la forza necessaria per contrastare l’onda che la portò sottacqua.

Ash la vide andar giù. Cercò di scendere anche li per raggiungerla. Nuotava più forte che poteva. Maledisse il mare che proprio quel giorno doveva essere mosso. Fu aiutato nel ritrovarla proprio da un’onda che lo travolse. Superò lo stordimento del colpo, il dolore accecante provocato dal sale negli occhi. La raggiunse. Chiuse gli occhi, non potendo sopportare oltre il bruciore. Cercò a tastoni la sfera che Misty portava al collo. Dalla sfera emerse starmie. Senza quel pokemon sarebbero morti entrambi. La stella marina li tenne a galla. Ash gli ordinò di eseguire rapidigiro per volare il aria e arrivare direttamente sul ponte. Ma starmie non era capace.

«Allora surf» chiese Ash.

Neanche questa mossa poteva essere eseguita.

«Ti prego, dimmi che sai fare qualcosa di diverso dallo splash di prima»

Starmie scosse in segno di diniego la punta a cui era aggrappato con una sola mano Ash. Con l’altro braccio era impegnato a sostenere Misty.

«E allora nuota fino a riva-

Ad Ash sembrò un’impresa impossibile, viste le onde, la corrente che li portava a largo e la distanza, ma Starmie ce la fece e li portò alla spiaggia. Poco dopo furono raggiunti, volando, dagli altri due pokemon.

Charizard accese un fuoco con una fiammata per scaldarli. Ash riuscì a trascinare Misty lì vicino. La ragazza rispondeva debolmente a qualsiasi cosa l’allenatore le chiedesse.

«Stai bene?»

«Sì» disse in un lamento.

«Ce la fai a stare in piedi?»

-Che domanda idiota-

«Ehi, io ti salvo e tu mi tratti così!» Stavano spendendo le ultime energie per litigare.

In effetti Ash si rese conto che la sua domanda era stupida, lui stesso aveva appena la forza di respirare.

Restarono sdraiati, immobili e addormentati sulla spiaggia fino al tramonto.

«Misty dobbiamo andare» la chiamò dopo che entrambi ebbero aperto gli occhi. «Tutti si staranno chiedendo dove siamo»

«No, se torniamo in questo stato ci chiederanno spiegazioni ed io non voglio!»

«Dimmi la verità, Misty, questo pomeriggio cosa è successo?»

Misty esitò.

«Vorrei saperlo anch’io»

Una vaga idea l’aveva, ma non era il momento di comunicargliela.

«D’accordo, allora restiamo qui!»

Si addormentarono di nuovo sotto il cielo stellato, con il rombo del mare nelle orecchie e la sabbia tra le dita. Sembravano aver perso ogni capacità di restare coscienti o ogni volontà di esserlo.

 

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Chiedo perdono per il ritardo, ma questo capitolo è davvero importante per la storia e dovevo rivederlo. Tra l’altro sto impazzendo per mettere le virgolette caporali, avevo scritto tutto con i trattini ma così mi piace di più! Purtroppo con questo  finiscono i capitoli corretti, per cui non potrò assicurare una gran puntualità, molto purtroppo dipende dalla scuola… neanche un mese e sono già stressata.

Devo dire che le nuove puntate dei pokemon, lunghezza a parte, mi piacciono davvero molto. Lucinda mi ricorda un po’ Misty quando litiga con Ash, ma ovviamente lei è insostituibile^^ Quand’è che lo capiranno anche i produttori? Comunque odio Lucinda quando è senza cappello, non si può guardare.

JuliRikaKira: ma certo che andrò avanti! Sono troppo affezionata a questa storia, ad Ash e Misty (possibilmente insieme) per non andare avanti!

_vivitheblackwizard_ come avrai letto il pokemon non era aipom. Ho preferito scegliere un pokemon delle prime serie anche perché ho sempre considerato il rapporto tra charizard e Ash molto particolare e bello. E poi Charizard ha una motivazione per essere rimasto in disparte, se si fosse trattato di aipom più che altro sarebbe stato un dispetto. Per quanto riguarda le squadre… sono ancora in via di definizione! Invece per Brock e Joy ci sarà più spazio in seguito (ma niente di così macabro come ritrovare il corpo! Anche se ce lo vedo troppo Brock che le costruisce un mausoleo!)

Liu: temo che in effetti la mediaste abbia diviso di proposito le puntate, del resto era già stato fatto. Consoliamoci con le fanfiction!

Kogarashi, ila, Crazy dark queen: io adoro Brock, è uno dei miei personaggi preferiti, sono contenta che lo troviate divertente nella mia storia!

Fedina: non è che Violet sia stata incoronata, è destinata al trono qualora Misty non tornasse. Ash innamorato? Uh, Ash è troppo ingenuo per ammetterlo o anche solo accorgersene.

 

Cosa è successo a Misty? Cosa c’è nel chip? Ad Ash piace Misty?

Al prossimo capitolo

*****StoryTeller*****

 

 

  
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