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Autore: chained_roses    17/03/2013    1 recensioni
Deidra e Neyla, due essenze distinte che condividono lo stesso spirito.
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo spirito dell' acqua

Petali di rosa accarezzeranno il tuo cammino

 

 

Il castello di Lark sorgeva lungo un torrente dall'acqua trasparente. Era l'ultima fortezza prima del limitare del bosco, che aveva espanso le sue fronde fino alla Torre Nord.
La natura si era fatta spazio anche nel piccolo borgo adiacente, ma mai nessun abitante aveva cercato di fermare le radici di un albero o i boccioli dei fiori.
Il re e sua figlia Deidra -gli unici abitanti del castello- vivevano in pace con la loro gente, senza imporre alcuna tirannia e senza mai lasciare che la povertà si espandesse nella piccola contea. Tuttavia gran parte del territorio del Lark era stato sottomesso dai regni vicini, governati da sovrani prepotenti e vittime di superbia.
Deidra passava la maggior parte dei suoi giorni nella natura, restando con i piedi immersi nell'acqua e curando le rose che nascevano lungo le rive del fiume.
Nel rimanente tempo che non passava nel verde, Deidra stava con Mark. Nonostante avesse soltanto sedici anni, Deidra poteva benissimo contare di averne trascorsi almeno quattordici in compagnia del ragazzo, che sin da bambino giocava con lei e suo fratello.
Dopo l'ennesima giornata trascorsa in compagnia del giovane flautista, Deidra tornò al castello poco prima del tramonto, dove trovò il padre sulla soglia della grande porta principale ad attenderla.
Quando la ragazza, con lo sguardo fisso verso il basso, chiese se avesse fatto qualcosa di male, l'uomo le sorrise rassicurandola.
«Ti volevo parlare di un fatto che ti riguarda»  indicando con un braccio aperto la direzione in cui seguirlo.
Di rado la conduceva nella stanza del trono, dove solitamente le parlava stando seduto sulla sua poltrona.
«Oggi ho ricevuto una proposta di matrimonio per te, e l'ho accettata» disse.
Nonostante lei e Mark fossero uniti da un'amicizia più che profonda, mai si sarebbe aspettata che il giovane arrivasse a tanto.
«Motris mi ha chiesto la tua mano. Le nozze saranno celebrate tra cinque giorni» concluse il padre.
Stupita, Deidra rimase in silenzio dinnanzi all' uomo. Non conosceva Motris, non lo aveva mai visto. Tutto ciò che sapeva era il suo nome, oltre al fatto che aveva combattuto numerose guerre.
«Ma padre, io non conosco quell'uomo. Non l'ho mai visto e non posso dire di amarlo».
«Nemmeno tua madre mi amava quando ci siamo sposati. Motris è salito al trono dei territori del Dustlon a noi confinanti, il nostro regno ha bisogno di lui» concluse.
Quella notte fu persino peggiore di quella in cui, quasi due anni prima, era venuta a sapere che il suo amato fratello non era tornato da una battaglia.
Non appena le prime luci del sole iniziarono a farsi spazio nel cielo, Deidra uscì dal castello.
Corse per le strade del borgo, i lunghi capelli ricadevano sulle spalle con un ritmo veloce e regolare.
Arrivò da Mark con il fiato mozzato, e riuscì a malapena a raccontare ciò che il destino le aveva riservato.
«Devi aiutarmi a scappare, non posso sposare una persona che non amo» concluse Deidra.
«Motris ti cercherebbe ovunque, ti ucciderebbe. Non posso lasciarti morire».
Deidra non capiva. Motris voleva sposarla, non ucciderla.
«Vuole unire i due regni sposandoti , ma con lo scopo di essere l' unico sovrano. Non posso aiutarti da solo, mi serve l'aiuto di Keiren» disse abbattuto Mark.
«Keiren è morto» rispose la ragazza con un filo di voce.
Rassegnata, fece per tornare al castello.
«Tuo fratello non è mai tornato, ma non è morto».
Lei non rispose. Si fermò e una ciocca nera ricadde sul suo viso, ma non la spostò.
Al suo posto lo fece Mark.
«Quale figlio tornerebbe dal padre con in mano una sconfitta?» continuò lui.
La battaglia dal quale il primogenito del re non era mai tornato, era stata la più incisiva, la più straziante, ma soprattutto, contro Motris.
Keiren aveva aspettato due anni per fare ritorno da coloro che amava, ma ne sarebbe valsa la pena. Non avrebbe lasciato sua sorella nelle mani di colui che gli aveva portato via gran parte delle terre.
Sotto il suo potere la natura moriva, tutto sembrava spento. Non ci sarebbe stata più vita nemmeno per le rose di Deidra.
«Sposa Motris, è l'unico modo che ho per salvarti fino al ritorno di Keiren» finì il ragazzo.

Il giorno delle nozze tutto il castello era addobbato a festa. Ornamenti di rose rosse e nastri bianchi su ogni torre. Tra la gente, nessuno aveva il coraggio di dissentire l'unione nonostante fossero in molti a dubitare di colui che aveva chiesto la mano della loro principessa. Dentro le anime delle persone, la paura iniziava a farsi largo lentamente.
Un' ancella sistemava la manica leggera del vestito sulla pelle di Deidra, mentre lei vedendosi allo specchio poteva soltanto trattenere la sua disperazione.
Il vestito bianco sembrava quasi un tutt' uno con la sua carnagione, i capelli corvini e ondulati decorati con roselline bianche ricadevano delicatamente sulla stoffa candida.
Quando le fu appoggiata sul capo una corona di rose rosse fu pronta.
Venne aiutata a salire sul suo cavallo, che l'avrebbe portata fino alla riva del fiume oltre le mura del castello.
I passanti la acclamavano, in molti notarono la sua bellezza. Ma nonostante le parole di benevolenza, i suoi occhi non trasmettevano alcuna felicità.
Ad attenderla per aiutarla a scendere dal cavallo c'era Mark. Le prese una mano e la afferrò saldamente. Avrebbe voluto abbracciarlo, sostenere il suo sguardo sicuro all'infinito. Ma a pochi metri da lei, una figura alta e scura la stava aspettando.
Senza nemmeno accorgersene, suo padre le stava a fianco e le sorrideva.
Scoprì che era tutto esattamente come l'aveva immaginato.
Motris era ben più alto di lei, e non riusciva a capire quanti anni potesse avere.
Portava una corona di bronzo decorata con degli zaffiri.
Le porse gentilmente la mano, e dubbiosa gli concesse la sua concesse. Era una mano dalla pelle ruvida, piena di cicatrici e dalle unghie spezzate.
Deidra alzò lo sguardo. Di fronte a lei stava un uomo forte e deciso, con dei lunghi capelli castani e gli occhi neri.
Nonostante l'evento portava diversi pugnali nella cinta, e sotto il mantello riuscì ad intravedere anche una spada.
Le faceva paura, ma non aveva modo di sottrarsi.
Quando la cerimonia finì, Deidra cercò più volte Mark tra la folla, ma non lo vide più. Non sapeva che in realtà se ne stava da solo al limitare della foresta ad aspettare.
La sera, tutto il castello e il borgo sottostante erano illuminati da mille torce di fuoco. Il banchetto avrebbe segnato la fine dei festeggiamenti, e poi sarebbe arrivata la notte.
Nessuna notte d'ora in poi sarebbe più stata come prima, avrebbe dovuto condividerle tutte con suo marito. Motris le dedicò un brindisi e le porse un braccio. Deidra sorrise debolmente.
Quando ormai le mille voci intorno si fecero più deboli, venne il momento di ritirarsi.
Adesso era una regina.
La stanza nella quale entrò assieme al marito era stata preparata con decorazioni identiche a quelle che ornavano il castello. Rose e nastri contornavano il letto a baldacchino dalle stoffe color avorio. Mentre si guardava intorno, Motris le rivolse la parola per la prima volta.
«So che siete spaventata da me, ma non vi farò alcun male. Siete bellissima, ma vorrei che l' espressione di odio sul vostro volto se ne andasse» disse l'uomo.
Girandosi verso di lui, Deidra provò compassione. La sua voce era calda, quasi rassicurante.
«Voi non mi amate. Avete già conquistato molti territori, perché allora avete voluto sposarmi?» chiese lei.
«Non posso passare tutto il resto della mia vita a combattere. Ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino. Per questo ho scelto voi» concluse.
Se non avesse sentito soltanto pochi giorni prima la verità uscire dalla bocca di Mark, Deidra avrebbe creduto senza alcun ripensamento a quelle parole.
Quella notte, tutto andò esattamente come Motris aveva precedentemente programmato. Al suo tentativo di approccio fisico con la ragazza venne rifiutato, e fu così anche per le volte successive. Pieno della sua falsa bontà, le offrì una bevanda all' aroma di cannella e tiglio che le fece perdere i sensi.
Con l' aiuto dei suoi uomini, incatenò il corpo della ragazza con rovi spinati, legandoli stretti su piedi, polsi e torace. Ben presto, il sangue iniziò a rigare la pelle della giovane.
All'alba, quando ormai anche l'abito era intriso del liquido cremisi, venne liberata da quei fasci spinosi, e lasciata esanime sul pavimento di pietra in uno dei corridoi del castello. Tra le mani, le venne lasciato un coltello.
La mattina seguente, il popolo venne svegliato dalle insistenti campane che annunciavano il suicidio della giovane regina. Motris, in abiti scuri dichiarò di aver lasciato la ragazza libera nella sua stanza, avendo colto il timore che aveva nei suoi confronti.
Le donne piangevano, gli uomini erano increduli. Il vecchio re si fidò ciecamente delle parole del suo nuovo successore, portando dentro di sé la colpa per la morte della figlia.
Mark e Keiren stavano nascosti tra gli arbusti che contornavano la città, carichi di rabbia per la notizia appresa. Non erano riusciti ad intervenire in tempo, tuttavia il loro attacco premeditato sarebbe solo stato rinviato. Ora Keiren voleva rivendicare anche la vita di sua sorella, oltre che il suo diritto al trono.
I funerali si svolsero nell'immediato pomeriggio. Dopo essere stato ripulito, il corpo venne rivestito con un leggero abito dalle sfumature azzurre, deposto su una zattera e lasciato trasportare dalla corrente del fiume.
Alle prime luci dell'alba, la barca finì in un punto in cui sembrava che nessun essere umano fosse mai arrivato. Deidra aprì lentamente gli occhi, sentendo una pesantezza opprimente. Attorno a sé vedeva solo foglie, alberi, rami. Scostò leggermente la testa su un lato e riuscì a notare numerosi tagli sul suo braccio. Ricordava tutto. Cercò di muoversi, ma ogni sforzo era inutile. Tutti credevano che fosse morta. Ad ogni tentativo di spostamento sentiva il dolore provenire dalle ferite farsi ancora più forte. Era debole ed aveva perso troppo sangue, ma non abbastanza per morire. Sentiva chiaramente il suono dell'acqua, e ben presto ne fu a diretto contatto. La zattera era ferma in un punto in cui l'acqua era troppo bassa per proseguire, facendo riversare il corpo della fanciulla sulla riva. Immobile, Deidra era immersa soltanto per metà nelle miti acque; incapace di alzarsi e di pensare, poteva solo aspettare e giacere immobile poggiando la testa sulla riva ricca di rose bianche appena sbocciate.
Al terzo giorno in bilico tra la vita e la morte, finalmente lo spirito della ragazza decise di lasciare il suo corpo.
Quando riaprì gli occhi, tutto era diverso. Non più pesante ma leggerissima, nessun segno di violenza era presente sulla sua pelle. Sentiva chiaramente il fruscio del vento tra gli alberi, le spine delle rose non le provocavano alcun dolore, l'acqua non era fredda sulle sue caviglie. Si alzò in piedi senza alcuno sforzo, si guardò intorno e potè finalmente notare la bellezza di quel luogo. Una piccola cascata era l'origine del suono che sentiva costantemente, un profumo di rose era diffuso tutto intorno. Rose bianche, come quelle sulle quali il suo corpo era morto. Volse uno sguardo allo specchio d'acqua e vide sé stessa. L'immagine però non rifletteva la figura che conosceva. I lineamenti del viso, le curve del suo corpo, la sua struttura, erano esattamente come prima. Notò invece che i capelli avevano dei boccoli morbidi ben definiti, e che erano diventati del colore del cielo nelle giornate d'estate. Lo stesso valeva per i suoi occhi, ora sfumati del blu dell'oceano. Distaccò lo sguardo dalla superficie liquida del torrente, e cercò di guardarsi senza avere come riferimento alcun riflesso. Prese tra le mani alcune ciocche dei suoi nuovi capelli, ancora incredula. Sul suo vestito inoltre, c'era una rosa rossa poggiata al centro del petto, e sulle sue braccia erano posati dei veli di stoffa leggera delle stesse sfumature dell'abito.

«Neyla».

Sentì una voce femminile pronunciare un nome che non le apparteneva, ma si girò comunque nell' udirlo.
Davanti a lei una donna altissima e dalla struttura esile, sembrava emanare un bagliore pari a quello del sole. Dei lunghi capelli dorati le ricadevano sul petto.
La figura femminile le si avvicinò tenendo tra le mani una sfera argentea, gliela porse e poi la invitò ad osservarla.
Vide Keiren lottare contro Motris, vide le fiamme tra le case, eserciti che avanzavano verso le mura del castello, il terrore tra la gente, le difese che cedevano.
Il suo corpo era morto, ma la sua anima si era tramutata in una forza superiore, che sarebbe stata l'unica speranza per salvare le persone che aveva amato quando era in vita.
Sentì un bisogno incontrollabile di entrare nell' acqua, di sentire la corrente della cascata su di sé. Venne avvolta da uno sciame di petali rossi, mentre la sfera che teneva ancora in mano emise un bagliore. Una tiara di perle che brillavano della stessa luce si depositò sulla sua fronte, retta da alcune rose bianche e rosse che si insinuarono tra i capelli blu. Tra le scapole crebbero degli arbusti ricchi di rose fiorite: erano ali.
Tutto intorno, centinaia di creature simili a lei la acclamavano; era nato un nuovo spirito dell'acqua, era nata Neyla. Aveva avuto la possibilità di rinascere come guardiana dei boschi, della natura, dei corsi d'acqua, ma soprattutto aveva avuto la possibilità di rinascere per riportare la pace nel suo mondo. Decise così di ripercorrere il corso d'acqua che l'aveva portata in quel luogo magico.
Al suo arrivo il castello era preso, e suo padre era stato ucciso. Riusciva chiaramente a percepire la sofferenza della gente, le urla dei bambini, la disperazione tra i combattenti. Mark e Keiren lottavano fianco a fianco come quando giocavano alla guerra da bambini.
Motris e i suoi uomini incombevano in ogni angolo.
Neyla tornò sulle rive, ed immerse i piedi nelle acque limpide del fiume; tutto intorno le rose che aveva curato da umana. Chiuse gli occhi e sentì l'energia prendere possesso del suo corpo. Nonostante la distanza, il suo udito percepiva una maggiore affluenza d'acqua provenire dalla cascata nella radura. In pochi istanti, venne sommersa da una grande onda che si fece spazio tra i vicoli della contea.
L'acqua guarisce, spazza via il male.
Ben presto gli incendi si spensero, le armi gettate a terra e i combattimenti cessarono. Senza accorgersene, Neyla si stava librando nel cielo al di sopra del castello. Vide le facce incredule del suo popolo rivolte verso l'alto, il fratello che cadeva sulle ginocchia incapace di riconoscerla.
L'acqua si ritirò, lasciando al suo posto migliaia di petali di rosa.
Era riuscita a salvare tutto ciò che apparteneva alla sua vita precedente. Motris non sarebbe più stato presente nel futuro come non lo era mai stato nel passato meraviglioso di quel popolo.
Ormai alle ultime luci del giorno, Neyla tornò a poggiare i piedi sulla terra, pronta a vivere con gli altri spiriti tra i boschi.
«Deidra».
Ricordava quel nome, era come un ricordo soffuso. Tuttavia si girò, riconoscendo la voce di chi l'aveva pronunciato.
Mark era di fronte a lei, semi nascosto dal buio che si estendeva rapido tra gli alberi.
E così l'aveva riconosciuta. La guardò consapevole che fosse l'ultima volta, e le posò una mano sulla guancia bianca, pronto a cogliere una lacrima.
Così diversa, così irreale, eppure con la certezza che fosse lei.
Nel momento in cui iniziò a capire che presto sarebbe svanita, le porse il suo flauto argentato lasciandola andare.

 

 

 

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«Merge with the blue» - Spazio Autrice

Aloha!
Vi prego innanzitutto di scusarmi per la lunghezza di questa storia, ma non avrei mai potuto dividerla in capitoli.
Nonostante le varie revisioni mi rendo conto che ci sono ancora molte cose scritte in maniera sbrigativa e con tempi verbali errati, abbiate pietà di me ;u;
Questo racconto è nato grazie ad un'idea per un original cosplay, ecco perchè per aiutarvi a visualizzare in maniera figurativa la protagonista, vi lascio QUI il link delle foto in cui è ritratta Neyla.
Spero di non essere stata carente di immaginazione o ripetitiva, e ringrazio tutti coloro che utilizzeranno un po' del loro tempo per dedicare attenzione a ciò che ho scritto.

Chiara

Grafica e correzioni aggiornate al 28/05/2014-

   
 
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