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Autore: Tinkerbell    22/08/2004    19 recensioni
La piccola Darling si stava pettinando nella nursery quando tutte le candele della stanza si spensero. La luce della luna illuminava le pareti. La fanciulla sentì il vento sfiorarle la pelle del viso. Subito dopo un intenso profumo si sparse nell’aria. “Una sola persona ha quell’odore…- pensò Wendy-l’odore di chi ha cavalcato sulle ali del vento, di 100 estati passate a dormire sugli alberi, delle avventure con indiani e pirati! Il mondo era nostro,potevamo fare tutto oppure niente ma ogni cosa era importante perché eravamo noi a farla”. Così lo riconobbe “Peter” Ci sarà un dolce epilogo per i due protagonisti?? Riveduta e corretta! Commenti plz plz plz!!! ^_^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un leggero venticello entrava dalla finestra ,aperta come al solito . Da tre anni a quella parte i lucchetti non erano più stati utilizzati , se non quale volta in inverno…quando nevicava. Per il resto del tempo l’aria frizzantina di Bloomsbury aveva libero accesso alla nursery di casa Darling. Adesso, quella ragazzina , che prima raccontava con tanto entusiasmo favole di pirati ed indiani ai propri fratellini , ormai cresciuta, rimaneva seduta sulla poltrona a fissare il cielo, con occhi pieni di speranza e sospirando di tanto in tanto per la lunga attesa. “Nostra figlia sembra un vaso! – si lamentava il signor Darling- Non troverà mai un buon partito se continuerà ad osservare compiaciuta le stelle! Per fortuna questa sera potrò presentarle un avvenente giovanotto, speriamo che sia la volta buona!- e continuando…- E’ sempre incollata a quella finestra!Non ne capisco il motivo!”. La moglie però non lo stava ad ascoltare perché conosceva la ragione per cui Wendy fissava il cielo. Glielo avevano rivelato le stelle! La figlia attendeva quel ragazzo speciale , che le aveva insegnato a volare in cambio delle sue favole e che aveva fatto vivere a lei stessa una favola meravigliosa portandola sull’isola che non c’è. Peter Pan era diventato il custode del suo bacio nascosto e aveva promesso di custodirlo per sempre. Così la dolce Wendy attendeva , attendeva e attendeva il possessore del suo tesoro. Ciò che miss Darling non sapeva era che il giovane era tornato a trovare la ragazzina riportandola sull’isola. Quel viaggio era stato molto diverso da come i due se l’erano immaginato e dal suo ritorno Wendy, aveva incominciato a passare serate intere rivolte alla finestra. Ora , come di consueto, fissava il cielo , per l’esattezza quella stella lucente che molte volte aveva indicato la giusta direzione verso l’isola che non c’è. Tutte le altre stelline l’osservavano, rammaricate e dispiaciute per quanto fosse accaduto. Ammiravano Wendy ed era loro simpatica perché sapevano che era l’unica che era riuscita a fare breccia nel cuore del loro spensierato amico. Continuava a ripensare a quella sera quando era ricomparso dalla finestra come tanto tempo prima…. La piccola Darling si stava pettinando nella nursery quando tutte le candele della stanza si spensero. La luce della luna illuminava le pareti. La fanciulla sentì il vento sfiorarle la pelle del viso. Subito dopo un intenso profumo si sparse nell’aria. “Una sola persona ha quell’odore…- pensò Wendy-l’odore di chi ha cavalcato sulle ali del vento, di 100 estati passate a dormire sugli alberi, delle avventure con indiani e pirati! Il mondo era nostro,potevamo fare tutto oppure niente ma ogni cosa era importante perché eravamo noi a farla”. Così lo riconobbe “Peter” erano guancia a guancia poteva sentire il calore della sua pelle sulle sue guance. Solo quando capì che l’aveva riconosciuto le sussurrò all’orecchio: “Ritorna Wendy, l’isola che non c’è ha bisogna di te, dei tuoi racconti, della tua presenza e anche io!” La fanciulla si voltò sorridendogli .Era ciò che egli attendeva e così soffiò un po’ di polverina magica sul suo orecchio. Gianni e Michele dormivano nel loro letti . Mamma è papà erano all’ennesimo ricevimento e la ragazza aveva atteso per due anni il suo ritorno. La prese per mano e la condusse all’isola…volando… Appena arrivarono Wendy riconobbe la laguna della sirene, l’accampamento indiano, la baia dei pirati, ora vuota , e vide in lontananza il bosco. Tutto le riaffiorava alla mente,come se non fosse mai partita,come se avesse vissuto lì per quei due anni mentre in realtà era cresciuta..era più grande…i lineamenti del suo viso erano + da adulta ma Peter non sembrava accorgersene. Anche lui sembrava cresciuto. ( Aveva passato molto tempo a Londra in cerca di bambine che inventassero le favole bene come la sua amica , ma non ne aveva trovata nessuna…tuttavia nella capitale inglese il tempo scorreva ed il ragazzo era cresciuto quanto la racconta favole.) Appena arrivati Peter la portò alla baia . Qui incontrarono un corvo .Era appollaiato sui resti del pontile dov’era attraccato il Jolly Rodger. Il suo nome era Salomone ed era un grande amico del giovane. “Ci conosciamo da molto tempo! Da quando questo giovincello è venuto a vivere qui….sapete missis Wendy…gli ho insegnato io a volare!” Si vantava il volatile con la ragazzina. “Sé…Sal…invece di pavoneggiarti dimmi se è arrivato qualche bambino sperduto!” “Neanche uno Peter!Oggigiorno le tate stanno più attente! Fanno bene attenzione a non far cadere i bambini dalle carrozzine e….i tordi mi hanno detto che prima di uscire dai Kensington Gardens li contano!!! Sai credo che ora le paghino di più! Inoltre ho paura che i bambini da quando abbiano saputo della morte di Uncino, non vogliano più farsi perdere. Non c’è più divertimento per loro …se non arriverà qualcuno …temo che , quella dell’isola che non c’è ,rimarrà solo più una leggenda!” “NO! Arriverà qualcuno ! basta aspettare!” Peter sembrava turbato da quell’affermazione e , dimenticandosi di Wendy, spiccò il volo verso la foresta . Lei lo seguì…sapeva dove sarebbe andato…lo conosceva…c’era un solo posto dove si sarebbe sentito meglio…il rifugio segreto. La ragazza arrivò poco dopo seguendo il proprio intuito. Il giovane dai capelli arruffati era seduto sul trono e suonava la sua fisarmonica. Fuori il tempo incominciava a cambiare…di lì a poco si sarebbe scatenato un temporale… colpa della rabbia di Peter. Quando la piccola Darling era entrata nella casetta l’aveva trovata uguale a come l’aveva lasciata . Soltanto più …vuota. “Peter…sei solo? Non c’è più nessuno qui? Neppure Trilli?” Il silenzio del ragazzo fu di conferma alle sue domande. Così ella incominciò a girare per la stanza ,scavando nei suoi ricordi. Lì dormivano Gianni e Michele, sulle amache i gemelli, al centro c’era il tavolo dove Pennino preparava le battaglie e dove cenavano tutti insieme. Accanto al trono : il cannocchiale di Piumino e gli archi di Flautino. Wendy vide anche il letto di Peter, accanto al quale vi erano ancora doni lasciati dagli amici e dalla ragazza alla loro partenza. C’erano i fiori che usavano per medicine e… “un bacio” sussurrò la fanciulla. Peter si voltò. La giovane teneva in mano il ditale che gli aveva regalato anni prima. Guardandolo stringeva con l’altra mano la sua collana alla quale era appeso il bacio di Peter: una ghianda che le aveva salvato la vita tempo fa. Sorrisero entrambi. “Peter io…” Ciò che poteva essere un discorso importante fu interrotto dallo squillo di una tromba. Quel suono annunciava l’arrivo della regina e del re delle fate. I coniugi arrivarono volando e si posarono su una margherita cresciuta sul trono. Peter e Wendy si avvicinarono :quei due piccoli folletti avevano un’aria familiare . La luce delle candela fece brillare per un momento l’armatura del re e lustrini del vestito della sua compagna…gli occhi di Wendy si illuminarono: ***era in un bosco , di sera …tante piccole fate si dirigevano verso una quercia da cui scaturiva una grande luce. Wendy e Peter si erano avvicinati per vedere meglio. Ai due si presentò uno spettacolo magnifico: sotto la corteccia le fate avevano creato un grande salone al centro del quale stavano due figure danzanti circondate da tantissimi folletti fermi a guardare. I due ballavano e volando facevano piroette e caschè a mezz’aria.Lei portava una corona ed un abito ricco di lustrini , lui un’armatura lucente*** “Ecco dove li avevo visti!”. Il paggio, arrivato più tardi srotolò una pergamena che aveva con sé, si schiarì bene la voce e disse “Peter Pan e la sua bella damigella sono invitati questa sera al ballo indetto dalla regina delle fate al fine di tirare su di morale il loro musicista preferito!.” Wendy ne rimase stupita …Peter non più di tanto . non c’era festa a cui non fosse invitato. Egli era sempre l’ospite d’onore perché le fate amavano le melodie composte con la sua fisarmonica. Inoltre queste piccole creature non amavano il brutto tempo. Se qualche cosa poteva tirar su di morale il loro amico, in modo che il sole e il canto dei grilli potesse tornare a regnare come sempre, avrebbe fatto loro molto piacere . Qualsiasi abitante dell’isola che non c’è poteva sapere quale fosse l’umore di Peter…bastava che guardasse in cielo , a seconda di che tempo facesse…il ragazzo era felice, triste o arrabbiato. Mentre la fanciulla era sovra pensiero la regina, con un colpo di bacchetta la fece diventare piccola come una fata. Wendy non era d’accordo con la regina. La sua espressione lo poteva confermare ,così mentre la regina stava per portarsela via( per andare al castello) Peter la bloccò “Ferma regina ! Non le hai chiesto il permesso!Dovresti scusarti! Mi dispiace Wendy ! Possiamo non andare se vuoi!” La “nuova” fatina lo guardò “Sono sicura che sarà una grandiosa avventura!” Si congedò dall’amico. Quando se ne fu andata il ragazzo si rivolse al re “ Non suonerò per voi questa sera”- “Ovviamente no”. Il palazzo era indescrivibile . Arrivata al castello Wendy si stupì della sua magnificenza. Era ricco di specchi che riflettevano i colori dell’arcobaleno. I loro riflessi rendevano i vestiti delle fate cangianti: ogni volte che si muovevano assumevano una sfumatura diversa. La fanciulla ne rimase incantata. Fu condotta nelle sale reali assieme alla regina che fece subito chiamare 2 sarte (eh già..esistono anche tra le fate!) affinché preparassero un abito per la sua ospite. “ Chi è questa giovane fata? “ chiese una.”Già…è forse nuova? Da dove arriva?-continuò l’altra e , rivolgendosi alla diretta interessata –da quale regno vieni? Sei una fata dell’est? Dell’ovest? Del nord? Giungi per caso dal sud?” Wendy sembrava divertita dalla curiosità delle fate e allo stesso tempo affascinata…l’unica che aveva visto da vicino era Trilli, la quale non era mai stata troppo disponibile nei suoi confronti! Nei suoi sogni di bambina aveva sempre desiderato di far parte di quel mondo incantato in cui erano ammessi solo gli esseri magici! La ragazza fu riportata alla realtà dal suono della voce della regina, che scocciata dalle domande insistenti delle due suddite riguardo la sua provenienza, aveva rivelato loro che la giovane fata non era una fata…bensì un essere umano, portato sull’isola che non c’è da Peter Pan. Le due inizialmente sembrarono scandalizzate ma all’udire quel nome furono rassicurate “ E così tu sei la damigella di Peter. La ragazza per cui scrive tutte quelle canzoni! La sua musa!” Wendy sbigottì “Cosa?” Come già si sa le fate possono provare un solo sentimento alla volta perché a cause delle loro dimensioni non riescono a contenere più di un’emozione. (come successe a Trilli qualche anno prima : quando consigliò ai bimbi sperduti di abbattere il Wendi-uccello per comando di Peter!) Beh…in quel momento…le fatine avevano una gran voglia di fare pettegolezzi,ignorando il buon senso di tacere, così continuarono… “Da quando sei tornata a casa non fa altro che comporre melodie che parlano di te…la sua musica è diventata dolcissima …non riusciamo quasi a ballare talmente siamo ammaliate da quei componimenti!” “ e il brutto è che è da due anni che facciamo solo balli lenti quando suona Peter…il poveretto no riesce a suonare altro! Comunque stiamo diventando bravissime in questa danza” continuò l’altra fatina. “devi vedere i suoi occhi mentre suona…a volte brillano …altre sono spenti e lo vediamo incantato a pensare al passato!” “Ma come fate a sapere che pensa a me? – le interruppe Wendy- Ve lo dice? Canta? Dà il mio nome alle canzoni?” “oh no bambina mia- questa volta fu la regina a parlare- lui ci parla di te con la sua musica, con le sue note con i suoi sguardi! Non abbiamo bisogno di parole per comprendere ciò che prova! E poi …ricordati che siamo fate!” La ragazza rimase di sasso. Non poteva credere che Peter Pan provasse dei sentimenti ! e così profondi! Ricordava quella sera molto chiaramente… “- Peter…quali sono i tuoi veri sentimenti? - sentimenti? - Sì..cosa provi? Gioia..felicità…gelosia - Trilli! - …odio… - Uncino! - Amore? - Amore? Non ne ho mai sentito parlare! - E invece sì! Oserei dire che l’hai persino provato…per qualcosa o per qualcuno… - Basta solo il suono ad offendermi…” Wendy ancora una volta tornata a pensare al passato fu richiamata alla realtà dalle due sarte che , tagliando,sferruzzando e spettegolando avevano terminato l’abito. Si fissò in uno degli specchi. Era bellissimo! Anche questo era bianco ed assomigliava molto a quello della regina. Ricco di lustrini aveva uno strascico molto lungo. L’orlo della gonna non era tutto uguale in alcuni punti era più lungo , in altri più corto. Le maniche erano più lunghe del braccio e anche queste non avevano un orlo regolare. L’abito era piuttosto scollato. Le fu messo un diadema d’argento come i sandali che indossava. Tutta la gratitudine della ragazza fu espressa con un grande sorriso e con occhi brillanti. La regina rimase ferma a guardare “Sei meravigliosa! Pari quasi una principessa!” “Oh…no ..è più bella di una principessa!” Le fanciulle si voltarono : era stato Peter a parlare . era entrato nella stanza per avvisare le quattro che il ballo era incominciato. La fata allora continuò “Quindi Peter dovrai essere all’altezza della situazione! Dovrai farle da cavaliere fingendoti ALMENO un principe!” E così dicendo agitò la bacchetta magica trasformando la tenuta del giovanotto in una splendida armatura sfavillante. Wendy non poté fare a meno di notare che agghindato così Peter era identico ai principi delle sue favole; di quelli che vestivano un mantello azzurro ed armati di coraggio, sfrecciavano su loro cavallo bianco per salvare le loro amate. Non ebbe tuttavia il coraggio di rivelargli il suo pensiero e così tacque attendendo che l’amico facesse la prima mossa. Così fu. Egli sorrise porgendole il braccio disse: “A quanto pare dovremmo fingere che io e te siamo…ehm…” “continua Peter…” “Beh…hai capito,no?” Ma Wendy non voleva abbandonare il discorso… “Cosa stavi dicendo a proposito della bellezza delle principesse quando sei entrato?” “Uhm…non ricordo esattamente. Dico tante cose-si voltò - guarda! La festa è di là!” L’argomento fu abbandonato : i due entrarono in un immenso salone illuminato in cui si svolgeva la cerimonia . Era stato creato nella cavità di un albero.Sul soffitto v’erano immense porte dalle quali entravano le fate. Dopo essersi più volte guardata intorno la damigella di Peter capì dove fossero “Questa è la vecchia quercia vicino all’accampamento indiano!!”. Guardò il ragazzo accanto a lei ,che la teneva per mano: osservando i lineamenti del suo volto ricordava come Peter ,tempo fa, dopo averle mostrato le festa delle fate , nascosti dietro quei fori sul soffitto , l’aveva invitata a ballare. Non aveva parlato. Si era semplicemente alzato , le aveva sorriso e le aveva fatto un inchino.Lei gli aveva risposto col medesimo saluto ed avevano iniziato a ballare , prima a terra, poi volando, creando passi di danza nell’aria. Il “principe” sembrò leggerle nel pensiero perché si voltò e la guardò intensamente. Nei suoi occhi Wendy poteva vedere le loro ombre ballare ancora e desiderò che quello scambio di sguardi durasse per sempre. Peter strinse la sua mano e la portò al centro del salone dove si fermò,guardò la fanciulla con dolcezza e ripeté il gesto di quella lontana sera. I due ripresero la danza che non avevano potuto terminare anni prima. Wendy si strinse a Peter più di quanto non avesse fatto la volta scorsa e anche l’abbraccio di lui sembrava più stretto . Poco dopo l’intero salone aveva gli occhi fissi sugli ospiti che, senza neanche accorgersene , si erano alzati da terra e stavano abbracciati l’un l’altra a mezz’aria.. Mentre venivano suonate le ultime note della canzone , i due si accorsero di essere al centro dell’attenzione e con un leggero rossore sulle guance scesero lentamente. Quando ebbero toccato terra la ragazza sentì ancora una volta le mani del giovane sfiorare la sue e poi, come Peter amava fare, si avvicinò al suo orecchio per parlarle: “vieni…andiamo in un posto più tranquillo..”. Appena usciti tornarono di grandezza naturale e senza fermarsi si diressero alla laguna delle sirene. Arrivati si posarono su un isolotto al centro di questa. “Ma non mi avevi detto che le sirene erano pericolose?” “E lo sono! Ma in questo momento non sono presenti .Verranno solo se chiamate. Ora siediti mamma!-scherzò- Suonerò per te!” . Così si accinse a suonare… “D’accordo papà!” Wendy chiuse gli occhi per ascoltare meglio la musica. Peter si era sistemato su una roccia poco lontano da lei e suonando fissava il mare. La musica era dolcissima, le fate avevano ragione. La fanciulla non sapeva se quella melodia fosse dedicata a lei ma certamente quando Peter l’aveva scritta, aveva pensato a qualcuno a cui teneva molto. Tra quelle note riconosceva le voci dei bimbi sperduti , i tamburi degli indiani in battaglia e il Long Tom di Uncino. Sempre accompagnati da una dolce presenza. Wendy non impiegò tanto a scorgere un velo di nostalgia in Peter. Aveva riaperto gli occhi ed ora fissava il suonatore . Ciò che sentiva non era un suono melodioso …ma parole, racconti , ricordi: sentimenti repressi dal ragazzo che non voleva crescere. Egli si accorse dello sguardo dell’amica “ehm…io ….credo….beh….devo ancora perfezionarla…sai …veramente…non è ciò che volevo …potrei fare di meglio…” “Ti piacerebbe sapere cosa stanno facendo ora i bimbi sperduti?” Gli occhi di Peter si illuminarono. Wendy lo intese come un sì,così cominciò a raccontare… “Piumino vuole diventare un avvocato! Il prossimo anno si iscriverò in una scuola specializzata in giurisprudenza. Dice sempre che non vede l’ora di trovarsi in un tribunale a discutere! Flautino vorrebbe mettere su un centro di accoglienza per animali. Ha fatto subito amicizia con Nana appena è arrivato ! Ti ricordi di lei? Quel cagnolone che ti aveva strappato l’ombra una sera che eri venuto a sentire le mie favole!” Sul volto dell’ascoltatore si dipinse un sorriso mentre faceva segno di sì con il capo. La fanciulla proseguì: “Beh…..i gemelli sono troppo piccoli per avere progetti…vanno a scuola con mio fratello Michele! Pennino si è appassionato alla storia! Credo che voglia diventare un maestro o magari un professore!Mentre Ricciolino ha scoperto la musica! Sta imparando a suonare il violino! E’ molto bravo sai!” “Voleva sempre la mia fisarmonica” “Peter sarebbero immensamente felici di vederti…ma tu sai che non torneremo più ,vero?” Lo sguardo del ragazzo si annebbiò. “Ci sei mancato tantissimo appena siamo tornati. Ti abbiamo aspettato ogni notte alla finestra …molte volte ci siamo persino addormentati gli uni accanto agli altri nell’attesa!” “Io non volevo crescere…se fossi tornato a casa tua …vostra….avevo paura che mi sarei convinto a restare…” “Perché una parte di te lo vorrebbe…-azzardò Wendy – perché non torni a casa con me?” “Mi manderanno a scuola…” la ragazza annuì. “poi in un ufficio” “E’ probabile” Il ragazzo, con sguardo rassegnato, alzò gli occhi al cielo. La scena di tre anni fa si stava ripetendo . Entrambi temevano come sarebbe andata a finire… “Presti diventerei un uomo…” “Suppongo di sì” . Come era accaduto tempo prima Peter indietreggiò spaventato. “….No…non puoi acchiapparmi e fare di me un uomo!” “Peter…” ed eccolo di nuovo sussurrarle all’orecchio “io voglio per sempre rimanere bambino e divertirmi!” “Sì…tu dici così….ma secondo me ,questo è il tuo facciamo finta più grosso…” La storia si stava ripetendo: la ragazza si stava allontanando… “Wendy!!!” Peter fu più veloce di lei: l’afferrò per il braccio , la trasse a sé e la baciò senza che lei se lo aspettasse. Fu un bacio lungo , profondo e appassionato in cui il ragazzo fece capire alla fanciulla quanto tenesse a lei. Quando i due si ritrovarono nuovamente uno di fronte all’altra il ragazzo abbassò lo sguardo: “scusa…io….non so cosa mi sia preso…” Wendy allibita e allo stesso tempo felicissima , stava davanti a lui non sapendo cosa fare, cosa dire, così rimase in silenzio. Peter non vedendo reazioni da parte dell’amata cercò di trovare una giustificazione alla sua azione: “pensavo fosse corretto restituirtelo …custodiscilo come mio ricordo…” Wendy lo guardò negli occhi : cosa significava questo? Era forse un addio? No…non poteva finire così. Lei si era resa conto di amarlo più di quanto ricordasse ed era sicura che anche lui provava gli stessi sentimenti. “Torna con me! Vivere può essere una grandiosa avventura! Cosa ti trattiene qui? L’unica che poteva farlo era Trilli…ma …non l’ho più vista!” “Chi è Trilli?” “Come chi è trilli? La tua fatina”” “Non la ricordo…sai molte cosa le dimentico e lei proprio non mi viene in mente….non sarà stata importante…” “Come puoi dire una cosa simile? Cosa ricordi del passato?” Peter ci rifletté : “…le tue favole, i bimbi sperduti, il nostro ballo,Uncino, il Jolly Rodger che vola sui tetti Bloomsbury, te seduta alla finestra…” Wendy , sempre più convinta del fatto che Peter potesse lasciare l’isola continuava “Torna con me!” “Questa è la mia isola e io sono il bambino più felice del mondo qui!” “Ma sei solo!” . Gli occhi di entrambi si fecero lucidi. “Ti prego non chiedermi di diventare un uomo” “Allora non c’è bisogno che resti…la mia permanenza qui sarebbe troppo dolorosa per entrambi. Riportami a casa…” . Le lacrime incominciarono a scendere sul volto di Peter. Il sorriso era sparito dalle sue labbra . Il ragazzo la prese per mano e la condusse attraverso il cielo stellato ,fino alla finestra di casa sua. Il sole stava per sorgere. Mamma e papà darling erano rientrati ma stavano ancora dormendo , come Gianni e Michele, che si sarebbero svegliati molte ore più tardi. Appena entrati nella camera i due si guardarono: i loro occhi erano ancora lucidi. Peter era nervoso, prese le mani della fanciulla . “..Wendy …io...ti amo” Questa volta fu la ragazza a baciare il giovane senza che se lo aspettasse,cingendogli le braccia al collo. Fu stretta a sua volta da Peter che ricambiò con grande passione. Lei gli si rivolse con la voce rotta dal pianto , tenendolo stretto a sé: “Non mi dimenticare! Promettimi che ritornerai! Ti prego promettimi che ritornerai!!!”. Peter le accarezzò i capelli mettendole una ciocca dietro l’orecchio. “Te lo prometto”. Sorrise mentre il suo volto era rigato dalle lacrime. Poi volò via scomparendo dietro la stella più luminosa del cielo… Ora Wendy era seduta sulla poltrona e ripensava a tutti questi fatti. Le stelle sembravano tranquille quella sera, segno che non vi era nulla di entusiasmante in arrivo per la primogenita Darling. Infatti , solo quando brillavano con luci più accese spostandosi da una parte all’altra del cielo , stava per accadere qualche cosa di straordinario. La fanciulla priva di speranze fissava il firmamento. Sentì bussare alla porta, era Michele “Wendy…mi spiace dovertelo dire ma papà ha organizzato l’ennesimo incontro con un nuovo pretendente…è di sotto che ti aspetta.”. La ragazza annuì…odiava quegli incontri combinati ma sapeva che il padre non li organizzava con cattiveria. Erano a fin di bene, dopotutto, non poteva rincorrere una favola per tutta la vita. Scese le scale ai pied delle quali stava un giovane lord con tanto di tuba e mantello. “fantastico ..siamo passati ai piani alti” Pensò con sarcasmo. “Oh tesoro! Questo è il figlio del mio capo! Era ansioso di conoscerti! E’ molto ben educato ! I suoi modi sono quasi principeschi!” “La ringrazio signor Darling!” “Figurati giovanotto!! Dico solo la verità!” “Speriamo sia almeno carino!” pensava intanto la figlia mentre scendeva le scale dato che non poteva vederlo a causa del cappello. Quando i due furono faccia a faccia, fu facile per Wendy osservare il ragazzo e fu con grande stupore che si rese conto che sotto quel mantello da perfetto inglese si celava Peter Pan. La fanciulla fece un gran sorriso e così anche il giovane . Mister Darling compiaciuto della scena domandò al gentleman “Vi fermate per cena?” . Egli rispose guardando da tutt’altra parte (nd: è ovvio dire che stesse guardando Wendy?!?!?!). “Sì…sono qui per restare” Quella stessa sera in un’altra cosa un bambino di appena sette giorni lasciava la sua stanza volando diretto all’isola che non c’è, il suo nome era Peter.
  
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