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Autore: _Alexis_    18/03/2013    7 recensioni
Mello ride, rido con lui.
Certe notti, vorrei che tutto questo finisse.
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Il ticchettio del rosario che passa tra le dita. Certe notti, ho paura che tu possa dimenticarti ancora di me.
Chi ca**o vorrebbe morire da solo in questo deserto?
Ti prego, Matt, perdonami.

Matt x Mello
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ogni creatura vivente quando muore è sola.

Apro gli occhi, di nuovo le 6.00 del mattino.
Ultimamente sembro davvero un orologio svizzero. Forse il mio metabolismo si sta ristabilizzando, ultimamente lavoro di meno. Ho questa impressione da tempo.
Come ogni notte, mi sono addormentato vestito, ho avuto solo l’accortezza di togliermi gli stivali.
Come ogni notte passata in compagnia di due o tre computer, ognuno raccoglitore di memorie sacre più della nostra vita, tant’è che Mello ha voluto che programmassi quelle macchine per l’autodistruzione.
Così, dice, per sicurezza.
Sicurezza. Guardo in alto, verso il tetto della nostra stanza, e mi chiedo cosa ne sia di quest’astratto concetto.
All’orfanotrofio eravamo sicuri, parecchio. Ma per favore, Mello, non parlarmi di sicurezza mentre il tetto della tua casupola ti crolla sulla testa perché fuori c’è il temporale.
Non succede a nessuno, neanche alle persone non proprio ricche.
Rubiamo, saccheggiamo e deprediamo in nome di un fine più alto, pretendiamo di saperne qualcosa di giustizia.
No, Mello, non farmi affrontare un discorso del genere così presto di prima mattina. Proprio non ce la faccio.
Mi sento realmente coinvolto in tutto questo? Mi interessa davvero definire un concetto tutto mio di giustizia, come Mello, Near, L, Kira o Light Yagami? Mi piacerebbe andare a fare una doccia?
Non ne faccio una da tempo.
Ancora una volta mi sono svegliato troppo presto, tutto questo mentre Mello dorme profondamente, arrotolato sotto le coperte bianco panna consumata, dalle quali vedo solo i suoi capelli e solo in parte.
Immagino che per essere arrivato a tanto non deve aver dormito bene.
Comunque questo momento di stallo mattutino è qualcosa al quale non rinuncerei mai.
È tutto così rallentato, i miei pensieri, i miei movimenti mentre scendo dal letto silenziosamente e mi avvio alla doccia lasciando per strada i miei vestiti e l’intimo.
Lenta è anche l’acqua che cade giù dalla doccia, e sfortunatamente, mi sa che è anche quasi finita.
Attraverso lo scroscio, poi sento chiaramente i tonfi che corrispondono ai suoi passi, che si è svegliato anche lui.
Ci faccio una certa attenzione, potrà sembrare ossessivo, ma se quello si fa male poi tocca a me recuperarlo.
In questi casi mi viene un po’ da sorridere.
Non penso che a Mello farebbe piacere sapere che non passo tutto il mio tempo a riflettere sul caso Kira.
In realtà non lo fa nemmeno lui, è una cosa che teniamo nascosta l’uno all’altro e neanche tanto bene.
 
Profumo di buono dalla cucina. Recupero i pantaloni, boxer, la mia maglietta a righe… oh, pensavo di averla lasciata qua in giro.
-Oh, Ehi! È la mia maglietta quella…
Naturalmente Mello non replica. E perché mai farlo? Sarebbe troppo facile, sennò, capire perché stesse in mutande con la mia maglietta addosso a cucinare qualcosa di buono.
La miglior colazione di sempre, almeno la migliore dai tempi dell’orfanotrofio. La miglior colazione dei miei diciannove anni e mezzo consiste in pancetta profumata croccante, uova fritte e una fettina di waffle traboccante di cioccolata – il pezzo forte lo ha il biondo, naturalmente.
La colazione dei campioni. Pensieri ottimisti, Matti, ottimissimi. Mhm.
Mello ha parecchie stranezze, ne ha molte, davvero, sarà che è fin troppo intelligente, e sa troppe cose.
Una di queste stranezze è, appunto, quella di restare, come in questo momento, con lo sguardo fisso e il ghigno da pazzo – quanto mi piace sbeffeggiarlo così tra me e me!
Ho avuto un brivido, lo ammetto.
-Cosa festeggiamo?
Inghiotte un morso di waffle preconfezionata, fredda e un po’ collosa.
-Che abbiamo finito, Matt.
Pausa. Tremo all’idea che mi sto facendo di ciò che sta cercando di dirmi.
-Siamo arrivati, abbiamo finito.
Il mio cuore riprende a battere alla sua normalità. Non sento soddisfazione, non sento piacere, qualcosa mi blocca.
Mello è serio, serissimo.
Non dice più cose tipo sono il numero uno o sono arrivato prima di Near, quelle stesse cose che aveva continuato a dire da tempo che oramai non convincevano neanche se stesso.
Mello, lo so che non t’importa più da tempo, lo so che sei… sei cresciuto?
Ho sempre seguito le sue mosse, sin da quando aveva lasciato, così piccolo, l’orfanotrofio. Io, codardo e pigro, ci avevo messo molto più tempo.
Avevo seguito le sue indagini quando era nella mafia, e gli avevo, molto facilmente, rubato le informazioni. Ero un passo avanti a tutti.
Ho sempre e accuratamente evitato di domandarmi, perché lo faccio? Ma non fa che tornarmi in mente.
Forse perché è l’unica cosa in cui riesco, perché mi hanno piazzato ad un inutile terzo posto, sufficiente solo a gonfiare il mio ego.
Ero un passo avanti a tutti. Fino a quando Mello non si fece esplodere, già. È da lì che ha smesso di importarti della graduatoria, vero?
Perché ti ha spaventato, perché hai capito che la cosa stava diventando più importante della tua stessa vita.
Adesso sei solo un uomo maturo, Mello, hai delle responsabilità.
Il momento di allegria generale portata dalla meravigliosa colazione viene presto stroncato.
Mello con espressione funerea dice allora che deve farmi un discorso.
Quando fa così mi sembra una madre, infatti una madre non ti dice chiaramente che devi andare a morire, non usa mai parole del genere, ma lascia una macabra tonalità al suo discorso che, oltre al discorso in sé, fa capire molte cose.
Non riesco a fare a meno di pensare che non è giusto.
Accetto silenziosamente.
Lo sai, Mello, che se fosse per me ti salverei la vita un’altra volta.
Ci toccherà morire separati, non lo dici questo però.
Non è giusto.
Fumo una sigaretta. So che questo non va bene, al contrario di gran parte della massa di fumatori, io ne sono perfettamente consapevole.
Non è solo il cancro o la sterilità, so bene che adesso, mentre guardo agitato un punto dove non ci sia Mello in mezzo, mentre aspiro pienamente soddisfatto il mio caro tubicino bianco, i miei globuli rossi si trasportano dietro un sacco di schifezze per le quali il mio cuore dovrà lavorare il doppio.
Ogni volta che aspiro.
Ho un cuore affaticato e stanco che non vede l’ora di riposarsi. Questo penso: anche lui è pronto a morire, ma io continuo a pensare che non sia giusto ugualmente.
 
Tetris. Non voglio nulla di impegnativo per ora, sul serio, Tetris basta e avanza.
Lo vedo con la coda dell’occhio, avvicina una mano alla cioccolata e la ritira subito.
-Cosa c’è?
Gli chiedo. Mi fa segno di seguirlo. Poco male, Tetris mi ha già stancato.
Mello e io saliamo sul tetto, a guardare il tramonto su delle sdraio arrugginite abbandonate lì chissà da quanto tempo.
Conto le ore che mancano a domani.
Lo so, Mello, stai pensando che sono sconvolto, che non puoi farci niente, così va la vita, alcuni sono sfortunati perché altri siano tanto più fortunati.
Dimmi qualcosa, allora.
Lo schiocco della barretta di cioccolata che gli si spezza tra i denti.
Lo guardo sporgendomi dalla mia postazione.
-Oh! Sono nocciole, quelle!
-Proprio così. Oggi faccio le cose in grande.
Insisto.
-Dai, dammene un po’.
-No.
I suoi No secchi. Contento di aver trovato qualcosa su cui arguire con lui, se litigassimo, almeno avremo fatto qualcosa prima di domani.
Allora punto il mio sguardo insistente su di lui, che si irrita così facilmente – O finge di irritarsi.
-E non dire che non sono una brava persona.
Mi porge un cubetto di profumata e dolce cioccolata alle nocciole.
Certe notti semplicemente sguazzi nella tua miseria.
-Non saprei, non ne conosco molte, di persone.
Mello ride, rido con lui.
Certe notti, vorrei che tutto questo finisse.
 
Torniamo all’appartamento. Lì dentro fa leggermente più caldo rispetto a fuori, il che è tutto dire.
Dentro è buio. Buttiamo entrambi i nostri cappotti sul divano.
Stendo le braccia, mentre sto per annunciare la mia notte da passare a finire Legend of Zelda per Nintendo DS, ma vengo bloccato.
Mello mi guarda, sue solite stranezze.
Mello pronuncia quelle parole, che sono il mio nome, le sussurra. Non Matt, è l’altro nome.
Non ho mai avuto dubbi che lo sapessi, Mello, solo non mi aspettavo lo tirassi fuori per questo.
Sai anche che io conosco il tuo e che non lo pronuncerò mai.
Perché ora mi sento indifeso, ma lo sei anche tu, terribilmente.
La notte di sesso che è seguita non ha sapori.
Non c’è proprio nulla, lussuria, passione, depravazione. Amore, non c’è neanche quello.
Sesso per disperazione? E chi lo sa. Non facevamo sesso entrambi almeno dai tempi in cui il biondo si fece saltare in aria, da lì credevo semplicemente di essere diventato asessuale.
Mello ha un corpo bellissimo, si muove come la migliore delle meretrici, non c’è che dire.
Il mondo là fuori non saprà mai nulla di noi. I tuoi respiri pesanti mi esigono più vicino.
Borbotta qualcosa, parole e persino intere frasi mentre ondeggia sinuosamente i fianchi su di me.
La città continua a vivere la sua vita, il frastuono copre i nostri orgasmi. Non ha alcuna pietà di noi.
Chi mai avrebbe potuto giudicarci, se preferivamo scopare tra di noi anziché pensare che saremmo morti il giorno dopo?
Chi mai avrebbe avuto il cuore di giudicarci male?
 
-L’identità dell’uomo ucciso a colpi di arma da fuoco risulta sconosciuta, la polizia sta facendo delle ricerche nelle…
-Matt, perdonami, non pensavo ti avrebbero ucciso.
Non prima di me, almeno.
Il ticchettio del rosario che passa tra le dita. Certe notti, ho paura che tu possa dimenticarti ancora di me.
Chi cazzo vorrebbe morire da solo in questo deserto?
Aspettami, abbi pazienza. Ti prego, Matt, perdonami.
Aspettami. Perdonami.

So this is it?
I sold my soul for it?
Washed my hands of that for it?
The other night, you wouldn't believe the dream I had about you and me. 

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Soooooooooo. Ogni tanto ho questi momenti in cui i Matt/Mello feelings mi assalgono come un camion in corsa, e finalmente questa cosa ha dato i suoi frutti, più o meno!
Per di più ho tanta di quella tristezza (ma proprio TANTA) quando penso che sono morti a 19/20 anni, e sono miei coetanei, e la cosa mi distrugge semplicemente... e anche il rammarico che nessuno abbia ancora pensato a fare uno spin off, non dico su mello, ma almeno sulla wammy's house... Mello è un personaggio che meriterebbe tanto ç___ç 10 puntate, non chiedo molto ç___ç mezzo volumetto ç____ç
e poi una vorrebbe afferrarlo per le spalle e urlargli contro "PERCHè CAZZO TI SEI TOLTO QUEL CASCO DI MERDA?!"
ok, giuro che ho finito.

Some Nights, dei Fun.
 

   
 
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