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Autore: Aoimoku_kitsune    18/03/2013    5 recensioni
La guerra sta distruggendo sogni e speranze. La notte di Natale si affaccia su tutto il paese del fuoco.
Sasuke, prima di raggiungere il campo di battaglia, si ritrova a vivere un sogno che alla fine gli piace e dalla quale non vuole svegliarsi. Quando torna alla realtà si rende conto che la strada che aveva scelto all'inizio gli ha rovinato l'esistenza, corrodendolo lentamente. Cosi' ritorna dal suo primo amore, mette via l'orgoglio e con coraggio cerca di dirgli che è cambiato.
Perché ha visto il loro futuro insieme.
Si può sempre tornare indietro nella vita, basta avere il coraggio di rimettersi in gioco.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Naruto Shippuuden
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Naruto uscì dalla camera con un gran mal di testa. Si tenne allo stipite sentendo le voci confuse dei fratelli Uchiha.
Storse in naso e poi guardò l’orologio, accorgendosi che ormai Mika sarebbe uscita da scuola tra una mezzoretta.
Il tempo di arrivare.
Pensò mentre, strofinandosi un occhio col dorso della mano, si dirigeva verso le voci.
Itachi smise di parlare quando sentì i passi leggeri del biondo e Sasuke, ancora seduto, si alzò voltandosi verso di lui.
Naruto era ancora arrabbiato. Constatò con uno strano peso sullo stomaco.
Itachi si avvicinò al fratello e lo cucciò, ammonendolo con lo sguardo.
Deglutì e poi fissò Naruto intensamente e sospirò.
-M…
Si schiarì la voce e scostò lo sguardo verso il muro.
-Mi dispiace.
Mormorò.
Naruto alzò un sopracciglio e fissò Itachi che alzò le spalle.
Il suo sguardo si addolcì appena e fece un lungo sospiro.
-Mi accompagni a prendere Mika?
Domandò, avviandosi verso la porta.
Sasuke alzò di scatto la testa e fissò le spalle del biondo e poi il fratello, non sapendo come comportarsi.
Itachi lo guardò dall’alto e indicò col capo Naruto e poi si chinò verso il suo viso.
-Ricorda…
Sussurrò.
Sasuke lo fissò e poi annuì docilmente, incamminandosi dietro al ragazzo.

Fianco a fianco, percorsero la strada in gaia che li avrebbe portati nel cuore del villaggio. Sasuke si era reso conto che la casa in cui abitavano distava qualche metro dall’ultima mura di case.
Era circondata dal bosco prima delle palizzate in legno che circondavano il villaggio e il suo territorio.
Naruto era silenzioso.
Camminava tranquillo, con le mani in tasta, fissando dritto davanti a sé.
Sasuke si sentì in colpa, quasi.
Era un bastardo vendicatore, cinico e crudele, ma rovinare la vita di un altro se stesso, proprio non se la sentiva.
Forse era meglio se cominciava a dialogare con quel Naruto.
Parlandoci, forse, avrebbe saputo più cose e avrebbe trovato un modo per tornare a casa.
Nel suo mondo.
Si rabbuiò a quel pensiero perché quello voleva dire addio a suo fratello, a quella vita che, anche se in un giorno, cominciava quasi a piacergli.
Si grattò il capo e poi chinò il capo verso quello biondo.
-Non volevo dire quelle cose.
Si giustificò, mantenendo la voce con un tono piatto.
Naruto non lo guardò.
Sasuke pensava che quello potesse bastare, ma forse non era ancora abbastanza.
-Stamattina… mi sono svegliato…
Cosa?
In un letto non mio?! Accanto a te e mi sono spaventato?! In una vita che, letteralmente, non mi appartiene?!
-…confuso.
Comunicò in fine.
Gli occhi di Naruto sbirciarono verso la sua figura.
-… hai detto che Mika non è tua figlia. È come se mi avesse detto che ti ho tradito… disgustato.
Mugolò il più piccolo con voce roca.
Sasuke trattenne il fiato e poi cercò di pensare a cosa potesse dire.
-… non… volevo.
Naruto lo guardò, e Sasuke sperò vivamente che potesse leggergli la sincerità negli occhi. Non sapeva più che altro dire.
Il biondo scosse il capo e sorrise, ritornando a fissare avanti.
-Siamo sposati da tredici anni e ancora devo capirti.
Ridacchiò più sereno mentre Sasuke lo guardava scioccato.
-Siamo sposati da tredici anni?
-Oh diavolo, ‘Suke. Ma che diamine hai oggi. Ti si è fuso il cervello per l’uso prolungato dello sharingan?!
Naruto lo guardò esterrefatto, con un sopracciglio biondo arcuato come l’ala di un gabbiano.
L’Uchiha gli restituì un’occhiata confusa.
-Io… tu…
Era la prima volta che Sasuke balbettava, muovendo frenetico le mani, cercando di mettere in ordine le parole che gli uscivano dalle labbra.
Naruto si stava divertendo, e parecchio anche. Oltre al fatto che era leggermente preoccupato per il marito, non poteva negare che vedere Sasuke pallido e balbettante, con gli occhi spalancati non fosse una scena esilarante.
Scoppiò in una risata, trattenendosi le lacrime con le dita della mano destra.
-Mi stai preoccupando.
Però non smetteva di ridere.
-Finiscila.
Borbottò offeso il moro, guardandolo in tralice. Naruto rise di più e Sasuke non riuscì a fermare la smorfia di sorriso che si formò sul viso.

Sasuke si accorse dello strano comportamento degli abitanti che fluivano verso le scuole.
Erano indifferenti.
Era come se Naruto e lui non esistessero.
Solo alcuni, forse i più coraggiosi, mandano degli strani sguardi verso la figura del biondo che gli camminava leggermente avanti.
Erano rancorosi, disgustati.
Assottigliò le palpebre, infastidito da quel comportamento.
Nel suo mondo, era consapevole che Naruto da piccolo fosse stato trattato come la peggiore delle fecce, ma, dopo che aveva sentito dell’attacco di Pain al villaggio, e fatto ritorno poco dopo con Orochimaru, Suigetsu e Jugo, aveva origliato di quanto fosse stato grande Naruto e di come fosse stato acclamato come eroe.
Itachi gli aveva spiegato che l’unico fattore che cambiava tra i due mondi era che suo fratello fosse vivo. Basta.
Quindi anche lì Pain aveva distrutto il villaggio, Naruto li avevi salvati e…
Ma perché allora lo guardavano in quel modo?!
-S’uke-teme… muoviti che Mika sta per uscire.
Gli strillò il compagno, sorpassando molto velocemente e con attenzione le mamme e qualche padre degli altri bambini.
Il moro si ridestò dai suoi pensieri e si affrettò a raggiungere Naruto.
Bhe! Lui non era per niente cambiato.
Sempre rumoroso e …
-Dobe, aspetta!

Sasuke riconobbe la chioma corvina tra tutte le altre.
Mika, sorridente, salutò tutti i suoi compagni e appena intravisto il genitore, si fiondò tra le braccia di Naruto inginocchiato al suolo.
Il biondo la strinse forte, ridacchiando appena.
-La mia neko…
Sasuke poté percepire tutto l’amore in quella piccola dimostrazione d’affetto.
Ora la sua mente stava lavorando troppo velocemente e un pensiero si era intrufolato nella sua testa.
Scosse il capo spalancando gli occhi.
Lo sharingan gli stava fondendo i neuroni.
Mika baciò la guancia al ragazzo e quando questi si alzò, la bimba baciò anche la pancia di Naruto, abbracciandola stretta.
A Sasuke quel comportamento fece accrescere quell’immagina mentale che si stava piano piano radicando nella testa.
-Ho conosciuto tanti bimbi. Iruka sensei ha detto che se tu non ci sei, non può reggere l’anno intero.
La bimba fece una smorfia e Naruto ridacchiò.
Sasuke, che se ne era stato in disparte, fece un passo avanti, mostrandosi alle spalle di Naruto e fissò la bambina che lo guardò, per poi abbassare il capo.
Naruto gli scoccò un’occhiata di fuoco.
Il moro non ne capì il motivo.
Un sospirò lungo abbandonò le labbra di Naruto che si voltò di nuovo verso suo marito, indicandogli con lo sguardo la bambina intristita.

-Era il primo giorno di accademia… Mika ti aspettava.

-Fingi, e non dire niente a Naruto.

L’accademia! Cazzo.
Mika si era intristita perché lui non si era presentato al suo primo giorno di accademia. Quella situazione gli ombrò il viso perché riportò alla mente il suo primo giorno di scuola.
Se non fosse stato per Itachi, che convinse suo padre, lui sarebbe stato l’unico a non avere i genitori.
Guardò Naruto. Anche per lui era stata dura e…
Avrebbe finto, perché rovinare la vita al suo alterego non lo avrebbe reso più leggero da tutti i peccati compiuti.
Si avvicinò ancora, si abbassò all’altezza della bambina e portò una mano sulla chioma riccioluta.
Socchiuse appena le palpebre perché era una bella sensazione.
Si sentiva molto più leggero. Senza pensieri.
Possibile che un contatto con un figlio, portasse a questo?!
-Oggi non mi sono sentito… bene.
Farfugliò.
-Perdona questo bast…
-Sasuke!
Lo fermò Naruto tirandogli un pugno in testa.
Mika trattenne una risata quando lo sguardo del suo papà moro divenne sbigottito e si portò una mano sulla parte lesa.
-Che caz… gh!
Un calcio nel polpaccio lo fermò dal completare la frase.
Si alzò di scatto fronteggiando il “compagno”
-Si può sapere perché mi picchi?!
Urlò stringendo i pugni ai lati.
Naruto portò le braccia al petto, conserte.
-Quante volte te lo devo ripetere che non devi dire le parolacce davanti a Mika, umh?!
Avrebbero continuato all’infinito ma la risata di Mika li distrasse e la guardarono.
La bambina corse verso di loro afferrando le mani dei suoi genitori.

Sulla cima di un albero un uomo sorrideva affettuoso guardando quella scena. Un sospiro triste abbandonò le sue labbra e la cappa nera svolazzò con un colpo nel vento.
-Quando capirà, sarà troppo tardi.
-Non c’è un modo per impedirlo?!
La voce della donna gli arrivò alle orecchie come una triste preghiera.
L’uomo si voltò verso di lei e scosse il capo, riportando la sua attenzione ai ragazzi e alla bambina.
-Io posso solo fargli vedere la strada che non ha scelto. Non posso cambiare il futuro. Lo sai anche tu, Mikoto nee-San.
Mikoto guardò con rammaricò il figlio e una lacrima si perse nel tempo, mentre le figure svanivano.


   
 
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