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Autore: skina    19/03/2013    28 recensioni
(( Questa storia fa parte della serie 'Rischio tutto... per noi.' Lea&Harry ))
''Caro papà, oggi è la tua festa.. lo sapevi?
Io no, me l’ha ricordato mamma.. non è stata bravissima?
Visto che mi è impossibile parlarti e scriverti mi affido a lei per dirti qualcosa...''
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Rischio tutto... per noi.'
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Hey papà.. auguri!

19 marzo.
Mai Lea avrebbe pensato di ritrovarsi a festeggiare una festa del papà non solo da figlia, ma anche un certo senso da compagna.
La casa regnava nel più totale silenzio, segno che i suoi ‘coinquilini’ erano già fuori da un po’.
E segno che Darcy stava ancora dormendo.
Dormire, un’azione che in quella camera matrimoniale non si faceva più da un pezzo.
E non era di certo per motivi sessuali, non più.
Nonostante Harry fosse sempre propositivo e tentasse ogni singola notte di unirsi ancora alla sua Lea, l’energia della ragazza andava sempre più diminuendo.
Accese la radiolina accanto alla culla della piccola, e scese in cucina.
Ovviamente le cinque tazze usate erano ancora sporche sul tavolo, e il latte nel cartone era davvero troppo poco nonostante qualcuno lo avesse comunque riposto in frigo.
Ragazzi, e le loro cattive abitudini.
 
Compose il numero del cellulare del padre, pronta ad urlargli gli auguri come era solita fare da anni ormai.
-Pronto?-
-Geoff buona festa del papà!- urlò improvvisamente e facendo ridere di gusto il padre lontano.
-Pensavo te ne fossi dimenticata con tutto il lavoro che hai da fare!- ammise Geoff Payne.
-Hey hey mi stai confondendo con un altro figlio forse! Non mi dimenticherei mai della tua festa!-
Non avrebbero cenato tutti insieme come una volta, non ora che Lea era impegnata con Darcy e Liam con le prove del tour.
-Grazie amore, tuo fratello non mi ha ancora telefonato...-
-Se è per questo non ha nemmeno sparecchiato.. ma pazienza!-
Qualche aggiornamento sulla piccola e misero giù.
 
Lo strillo proveniente dalla radiolina mise fine alla pace e alla tranquillità di casa.
La piccola Darcy si era svegliata, e aveva la capacità del padre di essere rumorosa e impertinente, nonostante avesse solo due mesi.
Lea risalì in camera, e alla sola sua vista la piccola smise di piangere.
-Buongiorno amore...- le sorrise prendendola tra le braccia -Hai smesso di piangere perchè sai che io so cosa vuoi eh?-
Le piaceva parlarle nonostante non si attendesse risposte o comprensione.
La avvolse nella copertina regalatale da nonna Anne e riscese in salone.
Si sedette sul grande divano di pelle, rabbrividendo quando uno dei suoi seni venne posto fuori dalla maglietta per accogliere i bisogni di Darcy.
Le piccole labbra rosee si avvinghiarono prepotentemente al suo capezzolo sinistro, alla ricerca affannata di nutrimento.
Harry rideva sempre come un matto a quella scena, al vedere quella boccuccia ciucciare in fretta, quel piccolo petto respirare affannosamente in quegli attimi prima di godersi il latte.
E poi non nascondeva mai il suo desiderio di voler fare altrettanto.
‘‘Harry smettila! Lei non lo fa con quel piacere viscido che stai pensando tu!’’ lo rimproverava sempre.
‘‘Io?? Non stavo pensando a nulla di viscido!’’ si difendeva sconvolto per l’allusione di Lea.
Ma alla faccia poco credibile in risposta alla fine cedeva.
‘‘Ok di solito quando lo faccio io è per soddisfare i miei bisogni.. e i tuoi’’ lasciandole languidi baci sul collo.
Non era cambiato niente, c’era sempre quella carica sessuale tra Lea ed Harry, e la ragazza ringraziava il cielo che nonostante i suoi cambiamenti fisici, lui la trovasse ancora attraente in quel senso.
-Quanto è bello quando non c’è papà a fare il cretino eh?- parlò alla figlia.
Ma cosa avrebbe detto Darcy al suo papà Harry in occasione della sua festa?
Quando la piccola finì la sua colazione e fece il suo ruttino addormentandosi, Lea la adagiò sul divano accanto a lei, e prese carta e penna.
 
Harry e i ragazzi tornarono come sempre in tarda serata.
Le prove erano lontane da Londra, ma appena finite Harry saltava in macchina e alla velocità della luce accelerava verso casa.
Verso le sue donne.
Nonostante telefonasse svariate volte per controllare che stessero bene, si sentiva sempre un po’ in colpa a lasciare Lea in casa da sola tutto il giorno.
Sapeva che se la cavava benissimo, ma sapeva anche quanto le costava farlo, per una iper attiva come lei.
Girando la chiave della toppa, il silenzio e il buio lo accolsero; dormivano già.
Appese il giubbotto di pelle all’ingresso, diede la buonanotte ai ragazzi e si avviò verso la loro stanza.
Poggiò un bacio sulla fronte di Lea raggomitolata sotto le coperte.
Lo stesso fece con Darcy.
Ogni volta che la guardava era più bella.. possibile?
I capelli sembravano scurirsi, le labbra a cuore erano di sicuro le sue, ma le espressione erano di Lea.
Tenerla tra le braccia lo faceva sentire importante, utile: per questo passava il suo tempo libero con quel fagottino addosso.
Di questo passo sarebbe diventato strageloso, più di quanto lo fosse di Lea, ora che era una relazione di dominio pubblico.
Poi una busta accanto alla culla.
‘Per il mio papà’
Rise riconoscendo la calligrafia di Lea.
Si tolse le scarpe, e aprì la busta, sedendosi per terra con la schiena poggiata alla culla.
Il respiro di Darcy era l’unico sottofondo adatto a quella lettura.
 
Caro papà,
oggi è la tua festa.. lo sapevi?
Io no, me l’ha ricordato mamma.. non è stata bravissima?
Visto che mi è impossibile parlarti e scriverti mi affido a lei per dirti qualcosa.
Forse non ti immaginavi a 19 anni a festeggiare la festa del papà con me, di sicuro non ero nei tuoi progetti... ma spero tu sia comunque felice di avermi, tanto quanto io sono felice di avere te.
Te che sopporti le mie sveglie notturne;
Te che quando piango tenti di alzarti.. ma alla fine lo fa mamma;
Te che mi fai le facce buffe ridendo quando rido io;
Te che guardi le partite con gli zii ma lasci un dito stretto nella mia piccola mano;
Te che ti offendi quando mi calmo solo addosso a mamma;
Te che quando torni a casa mi porti sempre un regalo.. rosa;
Te che ti impegni nel capire come si chiude bene un pannolino;
Te che mostri le mie foto a tutti come fossi un gioiello prezioso;
Te che mi canti le tue canzoni cercando di farmi addormentare;
Te che controlli sul tuo polso se il latte è alla temperatura giusta per me;
Te che, per colpa mia, non stai più con mamma come una volta.
Lei lo sa, sa che spesso le serate tra di voi non vanno come vorresti, come vorrebbe anche lei.. e le dispiace da impazzire;
Ma se non la faccio dormire come può dedicarsi a te?
Se mi tiene 24 ore al giorno addosso, come può prepararti qualche sorpresa?
Ma ti ama.. non te lo dice spesso, ma io essendo sempre con lei lo sento, lo percepisco, lo so.
E so anche che più passerà il tempo e più saremo orgogliose di te, di quello che fai per noi, di quello che sei e sarai.
Auguri Papà.
Ti amo.. Ti amiamo.

 
Gli occhi verdi di Harry ora erano contornati di rosso, di emozione.
Lea aveva avuto quel pensiero per lui, sapendo quanto spesso si sentisse in colpa per non stare con loro.
E Lea con le parole non era mai stata brava, quindi era doppiamente da apprezzare.
Davvero erano così orgogliose di lui?
Davvero capivano quanto facesse tutto per loro?
Quanto vivesse esclusivamente per loro?
Per la loro felicità, per non fare mai mancare nulla, per dare tutto quello che volevano e desideravano.
Tirò su col naso, avvicinandosi alla sua donna addormentata.
Si spogliò dei jeans, della felpa e si accomodò sotto le coperte.
Si avvicinò alla schiena di Lea, stringendola al suo petto, e avvolgendole un braccio intorno.
La sentii muoversi contro di lui, voltandosi e aprendo leggermente gli occhi scuri.
-Hey...- farfugliò accarezzandogli i ricci.
La baciò teneramente, e quando Lea cercò di rendere quel bacio l’inizio di qualcosa di più, Harry si ricordò delle sue parole, di quel ‘‘Lei lo sa, sa che spesso le serate tra di voi non vanno come vorresti, come vorrebbe anche lei.. e le dispiace da impazzire’’
Non pensava di averle mai fatto pressioni, nonostante gli mancassero come l’aria le loro notti di passione, i loro copri uniti, i loro sensi mischiati.
Ma era comprensibile, era comprensibile che avesse giornate stravolte e che fosse inevitabilmente più stanca di lui.
-Dormi Lea dormi...- le sorrise stringendola ancora più a se.
-Tranquillo, non ho bisogno di dormire.. possiamo stare un po’ insieme..- facendogli intendere tutto.
Ma il suo sbadiglio svelava l’opposto.
Voleva essere per lui quello che era sempre stata, voleva che lui fosse soddisfatto di lei come qualche mese prima.
-Domani staremo insieme, sono libero. Ora dormiamo.. dormiamo tutti-
Non ricevette risposta ma due occhi increduli.
-Non guardarmi così Lea... chiudi quegli occhi.. Va bene così, va tutto benissimo così!- le si avvicinò col respiro all’orecchio –Darcy è perfetta, tu sei perfetta così e io con voi sto da dio, da dio amore.. te lo giuro-
Lea sospirò un po’ per non sapere come rispondere, un po’ perchè un macigno di lacrime in gola impediva ogni parola.
-E vi amo anch’io-
Con un braccio di Harry a circondarle il seno, coronarono una notte perfetta ..anche così.


 

*Sorpresa!*
Ve l’aspettavate questo ritorno?
Ci ho pensato stamattina e l’ho scritta di getto =)
So che non è un vero e proprio continuo,
ma mi è sembrata l’occasione giusta
 per tornare un attimo alla vita dei nostri
Harry e Lea.. e Darcy!
 
Se vi va di tornare a recensirmi di loro,
Sappiate che mi farebbe un INFINITO PIACERE,
li porto nel cuore =)

 

  
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