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Autore: AxXx    19/03/2013    1 recensioni
Xemnas è morto e con lui l' organizzazione.
Ma qualcosa si è mosso nelle tenebre.
Il maestro Xehanort aveva due allievi segreti, a cui si è aggiunto un terzo. I loro compito è riportare in vita il loro maestro e porre fina alla guerra del Keyblade portando l' oscurità su tutti i mondi.
Sora e Riku, nominati maestri keyblade da Yen Sid, dovranno intraprendere un nuovo viaggio e con loro altri nuovi custodi per salvare i mondi dai loro avversari e dalla rediviva Organizzazione XIII.
Tra grandi battaglie e pericolosi viaggi il gruppo si dovrà confrontare con nuovi nemici, scoprendo che non tutto è come appare.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Riku, Sora
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Riku era ferito e debole sulla cime della torre e stringeva il corpo inerte di Faraia, ormai ridotta ad un guscio vuoto senza vita, colpita a morte dal keyblade di Kairi.

'Non è possibile... com'è potuto succedere? Dovevo evitare che accadesse e invece...' Pensò rammaricato mentre, con le ultime forze richiamava a se la Via per L'Alba.

"Non succederà più... te lo prometto." Disse il ragazzo sull'orlo delle lacrime, mentre, con ciò che era rimasto delle sue forze, sollevava il corpo della ragazza r si allontanava dal centro della torre, in attesa che qualcuno venisse a prenderli.

"Riku!" Urlò la voce di una ragazza poco lontana da lui.

"Xion..." Rispose, con poco entusiasmo, mentre trasportava il corpi della sua allieva vicino al bordo della torre, stando attento a non farlo cadere.

"Mi dispiace per quello che è successo... mi sono fatta prendere alla sprovvista e non ho saputo reagire... Io..." Iniziò lei senza riuscire a finire la frase.

Le parole le morirono in gola e abbassò lo sguardo iniziando a piangere per la sorte della compagna.

Riku le si avvicinò e la abbracciò forte per confortarla, ma anche per evitare che la tristezza catturasse di nuovo anche lui.

"Non è stata colpa tua... avrei dovuto combattere con maggior forza, ma non ce l'ho fatta... è stata colpa mia." Disse cullandola, per tranquillizzzarla.

Appena lei smise di singhiozzare, si asciugò le lacrime e si avvicinò al bordo della torre.

"S-sembra che a-abbiano vinto... senza Kairi... o c-ciò che era quella c-creatura gli heartless si sono ritirati."Disse con la voce che ancora le tremava.

Riku annuì e aspettò paziente.

Infatti non ci volle molto per vedere un'aereonave raggiungere l'alta cime della bianca torre d Babele con a bordo il re Cecil e suo figlio.

"Ottimo lavoro, non ho idea di cosa sia successo, ma grazie a voi, quelle creature sono state sconfitte." Disse il re rinfoderando la spada e poggiando la mano sulla spalla di Riku.

Poi si voltò verso il corpo di Faraia e le si avvicinò.

Si inginocchiò e pronunciò quella che doveva essere una preghiera detta sottovoce.

"Mi dispiace per la vostra compagna... ha sicuramente combattuto con valore... io... mi dispiace." Disse sinceramente dispiaciuto.

"Non è stata colpa vostra... avrei dovuto aspettarmelo, ma sono stato colto di sorpresa." Disse Riku stringendo i pugni.

"Capisco... anche se mi dispiace per la sorte della tua allieva, voglio darti un consiglio, giovane maestro... non lasciarti abbattere. Mai. Anche se hai fallito, non onorerai la sua memoria rimanendo apatico, rispondi a ciò che ti è scagliato addosso e sii forte." Lo rincuorò il sovrano contono paterno.

"Grazie signore." Rispose il giovane. "Comunque, anche io ho un consiglio per voi: queste creature oscure non sono ancora sconfitte, potrebbero ritornare e vi consiglio di prepararvi al meglio per affrontarle." Aggiunse, determinato.

"Saremo pronti ad ogni evenienza, immagino che dobbiate tornare da dovunque siate venuti." Disse il re annuendo.

 

Il viaggio di ritorno fu rapido e tranquillo: l'aereonave solcava rapida le correnti aeree viaggiando veloce verso Banor, a bordo c'era un attmosfera gioiosa e felice dei soldati che festeggiavano la vittoria sul nemico.

Solo Riku rimaneva in disparte triste e rabbuiato, in lutto per la morte della sua allieva: non riusciva a togliersi dalla testa l'idea di essere indirettamente la causa della morte di Faraia.

'Se solo non mi fossi distratto!' Continuava a pensare di malumore, mentre passeggiava avanti e indietro sul ponte con aria corrucciata.

Ogni tanto si allenava da solo ocon Ceodore per affinare le sue tecniche, in modo da migliorarsi ulteriormente, ma non ne aveva bisogno.

Era, infatti, assolutamente superiore al giovane principe, nonostante l'abilità di quest'ultimo e, senza avversari, il suo allenamento era praticamente inutile.

Se non si allenava, si rinchiudeva nella sua cabina senza parlare con nessuno, nemmeno con Xion che iniziava davero a preoccuparsi per la situazione del ragazzo.

Fu la notte prima dell'arrivo al castello che lei decise di andargli a parlare, non sapevaesattaente cosa dirgli, ma voleva solo tirarlo su di morale, magari con qualche parola di conforto.

La porta di legno scuro era chiusa e non sembravano esserci segni che Riku fosse sveglio.

'Forse sta dormendo, meglio non svegliarlo.' Pensò Xion in un momento di incertezza.

Era tentata di andarsene, ma qualcosa la tratteneva lì, davanti a quella pora.

Alla fine, decisa, bussò.

Passarono due interminabili minuti di attesa, ma, alla fine il ragazzo aprì la porta.

"Xion... che ci fai qui? Non... non dovresti riposare?" Chiese guardandola di sottocchio.

"Sì, certo, ma... Accidenti, Riku, sei ha terra da giorni, devi tirarti su, non puoi continuare a rimuginare su quello che è successo!" Lo incitò lei.

Lui rimase in silenzio davanti alla porta con la testa bassa sconsolato, dopodiché si alontanò e cercò di chiudere la porta.

Xion, però aveva intuito le sue intenzioni e la fermò con la mano.

"Riku! Che fai!?" Chiese sconcertata da quella reazione.

"Non... non voglio parlarne... scusami." Disse tantando di vincere la resistenza di lei.

Ma la ragazza era decisa a farlo rinsavire e spinse con tutta la forza entrando nella stanza del ragazzo.

"Senti Riku, ma cos'hai!? In passato ti sei trovato a dover soffrire, ma adesso... mi dispiace anche a me che Faraia se ne sia andata, ma non puoi crollare proprio ora che ci servi intero!" Urlò un po' troppo forte, tanto che Riku le tappò la bocca con la mano.

"Sei matta... così sveglierai tutta l'aereonave." Disse lui sottovoce all'orecchio premendola al muro.

Xion mugulò piano, mentre la sua mente elaborava il fatto di trovarsi un po' troppo vicino a Riku, tanto che sentì la temperatura della stanza, già piccola e calda di suo,farsi ancora più calda.

Il ragazzo si allontanò da lei e si sedette sul letto ad una piazza che si trovava sotto l'oblò..

"Lo so Xion... mi sono ritrovato più volte in situazioni orribili: Quando Sora è rimasto bloccato al castello dell'Oblio, quando abbiamo combattuto Xemnas, quando sono rimasto intrappolato nel mio stesso corpo..." Disse, mentre Xion gli si sedeva accanto.

"Quando ho perso te..." Disse accarezzandole delicatamente una guancia facendola rabbrividire.

Lei, intanto rimase in silenzio ipnotizzata dalla sua voce e dal suo tocco.

"Ma fino ad allora, tutto... tutto quello che mi è accaduto... potevo ripararlo, potevo liberarmi da Ansem, uscire dal castello dell'Oblio, battere Xemnas... sapevo che... non mi fraintendere, non voglio sembrare insensibile, ma alla fine... sapevo che saresti tornata... invece Faraianon la posso far tornare indietro... ed è colpa mia... se avessi fatto qualcosa di più... se solo avessi combattuto meglio... lei sarebbe ancora viva." Disse a bassa voce abbassando il braccio e alzandosi per raggiungere il centro della stanza.

Per alcuni secondi lui rimase lì, al centro della stanza con le mani con le mani sui fianchi.

Xion, a quel punto, lei si avvicinò al ragazzo e lo raggiunse con incertezza toccandogli la spalla.

"Riku tu..." Iniziò lei con incertezza, mentre lui si voltava per guardarla.

Si avvicinò, mentre lei indietreggiava un po' agitata fino al muro.

"Riku... tu.. non... hai colpa..." Disse, mentre la mano di lui si avvicinava di nuovo al suo viso.

Il ragazzo annullò la distanza che li separava e le diede un dolce bacio sule labbra.

Un bacio in cui Xion sentì tutta la disperazione di Riku e il suo bisogno, ora più che mai, della presenza di qualcuno al suo fianco.

Qualcuno che lo amasse...

che gli volesse bene in quei momenti difficili...

Il bisogno di qualcuno vicino anche fisicamente.

Xion ebbe paura di quel contatto, ma non si tirò indietro e rispose al bacio con tenerezza, stringendolo a se, avvicinandolo anche più di quanto non fosse già.

Con delicatezza Riku la condusse fino alla brandina sedendosie trascinandosela addosso iniziando a baciarle il collo con passione, tirando la zip del mantello nero dell'organizzazione fino a liberarla da ogni impedimento.

Un baciò si abbassò verso il petto di lei facendola gemere di piacere.

"Ti prego... Riku..." Disse lei sentendo il suo corpo percorso da infinite scariche elettriche di piacere.

Il ragazzo continuò a svestirla con calma baciando ogni parte del corpo che riusciva a raggiungere, mentre la nessuno si lasciava cullare dalle sue sensazioni di puro piacere.

"Lasiati andare..." Gli sussurrò piano Riku, mentre copriva i loro corpi con una leggere coperta.

 

 

 

 

 

 

 

Sora e Ventus sentirono l'oscurità permeare la loro stessa essenza, ma non ebbero timore di attraversarla per seguire Vanitas.

'Aspettami, Kairi, ti salverò.' Pensò il bruno, mentre in fondo al corridoio delle tenebre si stagliava una luce bianca.

I due custodi avanzarono senza timore lungo la strada oscura fino a che non arrivarono in una città completamente in mattoni rossi e colonne color sabbia che sorreggievano grandi edifici antichi.

"Tebe!" Urlarono i due contemporaneamente riconoscendo il mondo natale di Ercole.

"Ottimo! Siete meno stupidi di quanto mi aspettassi." Li prese in giro Vanitas che si trovava in piedi al centro della piazza accompagnato da due custodi oscuri incappucciati ed alcuni nesciens.

"Vanitas! Perché siamo qui!?" Domandò Sora evocando la catena regolare e puntandogliela contro.

"Ovvio! Siete qui per fari uccidere da me e dai miei allievi: se sopravvivrete, parteciperete al torneo e combatterete con me, se ariverete in finale e vincere, io vi condurrò dalla principessa... o da ciò che ne è rimasto..." Disse con allusivo sarcasmo.

"Tu... Maledetto bastardo! Cosa le hai fatto!?" Urlò Sora fuori di se dalla rabbia con tutte le intenzioni di usare la sua arma per spaccargli l'elmo.

"Se sopravvirai... lo scoprirai..." Disse sparendo in un portale oscuro.

"Allora vi prenderò tutti a calci!" Urlò il bruno lanciandosi in avanti menando fendenti contro le creature oscure.

I primi a cadere furono alcuni attaccabrighe che tentarono di colpire Sora seguiti da altri nesciens.

I due custodi oscuri attaccarono con i loro keyblade, ma furono intercettati da Ventus che, mulinando il suo keyblade parando i loro colpi.

"Non sapete fare di meglio!?" Chiese allontanandoli con una folata di vento magico.

I due, impressionati cercarono di attaccarlo da due lati, ma il custode era molto più veloce di loro e, rotolando a terra, evitò i loro attacchi e ne colpì una alla spalla.

Quello digrignò i denti per il dolore e si lanciò di nuovo all'attacco, ma senza fatica, il custode della luce, evitò il colpo e lanciò una fiammata bruciando vivo l'avversario.

Il secondo custode oscuro si lanciò in avanti, ma, prima di poter menare il primo fendente, fu trafitto dalla catena regolare di Sora che si era liberato velocemente dei nesciens.

"Diavolo... dobbiamo trovare Vanitas!" Disse Ventus correndo verso le porte che portavano verso lo stadio sull'Olimpo, dove, probabilmente, si trovava il loro avversario.

Stranamente c'era una grande folla di persone e creature mitologiche che andava verso lo stadio, mentre veniva fatto un annuncio che sembrava provenire dal palazzo olimpio in cima alle scale sospese.

"Oggi, le truppe della grecia entreranno in battaglia per contrastare l'oscurità! I nostri eroi combatterano per decidere chi guiderà le nostre forze contro i nemici dei mondi!"

"Incredibile..." Sussurrò Sora osservando la luce aurea della cittadella olimpica.

 

Arrivati in cima, furono accolti, niente meno che da Ercole, il loro compagno eroe, circondato da ammiratori e ammiratrici.

"Sora... Ventus! Incredibile, siete venuti per il torneo!?" Urlò l'eroe, facendosi strada tra la folla che occupava la piazza davanti allo stadio.

Il duo e l'eroe dovettero faticare parecchio per raggiungersi a causa delle persone che ostacolavano Ercole.

L'eroe, inoltre, non usava la sua forza sovraumana per farsi strada per timore di ferirli, ma, una volta uniti, fu un piacere per tutti e tre riincontrarsi.

"Allora, i miei cuccioli d'eroe... o forse, ormai, dovrò definirvi eroi, le ultime volte che siete venuti avete entrambi dimostrato grande abilità." Disse il grande eroe dando a entrambi una poderosa pacca sulla spalla che quasi li spinse a terra.

"Già... immagino che tu sia il favorito." Disse Sora massaggiandosi il braccio dolorante.

"Forse... guidare un'armata è un grande onore e ci sono molti eroi molto agguerriti..." Iniziò il loro amico per poi voltarsi verso Ventus. "Ma tu non sei cresciuto, negli ultimi dodici anni?"

"Ehmmm.... diciamo che ho avuto un problema...." Rispose Ventus grattandosi la testa imbarazzato.

"Che ne dite se ci presenti questi eroi agguerriti di cui parli." Disse Sora indicando la porta dello stadio.

Il trio dovette sfidare di nuovo la grande folla che li separava dallo stadio e dovettero faticare di nuovo per farsi strada verso la porta.

"Sono tutti qui per te?" Chiese Ventus stupito, mentre evitava tre braccia che cercavano di schiaffeggiarlo e due gambe che sembravano messe a posta per farlo inciampare.

"Già... sembra incredibile, ma questi giochi sembra abbiano molto sucesso." Disse l'eroe ansimando per la fatica di non usare i suoi poteri.

Alla fine, non senza qualche difficoltà, riuscirono a varcare le porte dello stadio che furono aperte da Filottete, il maestro di Ercole, detto Fil.

"Ehi! Abbiamo i nostri eroi! Così il torneo sarà più avvinciente." Disse il satiro incrociando le braccia dopo aver chiuso le porte.

"Già, senti, Erc, lo so che hai cose più importanti da fare, ma evo chiederti se hai visto un ragazzo dall'armatura nera e rossa che si è iscritto al torneo un po' di tempo fa?" Chiese Sora senza troppi preamboli.

L'eroe incrociò le braccia e si appoggiò al muro pensieroso.

"Mi sembra di sì... un ragazzo dall'armatura nera si è presentato alle iscrizioni, ma non è qui, adesso." Disse alzando gli occhi dopo qualche minuto.

Sora abbassò la testa frustrato, anche se non si sarebbe certo arreso alla prima difficoltà.

"Allora he ne dici se ci presenti questi 'eroi' che potrebbero batterti?" Chiese Ventus intuendo il prossimo tendersi dell'atmosfera.

L'eroe sembrò riscutersi.

"Oh, certo! Venite ve li presento." Disse allegramente portandoli all'arena, dove c'erano alcuni uomini in armatura che si stavano allenando con i bersagli.

Uno era un uomo biondo alto armato di lancia e scudo, con una corporatura slanciata e muscolosa.

L'altro, invece aveva il volto più tondeggiante e la corporatura più robusta ed era armato solo di spada.

"Bene, questi sono Achille, il lanciere e Perseo, lo spadaccino. Saranno ottimi avversari." Disse Ercole presentandoli,.

Sia Sora che Ventus strinsero la mano ad entrambi.

"Ommagino che anche voi siate eroi." Disse il bruno.

"Be', abbiamo fatto anche noi le nostre fatiche, ma intendiamo fare di tutto per vincere, nei limiti delle regole." Rispose Perseo, mentre l'altro si limitava ad osservarli con sufficienza.

"Comunque, non siete un po' troppo giovani per il torneo?" Chiese di nuovo lo spadaccino.

"Credetemi, siamo molto più forti di quanto possiamo apparire." Rispose Ventus con un sorriso di sfida.

In quel momento sopraggiune Fill, che, a quanto pareva, stava anche sistemando lo stadio.

"Non è ancora il momento di prendersi a calci e comunque alcuni dei partecipanti non mi vanno proprio a genio." Borbottò contrariato per poi andarsene in una stanza adiacente.

Allo sguardo interrogativo di Sora, Ercole rispose scoppiando a ridere.

"Che c'è da ridere?" Chiese Ventus perplesso, evidentemente stupito dalla reazione dell'eroe e dal comportamento di Filottete.

"No... niente, solo che lui non sopporta le ragazze... è un po' maschilista, e in questo torneo si sono iscritte alcune donne... a lui non va giù..." Disse il loro amico trattenendo altre risate.

"Quindi ci sono un sacco di concorrenti..." Rifletté Sora incrociando le braccia.

"Sì, ma comunque, il torneo serve solo a rendere più memorabile la partenza dei nostri uomini, a guidarli sarà quello scetlto da Zeus." Rispose Ercole.

Gli altri partecipanti erano in una stanza adiacente.

C'era un giovane carico di armi con una bandana nera e gialla in testa e indosso un armatura leggera.

Al centro della stanza c'era Auron che duellava con un uomo alto, dai capelli viola e un armatura dello stesso colore che impugnava una spada simile ad un ala molto lunga e che dava l'idea di essere molto pesante.

Accanto a loro a qualche metro di distanza, c'era una giovane donna armata di spada lunga con un'armatura argentea coperta da un mantello rosa ed un occhio bendato.

All'angolo opposto rispetto al trio c'erano un uomo ed una donna che parlavano con aria complice: lui era vestito in maniera molto simile agli abiti dell'seicento, mentre lei era protetta da une corazza di metallo incredibilmente leggera.

Appoggiati al muro poco distante, c'erano un uomo dai capelli biondi con un soprabito rosso, una strana creatura che ricordava vagamente una lucertole con i capelli rasta e una donna dai capelli bianchi, l'abito rosso chiaro e il muso da topo.

Infine, vicino a loro c'era un giovane dall'armatura di cuoio blu gli spallacci di metallo ed i capelli neri.

"Accidenti! Quanta gente!" Disse Sora, stupito, anche se non vedeva Vanitas.

"Già, quello con la bandana si chiama Firion, è un ottimo combattente con arco e spada, quello che combatte con Auron si chiama Caius ed è molto forte, la coppia lì nell'angolo sono Balthier e Fran, combattono in coppia, come i due al muro: l'uomo lucertola e la donna-topo, cioé Amarant Coral, la lucertola e Freja Crescent, la sua compagna, infine c'è Genesis, il tipo con l'abito rosso accanto a loro che combatte da solo... ah... ovviamente c' anche Zack." Disse Ercole indicando ad uno ad uno i combattenti.,

Il trio rimase ad osservare i combattenti allenarsi, finche a loro non si avvicinò lo stesso Zack.

"Ehi! Erc! Questa volta al torneo ci sarò anche io! " Disse allegro per poi voltarsi ad osservare i due compagni dell'eroe.

"Zack! Accidenti, quanto tempo che non ti vedo!" Disse Ventus riconoscendolo nonostante fossero passati quattordici anni.

"Ventus!? Accidenti! Non sei cresciuto tu negli ultimi anni!?" Esclamò Zack stupito e divertito.

"Lasciamo stare..." Disse Ventus di nuovo in imbarazzo.

Il gruppo stava ancora parlando quando Fil entrò nella stanza degli allenamenti e fece un annuncio.

"Il primo incontro sta per iniziare! Scontro tra Achille e Firion! Tra dieci minuti sul campo! Vinca il migliore!" Urlò con tono solenne.

Ercole aspettò che si allontanasse e condusse i suoi amici lungo una scala a chiocciola.

"Venite... andiamo nella tribuna degli eroi! A proposito, avete già deciso se venire in coppia o in singolo?" Chiese l'eroe mentre salivano accompagnati dagli altri eroi.

I due si guardarono e, forse per il fatto che avevano condiviso il cuore, ma pensarono esattamente la stessa cosa: se avessero combattuto insieme avrebbero avuto più forza, ma se fossero stati battuti non avrebbero avuto possibilità di ripetere, invece, in due avrebbero potuto battersi di nuovo.

"Separati, preferiamo fare uno ad uno." Disse Sora coincidendo con i pensieri di Ventus.

"Molto bene." Rispose Ercole compiaciuto. "Lo dirò a Fil."

 

La tribuna degli eroi si trovava proprio sopra l'ingrasso dell'arena e sovrastava tutte le tribune sottostanti laterali.

Al contrario delle altre, formate da gradoni che permettevano di far sedere molte centinaia di persone, sulla loro tribuna c'erano delle poltrone con cuscini comodi.

Sul campo si stavano avvicinando Firion, armato con tutto il possibile e Ercole con la sua armatura greca leggera e la lancia.

"Agli eroi e alla gente qui presente! Oggi onoriamo i coraggiosi soldati che contrasteranno l'oscurità." Annunciò Fil che era al centro del campo. "Che Zeus vegli sul vostro scontro. Combattete!"

Appena si fu allontanato i due combattenti iniziarono a girare intorno ed osservarsi come due lupi in procinto di attaccare.

Osservavano ogni mossa ed ogni muscolo, cercando di intuire una mossa anticipatoria dell'avversario per usarla contro di lui.

Entrambi sapevano che attaccare subito con furia ceca era inutile: entrambi avrebbero potuto respingerli facilmente utilizzando la forza dell'avversario a proprio vantaggio.

La tensione dell'arena era palabile ed il pubblico, che fino a poco prima si sgolava per incoraggiare entrambi, ora era silenzioso ed inattesi.

Passarono i secondi...

Poi i minuti...

infine i due si lanciarono l'uno contro l'altro.

Achille gettò la lancia contro l'avversario che la evitò sguainando la spada e lanciandosi contro il nemico con un paio di fendenti.

L'eroe greco si abbassò evitando la lama affilata e impugnò la sua cercando di colpire le gambe del giovane che saltò sottraendosi al morso dell'arma.

I due continuarono a duellare al centro dell'arena senza che né l'uno né l'altro riuscisse ad avere la meglio.

Le lame si scontravano a mezz'aria sprigionando scintille ad ogni impatto, disegnato eleganti arabeschi in aria.

Achille tentò un affondo, ma Firion non si lasiò sfiorare e si allontanò con un salto evocando una saetta di ghiaccio che l'avversario parò con lo scudo.

"Non male!" Urlò Ercole, mentre il pubblico non sprecava voce per acclamare i due combattenti che non si risparmiavano mosse pericolosissime per sopraffarsi.

Salti... capriole... parate... attacchi...

Tutte le mosse erano ammesse e nessuno dei due sembrava volersi risparimiare.

 

Alla fine, Achille ebbe la meglio: con un agile balzo felino, dopo aver lanciato lo scudo per distrarre Firion, si portò vicinissimo all'avversario che, preso alla sprovvista lanciò un impreciso fendente che l'eroe greco evitò.

Dopodiché, quest'ultmo, con una potente spallata, spinse il nemico a terra e lo immobilizzò a terra con il piede puntandogli la spada alla gola.

"Lo scontro è vinto da Achille! Signore dei Mirmidoni! Onore al vinto che ha combattuto con valore!" Annunciò Filottete con entusiasmo, mentre i due si allontanavano.

"Se tutti gli scontri sobo così, allora, questo torneo si rivelerà interessante." Disse Ercole molto interessata.

"Già... Achille è molto abile e fa affidamento sulla velocità per battere l'avversario, ma non è astutisimo, forse c'è qualche possibilità di batterlo." Sussurrò Zack che aveva osservato lo scontro con metodico interesse per studiare lo stile di combattimento dei due contendenti.

Intanto Fil si era portato di nuovo al centro dell'arena.

"Il prossimo scontro! Perseo, signore e difensore di Argo! E Vanitas il combattente misterioso!" Annunciò con forza attirando l'attenzione di Ventus e Sora.

"Vanitas..." Sussurrò rabbioso il bruno con rabbia, frenando l'impulso di attaccarlo saltando dalla terrazza, mentra la figura oscura del suo avversario si stagliava sull'aurea sabbia del'arena.

 

 

 

 

 

Merrik era seduto su una panca davanti alla porta dell'imperatore.

Dopo la morte di sua sorella e del suo amico, l'imperatore l'aveva lasciato a riposare sotto l'occhio vigile di Mulan e dei suoi compagni.

Era solo...

aveva perso tutto ciò per cui combatteva...

avevano fallito tutti e tre.

E... anche se sua sorella vegliava ancora su di lui dal suo cuore...

Non sarebbe riuscito ad affrontare il maestro Riku così apertamente...

L'oscurità aveva colpito duramente e lui si era fatto trovare impreparato.

Continuava a chiedersi cosa sarebbe successo se fosse arrivato prima...

forse sarebbe riuscito a far ragionare sua sorella e a salvare Masuru.

Ma si rendeva anche conto che fare quelle congetture non sarebbe servito a riportarli in vita.

'Riuscirò a farla pagare ai responsabili... ci riuscirò!' Si disse con decisione mentre le porte si aprivano.

"L'imperatore desidera parlare con il generale Mulan ed il giovane che ha combattuto d'innanzi al palazzo imperiale." Annunciò un uomo con un lungo abito giallo oro, probabilmente un minitro dell'imperatore.

Merrik e la giovane donna entrarono nella sala dell'imperatore.

Colonne imponenti li sovrastavano, mentre arazzi semplici ma eleganti decoravano l'ampia stanza completamente poglia eccetto il trono dell'imperatore stesso.

Un uomo anziano che, però emanava una forze ed una saggezza senza pari, degne di un sovrano.

"Benvenuto, giovane guerriero." Disse posando i suoi occhi su Merrik che sostenne lo sguardo.

"È un onore per me essere al vostro cospetto." Disse rispettoso il giovane.

"Avete combattuto bene... mi... mi dispiace per ciò che è successo ai tuoi compagni, giovane guerriero... le loro anime riposeranno in pace." Aggiunse il sovrano abbassando gli occhi per primo. "Essi mi hanno protetto e, anche se so di non poterli riportare in vita... gliene sarò immensamente grato."

"Allora immagino che la regina le abbia esposto i nostri problemi... onorerà il patto stretto con lei?" Chiese il ragazzo senza esitazioni.

Sapeva che i Rediant Garden aveva bisogno di tutti i soldati possibili.

"Ora più che mai intendo onorare quel patto... i miei uomini sono già in marcia e la regina ci aveva consegnato un manufatto per viaggare velocemente tra i mondi... immagino che tu, adesso voglia tornare al tuo mondo. Voglio comunque rassicurarti su una cosa: le mie guardie hanno ritrovato la regina... è ancora viva, ma ha bisogno di cure... presto tornerà a camminare, ma la sto facendo assistere dai miei guaritori." Disse l'imperatore tristemente.

Merrik fu sollevato che almeno uno di loro fosse ancora vivo, anche se ciò non poteva lenire il dolore per la morte dei suoi compagni, tuttavia lui non aveva intenzione di rimanere.

"Grazie, signore. Comunque... desidero ritornare al mio campo nella foresta... lì vorrei rimanere da solo." Disse Merrik con voce piatta.

Il sovrano lo squadrò con aria critica e poi annuì.

"Immagino che tu voglia stare da solo... probabile che non avrò più l'occasione di parlare con te, quindi sappi che sono grato anche a te... ricorda che coloro a cui hai voluto bene non ti abbandoneranno mai." Disse L'imperatore.

Dopo la loro udienza Merrik uscì dal palazzo ed attraversò la città fino a raggiungere la loro navetta.

Avrebbe voluto fare un sacco di cose prima che sucedesse tutto quello: sapevano tutti che ci sarebbero state delle vittime, ma credevano anche che, fidandosi l'uno dell'altro, rimanendo insieme, evitando di stare lontani, sarebbero riusciti a sopravvivere.

Invece lui era il solo sopravvissuto e non era riuscito a difendere nessuno.

"Mi dispiace, sorellina... non sono riuscito a difenderti... mi dispiace Masuru avevamo promesso di tornare, ma alla fine voi non arriverete... vi vendicherò." Disse trattenendo le lacrime che minacciavano di uscirgli dagli occhi.

Non aveva idea di come avrebbe fatto o cosa volesse davvero fare, ma avrebbe trovato i responsabili della morte di sua sorella.

Avrebbe fatto giustizia, a modo suo se necessario e avrebbe messo fine all'oscurità.

Dopo alcune ore passate a riflettere e meditare rese la sua decisione: sarebbe andato alla ricerca del suo maestro, dopodiché si sarebbe unito alla lotta contro l'oscurità e avrebbe fatto in modo che non ci fossero altri morti.

Salì a bordo e accese i motori partendo verso le stelle remote in fuga dai suoi incubi e a caccia dei suoi nemici.

'Addio sorella... addio Masuru... ci rivedremo.' Pensò accendendo i motori al massimo.

Lui ce l'avrebbe fatta anche per loro.

 

 

 

 

 

 

 

Neos e Maya furono accolti sulla costa, mentre la principessa Ariel ed il principe Erik al loro palazzo sulla riva del mare per mettere a proprio agio la futura regina che sentiva ancora forte il richiamo del mare.

"Chi era quella creatura?" Chiese Re Tritone che si era seduto su uno scoglio vicino, impugnando il suo fido tridente.

"Era Malefica... è una pericolosa strega alleata con Xehanort... è pericoloso affrontarla, usa poteri oscuri incredibilmente sviluppati...." Rispose Neos incrociando le braccia pensieroso.

Ariel sembrava inquieta e stava stringendo con apprensione sua figlia, mentre il marito le cingeva le spalle per confortarla.

"Cosa volevano?" Chiese preocccupata.

"Non sono sicuro... ma penso che avrebbe tradito quella strega dei mari per impossessarsi del tridente... in questo modo avrebbe conquistato il vostro mondo." Rispose il govane.

"Quindi che facciamo?" Chiese il principe, inquieto.

"Dobbiamo concetrarci su Malefica: voi dovreste andare a cercare Morgana, in moo che non possa più collaborare con Malefica." Rispose Maya massaggiandosi il braccio, mentre cercava di allentare la tensione di poche ore prima.

Mentre Erik si consultava con Re Tritone e i rispettivi consiglieri, i due giovani si allontanarono per parlarsi.

"Cosa ti preoccupa?" Chiese il ragazzo che stava notando la preoccupazione sul volto di lei.

"Sì... sì non ti preoccupare, sto bene." Disse lei scuotendo la testa.

"Invece mi preoccupo." Rispose lui mettendole delicatamente una mano sulla guancia. "Io ci tengo a te, lo sai... non voglio che ti capiti niente..."

Lei sorrise, commossa da tanta premura, ma doveva farsi valere pure lei come persona.

"So che ci tieni a me... ma non devi preoccuparti... io so cavarmela." Rispose, mettendo una mano su quella calda di lui.

"Sì, scusami... solo che... niente..." Disse il ragazzo abbassando la mano, avvicinandosi e baciandola sulla guancia. "Stai comuqnue attenta."

Lei si sentì arrossire e cercò di non dare a vedere la beatitudine che quel semplice gesto le aveva donato.

 

Dopo essersi consultati tutti insieme si decise sul da farsi: Maya e Neos si sarebbero occupati di inseguire Malefica, mentre tutti gli altri si sarebbero occupati di difendere il tridente, fino alla sconfitta di Morgana e Malefica.

Per i due ragazzi non ci fu bisogno di aspettare molto: si buttarono subito in acqua e le loro gambe divennero pinne e si lanciarono alla ricerca della loro nemica.

Erano rapidi e veloci agili nel sfruttare le correnti.

La ricerca durò ore e esplorarono ogni angolo intorno ad Atlantica, essendo sicuri che lei non si sarebbe allontanata molto dalla cottà sommersa.

Alla fine la trovarono...

Era davanti alle porte stesse di Atlantica e le osservava, mentre era circondata dalle guardie.

Intorno a lei c'era una barriera verde che le permetteva di respirare sott'acqua.

"Malefica!" Urlò Neos avvicinandosi a lei evocando il keyblade.

"Bene, bene... il traditore si presenta ai miei occhi... se sei qui per sottometterti, il nostro maestro potrebbe essere indulgente." Disse la strega con un sorriso divertito, mentre il giovane si metteva in guardia pronto a rispondere ad ogni possibile attacco.

"Sai bene che non mi arrenderò, tanto meno a te!" Rispose con veemenza il custode, mentre Maya lo affiancava.

"Avanti, fatti sotto!" Urlò la ragazza, cercando di spingerla a fare la prima mossa.

"Ma io non intendo combattere ora... anzi... il maestro Xehanort vi invita a venire nel suo castello perspiegare il tuo comportamento e consegnarti." Rispose la strega senza battere ciglio.

"Non lo farò mai! Perché sei qui!?" Chiese Neos sul punto di perdere le staffe.

"All'inizio volevo conquistare questo mondo tradendo Morgana, ma non ho intenzione di sporcarmi le mani con voi... vi aspetterò, dopotutto non siete degni di essere schiacciati, nemmeno dagli heartless." Disse lei sparendo con una risata in un portale oscuro.

"Dannazione!" Urlò Neos nervoso a causa della fuga.

"E adesso cosa facciamo?" Chiese Maya in ansia.

"È ovvio... dobbiamo avvertire il re..." Disse il ragazzo avviandosi verso il luogo dove avevano lasciato la Gummiship.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rediant Garden, intanto, si stava preparando alla prossima parte della guerra.

Le forze degli heartless si stavano ammassando nel crepaccio della fortezza oscura a migliaia, coadiuvati da centinaia di nessuno, nesciens e necron.

Anche le forze della luce si stavano rafforzando, però.

I primi aiuti dagli altri mondi erano arrivati e si stavano posizionando lungo tutto il perimetro della città.

Anche i giovani custodi si stavano preparando al meglio: sotto la supervisione di Aqua, Eraqus, Terra e Re Topolino s erano quasi tutti preparati a contrastare i custodi oscuri ed erano pronti a restituire il favore all'organizzazione XIII.

Intanto i Turks di Reno erano riusciti ad evitare altri sabotaggi ed Ansem, insieme a Leon e Cloud, era riuscito a organizzare al meglio le difese.

Anche Noel si stava impegnando al massimo: come comandante degli esploratori ed incursori, aveva fatto del suo meglio per anticipare e abbattere gli incursori oscuri.

 

"Te la ricordi... l'ultima volta che siamo stati qui?" Chiese Aqua a Terra, mentre passeggiavano lungo un viale quasi deserto, se non per qualche guardia e persona che camminavano distrattamente.

"Preferirei non farlo... me lo ricordo, sai... mi sono arrabbiato moltissimo perché m avevi consigliato di tornare da Eraqus ed io non volevo." Rispose il ragazzo imbarazzato.

"Però... alla fine hai combattuto anche tu contro Xehanort... ci hai aiutati ed hai avuto il coraggio di combattere da solo un nemico molto più potente di te." Lo incoraggiò lei prendendo le mani di lui con le sue, costringendolo a fermarsi. "Sei stato molto coraggioso."

Terra era imbarazzato e confuso, tanto che non sapeva proprio cosa dire.

Aveva passato gli ultimi quindici anni imprigionato in un corpo di che non poteva controllare e tutt'ad un tratto si ritrovavano lì, insieme, uniti contro un comune nemico, consapevoli che, probabilmente, non sarebbero riuscito a sopravvivere, ma felici di essersi ritrovati.

"Non so... non so che dire... Aqua, tu ed io ne abbiamo passate tante insieme, ma questo... sapevamo di dover combattere l'oscurità, ma questa guerra è davvero oltre le nostre capacità." Sussurrò il ragazzo abbassando la voce.

Lei lo guardò, sconcertata e delusa: non era da lui arrendersi così, davanti alle avversità.

"Andiamo... forse, dovremo stare da soli..." fu l'unica cosa che disse la ragazza conducendolo in un posto che conoscevano bene.

Era il luogo dove avevano affrontato un pericolosissimo Nesciens formato da tre nesciens più piccoli, erano loro due, insieme a Ventus.

Il posto era deserto e sembrava fosse stato anche abbandonato da un bel po'.

Il giorno volgeva ormai al termine e le prime stelle facevano capolino tra gli ultimi raggi solari, come piccole lucciole in una notte d'estate.

Da alcuni giorni si erano resi conto della sparizione di diversi astri, segno inequivocabile dell'avanzata di Xehanort e dei suoi malvgi alleati.

Ma quella notte né Aqua né Terra sembravano volersene preoccupare.

"Credi che ce la faremo?... a risollevarci, intendo..." Chiese Terra sedendosi sulla fredda pietra di quella piazzola.

"Non so, Terra... non lo so, davvero." Rispose Aqua sedendosi accanto a lui.

Rimasero così, quasi sdraiati, con le braccia che sostenevano il busto ad osservare il cielo sempre più scuro etenebroso, ma ancora illuminato da infinite stelle inattaccabili.

"So solo che, se non avremo fede nella Luce... non ce la faremo... così come dobbiamo avere fiducia in chi ci sta accanto." Aggiunse lei dopo qualche minuto.

L'azione che seguì la colse di sorpresa.

Terra la osservò per alcuni secondi con lo sguardo indecifrabile, poi, con un movimento impercettibile iniziò ad avvicinare il viso al suo.

Appena la ragazza se ne accorse fu presa dal timore e per un attimò provò l'impuso di ritrarsi, ma, alla fine, non si mosse.

Appena le loro labbra furono a contatto, lei accolse con dolcezza quelle di lui che si muovevano con delicatezza, come se temesse di spaventarla o di farle male.

Aqua si sporse verso di lui, fino a ritrovarsi quasi sopra il ragazzo, mentre il loro dolce ed appassionato bacio continuava, intenso e caldo.

La mente di entrambi si sciolse, mentre i loro cuori battevano all'impazzata, come cavalli al galoppo e, se non fosse stato per la necessità di respirare, non si sarebbero mai separati.

Lei pose la testa sul petto di Terra, mentre lui la abbracciava teneramente.

"Io ho fiducia in te Terra... ce l'avrò sempre." Disse la ragazza mentre ascoltava il cuore dei Terra tornare ad un battito regolare.

"Non ti lascerò più sola... e non tradirò più la tua fiducia, Aqua." Rispose il ragazzo stringendola a se, come se dovesse morire solo per il fatto di lasciarla andare.

 

 

Intanto, poco lontano, Re Topolino osservava i due custodi con un misto di tenerezza e compassione.

"Re Topolino... non pensavo di trovarla qui..." Disse una voce che si rivelò essere il maestro Eraqus.

"Ssssh" Sussurrò il Re, indicando la piazzetta vicina, facendo cenno al Maestro anziano di allontanarsi.

Eraqus sgranò gli Occhi per una frazione di secondo, dopodiché girò l'angolo insieme al sovrano, lasciando soli i due.

"Li stava seguendo, per caso?" Chiese lanciando un'occhiata di rimprovero al Re.

"Ehm... seguire è una parola grossa... diciamo che mi sono... imbattuto in loro, ecco." Rispose Topolino arrossendo fino alla punta arrotondata delle orecchie.

"Immagino che così vadano le cose... ti fanno sentire vecchio... loro, pieni di passione edenergie e noi costretti a lasciargli il posto... con la sola saggezza da donare." Disse Eraqus con un sorriso triste.

"Ehi! Io non sono vecchio!" Rispose il Re irritato.

"Forse... ma questa guerra sarà un violento cambiamento anche se la vinciamo... noi... sempre che sopravviviamo... saremo gli scarti... e dovremo passare il keyblade del comando a chi è più giovane." Sussurrò mestamente il Maestro, mentre continuavano a camminare.

"Quindi?" Chiese il Re una volti giunti sulle mura da dove si poteva osservare la schiera oscura agli ordini di Xehanort. "Noi non ci saremo più?"

"In un modo o nell'altro... anche da vivi saremo messi da parte..." Rispose Eraqus con un sospiro. "Sappiate che è stato un onore combattere al vostro fianco... comunque vada."

"L'onore è stato mio." Rispose Re Topolino, con lo sguardo perso nel vuoto oltre l'armata oscura, dove si stagliava l'ombra di Xehanort.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autore.

Finalmente! Allelulia! Evviva! Ce l'ho fatta a scrivere questo capitolo.

Bene, chissà se vi dovevo dire prima di prendere l'insulina, comuqnue, ho voluto un po' cambiare soggietto, dopo i bagni (e le docce) di sangue precedenti, quidni non mi uccidete e recensite!

AxXx

PS: quando Eraqus dice "il keyblaade del comando" è una rivisitazione della frase fatta di "lo scettro del comando." ;) 

  
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