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Autore: Maotelus    19/03/2013    3 recensioni
Riku é un normale ragazzo che conduce una vita tranquilla, un giorno però incontra Roxas, un ragazzo misterioso e bello come un angelo. Ogni volta che i due si incontrano però, il biondo scompare misteriosamente senza lasciare tracce di se.
[ RikuRoku ]
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Riku, Roxas
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Triste verità

 

 

 

Tutto sembrava così reale...

ma adesso...tutto ciò in cui credevo sta via via cadendo in pezzi...

si sgretola...

diventando polvere...

polvere trasportata dal vento che non lascia alcuna traccia...

Come lui...

 

 

“Cosa sta succedendo...?” Riku pensava e ripensava a tutte le cose assurde che gli erano successe da quando aveva incontrato Roxas, quel bellissimo ragazzo che con la grazia di un angelo gli aveva rubato il cuore facendolo innamorare ogni giorno di più. Ma non riusciva a trovare una probabile connessione agli strani eventi...e alla sua vita. Era stata stravolta da quando lo aveva conosciuto ed aveva iniziato a frequentarlo, voleva conoscerlo, sapere tutto di lui, proteggerlo...Ma il biondo continuava a svanire, poco per volta anche dalla sua mente per quanto era confuso.

“Non può essere...un fantasma...no...io l'ho toccato...ne sono più che certo!” nervosamente si mise a sedere sul letto portandosi la testa fra le mani e stringendo la presa sui suoi capelli. Doveva rivederlo e capire come faceva a sparire, ormai si era convinto che doveva trovare uno straccio di soluzione logica a tutto quello che stava accadendo, così prese il cellulare.

 

Ehi Roxas, possiamo vederci?”

 

Il biondo non tardò a rispondere. “Ma certo Riku! Ci vediamo direttamente al solito bar alla stessa ora delle altre volte, ti aspetto!”

 

Direttamente li? Strano, di solito ci andavano insieme, ma decise di assecondarlo per quella volta, attendendo in ansia il mattino seguente. L'argenteo non aveva chiuso occhio in preda al nervosismo e a tutte quelle domande che gli ronzavano in testa come api. Voleva delle risposte concrete, doveva accertarsi di non farsi venire quel dannato mal di testa, finendo poi con il prendere due aspirine prima di uscire. Era una bella giornata, il sole alto nel cielo e caldo, anche se le previsioni per il pomeriggio avevano annunciato pioggia, non ci badò per il momento. Si affrettò nel raggiungere il bar e Roxas era li.

“Eccoti qui!” sorrise allegramente il biondo. Riku si sedette accanto a lui prendendolo per le spalle facendolo sobbalzare leggermente. “E-ehi Riku...tutto bene...?”

“Si...cioé no...ecco...Roxas devo dirti una cosa...”

“Dimmi...” lo ascoltava accarezzandogli il viso vedendolo nervoso, sperava di tranquillizzarlo.

“Ricordi ieri quando mi faceva male la testa? Beh...sono svenuto e quando mi sono svegliato tu non eri più accanto a me e nessuno ti aveva visto...”

Roxas continuò ad ascoltarlo senza replicare oltre, e più Riku gli chiedeva risposte, più lui diventava taciturno.

“Allora? Potresti spiegarmi che succede?”

“....”

“Roxas ti prego...”

Aveva definitivamente smesso di parlare, ad interrompere quel silenzio ci pensò lo scrosciare delicato della pioggia che picchettava sul tetto in plastica del piccolo gazebo del bar. Solo silenzi...mentre Riku agognava risposte, più confuso che mai.

“Ti prego parlami...che cosa sta succedendo?”

Il biondo si alzò dal suo posto lasciandolo andare e scappando via sotto la pioggia, con grande stupore e dispiacere di Riku.

“Aspetta!!”

Lo rincorse, fino a quando non lo perse di vista tra tutta quella gente che affollava la strada. Non capiva quel suo severo silenzio...la sua fuga...era come se gli stesse nascondendo qualcosa che non voleva rivelargli a tutti i costi.

“Eh no...stavolta non finisce così!” sbiancò non appena se lo vide passare accanto, nella direzione opposta alla sua, forse stava tornando al bar, effettivamente lì aveva dimenticato lo zaino. Senza pensarci due volte gli andò dietro, chiamando il suo nome, implorandolo di fermarsi, ma lui stava zitto, sempre zitto, e correva via, scomparendo come un fantasma silvestre tra la folla. Quello non poteva essere tutto un sogno, lui era sveglio ed era convinto che tutto quello fosse reale, ed avrebbe lottato per provare di avere ragione, così continuò a correre per la sua strada in direzione del bar, anche se aveva perso di vista il suo angelo biondo. Fortunatamente avvicinandosi al bar lo vide entrare.

“Roxas!!”

Correva a perdifiato in quella strada tra la gente. Voleva solo rivederlo...doveva accertarsi che lui fosse ancora li! Tornò nel bar dove lo aveva visto entrare qualche secondo prima...e non lo trovò. Stavolta non era svenuto ma Roxas era svanito ancora una volta.

“E' impossibile...” Riku si lasciò cadere ginocchioni a terra sul marciapiede della strada.

“PERCHE' ?!”

Urlò al cielo alzando la testa, non ci stava capendo più niente. E mentre la pioggia aveva iniziato a bagnarlo, mischiandosi con le sue lacrime, l'albino iniziò a rassegnarsi.

 

“Forse sono pazzo...e se...lui non esistesse...?”

 

Chiuse gli occhi, lo spazio attorno a lui inziò a deformarsi poco alla volta, e sentiva una voce chiamare il suo nome.

 

“...ku?....Ri....”

 

La voce continuava a chiamarlo insistentemente.

 

“Riku...? Riku!”

 

La voce che sentiva era la voce di un uomo. Il ragazzo aprì gli occhi guardando un tetto grigiastro che non era quello della sua stanza. Era disteso su un lettino e vicino a lui c'era un uomo moro, con un accenno di barba, indossava un camice bianco e teneva una cartella in mano.

 

“Oh Riku...lo hai fatto di nuovo...” disse poi sistemandosi i capelli con una mano.

 

“Dove mi trovo...? Roxas!!” scattò a sedere sul lettino guardandosi attorno. Nel sentirgli pronunciare quel nome l'uomo sospirò sconfitto, portandosi una mano sul viso abbastanza stanco.

 

 

“Dov'è Roxas?! Dove mi trovo?!”

“Riku calmati...sei in ospedale...come sempre...”

“Che significa come sempre?! Io ero fuori!”

“No Riku...tu sei ricoverato qui da mesi ormai...”

“Che...cosa sta...dicendo...? Aah...” gemette di dolore “...la testa...mi scoppia....Roxas...”

 

L'uomo sospirò tristemente.

 

“Il tuo è un caso difficile...”

“Mi spiega...per favore cosa sta succedendo...? Perché sono ricoverato in ospedale? E Roxas...?”

“Riku...Roxas è morto...”

 

Il giovane spalancò gli occhi scioccato.

 

“C-che ha detto...? M-ma è impossibile!! Io l'ho visto! Uscivo con lui! Io...”

“Riku...ascoltami per favore...Roxas era il tuo ragazzo...è morto a seguito di un incidente, e tu sei ricoverato qui perché non hai mai accettato la sua morte, e la tua mente si è bloccata al periodo in cui voi uscivate insieme per lo shock, soffri di vuoti di memoria molto confusi ed io sono qui per aiutarti...”

“Roxas...é....morto...? Non credo...ad una singola parola di quello che dice!! Io sto benissimo!! E Roxas è vivo!!”

 

Il medico sospirò stanco.

 

“Perché devi farmelo fare ogni volta?”

 

Dall'ospedale c'erano si e no 20 minuti di strada per raggiungere il cimitero dove si trovava il ragazzo. Solo quando il medico lo portò davanti la tomba del biondo, forse Riku iniziava a ricordare. Lesse quel nome...quella data un infinità di volte, e nella sua mente iniziarono a raffiorare dei ricordi che non pensava di avere, anche riguardo all'incidente del biondo.

 

“Roxas Hikari...20 Gennaio 1994...29 Febbraio 2013...”

 

Si lasciò cadere per terra davanti la sua tomba in preda ad un pianto disperato, adesso ricordava tutto. Un dolore lancinante gli trafisse il cuore, come se una lancia acuminata lo avesse appena trapassato risucchiandogli via ogni energia, il suo viso si spense, le lacrime iniziarono a scendere veloci percorrendo il viso dell'albino dai suoi occhi smeraldini al mento, per poi infrangersi su quella fredda pietra che era diventata custode del corpo del ragazzo che aveva amato con tutto se stesso. Ogni volta che vedeva quella scena straziante, il medico gli poggiava una mano sulla spalla per confortarlo, aveva perso il conto di quante volte lo aveva visto piangere così disperatamente, ed era ancora più terribile doverlo portare ogni volta li per cercare di fargli riprendere il controllo della sua mente, per cercare di aiutarlo ad andare avanti e a superare il trauma che lo aveva segnato a vita. Riku era ricoverato in quell'ospedale forse da troppo tempo. Dopo un po' il ragazzo sembrò calmarsi, asciugandosi le lacrime con la manica della giacca che gli aveva dato il suo medico.

 

“Allora...è tutto vero...”

“Si Riku...e prima lo accetterai, prima potrai tornare alla tua vita...su...torniamo in ospedale...”

 

Si ripeteva ogni volta, Riku aveva un vuoto di memoria, e il suo medico era costretto a portarlo alla tomba del suo ragazzo per cercare di fare qualche passo avanti. Quel giorno però, fece qualcosa che mai aveva fatto altre volte: tornò indietro, alla lapide del suo amato inginocchiandosi.

 

I miss you...

baby close your eyes...

let's meet in...

in our dreams tonight...”

 

 

La mia unica consolazione...è che eri reale...adesso riposa in pace angelo mio...

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice

 

Iniziamo con i ringraziamenti:

Grazie a chi ha letto questa storia, se l'avete inserita tra le vostre preferite o no e mi scuso profondamente se scrivo così poco >__< beh la mia unica pecca è che per scrivere questa storia ci ho iniziato con una bozza del finale ^^'' strano eh? I miei tipici attacchi di ispirazione improvvisi. Non riesco a scrivere molto, ma spero comunque che la storia vi sia piaciuta comunque e cercherò di scrivere di più in futuro o3o beh con questo vi lascio.

A presto!

 

Peaceful Milotic

  
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