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Autore: DomiIzzy    19/03/2013    4 recensioni
“ Passo davanti alla foto di quel gatto. Il gatto che tanto ho odiato e che poi mi sono ritrovata a dover amare, solo per il ricordo della piccola Primrose.
[...]
- Allora mamma, mi racconti la sua storia? - domanda ancora mia figlia, prendendomi di mano la cornice. Io annuisco e comincio a raccontarle la storia di quel gatto che mi ha permesso di vivere la mia vita senza soffrire troppo per Lei. ”
Un omaggio al gatto dal pelo giallastro che ci ha fatto sorridere e piangere molte volte in questa saga. Il nostro Buttercup.
AVVERTIMENTO: spoiler Mockinjay, ci sono riferimenti al terzo libro.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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QUEL GATTO



 

A tutti i migliori animali

che sono stati capaci di portare amore,

che ci hanno risollevato il morale nei momenti peggiori.

In particolare a quello che io definivo il mio Buttercup:

Anita sarai sempre nel mio cuore, anche se oggi non ci sei più.

 

 



Passo davanti alla foto di quel gatto. Il gatto che tanto ho odiato e che poi mi sono ritrovata a dover amare, solo per il ricordo della piccola Primrose. Oh, Prim, se fossi qui in questo momento non ci crederesti neanche. Certo, tu l'avevi sempre detto che prima o poi qualcosa ci avrebbe fatto unire. Che ci serviva solo una spinta, perché in fondo eravamo uguali, credevamo nelle stesse cose, amavamo la stessa persona: TU. Solo, tu sei riuscita ad unirci, proprio come avevi detto. Quando quelle bombe ti hanno portata via anche una parte del nostro cuore è morta. Non ero riuscita a capirlo subito quando era tornato al 12, ma qualche giorno dopo rivedendolo vagare sulle macerie di quella che era la nostra casa, quella nel Giacimento, proprio come stavo facendo io. Tutti e due cercavamo qualcosa che ci potesse dare sollievo, che ricordasse la tua presenza. Ed è proprio lì che abbiamo, come dire, fatto il nostro accordo silenzioso, la nostra tregua: io mi sarei occupata di lui come facevi tu e lui avrebbe simboleggiato la tua presenza, il tuo amore. E così è stato.

Fino a quel giorno. Fino alla mattina in cui, tornando dalla caccia, non l'ho più trovato ad aspettarmi al Giacimento come al solito. L'ho cercato in ogni angolo, buco ed albero del Distretto. Ma lui non c'era, non rispondeva. L'avevo capito ormai. Avevo capito che era giunto il momento che tornasse da te. In effetti erano trascorsi anni dall'ultima volta che l'avevo visto cacciare come si deve, me l'aspettavo un po'. Nonostante questo ha fatto male lo stesso. Per una settimana non ho mangiato, non rivolgevo la parola a nessuno, me ne stavo tutto il giorno in quel capanno nel bosco. Io e Peeta l'avevamo sistemato portandoci anche le cose per la caccia e, quando veniva Annie con il piccolo, ce ne stavamo lì al lago.
In realtà ho capito di amare quel gatto solo quando non c'era più. Solo quando, quella sera e dopo tante ricerche, l'avevo trovato sotto un albero tutto raggomitolato; avevo preso in braccio quel corpo inerme e mi ero diretta nella foresta per seppellirlo.

 

Ora mi ritrovo nel corridoio con in mano la foto di quella peste che avevo cercato di affogare da ragazzina. Una lacrima comincia a scendere, la sento riscaldarmi la guancia, comincio a sentire il sapore del sale in bocca. Poi due braccia esili mi avvolgono, mi stringono forte le gambe. Guardo mia figlia, il suo sorriso, i suoi occhi.

- Mamma che succede? - la sua voce è preoccupata, ma dalle sue labbra il sorriso rincuorante non se ne va.

- Niente piccola. Sono solo triste per una grande anima. - le rispondo accarezzandole i capelli scuri.

È per il gattino? Mi racconti ancora la storia? - chiede prendendomi la mano per convincermi, la seguo in salotto e la prendo in braccio dopo essermi seduta. Ma prima che possa cominciare sento una voce alle mie spalle:

- Sai piccola, oggi è la sua festa. Tutti oggi lo ricordiamo. - è Peeta, mio marito, l'unica persona capace di farmi superare anche le tragedie più dolorose e tutte le morti che hanno invaso la mia vita.

- Allora mamma, mi racconti la sua storia? - domanda ancora mia figlia, prendendomi di mano la cornice. Io annuisco e comincio a raccontarle la storia di quel gatto che mi ha permesso di vivere la mia vita senza soffrire troppo per Lei. Quel gatto speciale che ho amato ed odiato. Quel gatto che prima era tuo Prim e che forse lo è sempre stato, anche dopo. Quel gatto che aveva un nome che solo tu potevi dargli. Quel gatto: Buttercup.

 

 

 

Angolo Autrice forse un po' triste

 

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto questa one shot. Chiunque abbia qualcosa da dire lo dica, anche se premetto che è la mia prima pubblicazione. Non avevo proprio in mente di iniziare con una cosa strappalacrime, ma eccomi qua. Oggi in realtà non avevo neanche intenzione di scrivere, ma quando sono tornata mio padre mi ha dato la notizia che la mia gatta non c'era più e l'unico sfogo che ho trovato è stato scrivere. Mi sono liberata di molte emozioni e poi ho voluto pubblicare in onore di tutti coloro che hanno perso un amico fidato troppo presto.
E poi anche per omaggiare i personaggi di questa fantastica saga. Buttercup mi sembrava il gatto perfetto e mi è piaciuto molto provare a mostrare l'amore che in realtà Katniss prova per lui, dopo la morte della sorella. Perché, che lei lo voglia o no, succederà che si affezioni a quel gatto.
Ora la smetto di importunare la vostra mente e me ne torno per la mia strada, ma non prima di avervi dato un arrivederci.
Spero di non aver offeso nessuno, anche se non ne vedo il modo, e vi auguro una splendida vita. “E che la fortuna sia sempre dalla vostra parte” (cit. Effie Trinket) non dimentichiamolo.

 

Un bacio,
la vostra Domi

  
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