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Autore: _Trixie_    19/03/2013    3 recensioni
Raccolta di sei storie partecipante al "Fluff Fest Challenge".
Momenti di vita di Callie e Arizona, per la maggior slice of life dai toni decisamente fluff.
1. Di costumi, guardie e castelli - «Un chirurgo ortopedico che non sa costruire un castello di sabbia!»
2. Di scii, montagna e oceano - «Preferisco vederti addosso un bikini invece che una tuta da sci»
3. Di viaggi, anniversari e occhi - «Ti rendi conto di aver appena rimproverato la tua vecchia madre, vero?»
4. Di acqua, tuffi e sorrisi - «Ed è inutile che fingi, so che sei rimasta senza fiato non appena mi hai vista»
5. Di scommesse, inviti e labbra - «Tango, donna. Se vinco, prendiamo lezioni di tango!»
6. Di imbarazzo, curve e attese - Perciò, sul serio, il mondo può aspettare in eterno.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From the summer to the spring. '
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Titolo: Di acqua, tuffi e sorrisi
Autore:_Trixie_
Fandom: Grey’s Anatomy.
Personaggi: Calliope Torres, Arizona Robbins.
Pairing: Callie/Arizona.
Genere: fluff, romantico, slice of life.
Rating: verde.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono e non ne detengo i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro. 
Tabella: Estate.
Prompt: 05. Scommessa
Note: Un po’ in ritardo rispetto al solito, lo so, comunque… Buona lettura :D
 
 

Di scommesse, inviti e labbra

 
L’orribile situazione in cui mi trovo è nata da una stupida scommessa, proposta in un momento di follia.
 
Eravamo sedute in salotto, a goderci una tranquilla serata in famiglia. Come al solito, Sofia si era ben presto addormentata tra me e Calliope e mia moglie l’aveva portata in braccio fino alla camera poco dopo l’inizio del film animato che aveva deciso di farci guardare.
Quando tornò sul divano accanto a me, sotto una vecchia coperta infeltrita, facemmo zapping per qualche minuto e poi sintonizzammo la televisione su una scontata commedia romantica, non trovando di meglio.
Ricordo poco o nulla di quel film, impegnata come ero a fingere di essere una liceale alla sua prima cotta in compagnia di mia moglie, ma una cosa la ricordo bene: gli inviti spediti dai protagonisti per il loro matrimonio.
«E comunque» commentò a mezza voce Callie al termine del film, «quegli inviti rosa salmone erano orrendi».
«Scherzi?» domandai confusa spegnendo la televisione e troncando così sul nascere i titoli di coda.
«Ti prego, Arizona, non dirmi che ti sono piaciuti!»
«Certo che mi-, ovvio che-, Callie, mi stai prendendo in giro?» balbettai.
«No, non ti sto prendendo in giro. Erano… rosa».
Rimasi in silenzio, scrutando il suo bel volto contratto in una smorfia.
«Gli inviti del nostro matrimonio, Calliope» dissi freddamente. «Erano rosa».
«No! Non avrei mai scelto il rosa» rispose indignata. «E non avrei mai permesso di farlo nemmeno a te!»
«Certo che me l’hai permesso!»
«No, affatto! Erano bianchi! Ai tempi ho dovuto giocare la carta del dolore alla cicatrice, per averla vinta a riguardo» ricordò Calliope, pensierosa, cogliendomi di sorpresa.
«Hai finto che-, ok, non è questo il punto, ne riparliamo più tardi. Ma gli inviti erano rosa, Callie, con le scritte in oro» insistetti con la mia proverbiale testardaggine.
«Erano bianchi, ma avevo ceduto sul colore d’oro delle scritte».
«No!»
«Sì!»
«Scommettiamo!» dissi e, in quell’istante, firmai inconsciamente la mia condanna.
«Sul serio, vuoi scommettere?» chiese Calliope, alzando uno solo dei suoi sopraccigli con fare scettico.
«Certo, tanto non c’è alcuna possibilità che perda! Cosa vuoi scommettere? Chi perde fa il bucato per un mese? Pulisce la casa da cima a fondo? Diventa la cameriera dell’altra?» buttai lì con noncuranza.
«L’ultima è particolarmente interessante, ma no, tesoro, non voglio farti diventare la mia cameriera personale» rifletté lei. E poi vidi quel lampo nei suoi occhi, quello che mi dice che ha avuto un’idea geniale, che puntualmente si trasforma in una gran catastrofe per me.
«Tango, donna. Se vinco, prendiamo lezioni di tango!»
«Non se ne parla neanche. Io non ballo il tango!» protestai.
«Credevo fossi sicura che gli inviti fossero rosa. Ammetti che erano bianchi, Miss So-Tutto-Io?»
«No!»
«Che tango sia!» esclamò trionfante.
Mi aveva messa con le spalle al muro, lei e quelle sue labbra che più volte mi avevano distratto durante una discussione e che mi impedivano di sfruttare le mie abilità retoriche.
«D’accordo» dissi. «Ma se sarò io a vincere, come sicuramente accadrà, farai il bucato per un anno, Calliope».
«Un mese»
«Almeno dieci!»
«Tre»
«Otto»
«Cinque»
«Sette»
«Sei»
«Sei» acconsentii infine. Addirittura due mesi in più di quanto pensavo di ottenere dalla contrattazione. Evidentemente non ero l’unica ad essere distratta dalla propria moglie.
«Fantastico, nell’album di nozze dovrebbe essere rimasto un invito. Vado a prenderlo, se sei pronta a sostenere il peso della sconfitta».
«Sappi che mi cambierò due volte al giorno d’ora in avanti» minacciai, dopo un breve cenno d’assenso. «E non sbirciare il colore senza di me!»
Callie uscì dal salotto e tornò dopo pochi minuti stringendo tra le mani il nostro album, regalo di Mark.
«Bene» disse, tornando seduta accanto a me.
«Bene» la imitai.
Calliope aprii l’album, fece scorrere le pagine velocemente. Trovò l’invito e me lo sventolò sotto il naso.
«Scritte oro, sfondo bianco» bisbigliò a pochi centimetri dalla mia bocca.
Piccata e risentita, avrei solo voluto mordere quelle sue invitanti labbra che tanto amavo, mentre si premuravano di farmi sapere che il tango era uno dei balli preferiti da Calliope.
 
Amo Calliope e amo passare il tempo con lei.
Ma non amo il tango e non amo nemmeno il sedicente ballerino professionista che ha le mani sui fianchi di mia moglie e un piede tra le sue gambe.
È la nostra terza lezione, ma fin dalla prima Callie si è rivelata una ballerina nata e l’insegnante non se l’è fatta scappare, ballando con lei con la scusa di offrire a tutte le coppie un buon esempio.
«Signor Hernandez» sibilo il suo nome, accostandomi a mia moglie non appena la musica finisce e gli altri applaudono. «Non so se Calliope ha accennato alla cosa, ma sfortunatamente questa sarà la nostra ultima lezione. Ci trasferiamo» improvviso, cogliendo di sorpresa tanto l’uomo quanto mia moglie.
«Arizona-»
«Callie, hai voluto aspettare fino all’ultimo, ma domani partiamo, lo sai. Non c’è più tempo. Signore, è stato un piacere averla come maestro» mento, porgendo la mia mano all’uomo, che la stringe confuso.
«A-arrivederci» balbetta Callie, afferrando a sua volta la mano del signor Hernandez.
«Calliope, mi mancheranno i tuoi passi» esclama l’uomo, ma non lascio il tempo di rispondere a mia moglie e la trascino via.
«Cosa ti è preso?» mi bisbiglia, mentre usciamo dalla sala da ballo.
«Volevi che ballassi il tango, l’ho ballato. Ma non chiedermi di stare a guardare mentre braccia non mie ti stringono!»
«Scommettiamo che-»
«No, Calliope, basta scommesse» la fermo, chiudendomi alle spalle la porta della sala e il signor Hernandez. Mi sporgo verso Callie per morderle il labbro e strapparle un’esclamazione sorpresa.
«Sul serio fingevi riguardo il dolore alla cicatrice?» le chiedo poi, confusa.
«Oh, mi fa un male incredibile anche ora. Non è che avresti un altro di questi tuoi dolci morsi per farmelo passare?»
 
 
NdA
Ok, il riferimento al tango è relativamente casuale, e alcune di voi sanno di cosa parlo!
L’ispirazione, devo ammetter

   
 
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