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Autore: nozomi08    19/03/2013    2 recensioni
La storia parla della 16enne Yame Minashigo, giovane studentessa appena entrata nella prestigiosa Cross Accadeemy. Sebbene sia a conoscenza dei tempi bui che affliggono sia la società degli umani che dei vampiri, le uniche volontà della ragazza sono quella di scoprire il mistero che si cela dietro alla morte dei suoi genitori e la possibilità di vendicarsi per il dolore e la solitudine che l'hanno attanagliata per molti anni. Ben presto però il suo cuore verrà scosso dalla presenza di un giovane hunter che le farà riscoprire l'intensità di sentimenti perduti e che verrà a sapere un terribile segreto dietro la natura di Yame e il suo passato. E intanto, la guerra contro il vampiro Sanguepuro Rido Kuran imperversa...
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Zero Kiryu
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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  Io e Zero facemmo tutto il tragitto verso l’ufficio senza proferire alcuna parola. Gli unici suoni che si udivano erano quelli dei nostri passi sul pavimento. Ma da quel silenzio riuscii a capire che in fondo avevo qualcosa che mi accumunava con quel ragazzo. Non mi riferisco al fatto di essere tipi di poche parole, ma intendo qualcosa di più profondo. Può sembrare assurdo, ma era come se i nostri cuori intonassero la stessa, dolente melodia. Tutto ciò mi turbava, e, sebbene sia abituata a sopportare i silenzi, questo mi metteva stranamente a disagio, come se in esso vi fosse soffocato qualche sentimento, che voleva uscire dalla voragine in cui era caduto. Mi imposi di prendere l’iniziativa. Dovevo parlare. Altrimenti sarei stata tutto il tempo con quella sgradevole sensazione nelle viscere.
“A-allora… hai detto che il direttore ti aveva mandato a prendermi…”
Lo sentii annuire. Continuai
“Ma come hai fatto a trovarmi subito, se non ti ho visto al cancello, e mi ero già addentrata?” chiesi. Lo so forse era una domanda stupida, ma non mi era venuto in mente nient’altro da dire.
“A dire la verità ti avevo già vista quando scendesti dalla macchina…”
Sgranai gli occhi: “Cooooooome? Perché allora non mi hai chiamato?”
“Non ho detto niente perché ero curioso di vedere se eri abbastanza tonta da andare avanti da sola, e ho avuto la conferma”
Percepii le mie orecchie andare in fiamme per l’imbarazzo e il mio orgoglio perforato dalla freccia scoccata dal ragazzo
“Non vale! Io…”
“Non ti è venuto in mente il fatto che il direttore, sapendo che sei una nuova studentessa la quale, peraltro, non è mai stata qui, non abbia mandato qualcuno ad aspettarti e a farti da guida?”
“Beh, io veramente…”
“E se non vedevi nessuno lì nei paraggi, non ti è venuto in mente di aspettare, o di telefonare?”
“Ma non c’è nessun numero di telefono!” sbottai
“Invece sì, stava scritto sul modulo” proferì lui
Abbassai lo sguardo, imbarazzata. Bella figura che avevo fatto…
“Non ci avevo pensato” ammisi
“Questo perché sei tonta”disse
Ebbi l’impulso di strozzarlo. Ovviamente avermi fatto notare la figuraccia non gli bastava.
D’un tratto Zero si fermò davanti una porta e bussò. Dall’altra parte si sentì un lieve ‘avanti’ ed entrò. Non feci in tempo a dare un’occhiata alla  stanza  che vidi un’uomo saltarmi letterarmente addosso.
“Aaaaaaaaaaaaaaah Yame, piccola Yame, finalmente ti vedo! Da quanto tempo!” esclamò. Si staccò un momento.
“L’ultima volta che ti vidi eri solo una neonata! Chi l’avrebbe mai immaginato che ti avrei rivisto? Ah, sei stata proprio fortunata a finire nelle mani di Talya, altrimenti non saresti mai finita qui…” disse gioioso
Io lo guardai perplessa: era un uomo sulla trentina, capelli lisci e biondi raccolti in una coda, portava occhiali dalla montatura sottile che lasciavano intravedere occhi penetranti, anche se in quel momento erano tutt’altro che penetranti. Non faceva molto freddo lì dentro, e a dire la verità nemmeno fuori, eppure lui indossava abiti veramente pesanti. Una quantità esagerata di cappotti che triplicavano il suo peso ed una graziosa sciarpa verde completavano il tutto.
“E’ lei, direttore Cross?” chiesi
“Brava! Indovinato! Sì, io sono il direttore di questo splendido istituto e ti dò il benvenuto, cara Yame!” esclamò esuberante. “Ah grazie Zero per averla accompagnata!”
“Ho solo fatto quello che mi ha chiesto” rispose lui con una faccia impassibile
“Mi scusi, lei mi ha detto di conoscermi, ma io non mi ricordo affatto di lei.” Dissi
“Conoscevo i tuoi genitori, eravamo colleghi all’associazione allora, e loro viveveno ancora qui, quando tu eri appena nata. Com’eri carina! Un’autentico tesoro! Però un giorno decisero di trasferirsi a  Tokyo, e da lì non vi ho più rivisto…” la sua espressione si fece seria “ Poi dieci anni fa ho saputo della loro morte: ho cercato di venire al funerale, ma non c’era nessuno che potesse badare all’istituto al posto mio, e lo stesso accadde quando si decise a chi lasciarti in custodia.” Sospirò “Non sai quanto mi dispiace, Yame…”
Rimasi colpita da quella rivelazione. Sapevo, anche se da poco, che lui e Talya si conoscevano, ma non sapevo che fosse anche amico dei miei genitori, e per giunta colleghi. Quindi era anche lui uno di loro…
“Oh non si preoccupi signor Cross, quello che ha fatto per me è abbastanza, e inoltre, l’orfanotrofio non è poi così male…” gli dissi sorridendogli, nel tentativo di rincuorarlo.
Lui mi guardò e, per contaccambiare, mi saltò di nuovo addosso
“Povera, piccola Yame!” piagnucolò
“Direttore la prego, si dia un contegno!” eclamai, e mi lasciò andare.
“Bene. Passiamo alle cose serie.” Disse con tono grave. Il suo improvviso cambio di atteggiamento mi lasciò un po’ perplessa…
“ Ti dirò subito che farai parte della Day Class, perciò le lezioni si svolgeranno la mattina a partire dalle 8:30. Non ti preoccupare, la tua nuova divisa la troverai sul letto della tua camera. Sono sicuro che tu abbia già letto il regolamento, ma ti ricordo che è severamente vietato aggirarsi fuori dal dormitorio Sole una volta scattato l’orario del coprifuoco ed è anche vietato saltare di proposito le lezioni per andare a zonzo nel cortile o a fare una visitina al dormitorio Luna. Se lo farai, sappi che ti aspetterà un grave provvedimento disciplinare” disse, aggiustandosi gli occhiali sul viso.
“Si, ho capito” dissi annoiata, prestando poca attenzione a quello che diveva
Ad un certo punto la porta sbattè di colpo e saltai per lo spavento. Mi girai di scatto e vidi chi aveva fatto irruzione. Era una ragazza più o meno alta come me, corti e lisci capelli castani, occhi grandi e sinceri color del cioccolato e un viso simpatico. Trovai un po’ irritante l’aura che sprigionava: ottimismo all’ennesima potenza. Ma dovevo proprio incontrare tipi del genere?
“Buonasera! Il mio nome è Yuki Cross e sono il secondo guardian. Piacere di conoscerti!”disse con il fiatone e un sorriso a trentadue denti
“Mi dispiace tanto direttore ma avevo le lezioni supplementari! Ho tentato di fare il più presto possibile!” continuò
“ Oh, andiamo Yuki, ma perché non mi chiami papà…” brontolò lui
“Pa-pa-pap… no mi dispiace ma non ci riesco, lo sa!” protestò Yuki
In nome della buona educazione, mi presentai anche io.
“Ciao, il mio nome è Yame Minashigo e sono la nuova studentessa. Piacere di conoscerti, Yuki”
“Wow, che bello, una nuova compagna di classe! Spero tanto che andremo d’accordo!” esclamò, lei, prendendomi le mani
“Lo spero anch’io” dissi. A dirla tutta, non è che me ne importava molto, dato che non ho mai voluto avere degli amici, ma sembrava scortese nei suoi confronti se non l’avrei contraccambiata.
“Fantastico. Ora contagerai anche lei con la tua tontaggine” esclamò sarcastico Zero. Lei, per ringraziare, gli fece la linguaccia
“Bene direttore io devo andare per lei-sa-cosa. Ci vediamo domani mattina Yame! E non fare caso a quel brontolone di Zero” Così, come entrò, la ragazza sparì. Ma dove la prendeva tutta quella energia? La ammiravo da una parte, ma dall’altra mi innervosiva. Forse perché non avevo una visione così ottimistica del mondo come l’aveva lei? Temetti che in quel collegio mi avrebbero contagiato. In soli pochi minuti ebbi il piacere di incontrare tre soggetti alquanto bizzarri. Giurai a me stessa che, se per qualche ragione, fossi diventata matta come loro, mi sarei uccisa da sola.
“Bene, si è fatta ora. Zero, per favore, accompagna Yame nella sua camera” chiese il signor Cross
“Come vuole, direttore” rispose lui, impassibile
“Oooooooh, chiamami papà!” brontolò di nuovo, agitando convulsamente le braccia
Così, uscimmo. Non appena fummo nel corridoio, sentii di nuovo quella strana sensazione di prima quando eravamo da soli, mettendomi ancora a  disagio. Ma stavolta non fui io a rompere quell’atmosfera cupa, fu Zero.
“Allora, da quel che ho capito, i tuoi genitori erano hunter, non è così?”
“Si, lo erano, almeno fino a quando non si trasferirono”
Seguii il silenzio di entrambi. Camminavamo fianco a fianco, i battiti del cuore alternati al nostro respiro, ma entrambi sembravamo essere da un’altra parte, lontani da lì, a inseguire, chissà quali pensieri, o ricordi. Fino a che…
“Come è successo?” chiese Zero a bruciapelo
Io lo guardai per un attimo, sorpresa ed interdetta, ma poi capii che la domanda alludeva alla morte dei miei genitori. Abbassai lo sguardo, pervasa dal dolore che mi provocavano i ricordi del passato.
“E’ quello che vorrei sapere anche io” dissi amareggiata
Lui mi guardò, un pò stupito, ma non disse nulla. Decisi di continuare a parlare, nel tentativo di distrarmi e sfogarmi allo stesso tempo.
“So che morirono quando avevo cinque anni, punto e basta. Mi dissero che fu un incidente, ma io non ci credo, non ci ho creduto nemmeno per un’istante” i miei occhi si persero nel vuoto, scorrendo nello spoglio corridoio, parzialmente ottenebrato e colmo di porte.
Forse, quello di cui avevo bisogno era soltanto che mi capisse.
“Mi dispiace” disse
“Anche a me”
A me non bastava sapere che erano morti. Io volevo conoscere come, e soprattutto chi. Perché io non credevo a quella storia dell’incidente, non credevo ad una sola parola di quelle che mi dissero allora. Sentivo che sotto c’era qualcosa che mi fu tenuto all’oscuro. Sentivo che i fatti erano ben altri. Volevo sapere cosa successe quella notte, a tutti i costi, e soprattutto, ardevo dal desiderio di vendicarmi.
“Sai, anche i miei erano hunter. Furono uccisi da un vampiro quando avevo undici anni” mi rivelò lui
Sentendo quelle parole, tornai in me, e lo guardai addolorata. Ora ecco spiegato il perché di quella sensazione dei cuori che battevano all’unisono. Cantavano la stessa felicità negata per volere del destino.
“Mi dispiace, Zero, sul serio” gli dissi sincera
“Già… poi fui adottato da quell’accoppiata di idioti padre e figlia…”
“Anche Yuki è figlia adottiva del direttore?” chiesi
“Si, anche lei… ed ora sono diventato un hunter”
Abbozzai un sorriso. Abbandonai ogni riservatezza. “Anche io, mi ricordo, dicevo di voler diventare un hunter, ed è ancora quello che voglio fare. Voglio seguire i loro stessi passi, diventare brava come lo erano loro” sospirai “Peccato che il momento per me è ancora lontano…” Lui mi guardò, e mi sentii per un attimo perforata dai suoi occhi ametista. Un brivido di piacere mi corse lungo la schiena. Rimasi perplessa da quella mia reazione.
‘Oh Yame che ti prende?!’ pensai rimproverando me stessa
“Chissà, forse quel momento, non è poi così lontano come tu pensi… non è mai troppo tardi” disse
Lo guardai per un istante, e sorrisi al pensiero. Mi ricordo che da piccolina, quando chiedevo a mia madre chi fossero gli hunter, lei mi rispondeva che erano i paladini dell’umanità, perché proteggevano gli uomini dai vampiri cattivi, ma, a volte, proteggevano anche i vampiri dagli uomini che volevano far loro del male. Da allora, le ripetevo spesso di voler diventare un hunter esattamente come lei, spinta da quell’ideale pacifista che l’animava. Quel desiderio mi era rimasto tutt’ora, ma la differenza era che, adesso, avevo un’altra priorità.
Comunque, rimasi veramente toccata da quel tentativo di conforto da parte di Zero, e gliene fui grata. Dopo aver ascoltato quella rivelazione sul suo passato, quella sera, per la prima volta, non mi sentii la sola a portarsi dietro un fardello che non avrebbe mai voluto ricevere.
NOTA DELL’AUTRICE:
Eccomi di nuovo! Stavolta ho tentato di allungare il capitolo, spero che vi piaccia! Continuate a mandarmi recensioni eheheheh ^.^
  
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