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Autore: Rosebud_secret    20/03/2013    5 recensioni
Rivedere la città scintillante gli provocò un dolore al petto, sordo e con il retrogusto di rabbia, ma decise di non darvi peso. Solcò le porte d'oro, senza preoccuparsi di celare il suo volto.
Lì nessuno lo conosceva, lì non era neanche mai esistito.
Avanzò a testa alta lungo le vie, beandosi del chiacchiericcio della gente che, per una volta, non lo guardava intimorita e non borbottava preghiere al suo passaggio. Era una strana sensazione. Si era sempre crogiolato nella paura che il popolo nutriva nei suoi confronti: lui era lo stregone, il serpente, il lupo; quindi quell'indifferenza gli risultava quasi piacevole, dopo un'intera vita passata ad ignorare gli insulti del prossimo. Riflettendo raggiunse la consapevolezza di esser sempre stato visto come un mostro, anche prima che i suoi veri natali venissero resi noti. E, sì, questo fece male.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Rimasto solo, Loki, approfittò della situazione per ispezionare le stanze di Thor. Lasciò perdere la libreria e gli scaffali, desolantemente vuoti e si avvicinò con passo sicuro al letto. Abbandonò l'elmo sopra il comodino, si inginocchiò a terra e sollevò le coperte, infilandosi sotto con non poca fatica. Quando era ragazzino e, soprattutto, non portava addosso un'armatura,  era molto più semplice insinuarsi nei pertugi. In quell'occasione, invece, sibilò diverse imprecazioni a bassa voce, fino a quando non trovò quel che stava cercando: una piccola botola nel pavimento, quasi invisibile.
Il Thor che conosceva l'aveva costruita per nascondervi dentro piccole armi che non era ancora stato autorizzato a portare e qualche manufatto trafugato dalla biblioteca, sempre di ambito militare. Non era mai stato particolarmente originale nei suoi interessi e neanche nei suoi segreti. Sollevò il filo, fece scorrere l'apertura e si sorprese nel trovare un libricino mal rilegato dalla copertina spoglia.
Ancora semisdraiato sotto il letto, slegò i lacci che lo chiudevano: era un diario, il diario di Thor.
Ne rimase quasi sconcertato: non aveva mai visto Thor della sua realtà buttar giù neanche una riga, considerato anche il fatto che i compiti per il loro preccettore li aveva sempre svolti lui per entrambi.
Lo sfogliò, solo per rendersi conto che non aveva scritto altro che poche pagine. Tutto sommato, molto più dell'originale.

- Ti farò tagliare le mani per questo! -.

L'urlò di Thor lo fece sussultare, con il rusultato ovvio di beccarsi una craniata micidiale contro la struttura del letto. Scivolò indietro e si rialzò, stringendo il diario nella destra e massaggiandosi la nuca con la sinistra.
Il ragazzo lo guardava con occhi torvi, tremante di rabbia.

- Oh, sì, certo, potresti denunciarmi a tuo padre, tuttavia, non credo che lo farai. -, mormorò Loki con un ghigno soddisfatto. - Era ben nascosto e qualcosa mi suggerisce che tu non voglia che capiti in mano ad altri. -.

Fece vibrare le pagine con il pollice e schivò un maldestro affondo di Thor.

- Ridammelo! -.

- Mi hai scambiato per uno stupido, per caso?  Questo... - e picchiettò leggermente la copertina del libretto, - E' la garanzia che, d'ora in avanti, farai tutto quello che ti dico, non senza discutere, mi piacciono le discussioni, ma alla fine dovrai cedere. -.

- E se ti rispondessi di andare a farti fottere? -.

Loki si illuminò in un sorriso. - Come ho appena detto: mi piacciono le discussioni, ragazzo. Bhe, potrei sempre portare questo diario al re. La sala del trono è di strada per arrivare dal boia, ma temo sarebbe controproducente per entrambi. -, ruotò appena il polso e il diario sparì nel nulla. - Ora è in un posto davvero sicuro. -.

- Quel che c'è dentro è personale! -.

-Oh, non ne dubito. -.

Thor gli si fermò di fronte e l'altro si domandò quanto ci avrebbe messo prima di decidersi a spaccargli la faccia. Certo, era un Thor giovane, ma  non per questo meno temibile. Era già alto quanto lui e più massiccio, con un colpo ben assestato avrebbe persino potuto stenderlo.
Il ragazzo non lo toccò neppure, lasciandolo sorpreso per l'ennesima volta e, forse, anche un tantino insoddisfatto.
A che pro litigare con lui, se non per sfociare in una lotta?

- Quando te ne andrai, perché tu te ne andrai, esigo di riaverlo. -.

- Se e quando sarà, non vedo perché dovrei tenermelo. Senza offesa, ma dubito che il tuo diario sia un capolavoro letterario da conservare con amore per i posteri. -.

Thor imporporò di vergogna e frustrazione. - Tu, lurido pezzo di... -.

Loki lo schiaffeggiò sulla bocca con un manrovescio. Fu un gesto secco e improvviso, ma non gli fece davvero male. - Ti concedo di mandarmi a farmi fottere, non di insultarmi, ragazzino. Che non ricapiti. -, sorrise, prima di ritrarsi. -Allora, dicevamo: vuoi illustrarmi il percorso che ha seguito il tuo ultimo precettore? -, domandò, accomodandosi alla scrivania.

L'altro cominciò a fare avanti e indietro per la stanza come un leone in gabbia.  - Non credo abbia molta importanza, tutto quel che mi ha detto da un orecchio è entrato e dall'altro è uscito.-, sentenziò, -Quindi fa' conto di poter partire da zero. -.

- Bhe, almeno so che sai scrivere e, con tutta probabilità, anche leggere. Non è molto, ma è qualcosa. -, Loki si guardò le unghie distrattamente.

Thor si fece scivolare addosso la provocazione e sollevò l'elmo dal cuscino, esaminandolo con occhi attenti. - Perché mai un precettore dovrebbe andare in giro in armatura ? -

- La vita, fuori da Asgard, non è così tranquilla, soprattutto se si viene dal Nord. Suppongo tu lo sappia, avrai sicuramente compiuto molte imprese nobili, data la tua età. -.

- Non sono mai uscito dalla città, la vita del condottiero avventuroso non mi interessa affatto. -.

- Cosa..? -, di tutte le rispose, quella era davvero l'ultima che si sarebbe aspettato. - Come passi il tuo tempo, allora? -.

Thor gli posò l'elmo di fronte, accanto al bastone e incrociò le braccia al petto. - Sono oltremodo certo che questo non ti riguardi, precettore. Non comportarti come se mi conoscessi, perché così non è. -.

E gli dei lo sapevano quanto era vero, constatò Loki.
Decise di procrastinare la risoluzione di quel mistero e lo guardò. - Sei solito vestirti sempre come l'ultimo degli sguatteri, principe? -.

Thor guardò la sua giubba marrone, in cuoio grezzo e i pantaloni di tela sfilacciati, ben lontani dall'immagine canonica del dio del Tuono, con la sua armatura e il pomposo mantello rosso. - Gli abiti sono solo abiti. Devono essere comodi. I miei lo sono, dubito si possa dire lo stesso dei tuoi. -.

Loki tacque, confuso. Il Thor che conosceva aveva sempre posto quasi una maniacale attenzione per il proprio aspetto: un eroe doveva sempre apparire al meglio, tranne che dopo una battaglia gloriosa, solo in quel caso le sue ferite e le sue vesti trasandate sarebbero andate a a sottolineare la sua forza.
Niente da dire, lui e questo Thor non sembravano neanche lontani parenti.
Fece brillare il proprio corpo, tramutando l'armatura nella sua normale tenuta.  - Quindi, niente spedizioni e nessuna propensione per la decenza... Dimmi, c'è qualcosa che ti piace fare? -.

Thor voltò la faccia, affatto intenzionato ad essere collaborativo. Cambiò discorso rapidamente: - Allora, con cosa hai intenzione di tediarmi? Da che vuoi cominciare? Dalla storia di Asgard? Dal maledetto albero genealogico? Dall'astronomia? -.

Loki si alzò, girandogli intorno come un falco.
Si massaggiò il mento, riflettendo. - Uhm, dalla postura. Sei il principe più bifolco che mi sia capitato di incontrare. Persino i nani si muovono in modo più aggraziato di te e quei capelli sembrano un nido di corvi. -.

- Oh, certo, la leccata di mucca che hai tu è molto, molto meglio, vero? -.

- Prego? -, Loki si stizzì oltremisura, alzandosi addirittura in piedi. Non era pronto ad affrontare un Thor che, invece di alzare le mani, gli rispondeva a tono. Provò il desiderio di strangolarlo, ma placò l'incauto istinto. Sarebbe giunto il momento in cui avrebbe potuto squarciargli la gola con una lama, ma non ancora.
Sorrise. - Sono consoni alla mia posizione e tanto basta. Va' a fare amicizia con una spazzola, prima di presentarti a cena. -.  Detto questo recuperò l'elmo e il bastone, prima di avvicinarsi alla porta.

- Non consumo i miei pasti con la corte. -.

Il dio dell'inganno indugiò. - E perché mai? Ti senti troppo superiore agli altri? -.

Negli occhi del ragazzo passò un ombra di tristezza. -No. Sono loro a non volermi. -.

Loki si irrigidì, perdendosi in un vortice di ricordi dolorosi: troppe volte, infatti, era stato allontanato da cene e simposi. Gli Asi avevano sempre dato la colpa alla sua malalingua, ma la verità era che non c'era mai stato posto per lui ad Asgard. - Per quale motivo? -.

- Ho litigato troppe volte con la regina. Che questa risposta ti basti. -.

- Vostra madre? -.

Thor lo guardò e scosse la testa. - E' evidente che sei un forestiero: mia madre è morta. -.

L'altro fece un passo indietro, riuscendo a stento a nascondere il proprio turbamento. Frigga, morta? Com'era accaduto?
Era vero che era entrato alla reggia con l'intento di impadronirsi del trono con l'omicidio, ma venir a sapere del trapasso della madre fu come una sorda coltellata al petto.
In fin dei conti Frigga non gli aveva mai fatto nulla di male. L'aveva cresciuto come un figlio, benché non l'avesse partorito dal suo grembo e questo, nonostante tutto, era difficile da dimenticare.

- Le mie condoglianze, principe. - e chinò il capo in modo sentito, per una volta.

- Sono passati decenni, ormai e, comunque, piangere i morti non è d'aiuto a nessuno. -.

- Quindi il re, vostro padre, si è risposato? -.

- Sei abile con le domande retoriche. -.

Una guardia entrò nella stanza e Loki si voltò, profondamente irritato dall'interruzione. - Hai dimenticato come bussare? -, sibilò.

Il nuovo venuto raddrizzò la schiena. - Il divino Odino ha ordinato di non mostrare rispetto al principe, sino a quando il principe stesso non avrà imparato a mostrarlo per primo. -.

- Ridicolo! -, sentenziò il dio dell'inganno.

-Gli ordini sono ordini, signore. -.

-E allora io ti ordino di... -

- Tu ordini? -, lo interruppe Thor con una risata di scherno. - Chi ti credi di essere, maestro? Un principe? Non conti niente, non sopravvalutare il tuo impiego. -.

Loki ammutolì.
Era vero, maledizione. Si rivolse di nuovo alla guardia. - Ebbene? -.

Quello lo guardò con rimprovero. - Cercavo voi, signore. Se vorrete seguirmi, vi condurrò al salone. -.

Il dio dell'inganno lanciò uno sguardo a Thor e, che fosse maledetto, si sentì a disagio per quella situazione. Lo vide tornare al davanzale e lì sedersi, muto e pensieroso e si convinse in modo definitivo che no, quel ragazzino non c'entrava proprio niente con il Thor che lui conosceva.

- Chiedo il permesso di congedarmi. -, mormorò con deferenza.

Thor gli scoccò un'occhiata sorpresa. Non si aspettava di certo che qualcuno chiedesse proprio a lui il permesso di alcunché. - Concesso. -, disse, poi.

A quel punto Loki seguì la guardia lungo i corridoi del palazzo sino alla sala da pranzo. Scrutò la lunga tavolata con gli occhi verdi, riconoscendo i volti di molti dei consiglieri. Prese posto e attese l'entrata della famiglia reale.
Il suono di un corno annunciò l'arrivo di Odino e tutti si alzarono per rendergli omaggio. Loki osservò con estrema attenzione la dea al suo fianco, giovane e bella con quei lunghi capelli corvini, ma dall'aspetto arcigno e malevolo. Il suo volto non gli diceva nulla, non la conosceva.
La regina teneva per mano un bambino dai folti riccioli scuri e gli occhi di ghiaccio, unica eredità del padre.

- Odino, Padre di tutti gli dei, la regina Rindr e il principe ereditario Vàli. -, li introdusse l'araldo.

"Cosa?", pensò Loki, esterrefatto. Quel bambino era l'erede al trono? Che ne era stato del diritto di primogenitura di Thor?
Odino doveva essere impazzito, quella era l'unica soluzione logica.

Il piccolo principe superò il suo posto senza sedersi e gli si fermò di fronte, guardandolo con astio. - Madre! Perché Thor ha un nuovo precettore e io no?! -, urlò, capriccioso.

- I precettori non sono giocattoli, sono... -, gli fece notare Loki.

- Taci! Non ti ho dato il permesso di parlare, cane! -.

Loki sollevò un sopracciglio e lanciò uno sguardo ad Odino, chiedendogli implicitamente di zittire quel piccolo impertinente.

Il padre di tutti gli dei si sedette. - Se lo vorrai, Vàli, Loki potrà insegnare anche a te. -.

"Ma anche no. Una palla al piede basta e avanza.", pensò il dio dell'inganno.

- Perché mai dovrei volere un rifiuto del genere? Tutto ciò che spetta a Thor è sterco. Voglio un mio altro precettore. -, ringhiò il bambino. - Madre, lo avrò, vero? -.

- Ma certo. -, rispose lei. - Ora vieni a mangiare e lascia perdere quello straccione del Nord. -.

Vàli obbedì e andò a sedersi al fianco della madre, lanciando un ultimo sguardo pregno di disgusto a Loki, l'unico ancora in piedi.

Il dio dell'inganno si schiarì la voce e si rivolse al re. - Chiedo il permesso di ritirarmi nelle mie stanze, ho affrontato un lungo viaggio e non ho molto appetito, mio signore. -.

- Concesso. -, rispose distrattamente il re.

E Loki si allontanò a grandi passi, furibondo.
Si chiuse nelle proprie stanze, incapace di accettare ciò che aveva dovuto sopportare. Quel bambino era odioso tanto quanto la madre ed erano entrambi un pericolo per Asgard. 
Prima di uccidere tutta la famiglia reale avrebbe reso Thor il miglior principe che i Nove Regni avessero mai visto, ne andava del suo onore!



N.d.A.:  Eccomi qui, già aggiorno, ma non abituatevi troppo bene, non sarò sempre così rapida, purtroppo la real life è tiranna (in questo periodo particolarmente). Specifiche del caso: Vàli e sua madre Rindr non me li sono inventati io. Chi già segue la mia Frostiron sa già che mi diletto molto a intrecciare il filone Marvel con quello mitologico. Trattandosi questa storia di un lapalissiano AU, ho preso una delle scappatelle di Odino (che sono state parecchie) e l'ho piegata al mio volere di trama, sperando di non aver fatto uno scempio, che gli dei mi perdonino. Come nel capitolo precedente: spero di avervi incuriositi e non annoiati, se lo vorrete, fatemi sapere ^^.
Un bacione,
Ros.
   
 
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