Ovviamente anche la colpa di questo capitolo è di Fiore (aka Sakura87), che
colla sua recensione mi ha fatto ricordare questa poesia (“Digitale purpurea”,
per l’appunto) di G. Pascoli.
Non posso che dedicarlo a lei, quindi, questo
mio sforzo di scrivere qualcosa di decente.
Se ci sono riuscita è solo merito
tuo. Qui c’è un sacco di affetto per te, Simo.
Perché Amore è un grande stronzo con tutti.
Digitale purpurea
Riflesso nello specchietto retrovisore, il suo sguardo fisso e infuriato
gli dava il tormento.
Lo controllava solo ogni tanto, ma se lo sentiva sempre
addosso.
Stupidamente, era un po’ fiero di essere riuscito a farlo arrabbiare
così. Gojyo emanava un’aura nera e pastosa, che pure Goku non gli stava tanto
vicino, per paura.
Oh, sì. Non era solo rabbia; l’aveva proprio
offeso.
C’era persino un’ombra di disprezzo, in quello sguardo. “Vergogna”,
gli sputava in faccia; “Sei solo un coniglio”.
Sanzo voltò appena la testa
dall’altra parte. Gojyo, quello scellerato, non conosceva la differenza tra buon
senso e codardia.
“Balle”, avrebbe detto. “È un fatto che tu ti sei tirato
indietro, ed il motivo è palese.”.
Stronzate.
Sarebbe stato troppo stupido
farlo, qualunque cosa quel pervertito avesse in mente di fare.
Sanzo si
strofinò nervosamente il braccio.
Era piuttosto palese di cosa si
trattava.
Kami. Datemi uno schiaffo se sto sognando. Chi ha mai anche solo sperato di poggiare le proprie labbra sulla gola di Sanzo? Qualcuno ha mai sentito muoversi il suo pomo d’Adamo a pochi centimetri dal proprio naso? Ha mai provato la consistenza della pelle dietro il suo orecchio, o annusato così da vicino l’odore dei suoi capelli?
Gojyo aveva aspettato appena il tempo di allontanarsi di pochi metri – troppo
pochi, maledizione, da jeep.
Gli aveva afferrato il polso e l’aveva tirato
giù a sedersi sulla sabbia.
Gli aveva preso la testa e l’aveva baciato
di nuovo, prima di iniziare a fare… quelle cose.
Ogni tanto trattiene il fiato e stringe le labbra. Il suo cuore batte veloce
come quello di un animaletto spaventato.
Stringe le mani attorno alle mie
braccia e non fa altro.
Immobile tra i brividi lievi che gli provoco, ed
incerto.
Mh. Neanch’io so come muovermi,
con un uomo.
Gojyo succhiava in quel
modo quel punto. Strattonava il collo della sua
maglia per raggiungere più pelle da baciare, e con l’altra mano cercava uno
spiraglio nella veste.
Poi aveva scosso la testa, e lasciato stare. L’aveva
afferrato per i fianchi e lo baciato, mentre scivolavano sulla sabbia quasi a
sdraiarsi l’uno sull’altro.
Sento le sue braccia irrigidirsi, come se mi volesse allontanare, e non
capisco. Il suo bacio (timidi, sono così timidi i suoi baci…) si raffredda. Si
stacca.
-Ehi… cosa c’è?-
I suoi occhi sembrano frammenti di specchio,
riflettendo il cielo limpido di stanotte.
-Sanzo.-
Cosa voleva, cosa pretendeva? Che si spogliasse davanti a lui, lì, sulla
sabbia fredda? Che si lasciasse toccare come una delle sue donne? Solo perché
lui era così… così…
“ …come un miele / che inebria l’aria; un suo vapor che
bagna / l’anima d’un oblio dolce e crudele. …”
-Sanzo.-
Mi sposta, nervoso come un animale braccato.
-Cazzo, Sanzo,
cosa c’è!?-
Si mette in ginocchio, voltandosi dall’altra parte, poi si alza
in piedi e barcolla.
-Nulla. Cazzo, nulla. Lasciami fumare quella cazzo di
sigaretta.-
Wow. Tra tutt’e due… siamo di una finezza.
Mh… che razza di sospiro mi esce.
Gojyo si era avvicinato e gli aveva sfiorato la spalla.
Gli tremano tanto le mani che non riesce a far scattare l’accendino.
-Ehi,
calmati un attimo.-
-Lasciami.-
L’aveva voltato con forza. La sigaretta gli era caduta dalle labbra, ma era
riuscito a prenderla.
Gojyo aveva stretto le labbra in una linea dura, e aveva
fatto un passo indietro.
Abbassa gli occhi. E, per tutte le strionzate che fa e dice, non riesco ad
arrabbiarmi troppo con lui.
-Lasciami fumare.-
Alla prima boccata fa una
faccia starna, come se fosse fumo troppo amaro.
Impreca sottovoce, scuotendo
la sigaretta tra i denti. Si scosta i capelli dal viso.
Mi guarda
sottecchi.
Gojyo si era leccato le labbra e si era sistemato i pantaloni, facendo per un momento una buffa smorfia infastidita.
-Mi spieghi cos’hai intenzione di fare?-
Prende tra l’indice e il pollice
la sigaretta, l’allontana dalle labbra dischiuse ed espira lentamente il
fumo, socchiudendo le palpebre, che tremano un po’.
Tira ancora una volta,
poi si decide a rispondermi. –È meglio che la piantiamo qui.-
-Cosa…?-
Mi
guarda finalmente dritto negli occhi. –Torniamo indietro e ci mettiamo a
dormire.-
Si volta. Quello stronzo vuole davvero lasciarmi qui
così…
-Senti, tu…!-
Sanzo si strofinò il polso. Gojyo aveva una presa ferrea. Quando l’aveva strattonato all’indietro, aveva sentito l’articolazione della spalla crocchiare.
Quasi mi cade addosso. Lo afferro per le spalle.
-Cosa cazzo hai in mente, me lo
vuoi spiegare?-
Sanzo spense mordendosi un labbro il ricordo di quello strano fremito che l’aveva attraversato, mentre era a pochi centimetri dal suo viso, dal suo corpo.
Sbatte le palpebre velocemente e prende fiato. –…Sta…
degenerando.-
Degenerando?! –Ma tu cosa pensavi di fare, eh? Pensavi
t’invitassi a cercar fragole, o a fare una passeggiata? Oppure pensi di poter
portare una persona a questo punto e poi dirle “no”?-
O è terribilmente
stupido o terribilmente bastardo. Mai, mai nessuno mi aveva trattato così prima.
Maledetta quella sua arroganza da principino, pensa che io sia qui per
soddisfare i suoi capricci?
…Come se non fosse già tutto troppo complicato,
per me, perché lui è, per gli dei!, un uomo.
Chiude per un momento gli occhi,
poi mi fissa con quell’espressione acida ed altezzosa. –Che vorresti farmi,
spiegami. Costringermi?-
Costringerlo…?
Merda. Allora sono io a
comportarmi in maniera assurda?
Mi ha davvero fatto impazzire?
La sua presa si era allentata e il suo sguardo oscurato.
Sanzo aveva provato una punta
di senso di colpa, vedendolo, perché ricordava benissimo quanto si avvicinava
alla venerazione, il tocco avido delle sue mani.
Distolgo lo guardo e lo mollo, che altro potrei fare?
Sono così furioso
che tremo, ma se è davvero stato solo un mio trasporto, senza alcuna sua
partecipazione?
-Almeno dimmi perché ti sei lasciato baciare. Dimmi almeno
perché hai risposto ai miei baci.-
“…Nel cuore, il languido fermento / d’un sogno che arse notturno e che s’era / all’alba, nell’ignara anima, spento. // …E dirmi sentia: Vieni! // Vieni!...”
Deglutisce. Il suo sguardo arrogante vacilla e poi cade. –Non… lascia perdere. Come se non fosse successo.-
Sanzo chiuse gli occhi. Gojyo era quello. “Fior
di morte”
.
Proibito da toccare, o anche solo da
avvicinare.
Un profumo troppo buono per essere annusato, un nettare troppo
dolce per osare inebriarsi con esso, rischiando la vita stessa.
Solo la sua
presenza era stata la condizione necessaria a far fermentare quel liquore troppo
forte, troppo. Da lungo tempo si preparava ad essere assaggiato, racchiuso qui,
all’altezza dei fianchi.
Gojyo l’aveva fatto pian piano risalire lungo tutto
il suo corpo, per ogni vena, ogni capillare. E aveva iniziato a berselo dalle
sue stesse labbra, con quei baci.
L’avrebbe consumato, sicuramente, fino a
renderlo riarso.
Però… Sanzo davvero
non era riuscito, davvero per lui era stato impossibile non avvicinarsi a lui
per avere solo un assaggio del suo profumo squisito.
-Gojyo. Smettiamola con questa stronzata.-
Lo sto odiando.
Mi ha fatto
fare una cosa che assolutamente non mi appartiene, mi ha fatto desiderare un
uomo, e io mi sono piegato, come un cretino, a questo desiderio. Ed ora lui dice
che è una stronzata.
Lo sto odiando con tutto me stesso.
-Fa quel cazzo che ti pare.-
Gojyo l’aveva lasciato lì. Era stato lui a voltarsi ed andarsene, affondando
i passi pesanti nella sabbia.
Sanzo ricordò di aver sentito uno spasmo allo
stomaco, una spiacevole sensazione di freddo.
Aveva raggiunto Jeep e aveva
tentato di addormentarsi.
Non l’aveva sentito tornare.
x Melchan .::. EhEhEhEh...
tu hai proprio la piuma giusta per solleticare il mio egocentrismo (già
ipertrofico)! Frrr... aria elettrica... poi è finito tutto con una doccia
fredda! Iiiiiiiiiiiiih, Gojyo mi odia. Fratellino non troppo (Ehi, ho preservato
intatta la sua verginità!)
Però Gojyo mi odia. nel capitolo prossimo, forse,
rimedierò.
x Sakura87 .::. Gojyo dissente
veementemente sul fatto che Sanzo possa in tutti i sensi entrargli
dentro.
Panna e fragole? Ma Fratellino non è allergico, alle fragole (o era
una scusa per non mangiare il gelato?)? Mi informerò... Però è azzeccato, sai?
Una volta, Gojyo ha detto:- Sanzo è come quei dolci da tenere in frigorifero. E'
un sacco freddo, ma una volta che l'assaggi, la mousse è così morbida e dolce,
che...-
Riguardo la 5x3. Dimmi tu quando.
x Maryon
.::. =GRIN!!= ^_- Eeeh!! Avrò tante occasioni per scrivere un Sanzo
checcachecca! Non hai idea di quanto esca bene! Beh... visto che è una storia
breve, temo che il loro carattere cambi piuttosto velocemente.
Mah. Io tento
di non togliergli niente, ma di accentuare alcuni tratti. Spero che non mi
vadano trooopooo OOC.