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Autore: AsfodeloSpirito17662    22/03/2013    5 recensioni
"Oh Merlino, Paciock...”
“Ho toccato il fondo Draco, sono alla deriva”
“Eh, me ne sono accorto”
“Vaffanculo”
“Senti, di certo tutto mi aspettavo tranne che Paciock. Ovvio, sempre meglio di Sfregiato. Credo che in quel caso ti avrei sbattuto fuori di qui a calci nel culo”
[...]
Uno sbuffo di risata, che durò troppo poco perché fosse reale. Incrociò le braccia al petto e si voltò verso il divano. Ora Blaise era in piedi e lo osservava con un’espressione comprensiva. Stava ancora condividendo il suo dolore, non aveva mai smesso di farlo.
“Te ne sei innamorato?”
“Credo che sia un termine azzardato”
“Ti consiglio di capirlo più in fretta che puoi Blaise, perché anche se lo pensiamo, non abbiamo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Non chiederti perché proprio adesso. Sii grato che sia successo abbastanza presto”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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VENTESIMO CAPITOLO


Need to know if you're letting go

It's alright, alright, it's alright

Didn't know I was hurting you so

It's alright, alright, it's alright.

See me then investing so much

In you, in you, in you

Came so close to the edge

I do, I do, I do

This is just one of those lonely night

The good times gonna come

(Good times gonna come, Aqualung)







Fine gennaio, un mese dall'adozione di Mathias.






Doveva fare qualcosa, non poteva continuare a vederlo così.

Non che ci fosse qualcosa che non andasse, apparentemente.

Appunto.

Apparentemente.

Neville tamburellò le dita sul trattato di ricerca che stava scrivendo, appollaiato sul davanzale della finestra in camera sua. Sul naso cadevano degli anonimi occhiali da vista che utilizzava solo per leggere e che in quel momento non gli erano di nessuna utilità. Si era alzato dal letto in silenzio, con tutte le buone intenzioni del mondo; adorava la mattina, perché il mondo era avvolto in una sorta di calma così surreale che neanche la sera possedeva. La luce gradualmente illuminava le strade, i tetti delle abitazioni e l’interno della sua casa; assistere a quel cambio così lento ma costante tra oscurità e chiarore, farne parte con gli occhi ben aperti, lo rilassava.

I suoi begli occhioni castani, tuttavia, benché le sopra citate buone intenzione fossero del tutto nobili, erano calamitati dal corpo di Blaise semi celato dalle lenzuola del suo letto.

Finalmente aveva avuto il coraggio di invitarlo a casa sua, una volta tanto. Se non l’aveva fatto prima, la colpa era stata di Alberic, che aveva l'incredibile capacità di imbarazzarlo anche a distanza, con i suoi modi di fare. Gli bastava pensare al cugino che una smorfia di vergogna tentava di fargli raggrumare le labbra.

Alberic, tuttavia, era pur sempre suo cugino e prima o poi avrebbe dovuto far conoscere quei due! Senza contare il fatto che andare a casa di Blaise, ultimamente, lo metteva a disagio per diversi motivi, a partire dai suoi quadri guardoni.

Sì, si era finalmente accorto di loro ed era praticamente certo, ora, che la madre di Blaise sapesse tutto.

A Natale, un mese prima, aveva avuto solo la vaga sensazione che Constance lanciasse loro delle battutine sapute. Ma con la consapevolezza che aveva acquisito, ripensando a quello che la donna aveva detto durante il corso della cena, avrebbe voluto tentare il suicidio. Altro che buca per raggiungere la Cina! Gli ritornarono in mente alcune frasi...


Blaise, caro, non credi ci siano un po’ troppe “forchette” in tavola?”

Cosa? No, mamma. Sono quattro, non vedi?”

Oh, che sciocca! Deve essere l’età che avanza a rendermi così distratta. Spero che il tuo compagno non ci faccia caso!”

Il mio cosa?!”

Compagno di scuola! Lo so che non siete più degli studenti, ovviamente, ma sei mio figlio, ai miei occhi apparirai sempre come-”

Okay va bene così mamma, abbiamo capito”

Neville, non lo trovi delizioso quando si infervora?”

Emh... veramente io...”

Oh, ma, caro! Hai preso freddo, stanotte? Quella sciarpa ha l’aria di essere pesante. Eppure le temperature erano così miti...”

No... no è che... cioè...”

Magari in Scozia lo sono state, ma non qui, mamma. Perché non assaggi l’arrosto?”

Tu pensi che-“

Assaggialo


Neville sentì la faccia andare a fuoco. Adesso i discorsi di Constance avevano un senso e probabilmente Blaise aveva capito prima di lui a che gioco stesse giocando sua madre, considerando che ogni tre per due aveva tentato di ficcarle qualcosa di commestibile in bocca per farla tacere. Era sicuro che l’altro non gli avesse detto nulla per non metterlo in imbarazzo; il Serpeverde, in effetti, spesso lo accusava di essere troppo imbarazzevole.

Con un sospiro tranquillo sorrise, osservando la schiena di Blaise muoversi con lentezza ad ogni placido respiro. Il contrasto che la sua pelle scura creava con le lenzuola bianche lo affascinava; Blaise era bello ed aveva eredito la sua bellezza dalla madre, alla quale somigliava davvero tanto.

Non avrebbe mai pensato che sarebbero giunti a quel punto.

A fine gennaio, ancora non avrebbe saputo dire cosa fossero, esattamente, lui ed il Serpeverde, ma Neville era sempre stato un tipo paziente; del resto, ci era voluta proprio quella, la pazienza, per giungere al risultato che infatti aveva ottenuto. Non che ci avesse creduto sul serio, ma ultimamente il tentar non nuoce era diventato il suo motto da battaglia.

Blaise era una persona molto ragionevole, fuori le lenzuola ed ogni cosa che faceva, ogni cosa che diceva, aveva un suo perché; calcolatore fino al midollo, per riuscire a capire cosa stesse pensando, ti costringeva a sudare sette camicie.

Eppure... eppure quando si scoprivano, quando lui lo toccava e lo baciava e lo faceva suo, Neville non vedeva ragione nei suoi gesti, ma solo puro impulso. Blaise lo faceva sentire desiderato senza neanche aprire bocca e questo era uno degli aspetti che maggiormente esercitavano fascino su di lui, alimentando giorno dopo giorno (sempre più) la cotta che s’era preso.

E la cotta non era recente.

E non risaliva neanche a tre o quattro mesi prima.

E probabilmente, a quel punto, di banale cotta neanche si poteva parlare.

Appoggiò la testa contro il vetro della finestra, stringendosi nel plaid che aveva recuperato dall’armadio, perché la stoffa leggera del pigiama (ritrovato a tentoni), non era il massimo, da sola, per combattere il freddo.

Anche lui aveva desiderato Blaise e non si era comportato proprio nobilmente, per cercare di averlo.

Mathias era stato un pretesto.

Un pretesto che aveva usato per avvicinarsi a lui.

Benché volesse davvero bene al bambino ed i suoi sentimenti fossero stati nobili, volti ad una buona causa, sapeva di aver voluto di proposito sfruttare la situazione a suo vantaggio per creare un contatto. Un legame. Aveva finto innocenza da parte sua, puro altruismo, ma non c’erano stati solo quelli.

Si era sentito incredibilmente subdolo e Serpeverde quando Mathias si era presentato, quella mattina, sulla soglia di casa sua; ma sapeva che sarebbe successo. L’aveva visto, mentre si infilava in tasca il suo biglietto da visita al Ministero, ma non aveva detto nulla. In realtà, aveva ardentemente sperato che le cose andassero come poi in effetti erano andate.

Forse Neville desiderava Blaise più di quanto l’altro desiderasse lui.

Era stato un cattivo Grifondoro, realizzò, ma tutti i suoi sensi di colpa vennero scacciati via quando la sensazione soverchiante di attrazione, mentre beveva metaforicamente gli occhi di Blaise che si schiudevano su di lui nel momento del risveglio, gli tolse il respiro.

Lo amava.

Lo amava dannatamente, ma credeva che dirglielo, non sarebbe stata una buona idea. Aveva paura di allontanarlo e non poteva permetterlo, non dopo tutta la fatica che aveva fatto per avvicinarlo.


Ehi...”

Ehi”


La voce resa roca dal sonno di Blaise era un balsamo per le orecchie di Neville. Non c’era una singola cosa, nel Serpeverde, che non lo attirasse. Si chiese per quanto tempo ancora gli sarebbe stato concesso di assistere al suo risveglio.


Che ore sono?” il moro si passò una mano sulla faccia, cercando di scacciare via i rimasugli della lunga dormita.


“Quasi le undici...”

Che cosa?!”


Neville rise di gusto, Blaise odiava alzarsi tardi, non era un pigrone ed aveva un mucchio di cose da fare. A sua detta.


Perché non mi hai svegliato?” commentò infatti quello, senza neanche cercare di mascherare la sua stizza. Neville se la fece scivolare addosso con abilità consumata.

Perché avrei dovuto farlo? Dormivi così bene... e mi avevi detto che oggi non saresti dovuto andare al Ministero”


Blaise mugugnò qualcosa, forse quella che sarebbe dovuta essere una protesta, ma la morbidezza del cuscino riuscì a corrompere la sua insofferenza. Affondò la faccia tra le coltri, godendo del calore delle coperte e del pallido sole che illuminava la stanza. In silenzio, lanciò un’occhiatina verso Neville, che si era tolto gli occhiali: sapeva che non avrebbe più scritto un accidente e tanto l’ispirazione gli era pure passata (anche se i trattati collegiali non avrebbero dovuto basarsi su mera ispirazione, coff).

Blaise scostò le coperte dal lato vuoto del letto con un braccio.


Vieni qui” lo invitò, senza tanti preamboli, con un tono che sembrava più un comando che una richiesta.


Neville ebbe una specie di palpitazione ed accantonò la ricerca sul davanzale della finestra, trascinandosi invece dietro il plaid. Gattonò sul letto fino a sdraiarsi accanto a Blaise, che infilò le mani sotto la coperta del Grifondoro, per avvolgerlo con le braccia. Quando scoprì che sotto il plaid c’era il pigiama, arricciò la punta del naso. Non ci siamo Paciock, non ci siamo proprio.


Sto aspettando, Paciock”

Eh?”

Neville sfarfallò meravigliosamente le ciglia, tutto arruffato.

Ho detto che sto aspettando” insistette Blaise, parlando più lentamente.

Sì, ho capito. Ma che cosa?”

Il Serpeverde schioccò seccamente la lingua sul palato.

Allora non hai capito” sentenziò, criptico. Neville iniziò da subito a mostrare segni di insofferenza.

Merlino, perché devi sempre parlare per enigmi?”

Io non parlo per enigmi”

Sopratutto appena sveglio, ma come ti va?”

Solo tu li consideri enigmi”

Ma non lo spegni mai il cervello?”

Potrei chiederti invece se tu lo accendi, ogni tanto”

Sono un comune mortale!”

È il buongiorno più triste che abbia mai ricevuto”

Il Grifondoro restò in silenzio per istanti troppo brevi, perché avesse afferrato bene il senso della frase.

Scusa, ora che lo so, la prossima volta ti farò trovare una banda di folletti canterini! La vuoi?”

Blaise emise un lamento che seppe di profonda esasperazione.

No, brutto idiota che non sei altro, voglio questo


Affondò le mani nei capelli di Neville, percorrendo prima la sua schiena sopra la stoffa del pigiama e lo attirò contro di sé per baciarlo. Lo baciò lentamente, carezzando le sue labbra per indurle a socchiudersi, prima di mangiarle con un languore che solo il sonno appena terminato avrebbe potuto dare. Neville sentì dei brividi percorrerlo lungo il corpo. Era un bacio dannatamente erotico e la bocca di Blaise che viziava la sua, sembrava avere tutto il tempo del mondo per farlo.

Solitamente, presi dalla cupidigia del momento, non ci andavano proprio cauti.

Quel modo di fare però, era nuovo e Neville si sentì imbarazzato dall’idea che, così facendo, Blaise avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per osservarlo, per vedere come reagiva.

Fortuna che era sdraiato, perché sentiva le ginocchia ridicolmente molli.

Rotolarono tra le lenzuola e Blaise lo sovrastò, lasciando scendere le labbra lungo il profilo della mascella, cercando la pelle morbida e calda del collo. Con un sospiro lieve, Neville toccò la schiena nuda del Serpeverde, percorrendone con le dita la spina dorsale, nell’esatto momento in cui Blaise lo mordeva proprio lì, in quel punto che gli indirizzava sempre una scarica di eccitazione direttamente all’inguine. Inumidì le labbra con le palpebre socchiuse ed avvertì gli occhi di Blaise sul suo viso; inevitabilmente arrossì e l’altro, un sorriso obliquo che si stendeva contro la sua pelle, accarezzò con la punta del naso la sua guancia lentigginosa.


Mi piace quando ti imbarazzi” sussurrò malignamente ed il suo respiro non gli parve mai più caldo di così. Neville sarebbe voluto sparire all'istante, sentiva la faccia andare a fuoco.

Zitto!” sibilò, cercando di incenerirlo con lo sguardo. Blaise però, sembrava essersi perso in un mondo tutto suo.

E mi piacciono le tue lentiggini”

...”


Neville lo guardò con un colorito che sfiorava le sfumature del viola, il cipiglio vagamente offeso perché l’altro gli stava dicendo quelle cose di proposito. Per metterlo in difficoltà.

Lo odiava.

E lo adorava.

Era un bel dilemma, accipicchia.

Socchiudendo gli occhi, Blaise gli mordicchiò la guancia, dove di solito faceva capolino la fossetta della felicità, come lui l’aveva rinominata, perché quando appariva voleva significare che Neville stava sorridendo. Ovviamente aveva tenuto per sé quel nomignolo, si rifiutava di assecondare certe smancerie verbali.

Il Grifondoro, per evitare di morire di vergogna, voltò la testa verso di lui e senza preavviso lo baciò, perché era l’unico modo che aveva per distrarlo.

E a Blaise, francamente, stava bene.

Puntò i gomiti ai lati della sua testa e scavalcò con una gamba il corpo steso sotto di lui, mettendosi a cavalcioni sulla sua vita, senza smettere di baciarlo. Con le mani scacciò il plaid, per infilare le dita oltre il bordo della maglietta che l’altro indossava ed accarezzò la pelle calda dei fianchi, muovendo con malvagità il bacino contro il suo. Quel movimento riuscì a strappargli un gemito sorpreso.

Blaise era avvantaggiato, perché non aveva niente addosso e Neville poteva sentire sotto le sue mani i muscoli della sua schiena tendersi, quando si chinava per togliergli il respiro con le labbra. Avrebbe voluto...


Buon giorno cugino!”


Neville spalancò gli occhi, sentendosi letteralmente gelare sul letto. Si ritrovò a fissare il soffitto, con Blaise troppo occupato a marcare il territorio contro il suo collo. Almeno, quello fino a qualche secondo prima.


Buon giorno anche a te, ragazzo di mio cugino!”


Le labbra del Serpeverde abbandonarono la pelle calda e soffice di Neville e si atteggiarono in un poco-serio broncio di delusione. Voltò la testa verso Alberic, che se ne stava appoggiato contro lo stipite della porta a braccia incrociate, un sorrisetto irriverente e saputo a piegargli le labbra fini.

Non ha neanche la decenza di sentirsi in imbarazzo! Pensò Neville, diventando a quel punto davvero paonazzo. Si era dimenticato di chiudere la porta ma, ne aveva la certezza, da quel giorno sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto ogni maledetta volta che sarebbe entrato nella sua maledetta camera.

Porco Godric!

Inspirò a stento, girandosi a sua volta verso il cugino che ammiccava con aria saputa; Blaise, rimasto seduto sopra di lui, aveva drizzato la schiena e lo guardava con una sorta di calma piatta.

Non gliene fregava un accidente di essere nudo?!

A Neville fregava eccome, però, tant’è che si accertò che le coperte celassero alla vista di Alberic tutto ciò che non fosse il petto di Blaise. E già quello era un po’ troppo!


Non agitarti zuccottino, volevo soltanto controllare foste vivi” sciorinò suo cugino, con una certa nonchalance.

Alberic!” Neville cercò di mettere sin da subito un freno alla situazione, prima che questa gli sfuggisse di mano. Il biondo non fu neanche vagamente intimidito dal tono minaccioso che il Grifondoro gli riservò.

Sai sono le undici passate e-”

Fuori!”

Di solito a quest’ora ficchi già il naso tra le tue strane piante e-”

Fuori dalla mia stanza!”

Non sono in grado di usare il tosta pane ma, ehi! Posso rinunciarci se questo vorrebbe dire permettere a-”

Dov’è la bacchetta? Dov’è la mia bacchetta?!”

Due fantastiche tortorelle quali siete voi di tubare amore e gioia nell’aria, questa casa ne ha bisogno! Ma-”

Sto per schiantarti Alberic, sappilo, sto per schiantarti!”

Credo che la prossima volta dovresti prendere precauzioni migliori, pasticcino, se non vuoi-”

Blaise, non trovo la mia, dammi la tua bacchetta!”

Alberic allargò gli occhioni azzurri, le labbra candide formarono una O perfetta.

Oh-oh, ecco il lato nascosto di mio cugino mentre fa proposte oscene! Andateci piano con le parole, ragazzi, sono ancora un’anima innoc-”

FUORI!”


Un libro dalle dimensioni considerevoli (le mille proprietà della belladonna, tanto per intenderci), sfiorò l’orecchio di Alberic, che giusto in tempo evitò la collisione con uno scatto agile, quasi felino. Il biondo guardò il cugino con tanto d’occhi, fingendo sconcerto con una sapienza che Blaise apprezzò.


Hai tentato di uccidermi!” esclamò, pieno di melodramma, poggiando una mano all'altezza del cuore. Il suo sconcerto parve quasi vero, tuttavia Neville non si fece impietosire, nemmeno un po'.

E non ci sono riuscito! Ma aspetta che riprovo, magari stavolta mi dice meglio!”

Ferisci i miei sentimenti, schiopodino” Alberic sfoderò senza ritegno la sua arma migliore: il labbro tremulo “Ma un gentiluomo sa quando è il momento di ritirarsi! A mai più rivederci, miei Lords!”


Il ragazzo chiuse la porta con uno scatto ed il silenzio cadde nuovamente nella stanza. Un sorrisetto che sapeva di divertimento piegò le labbra di Blaise, ma Neville non si mosse, continuando a fissare la porta con aria astiosa. Dopo qualche secondo, quella si schiuse nuovamente.

Lo sapeva!


Ci hai ripensato?”

Il Grifondoro ringhiò pericolosamente.

NO! FUORI!”

Uffa...”


La testa bionda di Alberic sparì (stavolta definitivamente) dalla sua camera.

Neville espirò rumorosamente, schiaffandosi le mani sulla faccia per cercare di combattere il rossore che lo stava facendo andare a fuoco. Maledetto Alberic, gliel’avrebbe fatta pagare! L’avrebbe sfrattato e l’avrebbe mandato a vivere sotto i ponti!

Blaise intanto se la stava ridendo di gusto, con le mani appoggiate sullo stomaco del Grifondoro; questi, schiudendo le dita, lo spiò silenziosamente ed un pensiero fugace gli attraversò la mente. Forse suo cugino non era stato così inutile, dopo tutto.


Dico, davvero, non posso credere che siate parenti!” commentò il Serpeverde, cercando di darsi un certo contegno. Ma era davvero difficile, Alberic era così... così anti Paciock!

Non ci credo nemmeno io” la voce laconica di Neville cozzò terribilmente con il suono della risata di Blaise.

Tuo cugino è troppo divertente!”

Ehi, vorresti dire che io non lo sono?!”


Blaise sorrise, osservandolo con aria ruffiana dall’alto. Si chinò per dargli un bacio sulle labbra.


Sei divertente, a modo tuo” soffiò, tirandosi di nuovo su per guardarlo bene, con un'espressione di quelle che sapevano irritare abilmente Neville, perché erano da stronzo.

Cioè?!”

Vuol dire che sei divertente per me

Cioè?!”

Santo Salazar eremita, Paciock! I tuoi modi di fare, sono buffi!”

Il Grifondoro mostrò sincera indignazione.

Io sarei buffo?!” ripeté, perché onestamente non poteva credere alle sue orecchie.

Sì!”

Ora sono anche offeso, oltre ad essere buffo!”

Mi piace quando sei offeso...” Blaise provò ad aggirare l'ostacolo con tono suadente, ma avrebbe dovuto fare meglio di così.

Non ci provare, sono troppo concentrato, non riuscirai a rincoglionirmi anche stavolta!” sbottò infatti Neville, deciso a non lasciarsi distrarre per l'ennesima volta. Il Serpeverde arcuò le sopracciglia con eloquenza.

Lo vedi che sei buffo?”

Non stavo mica scherzando!”

Lo so, è questo che rende ciò che hai detto... buffo”

Se lo dici un’altra volta ti uccido!”

Blaise adocchiò con sufficienza il dito che gli venne puntato contro.

Davvero?” commentò, facendo rotolare pigramente le parole sulla lingua “I libri sul tuo comodino sono finiti”

Ho i miei metodi!”

Un sorriso indecente sferzò l'aria.

Mh... la cosa potrebbe interessarmi...”

È inutile che cerchi di infilarmi le mani sotto la maglietta, sono ancora concentrato!”

Mi piace anche quando tuo cugino ti fa farneticare come un isterico”

Non so, c’è qualche altra offesa di cui vorresti mettermi al corrente? Visto che ci siamo! E smettila di fare... quello! Tanto non funziona!”

Ah, no?”


Tanto per la cronaca, le mani di Blaise si erano infilate eccome sotto la sua maglietta. L’avevano sollevata senza troppe difficoltà e poi la sua bocca era scesa a tracciare il profilo della clavicola con la punta della lingua. Dal centro del petto, una serie di baci umidi e di morsi, avevano deconcentrato Neville, anche se lui era convintissimo di essere ancora concentrato. Ma convinto, eh.

Mentre Blaise teneva le mani sulle spalle di Neville, le sue labbra vezzeggiarono lo stomaco, provocando dei tremori tutt’altro che spiacevoli.

Il respiro caldo del francese contro la sua pelle, la bocca morbida che lo toccava delicatamente e che dallo stomaco scendeva verso la pancia, come seguendo un sentiero...


Questo funziona?” la sua voce roca e bassa, gli causò una fitta all’inguine.

Oh, Godric, sì, sì, funzionava!

Blaise leccò la pelle della pancia ed i muscoli del corpo sotto di lui, si tesero per il desiderio che iniziò ad incendiare la sua pelle. Nei punti in cui la bocca del Serpeverde aveva lasciato un segno, Neville avvertì come delle impronte fatte tracce bollenti. Dischiuse le palpebre, vide che Blaise lo stava osservando con un sorriso saputo e molto poco candido. Lo costrinse a mantenere il contatto visivo e scese a chiudere i denti candidi sull’elastico dei pantaloni del pigiama.

Neville credette di morire, mentre lo osservava tirarli giù con lentezza... Merlino, era riuscito a rincoglionirlo ancora!


*


Stavolta fu Neville a trovare Blaise già sveglio, seduto sul davanzale dove qualche ora prima era stato lui; stava guardando fuori, oltre il vetro chiuso, ed aveva di nuovo quell’espressione assorta. Il Grifondoro, avvolto nelle coperte, restò ad osservarlo in silenzio, acquietato da un languore che non avrebbe mai voluto abbandonare.

Come aveva detto, doveva fare qualcosa. Qualsiasi cosa.


Hai risposto al suo gufo?”


Blaise non si voltò nemmeno verso il letto, continuando ad osservare il paesaggio dalla finestra. Una strada e dei villini a schiera, uguali a quello dove si trovava lui. Una visione piuttosto monotona, ma la zona era tranquilla. Indossava solo una maglia ed i boxer, ma sembrava non sentire freddo.


No” rispose in un soffio appena percettibile.


Perché?” Neville corrugò la fronte, ponendo la domanda con un tono di voce quieto. Voleva che Blaise si sentisse tranquillo.


L’altro sospirò silenziosamente, lo dedusse dal petto che si era gonfiato e sgonfiato nel giro di qualche secondo.


Che senso avrebbe?”

Blaise...”

Cosa? Dimmelo, rispondimi. Che senso avrebbe?”

Si voltò verso di lui, il volto privo di espressione.

A lui farebbe piacere” rispose piano Neville, tirandosi su di un gomito.

Lo so”

E allora?”

Allora che?” il tono secco del Serpeverde fece quasi titubare il suo coraggio Grifondoro.

Non ti basta questo? Sapere che a lui farebbe piacere?”

No! Cioè, sì...”

Blaise, mi spieghi qual è il problema? Perché è evidente che c’è”


L'altro rimase in silenzio qualche secondo, abbandonato contro il vetro della finestra.


È di questo che si tratterà?” pronunciò con lentezza, non troppo forte “Uno scambio di lettere sempre più informale?”

No, avevamo detto che ci saremmo visti, qualche volta!” Neville corrugò la fronte, cercando con tutta la buona volontà di riuscire a cogliere il nocciolo della questione.

Sì, bel contentino che gli diamo” rispose l'altro, mentre le labbra assumevano una piega contrariata.


Il Grifondoro sospirò e si mise a sedere, ma non appena lo fece, un brivido gli percorse la spina dorsale. Guardandosi intorno, andò a raccattare la sua maglietta poco distante e la infilò.


Non eri tu quello che voleva una famiglia più giusta per lui?” domandò, mentre i capelli arruffati sbucavano fuori lo scollo. Blaise distolse lo sguardo con una certa difficoltà.

Sì e lo voglio ancora”

Adesso ce l’ha!” rincarò l'erbologo, arcuando le sopracciglia con perplessità.

Neville, non dirmi che non capisci perché non ci credo. Se non lo puoi fare tu, allora nessuno può”


Il Grifondoro strinse le labbra, distogliendo lo sguardo da Blaise per fissare intensamente le pieghe delle lenzuola. Si sentiva già abbastanza tirato in causa, non c'era bisogno che l'altro lo sottolineasse a quel modo.


Voglio una famiglia più giusta per lui” continuò Blaise “Ma non sono sicuro che siano loro quelli giusti”

Mi hai detto che ti sono sembrate persone carine”

Sì e penso che lo siano davvero. Ma sono troppo carine”

Che vuoi dire?”

Il Serpeverde sospirò quasi con frustrazione, prima di continuare.

Voglio dire... non mi sembrano tipi da aver superato chissà quali diavolo di problemi nella vita. La maggior preoccupazione di lui è quale cravatta mettere al mattino e quella di lei è essere la sposina e la mammina perfetta, te lo dico io”

Se anche fosse, cosa c’è di sbagliato nel voler dare il meglio di sé come moglie e come madre?”

Niente, se non hai a che fare con un bambino dalla vita devastata che non può essere capito da persone che non hanno provato sofferenza”

Neville alzò le braccia per aria, prima di lasciarle ricadere pesantemente sul materasso, con una certa esasperazione.

Ma non puoi esserne certo!” ribatté, cercando di risultare conciliante “I problemi ce li hanno tutti Blaise, non te lo devo dire io”


Il Serpeverde si stava comportando in un modo stranamente irrazionale, rifletté guardingo.


Mathias è venuto a stare da me ad ottobre ed ha ceduto solo a dicembre. Ha resistito più di un mese, perché non ci conosceva, non si fidava di noi ed aveva paura. Gli ho detto che non doveva più averne, ma adesso? Si trova di nuovo con persone che non conosce, di cui dubito seriamente si fidi, che non sanno niente di quello che gli passa per la testa e non so se ha ricominciato ad avere paura”


Neville ammutolì, perché capì con una lucidità sconcertante che Blaise si sentiva responsabile. Si sentiva responsabile della possibile infelicità di Mathias.

Trovò da qualche parte anche i pantaloni e le mutande e dopo aver indossato entrambe le cose, si alzò dal letto per avvicinarsi al Serpeverde.


Devi chiederglielo Blaise, chiedigli se ha paura” sussurrò accorato, cercando di imprimere in quelle parole tutta la convinzione di cui disponeva. Ovviamente non bastò.

No” rispose quello, con cocciutaggine, tornando a guardare fuori la finestra.

Perché no?”

E se dovesse dire di sì?”

Neville lo vide stringere con forza l'orlo della maglia che indossava.

Lo aiuteremo insieme” tentò ancora, gentilmente. Blaise respinse con cinismo anche quel tentativo.

Certo, ci installeremo a casa dei Moore come tu ti sei installato a casa mia” il suo tono di voce sarcastico e sprezzante indispettì Neville una volta per tutte.


Lo sai cosa? Lascia perdere Blaise, cuoci pure nel tuo dubbio e continua a farti domande che non avranno risposta. Continua ad ignorare i gufi di Mathias, altro che lettere informali! Non ci saranno nemmeno quelle, se intendi continuare a comportarti come stai facendo! Se non volevi che Mathias andasse con altre persone, avresti dovuto semplicemente impedirlo! Non avresti mai pensato di poter vedere le cose da questa prospettiva, non è vero? Volevi talmente tanto che se ne andasse che adesso non riesci nemmeno ad ammettere di rivolerlo indietro! Ma se non ci arrivi tu, Blaise, io non posso aiutarti davvero!”


Neville lasciò la stanza con un’espressione scura sul volto. Non avrebbe mai voluto sbottare a quel modo, ma il Serpeverde era così testardo che in certi momenti gli si poteva parlare solo sbattendogli le cose in faccia.

Questo non voleva dire che era stato facile.

Non fece in tempo a chiudere la porta che fu sommerso dai sensi di colpa. Si sentì uno schifo, aveva capito che Blaise si riteneva colpevole per aver lasciato andare Mathias, dopo le promesse che gli aveva fatto... E lui invece di aiutarlo, gli aveva risposto per le rime.

Imponendosi di non cambiare la sua posizione, un passo dopo l’altro, scese le scale e si diresse in cucina.


Blaise era ancora seduto sul davanzale della finestra, ma non era più rilassato. Si era evidentemente irrigidito ed aveva la fronte aggrottata.

Voleva indietro Mathias?

Aveva solo venticinque anni, non era davvero la persona più ideale per prendersi cura di un bambino! Non ne era capace, era troppo giovane (ma comunque Potter aveva la sua età ed aveva un figlio)!

Avere indietro Mathias... Maledetto mostriciattolo con l’abilità di fare il lavaggio del cervello alle persone.

Puntò lo sguardo verso la scrivania di Neville, dove erano appoggiate quelle che il Grifondoro aveva chiamato penne. Servivano per scrivere, a quanto sembrava.

Si alzò dal davanzale ed andò a frugare nei cassetti della scrivania, trovando alcuni fogli puliti. Non sapeva cosa stava facendo, non lo sapeva davvero.

Impugnò la penna, osservandola con aria critica e cercò di capire come farla funzionare. Tolse quello che doveva essere il tappo ed apparve la punta.

Ah, ecco come.

Quando con la mente annebbiata dalla confusione si chinò sul foglio, sentì un fastidioso beccare ai vetri della finestra.


C’era un gufo e stava cercando lui.

















NOTE DELL'AUTORE: oh-santo-cielo. Quattro ore. Ci ho messo ben quattro ore, per betare questo capitolo. Ogni quarto d'ora mi fermavo a scrivere delle e-mail a caso (ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale) e mi sono distratta un sacco di volte XD Ma io vi adoro, lo sapete <3 spero di non essermi lasciata sfuggire niente! In questo capitolo scopriamo il primo indizio: Neville non ce la raccontava giusta sin dall'inizio, ammettiamolo. Altro che innocente Grifondoro... :p Per il secondo, dovrete aspettare l'epilogo, bwahaha. Conosciamo inoltre e finalmente quel piccolo essere adorabile di Alberic, che personalmente adoro fino al midollo. Peccato che la trama non gli lasci molto spazio! Un ringraziamento sentitissimo a tutti, ma proprio tutti quelli che recensiscono, che leggono e basta, che aggiungono le storie tra le preferite/ricordate/seguite e che mi contattano a destra e sinistra per chiacchierare amorevolmente! Non fate che accrescere la mia logorrea. Vi adoVo!

   
 
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