The
Seventh:Winter
·
PART 5: Keepin’
·
Chapt. 6: ...With
their voices soft as Thunder.
Can the maker repair what he makes?
Un sospiro
freddo su di me.
Mi solletica l’orecchio per scendere
sulla gola e il petto, attraversarlo e scendere sul ventre.
“Loki?”
Apro gli occhi.
Sono distesa in mezzo ad una coltre
di neve leggera, piccoli fiocchi di cristallo scendono dal cielo candido e si
posano lievi tra i miei capelli e sul mio viso. Un fiocco di neve si posa sulle
mie labbra ed io lo raccolgo con la punta della lingua. È insapore.
Mi alzo lentamente in piedi
strofinandomi le braccia nude. Guglie di ghiaccio si alzano da terra e svettano
verso l’alto a perdita d’occhio. Nessuna ombra, solo il bianco più accecante ed
infinito e silenzio.
Anche questa
è sicuramente un'illusione. Ben fatta, indubbiamente.
Eppure le illusioni non hanno
temperatura, e qui il freddo è reale, penetra tra i miei vestiti leggeri facendomi
rabbrividire; le braccia sono ruvide dalla pelle d’oca.
Ok. Mi sono stancata: il gioco è
bello quando dura poco.
Fiamme grigiazzurre tra le mie dita.
Divampano e si ingrossano sui palmi delle mani.
Non ne ho idea se questo ghiaccio
comparso magicamente reagirà a contatto con la mia concretissima fiammata di
Fuoco Fatuo.
Vogliamo
scoprirlo?
Ruoto su me stessa a formare un
anello di fuoco grigiazzurro attorno alla vita. Lo allargo con ampi movimenti
delle braccia, lo potenzio, e poi lo faccio divampare a dismisura.
Aggredito dalle fiamme, il ghiaccio
si scioglie velocemente formando cascate che si raccolgono ai miei piedi. E mi
accorgo troppo tardi che sono immersa sino alla vita.
Oh Oh. Ho esagerato.
Il buio e le pareti grigie tornano a
prendere il posto del bianco attorno a me e l’acqua sale velocemente sino alle
spalle.
Merda.
Ben presto l’acqua mi solleva e il
soffitto di pietra si avvicina.
Alzo le mani in alto a spingere.
Fuoco Fatuo. Una, due, tre volte.
Niente, neppure un
graffio.
Pochi centimetri tra il mio viso ed
il soffitto e l’acqua non smette di salire. Con la testa ormai sott'acqua e
panico ed acqua che salgolo alla stessa velocità non
trovo niente di meglio da fare che prendere inutilmente a pugni la parete verso
cui sono intrappolata.
E mentre l’acqua non mi lascia più
scampo qualcosa apre un varco e una mano si stringe attorno al mio polso
portandomi in salvo.
Pacche vigorose sulla schiena. Se
non tossissi così tanto chiederei al mio salvatore che può bastare, che se
continua in questo modo più che riprendere a respirare sputo una vertebra.
“Lady GreyRaven…
state bene?” altre pacche. “Ti prego… rispondimi…” altre pacche: “Così mi fai preoccupare.”
Riesco a fermare l’ultima sessione di pacche, ma la tosse continua e non posso
far altro che alzare il pollice come OK per farlo tranquillizzare.
Riesco infine ad aprire gli occhi
per trovarmi davanti quelli celesti di Thor.
Lo abbraccio di slancio, e se non
fossimo entrambi più o meno impegnati, lo bacerei pure.
“Ho sentito sbattere contro il muro
qui a lato, vedevo l’acqua trapassare la parete. Ma quando sono riuscito ad
aprire una breccia e a tirarti fuori, non ve ne era traccia! A parte su di te,
ovviamente. A proposito, devi aver freddo, stai tremando.” Thor mi avvolge nel
suo mantello per poi aiutarmi ad alzare ed io mi guardo intorno. Appoggio la
mano nel muro -Quello che per me era il
soffitto di una stanza allagata - e guardo nel buco che il pugno di Thor ha
creato.
Ok, è
ufficiale: sono confusa e completamente spiazzata.
Gli chiedo se abbia idea di dove ci
troviamo ma lui alza le spalle. “Sono uscito dalla Sala con Jane, volevamo
cercarvi. Ma lei… si è come volatilizzata, davanti ai
miei occhi. E poi… questo androne…
ho iniziato a percorrerlo ma l’ho trovato infinito. Non sbuca da nessuna parte,
non vi si affaccia nessuna stanza.” Mi guardo attorno, il corridoio dorato è
illuminato dalla luce delle torce: sembra in tutto per tutto quello del
palazzo, se non fosse per il silenzio irreale e la mancanza di qualsiasi altra
persona, anche di una singola guardia.
“È un’illusione, Thor. Tutto questo è
ad opera di qualcuno.”
“Loki?”
Domanda preoccupato, ma scuoto la testa: “Chiunque sia, ha cercato di
uccidermi. Ora, comprensibile che cerchi di fregare te e chiunque sotto questo
tetto ma sono pressoché certa che tuo fratello non brami ad uccidermi.”
“Hai ragione.” Sembra sollevato
mentre mi passa un braccio attorno alle spalle e mi massaggia le braccia per asciugarmi:
“Qualsiasi cosa abbia creato tutto ciò, temo sia ostile.”
“Abbastanza.” Mi avvolgo parte del
mantello ai capelli e li strofino. Bye-bye
capelli lisci di piastra.
“Avete un deposito d’armi nel
palazzo? Perché per mio conto sarebbe saggio tentare di raggiungerlo, in un
modo o nell’altro, non vorrei che la forza ostile possa utilizzare contro di noi…”
Oh cavolo.
No, ma che dico? Quali armi? Qui di pericoloso c’è ben altro.
Thor sembra leggermi nel pensiero.
Alza il braccio a richiamare il Mjolnir.
Silenzio.
“Sei sicuro che funzioni?”
Rumore di colpi al di là delle
pareti: le labbra di Thor si piegano in un sorriso soddisfatto. “Deve ancora
essere inventato l’incanto che mi impedisce di separarmi dalla mia arma.”
Aspetta, e
quella volta sulla Terra che…? Vabbé,
dettagli, non formalizziamoci.
“Cos’è stato?”
Jane si rialza da terra guardandosi
attorno allarmata.
Qualcosa ha bucato la parete alla
sua destra, ha schivato per un soffio il naso di Loki
– che pare piuttosto innervosito dall’accaduto – ed è scomparso attraverso il
muro opposto creando un altro foro.
Ad urlare di gioia è Sif: “Il Mjolnir!! Tuffa la testa
nella breccia e per poco non ci rimane incastrata quando questa si stringe a
richiudersi. “Thor è vicino, può combattere questa assurdità!” Si rivolge a Loki, che continua a deglutire cercando di riprendere
lucidità. “Ammira, Laufeyson, come incanti e magie
saranno frantumati dal maglio del possente Signore del Tuono!”
Loki gira
lentamente la testa nella sua direzione, in silenzio.
I due si guardano, in attesa.
Jane si toglie di dosso la polvere.
Aspetta, in silenzio. Oh, toh, un’unghia spezzata.
Sif
picchietta il tacchetto dei calzari a terra, impaziente: Loki
non si muove, né accenna a spostare lo sguardo da lei. Dal soffitto cade una
goccia d’acqua, ed è l’unica cosa che spezza il silenzio nervoso.
“Il maglio del Signore del Tuono se
la sta prendendo comoda, nevvero?”
“Aspetta aspetta aspetta!!!!”
Thor ha già il braccio alzato a richiamare il suo potere, quando lo blocco. “Ci
sono persone, qui dentro, che non credo potrebbero sopportare la potenza dei
tuoi colpi.”
“Sbagli, GreyRaven,
per gli asgardiani…”
“Da quando in qua Jane è asgardiana e a prova di fulmine?” Thor abbassa il martello.
“Data la rapidità e la facilità con cui è arrivato qui…
beh, direi che puoi abbattere i muri anche usando meno potenza, che dici?”
Annuisce. Mira al muro più vicino e
lo colpisce senza esagerata forza. Il martello rimbalza, scivola dalla sua
presa, schiva per un soffio la mia fronte grazie ai riflessi che mi fanno
abbassare di scatto e sparisce di nuovo dal buco del muro che aveva creato
all’arrivo.
Loki si ritrova
scaraventato contro il muro, il Mjolnir sul petto a
bloccarlo e Sif che troneggiare trionfante: “Dicevi?”
Il mal di testa di Jane peggiora.
Che sia
capace di scatenare distruzione e morte.
Questa era stata l’unica indicazione
di Malekith. Per tutto il resto – scelta del
manufatto come delle modalità di attacco e sottrazione – si era affidato
completamente a lei, sicuro di aver riposto la fiducia in mani giuste.
Percorsa la navata del sotterraneo
abbassa il cappuccio del mantello scuro e sistema la Gemma d’oro dentro un
sacchetto di velluto che si assicura al collo.
Le occorre
un manufatto dalla potenza feroce ed inaudita.
Ah, se solo il Tesseract
non fosse stato distrutto!
Lo sguardo di ghiaccio
dell’Incantatrice vaglia le reliquie una ad una, finché nei suoi occhi non si
riflette il bagliore blu dello Scrigno degli Antichi Inverni.
Sorride.
Seppellire i Regni sotto il ghiaccio
e le tenebre, avere i Jotun come alleati preziosi e
feroci.
Sterminare i Vendicatori – tutti – macchiando la neve del loro
sangue.
Loki
sopravvivrebbe, data la sua natura da mezzo Jotun, e
magari avrebbe potuto battersi contro Malekith, per
avere il controllo completo delle Gemme o per qualche proposito di bieca e
assurda vendetta.
Poteva sconfiggerlo così come
potevano annientarsi a vicenda: A lei è indifferente l'esito dello scontro.
Avrebbe agito in modo da assicurarsi di essere al fianco di entrambi, e libero
accesso al potere del vincitore.
Appoggia le mani ai lati dello
scrigno e stringe le impugnature.
C’è il rumore di una spada estratta
dall’elsa alle sue spalle, ed una voce di donna,dura e decisa che le intima di
fermarsi.
Amora si
blocca, il mezzo sorriso che si allarga mentre si volta verso la voce: “Vostra
Maestà, è un onore essere ammessa alla vostra divina presenza dopo tutto questo
tempo!”
Frigga alza la spada minacciosa:
“Tu!” esclama “Mi sorprendi, Incantatrice, per quanto sapessi che dietro ad un
sortilegio di siffatta complessità vi fosse un mago potente.” Muove qualche
passo nella sua direzione: “Dopo secoli… hai deciso
di tentare la via della vendetta?”
“Oh no, vi sbagliate! La vendetta,
Maestà, è la pietanza sapida delle bocche guaste. Mi sono proposta di non
lasciarmi tentare da una simile bassezza. Tuttavia” anche l’Incantatrice si
avvicina, con il passo lento e felpato di una fiera che studia la preda preparandosi
a saltarle alla giugulare “Devo ammettere che incontrarvi di nuovo dopo il mio
ingiusto esilio da Asgard risveglia in me sopiti
rancori.”
“Ingiusto? Il plagio di un fanciullo…”
“Una cotta adolescenziale! Il primo
amore di un giovinetto, verso colei che sola mostrava la giusta comprensione e
l’incoraggiamento che meritava verso la sublima arte che padroneggiava!” Amora sibila, ma il barlume di rabbia muta subito in sorriso
canzonatorio, rivolto allo sguardo furente della Regina. “Avreste dovuto
appoggiarlo, come facevate con il vostro primogenito – o meglio dire unigenito
– anziché tentare di dissuaderlo con la scusa di proteggerlo da me, sua
mentore.” Una mossa morbida delle dita
ed il ferro tra le dita della regina è viscido e squamoso. Frigga getta a terra
il serpente prima che riesca a morderle la mano, è l’Incantatrice lo richiama sé,
facendolo strisciare velocemente lungo il pavimento dorato e poi su una sua
gamba in una lenta e sinuosa spirale. Le circonda la vita, poi le spalle ed il
braccio destro, a scendere verso la mano per tornare di nuovo nella sua forma
originale. “Proteggerlo, poi …! Dati gli ultimi accadimenti, oserei dire che
avete fallito nell’impresa!”
Amora scatta in
avanti. Frigga schiva l’attacco e blocca il braccio e la lama a mani nude. L’espressione
furente e decisa diviene una smorfia di dolore: la Regina abbassa lo sguardo
sul proprio ventre.
La sommità della lama spunta dalla
veste broccata, il cremisi del sangue si allarga attorno allo strappo; alza gli
occhi verso la donna di fronte a sé, che svanisce con un ultimo sorriso di
scherno.
Alle sue spalle, Amora
ritira la lama dalla schiena della Regina e la lascia cadere a terra.
Frigga cade bocconi, gli spasmi del
dolore a farla tossire ed il sangue che imbratta il pavimento d’oro.
L’Incantatrice cela di nuovo i boccoli dorati nel cappuccio
scuro, senza curarsi di ripulirsi le dita dal sangue. “Maestà, resterei a
vedervi agonizzare per ore, ma il mio senso del dovere mi impedisce di fare
attendere ulteriormente il mio Signore.” Si avvicina al piedistallo dello
Scrigno, lo solleva, e poi lo fa sparire sotto il mantello. Schivando il rivolo
di sangue a terra, oltrepassa la regina agonizzante e risale le scale della
cripta con crudele calma, rivolgendole un ultimo saluto: “Non avrete più da
temere per il futuro di Asgard: I ghiacci
preserveranno questo regno immutato per tutti i secoli a venire.”
Thor abbatte la quinta parete
nell’esatto istante in cui essa scompare, facendolo quasi sbilanciare e cadere
bocconi. Finalmente liberi dalla prigionia dell’illusione, riusciamo a capire
la nostra posizione, troviamo le scale e ci precipitiamo in direzione della
Cripta. Salto i gradini a due a due, correndo più veloce che posso con le vesti
ancora intrise d’acqua. Al nostro passaggio, guardie alle pareti sembrano
riprendere la capacità di movimento, roccia e sale che si sciolgono dalle loro
membra come se fossero stati tramutati in statue sino a pochi secondi prima.
Più veloce di me, Thor scompare
dalla mia vista nel tortuoso dedalo dei sotterranei. Quando lo sento urlare e
chiamare i soccorsi mi si gela il sangue nelle vene.
Cerco di aumentare la corsa, ormai
ho dietro le guardie e sento altre voci provenire dalle scale alle mie spalle.
Arrivo trafelata alla soglia della
Cripta, la varco e resto impietrita: ai piedi delle scale, in un lago di
sangue, Thor regge tra le braccia il corpo inerme di sua madre e la chiama disperatamente.
Mi accorgo di non avere la forza di
reggermi in piedi e scivolo sui gradini. Voci e passi veloci mi passano accanto
e mi sorpassano. Lady Sif si precipita dalle scale e
raggiunge Thor. A farmi rialzare di scatto e a farmi mancare il cuore di un
battito è un urlo famigliare.
Mi volto verso di Loki: è appoggiato allo stipite della porta e scivola a
terra, lo sguardo su Frigga ed un tremore crescente a scuoterlo, così spezzato
e distrutto da non riuscire neppure a liberare le lacrime imprigionate negli occhi
lucidi, mentre Odino entra e scende le scale con l’occhio fisso verso il fondo.
Non resto oltre: mi precipito fuori
dalla stanza, passando attraverso la folla disperata ed urlante che si è
accalcata sulla soglia della Cripta, chiamando a gran voce Morrigan.
Risalgo le scale inciampando sull’orlo del vestito e riesco a trovare una
balaustra che da sul giardino: “MORRIGAN!”
Mi risponde gracchiando dal buio
della notte, e dopo pochi secondi plana sul mio braccio già steso verso di lei:
"Nel Limbo, ORA!"
Bon, uccidetemi pure.
Ovviamente i Rumors su Thor: the
Dark World mi hanno ispirata, se poi Frigga sopravvive al film mi farà causa,
la perderò e finirò su una roccia a farmi colare veleno di serpente in faccia.
Ve lo dicevo alla fine del precedente capitolo: da qui in
poi c’è il baratro, vedete voi se volete prendere la pillola azzurra, fine
della storia e risveglio nella vostra camera, o scegliere la pillola rossa e
restare nel paese delle meraviglie a guardare quant’è profonda la tana del
coniglio.
Ringrazio come sempre (e non mi stancherò mai di farlo, e
soprattutto non sarà mai abbastanza) per tutto il seguito che state dimostrando
a questa storia!
Sono pronta a ricevere le vostre critiche e, soprattutto, i
vostri pareri riguardo alla piega tragica che sta prendendo!
Grazie, Grazie!
Alla prossima
EC.
PS: Citazione
cinematografica da BLADE RUNNER e titolo… si, sempre
I dreamt a dream, il
continuo del titolo precedente.