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Autore: Inathia Len    23/03/2013    6 recensioni
sono passati venti anni e la figlia di Chrtistine torna all'Opèra. chi troverà tra i camerini divorati dal fuoco? l'Angelo della Musica piange ancora la perdita della sua amata? può la candida e innocente Danielle lenire il suo dolore?
dalla storia "...Vieni, seguimi e ti mostrerò quello che cerchi..." "...“Christine, Christine…”
Una voce spettrale sussurra il nome di sua madre, con la malinconia di chi ha troppo amato e perduto..."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erik lascia cadere le braccia e la guarda come se fosse impazzita.
“È meglio di no credimi.”
“Ma io ti amo!”
“Tu lo credi e forse anche io, ma se togliessi questa maschera, ogni difesa cadrebbe e tu vedresti quello che sono davvero: un orribile mostro.”
“Tu non potrai mai essere né orribile né un mostro per me. Toglila, così potrò ricordarti meglio.”
“Se dessi retta a te ed al mio pazzo istinto, mi ricorderesti, è vero, ma perché infesterei i tuoi incubi.”
“Ti prego...” mormora Danielle, mentre la sua mano scivola lentamente sul lato sinistro del suo volto, quello privo di maschera, cominciando dalla fronte. Segue le linee decise che si sono disegnate nel tempo a causa del dolore e della preoccupazione, gli accarezza la guancia, ruvida al tatto per la ricrescita della barba per arrivare poi alla bocca. Ne disegna i contorni con le dita, fino a quando non vede gli occhi di lui chiudersi. Allora si alza sulla punta dei piedi ed appoggia le sue labbra su quelle di Erik. Lui accoglie teneramente quel bacio dato con la timidezza di chi non è esperto, ma si abbandona all'amore, e la passione che sale rapida nelle vene. Il bacio è frenetico, possiede l'intensità di chi sa che non rimane molto tempo e che bisogna cogliere l'attimo, è struggente ed è tutto quello di cui entrambi necessitano in quel momento. Un attimo di follia per capire chi si è veramente, senza bisogno di parole. Quando il bacio finisce, rimangono vicinissimi, con le labbra che ancora quasi sfiorano, guardandosi negli occhi, come a chiedersi se quello che è accaduto sia successo davvero. Ed è quello l'attimo che la maschera, come se fosse dotata di una propria vita, sceglie per cadere, staccandosi dal viso di Erik. Lui ne osserva angosciato la parabola di discesa, per poi tornare ad incrociare gli occhi di Danielle. Lei sta osservando quella parte di cui lui si vergogna tanto, ma non è inorridita, curiosa, piuttosto.
“Non mi guardare...” la implora, mentre una lacrima cade seguendo le orme della maschera. Ma Danielle non ascolta, è intenta nella sua analisi. Il volto è irrimediabilmente sfigurato, ma Danielle lo guarda con gli occhi dell'amore. È vero, all'attaccatura i capelli sono radi e corti, ma dello stesso nero che lei ama, l'occhio è privo di palpebre, ciglia e sopracciglia, ma è pur sempre l'occhio che l'ha guardata con tanto amore per tutti quei mesi. La pelle è solcata da tremende cicatrici, ma è rosea come l'altra guancia che lei tante volta ha sognato di accarezzare.
“Non si può dire che il tuo sia un volto comune” dice Danielle, accompagnando la battuta con un sorriso.
Erik non crede alle proprie orecchie. Questo è meglio di qualsiasi cosa abbia mai sperato, non solo lei accetta le sue fattezze, ma riesce anche a scherzarci sopra.
La solleva tra le braccia e la fa volteggiare per tutta la grotta, fino a quando non scivola e finiscono entrambi in acqua, felici e sorridenti. Si baciano ancora, questa volta più dolcemente, con più calma, come a volersi conoscere meglio. Rimangono per un po' sdraiati sulla spiaggetta, Danielle appoggiata al suo petto, mentre lui gioca con i suoi riccioli. Lei recupera la maschera e la tiene un po' in mano, osservandola.
“Non posso credere che tu ti sia nascosto dietro questa per tutto questo tempo.”
“Sei l'unica a cui mi sono mostrato per quello che sono che ci ha fatto una battuta. Nemmeno Madame Giry, che è stata l'unica a provare pietà per me ed aiutarmi...”
“Ma io non provo pietà per te, io ti amo. È una cosa ben diversa.”
“Sai, per anni sono stato convinto di essermi innamorato di Christine, ma ora lo capisco. Il mio non era amore, era un'assurda gelosia, possesso per l'unica fanciulla per cui ero mai stato importante. Lei dipendeva da me ed io non volevo che nulla cambiasse. Ho fatto cose orribili in suo nome, me ne sono già pentito numerose volte. Ma ora comprendo che cosa sia davvero l'amore, grazie a te, Danielle. Sei stata davvero la luce che mi ha guidato fuori dalle tenebre.
Se vorrai, ora potrai rimanere per sempre con me. Non ti prometto né ori né argenti, ho solo la mia musica ed il teatro da offrirti. Non credo che ne uscirò mai, il mondo non è come te, ma vorrei che tu fossi il mio.”
Danielle, sempre tenendo la maschera in mano, si alza in piedi ed Erik fa lo stesso.
“Non ho bisogno di nulla, solo che tu mi prometti il tuo amore e che mi giuri che per te sarò l'unica. Basteremo l'uno all'altra e vivremo in questo fantastico luogo che è il teatro, non chiedo altro. Quanto all'uscire, si vedrà con il tempo. Per ora, voglio solo te e la tua musica.”
Dette queste parole, getta la maschera in acqua ed insieme la guardano che galleggia un po', fino a quando non viene irrimediabilmente sommersa dalle acque nere. 
 
 
  
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