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Autore: danyazzurra    24/03/2013    6 recensioni
Un ballo per festeggiare la pace e la vittoria di Harry su Voldemort...un sottofondo per qualche riflessione e una confessione da fare a Ginny !! questa storia ha partecipato al contest " Can I have this dance" di Emma Star. Spero che leggerete e mi farete sapere !! un bacione !!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Rubeus Hagrid | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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If you're lost you can look--and you will find me
Time after time
If you fall I will catch you--I'll be waiting
Time after time

 
Harry infilò con forza il cucchiaino dentro il suo budino.
Aveva sempre detestato i balli e, ancora di più, aveva sempre detestato l’ ipocrisia delle persone.
Era passato così poco tempo dalla fine della guerra e adesso erano tutti chiusi in quel salone del Ministero a festeggiare.
Nonostante la sala fosse stata ampliata con la magia, era gremita di gente e Harry avrebbe voluto che non fosse così.
Era stata addobbata a gran festa, le tende avorio riprendevano le tovaglie e mazzi di gigli e di rose bianche contornavano il tutto. Ogni tavolino era predisposto per otto persone e al loro centro era stata messo un centrotavola con una rosa che galleggiava dentro l’ acqua.
Sul fondo della sala un’ orchestra, vestita a gran lusso, suonava una musica rilassante e soffusa e molte persone avevano già cominciato a ballare, stringendosi gli uni agli altri.
Tutto bellissimo. Tutto fantastico. Tutto prontamente studiato per cercare di dimenticare gli orrori di pochi mesi prima.
Tutto in suo onore. Lui era la persona da festeggiare, colui che aveva sconfitto Voldemort, colui che aveva messo la parola fine ad anni di oppressione, sopravvivendo due volte a Tu sai chi.
Ma Harry era stufo di tutta quella notorietà, era stanco e si era illuso che con la fine della guerra le cose sarebbero potute cambiare.
Guardò i volti delle persone attorno a lui e storse la bocca quando il suo sguardo incrociò quello di Draco Malfoy.
A proposito d’ ipocrisia, si disse con amarezza, che cosa ci faceva il giovane rampollo dei Malfoy ad una festa in suo onore?
Draco gli fece un cenno con la testa e Harry rispose, ma non sorrise. Non si sentiva ancora pronto ad affrontarlo.
Vide la ragazza che gli stringeva la mano. Una moretta un po’ più giovane di lui, assomigliava a quella ragazza Serpeverde del loro anno, probabilmente erano parenti, ma lui non l’ aveva mai vista.
“Ti stai annoiando, Harry?” la voce burbera, ma dolce di Hagrid, lo fece voltare. Finalmente un volto amico.
Il suo viso si aprì in un sorriso.
“ Hagrid” disse alzandosi per abbracciarlo e sorrise ancora di più quando si rese conto che, per quanto potesse crescere, non sarebbe mai riuscito a circondare la sua vita con le braccia.
Osservò la tenuta di Hagrid. Era buffo, impettito nel suo vestito elegante che cozzava un po’ con il fedele ombrellino rosa da cui non si separava mai.
“Gli altri dove sono?” gli chiese lui, facendo scorrere lo sguardo lungo tutta la sala e soffermandosi sui volti delle persone che ballavano al suo centro.
“Arriveranno, Ginny e i signori Weasley sono andati a prendere Hermione e Ron all’ aeroporto” gli spiegò, poi lo guardò negli occhi “ sai, Hermione e Ron sono andati a recuperare i genitori di lei in Australia e, se tutto è andato per il verso giusto, dovrebbero essere tornati con loro” continuò.
Hagrid rise, anche se i suoi occhi erano ancora pieni di tristezza “ certo, ormai la guerra è finita e si festeggia” disse, indicando la sala con il suo ombrello.
“ Già “ assentì Harry amaramente e tornando a sedersi.
Hagrid lo guardò attentamente “non dovresti essere un po’ più felice?” gli chiese “in fondo questa festa è per festeggiare il prescelto che ha sconfitto Tu sai chi“ gli disse sorridente.
Harry continuò ad infierire sul suo budino con rabbia “peccato che delle persone che vorrei qua, non c’ è nessuno” disse sconfitto.
Quella era una festa piena di sconosciuti. Le persone che davvero tenevano a lui, erano tutte morte, o erano impegnate in altre cose.
Nessuno era là, davvero, per lui.
Il Ministro della Magia, Kingsley Shacklebolt, era impegnato a tenere conversazione con tutti, non aveva neanche provato a coinvolgerlo, sapendo che Harry era stato considerato una Mascotte per troppo tempo. La professoressa McGranitt, era stata monopolizzata dal professor Lumacorno e poteva vederli ancora, in uno degli angoli della sala, a parlare delle conseguenze della guerra e della ristrutturazione di Hogwarts.
Gli altri, erano lì, perché dovevano esserci. C’ era chi voleva far vedere di essere felice della fine della guerra, c’ era chi voleva di nuovo ritornare a far parte della società magica, c’ era chi era felice di essersi, finalmente, tolto Voldemort di mezzo.
A pochi importava davvero di Harry.
“Io sono qua per te” gli disse semplicemente Hagrid.
Harry sorrise sinceramente al suo grande amico.
“Guarda chi arriva” gli disse subito dopo, facendolo voltare verso la porta.
Harry si voltò verso la porta e sorrise.
Hermione e Ron stavano facendo il loro ingresso.
Lei era vestita con un semplice tubino azzurro. I capelli appuntati e un trucco molto leggero.
Lui era, finalmente, vestito con un abito da gala senza pizzi o lustrini.
La mente gli tornò al loro ballo del ceppo e al vestito ridicolo di Ron, ma subito dopo il pensiero di Voldemort e della maledetta notte del suo ritorno lo fece incupire.
Scosse la testa, cercando di tornare a pensare che era tutto finito.
Li vide mano nella mano mentre lo cercavano con lo sguardo, quando finalmente lo individuarono sorrisero e Hermione gli fece un cenno d’ assenso con la testa, prima di avviarsi verso di lui.
Harry fece in tempo a sorridere di rimando, felice che finalmente le cose con i genitori di Hermione si fossero sistemate, che una scarica elettrica attraversò il suo corpo immobilizzandolo.
Appena Ron si mosse, scoprì la persona dietro di lui ed Harry aprì la bocca per lo stupore.
Era meravigliosa.
Era semplicemente Ginny.
Era vestita con un abito color cacao che le ricadeva sul corpo, come se fosse stato cucito apposta per lei.
Come se fosse nato per essere indossato da lei.
I suoi capelli erano appuntati sulla nuca e quelli che riscendevano dall’ appuntatura, erano ondulati e andavano a sfiorare le sue spalle ad ogni movimento, attirando lo sguardo di Harry sulla sua pelle candida.
“Bè, potresti anche chiudere la bocca, amico” gli disse Ron, comparendogli davanti e oscurandogli così la visuale.
“Non essere antipatico, Ron” lo rimproverò Hermione, ma la sua voce era divertita “ in fondo non si vedono da…” e si finse pensierosa “da ieri” concluse, facendo un gran sorriso ad Harry e abbracciandolo.
“A dire la verità” intervenne Ginny, affiancandosi all’ amica e puntando i suoi grandi occhi castani su Harry “ non lo vedo da stanotte” disse maliziosa.
“Co…Cosa?” balbettò Ron.
Hermione gli tirò una gomitata piuttosto forte nelle costole “non essere ipocrita, Ron” lo rimbrottò, alludendo al fatto che loro erano appena tornati da un viaggio, da soli, in Australia.
Ron guardò Harry in cagnesco “Miseriaccia Harry, è mia sorella” gli disse, come se questo potesse spiegare tutto.
Harry sorrise alzando le mani.
Il bello, era che lui non aveva ancora aperto bocca.
“Oh Ron, non ti preoccupare, sono convinta che non abbiamo fatto niente che tu non avresti fatto” lo provocò Ginny.
Harry abbassò lo sguardo divertito e Ron cominciò a divenire pericolosamente rosso in zona orecchie.
“Non voglio sapere niente” disse arrendendosi e sedendosi su una sedia vicina ad Harry.
Hermione rise e si scambiò uno sguardo con Ginny, prima di prendere entrambe posto accanto ai loro ragazzi.
“Hagrid, come stai?” lo salutò Hermione.
Hagrid sorrise e cominciò a raccontare ad Hermione quanto lavoro ci fosse ancora da fare per rendere Hogwarts di nuovo funzionante.
“Balliamo?” chiese Hermione dopo un po’, rivolta a Ron. Quest’ ultimo la guardò come se gli avesse appena detto di andare a fare un tema di Pozioni, ma dopo un’ occhiataccia di Hermione, si alzò pur continuando a guardare Harry, come se volesse che l’ amico, accorresse, in qualche modo, in suo aiuto.
Harry sorrise e lo sospinse verso il centro della sala “Grazie, amico” gli disse Ron, sarcastico.
“Sai com’ è, voglio parlare con tua sorella ed è molto più facile affrontare i nemici rispetto agli amici” gli rispose ironico, citando le parole di Silente.
Ron scosse la testa sconfortato e si fece condurre al centro della sala da Hermione.
Harry li osservò per qualche minuto. Erano davvero felici insieme, erano fatti l’ uno per l’ altra.
Avevano una sorta di compensazione che li rendeva completi.
Proprio come lui e Ginny.
La guardò, studiandola mentre finiva il suo budino.
Ginny era tutto quello che lui aveva sempre desiderato.
Era fuoco puro. Era stata lei a fargli capire che niente di quello che era successo era colpa sua.
A scuoterlo dal suo stato di apatia, ad avere successo, dove anche Ron ed Hermione avevano fallito.
A dirgli che le persone che erano morte, si erano sacrificate sperando di combattere un dittatore, sperando di avere un mondo migliore e di poter vivere in pace.
A dirgli che non era colpa sua e che lei ci sarebbe sempre stata per lui, che lo aveva atteso per così tanto tempo che non avrebbe mai potuto lasciarlo.
Le ci erano voluti mesi, litigate, riappacificazioni, parole dette con rabbia e conseguenti sensi di colpa da parte di entrambi.
Ma adesso Harry poteva dirsi sereno.
Forse non ancora felice. Forse non ancora guarito, perché le cicatrici invisibili, sono le più dure da guarire, ma finalmente sereno.
Ginny alzò gli occhi su di lui “ne vuoi un po’ ?” gli chiese, indicando il budino che era quasi finito.
Harry scosse la testa muovendosi  a disagio sulla sedia e continuando a guardarla.
Più la guardava e più sentiva che c’ era qualcosa che doveva fare. Qualcosa che voleva fare.
Ginny lo guardò sorridendo, ma successivamente si accigliò guardando la sua espressione e il suo viso divenne interrogativo.
“Che c’ è ?” gli chiese, guardandolo divertita.
“Basta” sussurrò Harry, strusciando le mani sopra ai suoi pantaloni.
Non aveva più sedici anni e aveva anche sconfitto Voldemort. Non poteva restare il solito ragazzo imbranato.
Si era sempre chiesto perché, avesse trovato il coraggio per tutto il resto, ma fosse sempre stato una frana nelle questioni di cuore.
Prese un respiro sentendo ancora addosso a sé lo sguardo di Ginny e la guardò a sua volta.
Ginny represse una risata scuotendo la testa. Perfetto adesso le sembrava anche buffo.
Altro che prendere il coraggio, sarebbe stato fortunato se a fine serata avesse avuto ancora una fidanzata.
“Che c’ è?“ ripeté lei, cominciando a guardarlo preoccupata.
Era così bella in quel momento. Un piccolo baffo di cacao proprio sopra il suo labbro e gli occhi così pieni di luce.
Il cuore cominciò a battere senza controllo.
Aveva capito. Anzi, lo aveva sempre saputo.
Tutti inneggiavano la sua forza e festeggiavano il suo coraggio, ma non sapevano che nei mesi appena trascorsi aveva rischiato di sgretolarsi.
Il vero coraggio era stato quello di Ginny, che lo aveva atteso come aveva sempre fatto nella sua vita, la vera forza era stata quella di lei, che era riuscita a far battere nuovamente un cuore che sembrava morto.
Sì, lei era il suo punto fermo. Era stato il suo cuscino nella sua caduta, era stata l’ appiglio con cui era riuscito a rialzarsi, era stata la sua bussola nell’ attimo di smarrimento.
E sapeva che sarebbe sempre stato così.
Comprese che c’ era un motivo se lei era sempre riuscita a farsi ascoltare nonostante tutto. E che questo motivo riempiva il suo cuore, risiedeva nella sua mente e faceva parte della sua anima.
Era l’ amore. Un amore pieno, completo, totalitario.
Un amore che non aveva mai provato per nessun altro.
Si avvicinò a lei poggiando l’ avambraccio sul tavolo e le passò una mano dietro la nuca avvicinandola a sé.
Ginny lo guardò leggermente stupita e sbatté gli occhi più volte per cercare di capire le sue intenzioni.
“Mi vuoi forse baciare, Potter?” gli chiese divertita.
Ad Harry sembrava di sentire il suo cuore battere all’ unisono con il proprio “anche” le disse ad un centimetro dalle sue labbra.
Ginny sorrise “anche?” gli chiese “e che altro vorresti fare?” domandò con un pizzico di malizia.
Harry poggiò la sua fronte a quella di Ginny e immerse il suo sguardo nei suoi occhi nocciola.
Quegli occhi così pieni di forza e di coraggio da averlo fatto innamorare perdutamente.
Le sorrise senza smettere di guardarla. “Sposami” le disse in un sussurro.
Fece in tempo a vedere gli occhi di Ginny brillare di felicità, poi la passione e l’ intensità del bacio li travolse, lasciando poco spazio ad ulteriori parole.



COMMENTO: ALLORA VOGLIO CHIARIRE UNA COSA…IO HO SEMPRE CREDUTO CHE HARRY NON SIA STATO COSI’ PRESUNTUOSO DA PENSARE CHE LE MORTI DELLA GUERRA MAGICA SIANO STATI PER LUI, MA CONTEMPORANEAMENTE CREDO CHE PER LUI SIA STATO DIFFICILE RICOMINCIARE DOPO CHE HA PASSATO TUTTO QUELLO CHE HA PASSATO E CHE MOLTE DELLE PERSONE A CUI TENEVA SONO MORTE E QUINDI QUESTA STORIA PARTE DA QUEL PUNTO !!  QUESTA STORIA HA PARTECIPATO AL CONTEST DI EMMA STAR MA ESSENDO IL MIO PRIMO CONTEST A PACCHETTI NON AVEVO CAPITO UNA MAZZA ( TIPO IL FATTO CHE HARRY E GINNY DOVESSERO BALLARE : )) E QUINDI SONO ARRIVATA…SETTIMA :( A PARTE CIO’ SPERO CHE VI PIACCIA UGUALMENTE E CHE MI FARETE SAPERE !! ECCO IL GIUDIZIO DELLA GIUDICE:

 
Grammatica: 8,2/10
Ok, allora. La tua grammatica è anche buona, perché i tempi verbali sono perfetti, gli accenti sono al posto giusto eccetera... Ma non ho capito perché metti sempre uno spazio dopo le virgolette o dopo l'apostrofo. L'hai fatto innumerevoli volte, quindi invece di stare a contartele tolgo direttamente 1 punto. Però è strano, come mai questi spazi?
Poi ho notato molte volte virgole dove non dovrebbero stare. Semplicemente questo, non virgole al posto sbagliato, solo in più. È successo otto volte:
- era gremita di gente e Harry, avrebbe voluto che non fosse così. → virgola inutile
- era stanco e si era illuso che con la fine della guerra, le cose sarebbero potute cambiare. → idem
- I suoi capelli erano appuntati sulla nuca e quelli che riscendevano dall’ appuntatura, erano ondulati e andavano a sfiorare le sue spalle → idem
- Il bello era che lui, non aveva ancora aperto bocca. → anche qui
- continuando a guardare Harry, come se volesse che l’ amico, accorresse, in qualche modo, in suo aiuto. → come sopra
- A dirgli che le persone che erano morte, si erano sacrificate sperando di combattere un dittatore,sperando di avere un mondo migliore → pure
- Forse non ancora guarito, perché le cicatrici invisibili, sono le più dure da guarire, ma finalmente sereno. → anche
- Si era sempre chiesto perché, avesse trovato il coraggio per tutto il resto,ma fosse sempre stato una frana nelle questioni di cuore. → ed anche qua.
In totale toglierò 0,8 punti (0,1 per ogni errore)
 
Stile e lessico: 8,5
Bè, direi che la cosa delle virgole si ripercuote anche qui. Nel complesso il tuo stile non è affatto male, hai un lessico vario ed adeguato al contesto, ma fa' più attenzione alla punteggiatura. Inoltre ogni tanto i periodi mi sono sembrati troppo corti, troppo poco articolati. Forse un pizzico di subordinazione in più mi avrebbe fatto piacere, ecco. Ma nel complesso non c'è male, hai uno stile che sicuramente non ti deve far vergognare.
 
Originalità: 10,5/15
Ok, mi spiace, però capirai che la tua storia non spicca per originalità. Di un Harry depresso e malinconico ho letto innumerevoli volte, con Ginny che è l'unica che è riuscita a tirarlo su. Inoltre – ironia della sorte – entrambe le Harry/Ginny che mi sono capitate trattano di una proposta di matrimonio. Ehm. Comunque (ovviamente) non potevi saperlo, quindi non te ne faccio una colpa. Solo, sono tutti temi che ho già riscontrato più volte. La proposta di matrimonio è un classico. La presenza di Hagrid invece è stata una cosa che mi ha colpita, quella sì che è innovativa, non si vede spesso in una Harry/Ginny!
 
Uso pacchetti: 14/20
ok, qui ho diviso il punteggio in: 5 punti per prompts e colore, 5 per la canzone e 10 per il ballo.
Prompts: l'idea dell'ombrello mi è piaciuta tantissimo! Non avrei mai pensato ad Hagrid, buona idea! Per quanto riguarda il budino l'hai citato, ok, ma niente di più: a me interessava che fosse un elemento scatenante, che c'entrasse qualcosa con la trama, ecco. Anche il colore è stato appena citato, mentre avrei preferito che fosse leggermente più approfondito. Complessivamente però non è un brutto lavoro. (3,5/5)
Canzone: Che dire? La canzone l'hai messa, l'hai citata all'inizio e alla fin fine c'entra con tutto quanto. Perché se Harry cade Ginny lo prenderà, lo sorreggerà eccetera, proprio come dice quella strofa. Ci credi però che io lo avrei inteso al contrario? Voglio dire, con Harry che se Ginny cade la prende eccetera. Forse è perché, per come io vedo l'IC di questi personaggi, forse mi sembrava più normale. D'altra parte la storia è tua, e non intendo assolutamente penalizzarti per questo! Forse l'unica cosa che avresti potuto enfatizzare era proprio il titolo, Time after time. Tempo dopo tempo, insomma, per sempre. Un qualcosa che magari si ricava dalla proposta di matrimonio, ma che sarebbe potuto essere più accentuato. Anche qui, nel complesso l'hai inserita bene! (4/5)
Ballo: ahi. Ecco, questo, che era un po' il fulcro di tutto il contest, me l'hai praticamente ignorato! Insomma, era vagamente implicito il fatto che dovesse essere la coppia a ballare, no? Bé, qui abbiamo Harry e Ginny che stanno guardare Ron e Hermione che ballano. Nemmeno li guardano, anzi: li ignorano tranquillamente, parlando d'altro. Il punto era che il ballo doveva essere quasi il centro di tutto, se non completamente. Invece così viene talmente ignorato... Non so cosa dirti, dal momento che si tratta di un ricevimento – detto anche ballo – hai la sufficienza, però mi aspettavo di più. 6,5/10

Caratterizzazione personaggi: 8/10
Allora. Partiamo dai secondari. Hagrid mi è piaciuto, con la sua apparizione e le sue uscite, davvero da lui. Anche Ron e Hermione erano perfetti, Ron con le sue incertezze (lui che non vuole ballare me lo vedo davvero!), e Hermione... Niente da dire, era lei. Anche Ginny, bene o male, mi è piaciuta. Forse io la vedo un po' più... ehm... pudica, nel senso che non va da Ron a dirgli che lei e Harry hanno fatto certe cose. Ma ci può stare. È Harry che mi lascia un po' più perplessa, a dire il vero. Intanto, io non l'ho mai visto come uno che si lascia abbattere dalla depressione, mai. Lui dovrebbe sapere che quelli che sono morti, bé, lo hanno fatto consapevolmente, non certo per colpa sua. Mi spiace, ma questo Harry depresso non mi ha convinta più di tanto. D'altra parte non è che è diventato un alcolizzato isterico (e, credimi, ne ho lette così da far accapponare la pelle), ma riesce ad uscirne per amore, quindi è già più plausibile. In conclusione, la caratterizzazione è abbastanza buona, escludendo questi piccoli accorgimenti.
 
Punti bonus AU: 0/2
No, direi che non è un'AU

Gradimento personale: 4/5
Complessivamente non è stata una brutta storia, anzi! C'è solo il discorso del ballo mancato e della caratterizzazione di Harry, ma a parte questo è stata una storia che mi è piaciuta.
 
Totale: 53,2/70
   
 
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