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Autore: White_Black    24/03/2013    1 recensioni
Questa è la nostra prima fanfiction!
Charlie, Renè, Christine, Cayla, Fred e Livia sono dei ragazzi appassionati di anime e manga, ma quando Charlie parte per l'america, appena sposata e incinta di un bambino, i legami fra loro si fanno più deboli...
E se avessero avuto dei figli con il carattere uguale a quello di alcuni personaggi di Soul Eater? Cosa succederebbe fra questi?
Ricordatevi di recensire!
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Death the Kid, Franken Stein, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4-Solo un amico?
 
Maka si svegliò grazie ai pochi raggi di sole che filtravano attraverso il tessuto della tenda. Sbadigliò e si stiracchiò, urtando per sbaglio la figura addormentata di Franken.
-Eh? Che vuoi, cavolo?- chiese inforcando gli occhiali e mettendo a fuoco il viso della ragazza.
-Ti devi alzare! È mattina!- gli disse per nascondere il fatto di averlo svegliato per sbaglio.
-Eh? È presto… fammi dormire…- ribatté lui assonnato con gli occhiali storti.
-Allora? Ti muovi?- gli tirò un cuscino, che lui afferrò e restituì al mittente.
-Non è che mi vuoi?- lei arrossì.
-Cosa? Nessuno ti vorrebbe! Sei solo un brutto pazzo!- mise il broncio.
-Il secondo sì, il primo no. Non sono brutto, anzi, non c’è niente di male se ti piaccio. Saresti solo l’ennesima ragazza.
-Non ti dare arie, semmai è il contrario, sono io che ti piaccio, considerato che non fai altro che chiedermi se mi piaci! E poi sono io quella con tanti pretendenti!
-E dimmi chi sarebbero questi pretendenti…- Maka ci pensò un po’ su.
-Ehm… c’era lui, e lui, e lui, e anche lui! Ma piuttosto dimmi chi sarebbero le tue di ragazze!
-Beh, c’era lei, e lei, e lei, e anche lei!- si guardarono bene e decretarono una cosa:
-Le nostre relazioni sentimentali sono un disastro, ammettiamolo.- disse Maka.
-Questa volta sono d’accordo con te.- rispose Franken.
Dopo caddero in un silenzio imbarazzante che si prolungò per oltre dieci minuti, fino a quando non fu spezzato dal suono del cellulare di Maka. Lei si affrettò a prenderlo e sullo schermo apparve una scritta: “1 nuovo Messaggio”.
Ciao Maka. Sono Crona. Come va lì? Non sai cos’è successo: Kid ha cominciato a parlare della simmetria mentre dormiva! ^_^ Ci vediamo presto salutami Franken! <3
 
Kid crollò sul libro di latino dopo aver finito la versione.
-Io odio il latino…- borbottò quasi come se stesse per morire.
-Ti prego, ti prego, fa’ che sia giusta, ti prego…- in tutta risposta il ragazzo ebbe un “beeeng”, proveniente dalla cucina.
-Ma che diavolo succede?- aprendo la porta della stanza, si trovò davanti la madre, semi-incosciente sul pavimento, e la zia con in mano una padella dal bordo ormai ondulato, che riportava sul fondo il segno della testa di Charlie.
-Hai ucciso mamma!- urlò il ragazzo in preda al panico.
-No, l’ho solo stordita.- disse Renè mostrando la padella.
-Cho-cho-cho-cho-cho…- mormorò la madre come se fosse ubriaca, seguendo delle note strampalate.
-Basta, Charlie!- un altro colpo di padella fece cessare le parole della Black.
-Ma che ha la mamma?- chiese Kid osservando stupito la madre.
-La crisi d’astinenza da cioccolato, non ne mangia da ieri.- spiegò la zia a Kid.
-Che succede?- chiese Crona entrando in cucina.
-Capiti a fagiolo, Crona. Tu e Kid dovete comprare la cioccolata per la zia.- disse René caricandosi l’amica sulle spalle e trasportandola fino al divano.
-Tenete i soldi e sparite! Compratene…- fece alcuni conti mentali.
-Sette kili!
-Cosa?- chiesero in coro i ragazzi.
-Siete ancora qui? Sciò!- Crona e Kid uscirono e si diressero verso il supermercato più vicino.
-Kid!
-Sì?- chiese lui, che stava per infilarsi la mano in tasca, quando la ragazza gliela afferrò.
-Corriamo!- Kid era arrossito, guardava le loro dita intrecciate.
Ma che sta succedendo?, pensò.
-Eccoci!- il telefono di Kid squillò.
-Ehm… io vado dentro, tu rispondi.- lui annuì e prese il cellulare.
-E che caspita vuole ora Soul? Pronto?
-Cugino! Allora, come va il tuo appuntamento?
-Cosa? Ma sei scemo?- chiese il ragazzo.
-Ma sì, tu e Crona, vi tenevate per mano… tutututu.- Kid schiacciò il tasto rosso.
-Insopportabile…- imprecò.
-Kid, mi puoi aiutare?- lui si precipitò da Crona e prese il sacco.
-Grazie. È pesante, ti serve una mano?- scosse la testa e cominciò a camminare verso casa, Crona dopo un attimo di perplessità lo seguì correndo.
-Allora, Kid, hai finito i compiti delle vacanze?
-Mi manca solo la storia e ho finito.- rispose.
-A me manca la versione di latino.
-Io l’ho fatta oggi. Se vuoi te la passo.
Molte cose erano cambiate dall’ultima volta che vi ho parlato di questi due ragazzi. René e Charlie, dopo aver cominciato a collaborare per un libro, avevano deciso di andare a vivere insieme, in una villetta a due piani, con le ovvie conseguenze per Kid…
Aprirono la porta con circospezione, per paura che il “Demone di Cioccolato” li aggredisse durante una crisi.
-Finalmente! Non ne poteva più! Datemi la cioccolata, così la faccio stare zitta!- urlò René non appena i due rientrarono con il sacco della spesa.
-Chi ha detto CHOCO! Datecelo! È il nostro tesssssorrrro! Gollum! Gollum! Waahhh!- la donna bionda fece una faccia terrorizzata.
-Dategliela ora! Sennò sclera! No, aspetta, è già successo molto tempo fa.- ragionò ad alta voce, mentre l’altra si avvicinava in modo inquietante ai due ragazzi.
-Attenta!- dissero questi ultimi in coro allungando il sacco verso Charlie, che subito si rilassò e torno la seria, calma, fredda Charlotte Black.
-Cos’è successo? Ma è choco! Ora ne vado a mangiare un po’.- si allontanò con calma.
-Wow.- riuscì solo a dire Kid.
-Ah, Kid, mentre io ero occupata a tenere buona Charlie, Ragnarock è salito al piano di sopra. Puoi andarlo a prendere?
-Ti accompagno io!- esclamò Crona.
-D’accordo.- disse lui. Salirono al piano superiore e controllarono nella stanza di Crona e in quella di René, ma del cane nessuna traccia.
Allora Kid ebbe uno spiacevole presentimento e andarono di corsa nella camera del ragazza. Se così può essere ancor chiamata: il cane aveva messo sottosopra tutta la stanza, aveva rosicchiato i mobili e preso a morsi il materasso, inoltre si rifiutava di uscire da sotto il letto, nemmeno Crona riuscì nell’impresa.
-La mia camera simmetrica… distrutta da quel cane! Questa è la volta che lo faccio arrosto! Esci di lì, SUBITO, così ti farcisco prima della cottura! Avanti bel cagnolino, esci di lì, ti invito a cena!- scoppiò in una risata satanica.
-Non spaventarlo, non so come comportarmi con i cani spaventati…- il ragazzo si fermò di scatto.
-Scusa, ma la mia stanza… ora come faccio?- le due trentasettenni entrarono nella camera.
-Come cavolo si è ridotta così, Kiddo?
-Non chiamarmi Kiddo! Ho sedici anni e una reputazione da difendere!- la rimproverò lui.
-A quanto pare, dovrai dormire con Crona.
-COSSSSSA?- chiesero i due in coro.
-Che male c’è? Da bambini lo facevate spesso, no?- domandò Charlie.
-Abbiamo sedici anni, mamma!- le ricordò Kid.
-Posso parlarti, Kiddo? In privato.- sorrise e lui la seguì fuori.
-Senti, Kiddo, so che ti piace Crona, ma non è il momento di fare i timidi!
-E tu come, come lo sai?
-Ce l’hai stampato in faccia. Strano che Crona non se ne sia accorta. Piuttosto, dov’è il problema?
-Ehm, mamma, sono passati anni dall’ultima che ho dormito in pigiama. Io ormai dormo in mutande!- le disse Kid.
-Mettiti i pantaloni, allora!- gli consigliò la madre.
-No. Non mi va.- incrociò le braccia.
-Allora, o con Crona, o nel tetto, nudo come un neonato!
Il ragazzo sospirò e accettò la proposta.
 
-Mamma, non voglio dormire con Kid. Non so come comportarmi con i ragazzi…- si lamentò la ragazza con René.
-Crona, ma Kid è solo… un ragazzo. Però, vi conoscete da tanto, e non è la prima volta.
-Una cosa è a cinque e un’altra a sedici, mamma! Non ha senso! Ti prego, mi vergogno un sacco, poi io dormo con la maglietta e basta…
-E mettiti i pantaloni, allora!
-No, non mi va. Mi danno fastidio.- lei si afferrò il braccio sinistro con la destra.
-Allora vai a dormire nuda sul tetto, come una neonata!- spesso Charlie e René dicevano le stesse frasi.
-D’accordo.
Tanto che può succedere? Kid è solo un mio amico d’infanzia… solo un amico, vero?

  
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