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Autore: Vale11    25/03/2013    3 recensioni
Se il mare ti chiede di non lasciarlo dormire da solo, tu cosa fai?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lei lo capì li, che lui viveva per quei cinque secondi in cui ancora non è successo niente, e ti aspetti tutto senza pensarci. Potrebbe arrivarti una pallottola, potrebbero aprirti la testa, ma non ci pensi. Quello che fai è urlare,e quando hai finito di urlare sta già succedendo tutto, e ti senti i polmoni pieni d'aria che deve uscire, urli di nuovo e ridi. 
in quei cinque secondi, i suoi occhi diventavano rossi.

Starky prego, pregò seriamente che il capitano approvasse il suo piano. Aveva lasciato la nave al resto della ciurma con gli ordini precisi di fingere di essere il doppio di quanti fossero in realtà, urlare come indemoniati, cannoneggiare il Victory distraendolo e arrivare a terra con le piroghe se la battaglia fosse giunta ad uno stallo. Il fatto che potessero rimetterci tutti le penne se qualcosa andava storto non gli era indifferente, ma cos'avrebbe potuto fare? Era la prima cosa che gli era venuta in mente e, al momento, pareva funzionare. I marinai del Victory erano voltati verso la Roger, e il pericolo di vedersi arrivare una palla di cannone sulla testa sembrava momentaneamente scongiurato. Avrebbe voluto vedere le facce dei marinai inglesi quando il vascello pirata alzò la bandiera rossa, la Jolie rouge, accanto alla bandiera nera con teschi e tibia. Pavillon nomme Sansquartier: bandiera della lotta senza quartiere, la tiravano su solo quando non volevano fare prigionieri. Nemmeno uno.
Gli squali avrebbero cenato bene, quella sera.

Jas Hook si voltò per mezzo secondo quando sentì partire le prime bordate e riconobbe la voce di Long Tom da lontano, mezzo secondo che sarebbe bastato a un inglese per fargli entrare la baionetta fra le costole, non fosse stato per Roger che gli piantò una pallottola in fronte prima che ci riuscisse. Prese fiato, fissando il suo medico di bordo e regalandogli un ghigno che Roger sapeva esprimere gratitudine, soddisfazione di essere ancora vivo e qualcosa di simile a andiamo-a-sbuzzarne-un-po'-insieme-ti-va? Infilò le pistole nei nastri colorati che teneva sulla schiena e se le gettò sulle spalle, sfilando la spada dal fodero e mettendo l'uncino in bella mostra. Cinque dita, certo. Ma due lame al posto di una a volte tornavano comode.

Saoirse si divideva fra controllare che la porta della capanna che proteggeva Hansi da quell'inferno fosse chiusa e dissuadere poco gentilmente chiunque osasse avvicinarsi, cosa che comprendeva l'utilizzo di una spada, un pugnale e l'aiuto di Smee, incredibile a dirsi piuttosto abile col pugnale a lama corta. Sapeva che se Hansi ci fosse riuscito sarebbe saltato fuori con tutte le migliori intenzioni del mondo, che lo avrebbero portato sicuramente ad occupare una fossa scavata in spiaggia, cosa che voleva assolutamente evitare. Non aveva accettato che suo fratello non venisse rispedito a Londra solo per vederselo ammazzare sotto gli occhi. 
Ma era preoccupata per Jas, inutile nasconderlo: era in piena furia omicida, certo, ma il buco nel fianco e la febbre c'erano ancora. Tutto quello che poteva fare, però, era cercarlo con gli occhi ogni volta che una pausa nella lotta con gli inglesi glielo permetteva, sperando di non vederlo mai in posizione orizzontale. Trapassò un soldato fra stomaco e costato prima che lui potesse fare lo stesso con lei, lo scrollò dalla lama e si rese conto che stava sillabando qualcosa.
"Sei una donna"
Si trattenne a stento da sputargli in faccia un complimenti per il senso di osservazione.
Non stava bene, offendere i morti.

Roger corse dietro a Jas nella nebbia della polvere da sparo, scansando fendenti, parandone qualcuno e affibbiandone altri, gettando sempre un occhio alla schiena del suo capitano. Sapeva di non doversi preoccupare: finchè era così non sarebbe caduto. Quando partiva in quel modo si fermava solo quando aveva finito il lavoro. O se lo avessero fatto fuori. Per quello continuava a tenergli gli occhi puntati addosso: democratica e libertaria quanto vuoi, la vita a bordo della Roger, ma quella nave non sarebbe stata la stessa senza James Matthew Hook. Doveva tenerlo d'occhio, voleva tenerlo d'occhio e quindi l'avrebbe tenuto d'occhio fino alla fine della battaglia. Cercò di fare mente locale.
Gli inglesi avevano sempre dalla loro il vantaggio numerico, ma le perdite che i pirati stavano infliggendo loro iniziavano a farsi sentire, la Roger aveva distratto il Victory quel tanto che bastava per impedire alla marina inglese di far piovere palle di cannone fra gli alberi e, probabilmente, il suo ex capitano tanto nobile quando inutile era ancora sulla nave. La strategia dei soldati era troppo buona perchè fosse sua, sicuramente era farina del sacco de quartiermastro. Ergo, il signor Cordingly era li intorno. Era bravo, glielo doveva.
La strategia pirata pareva funzionare: stringere in un cerchio gli inglesi era stata una buona idea. Se i soldati avevano più armi e munizioni, i pirati avevano dalla loro determinazione e ferocia senza regole;  dove gli inglesi avanzavano con la forza, la ciurma di Jas Hook sopperiva con l'astuzia, dove il Victory eccelleva in armamenti, la Roger aveva dalla sua la bandiera rossa. 

Jas Hook vedeva la fine della battaglia, per lo meno la fine della battaglia a terra. Gli inglesi erano notevolmente diminuiti, e pareva si preparassero a tornare sulla loro nave. Nave che, al momento, era troppo presa in uno scontro con la Roger per far caso alle poche scialuppe che tentavano di avvicinarsi: i rampini del vascello pirata sembravano attaccati al parapetto della nave di sua maestà con la colla, e pareva che le due navi stessero trattando qualcosa. Solitamente i pirati invitavano il capitano nemico a bordo, discutevano la resa, saccheggiavano e festa finita. In quel caso, però, non avrebbe messo la mano sul fuoco su una possibile esecuzione estemporanea della parrucca semovente, o su un eventuale ferimento della stessa. Aveva portato via il capitano alla sua nave, era qualcosa che la sua ciurma non avrebbe perdonato facilmente.
E poi, quell'uomo era un incapace.
E gli incapaci, in mare, erano più pericolosi dei marinai esperti.
Se l'avessero fatto fuori avrebbero fatto un favore ai marinai del Victory, poco ma sicuro.
Un colpo alle spalle gli rovinò ulteriormente schiena e camicia, ricordandogli che la battaglia sarebbe continuata fino all'ultimo uomo. Quando si voltò, si rese conto che quello che aveva davanti non era un soldato a caso.
Aveva i gradi, aveva una parrucca improponibile, anche se meno cretina di quella portata dal suo capitano, aveva una spada degna di nota e pareva maneggiarla con destrezza. Sorrise inchinandosi, portando avanti la spada e spostando indietro il piede sinistro.

Il signor Cordingly non era nuovo alle battaglie, non era nuovo ai pirati e non era nuovo a dover fare il lavoro del capitano. Il suo attaccamento alla bandiera e alla disciplina era tutto ciò che gli aveva impedito di strozzare quell'uomo inutile più di una volta. Aveva imparato a stimare alcuni dei suoi nemici naturali, come riteneva che i pirati fossero, accettando che non tutti fossero zotici rozzi come credeva fossero all'accademia militare, riconoscendone la cultura e l'audacia, per non parlare della bravura nel governare navi e ciurme spesso talmente indisciplinate da fargli venire i brividi. Serviva un gran carisma, poco ma sicuro, e l'uomo in piedi davanti a lui pareva averne da vendere. Si rese conto a malapena che il rumore intorno a loro si era tanto affievolito da essere quasi cessato, che le navi avevano spesso di sparare bordate
Il capitano si è arreso, e i pirati hanno deciso che la preda e buona e non vogliono danneggiarla ulteriormente. Fine dell'analisi.
e che la maggior parte dei sopravvissuti erano assiepati attorno ai due duellanti come se aspettassero che uno di loro cadesse per decretare la fine della battaglia.
L'idea che ormai il Victory fosse perso e che non ci fosse poi molto per cui lottare non lo sfiorò nemmeno: aveva l'Inghilterra e San Giorgio, la sua bandiera gli imponeva di duellare con James Matthew Hook.
E poi, aveva una voglia disperata di farlo.

Jas Hook sapeva riconoscere un uomo valido quando lo vedeva. Certo, non significava che quel tipo gli suscitasse simpatie alcune, anzi. Sembrava troppo attaccato alla disciplina per potergli rimanere simpatico, ma sicuramente il duello avrebbe avuto senso. Si inchinò di nuovo, toccando la punta della lama avversaria con la sua. Sapendo perfettamente che era una mancanza di rispetto che non sarebbe stata presa tanto alla leggera. Sorrise. E vide il suo avversario annuire ed attaccare.
La bella. Chi segna, vince tutto. Per lo meno a terra.

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la vale e il ritardo infinito
  
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