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Autore: Leyna_s_heart    25/03/2013    3 recensioni
Questo è un cross-over tra Teen Titans e Young justice.
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Stella e la sua amica Megan arrivano a New York per completare l'ultimo anno di liceo tra amori, gelosie e misteri nel più prestigioso ed esclusivo liceo della città.
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I personaggi sono semplici umani, non hanno nè poteri né strane capacità. Normali adolescenti.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Starfire
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quattro: I problemi che nascono.. restano!

 

Rachel

 

La sveglia suonava sempre più insistentemente ed io, da sotto le coperte, sbuffai con la mano afferrai il cellulare e spensi quel rumore infernale. Mi trascinai in bagno a prepararmi e poi in cucina a fare a colazione. Abitare da sola – per quanto l’appartamento fosse piccolo e scialbo – mi piaceva molto e avevo tutta la pace di cui necessitavo.

Essendo molto in anticipo, uscì dalla finestra per sedermi sulle scale antincendio e gettai il pezzo di pane, che avevo in mano, poco distante da me.

Corvina arrivò subito, beccando il pezzo di pane e ringraziandomi gracidando.

La sua presenza mi aiutava a calmarmi e presi a meditare, cercando di scaldarmi con la luce del sole.

Corvina era il corvo più grande e bello che avessi mai visto e ricordo perfettamente il giorno in cui la incontrai  la prima volta, quasi quattro anni fa ormai.

Ero scappata di casa – anche se non dovrei definirla una vera e propria fuga visto che era stata tutta una idea di mia madre – e mi serviva un posto in cui stare lontana da mio padre.

Questo appartamento faceva al caso mio: affitto ai minimi storici, un bagno e la vicinanza alla scuola. Se escludiamo il quartiere non proprio sicuro e gli altri inquilini che sono tutti – tranne uno- dei criminali, il resto è perfetto! La mamma voleva tenermi lontana da quell’uomo e la mia finta fuga di casa era la soluzione adatta.

La prima notte che mi trovai da sola in questo posto la passai piangendo, finché dei rumori al vetro della finestra non mi resero guardinga e con la mazza da baseball – dono di buona permanenza di mia madre – andai alla finestra per vedere.. un enorme corvo.

Ero davvero sorpresa della cosa!

Il corvo continuava a gracchiare e io le rispondevo pure con delle frasi del tipo ‘si si adesso smetto’ o ‘ho capito. Visto non piango più!’.

Appena terminai di piangere il corvo in effetti smise di gracchiare e così feci amicizia con lei.

Un pianto isterico di bambino mi riportò alla realtà.

“Lian si è alzata eh?!”

Le mie reminescenze erano durate anche troppo e con tempo diventavo sempre più nostalgica e malinconica.

“Ora vado a scuola. Ci vediamo al mio ritorno Corvina!”

Lei rispose gracchiando.

Rientrai e le feci cenno di saluto con la mano così che lei spiccò il volo.

Mi misi in spalla lo zaino e chiusi la porta di casa.

“Ciao Rachel!”

Mi voltai verso la voce “Ciao Jas!”

Jason Todd, il mio vicino di appartamento, era di un paio d’anni più vecchio di me ed era il classico esempio di vicino semi-criminale di cui parlavo prima.

Ma nonostante tutto era sempre gentile con me. Ad esempio una volta mi avevano praticamente svuotato la casa di tutto ciò di valore e lui il giorno dopo mi aveva fatto avere tutta la mia roba in appartamento con le scuse degli svaligiatori. Non oso immaginare cosa sia successo a quei poveri svaligiatori!

Devo ammettere che da allora nessuno aveva più tentato di rubarmi nulla.

“Vuoi un tiro?” mi offrì la sigaretta.

Era davvero un bel ragazzo: alto, fisico statuario, capelli neri come le ali di Corvina e due occhi verde chiaro.

Peccato che il ghigno di crudeltà che aveva sempre in viso rovinasse il tutto.

Scossi il capo “Non fumo più”

“Questa poi..” disse ironico.

“A differenza tua vorrei vivere qualche annetto in più” ribattei gelida.

“Oh sì! Questa è una frase adatta ad una campagna antifumo!” ridacchiò.

Girai sui tacchi ignorandolo.

Se voleva ottenere qualcosa avrebbe dovuto sudarsela un po’.

“Hei aspetta!” mi fermai “Dai scusa Rachel! Parliamo ancora un po’.”

Non mi girai nemmeno “So già cosa vuoi sapere..”

“Cos”

“Dick Grayson, il tuo amato fratellino, è sempre il solito impeccabile studente, mentre” mi voltai a guardarlo “la tua adorata Barbara” i suoi occhi s’incupirono come succedeva sempre “è la migliore studentessa del nostro anno, come sempre del resto.”

Jas voltò lo sguardo fuori dalla finestra e continuò a fumare in silenzio.

A volte sentivo la stranissima sensazione di voler fare qualcosa di più per lui, ma la scacciavo ogni volta perché so che non me lo permetterebbe mai.

“Oh Jason! Rachel!” un ragazzo alto dai capelli corvini uscì dalla porta di uno degli appartamenti “Ciao!” sembrava stupito di vederci.

“Ciao Billy!” risposi mentre Jason si limitava ad cenno del capo.

Billy Batson era di un paio d’anni più giovane di me e frequentava la mia scuola – anche lui con borsa di studio come me-. Abitava qui da quando aveva perso i genitori e lo zio lo manteneva per permettergli di finire le scuole, prima di raggiungerlo sulla west coast.

Era un bravo ragazzo, decisamente troppo disponibile – Jade lo sfruttava senza pietà per fare da babysitter a Lian- e buono per quelli che abitavano qui, ma nessuno gli avrebbe mai fatto nulla.

Infondo piaceva perfino a me. Ma non l’avrei mai ammesso a voce alta!

“Andiamo Billy. O faremo tardi.” Mi rivolsi a lui col mio solito tono annoiato. “Ciao Jas.”

Uscito dall’edificio, raggiungemmo la fermata della metropolitana e salimmo sul primo metrò meno foderato di gente.

“Uff. finalmente!” si lasciò cadere accanto a me sulle poltroncine.

“Già rischiavamo di non arrivare a scuola.. Quale sacrilegio!” ribattei sarcastica.

Ignorò il mio sarcasmo. “Per fortuna stamattina Lian si è messa a strillare o non mi sarei mai svegliato!”

“Si è meglio di una sveglia”

“Ma almeno la notte dorme o sarebbe dura anche per noi!”

“Non so quanto resisterebbero Jade e Roy se la bimba piangesse sempre.”

La metro si fermò e scendemmo in fretta, incamminandoci verso scuola.

Billy mi lanciava di sfuggita delle occhiatine che non promettevano nulla di buono, sbuffai spazientita.

“Vai spara!”

Un ghigno comparve sul suo viso. “Ho saputo che sei entrata nel glee club..”

“Già” risposi lapidaria.

“E.. Posso sapere come?”

“Ho fatto il provino, ovviamente”

“Ovviamente. Ma cosa ti ha spinto a farlo?”

“Mi hanno costretta”

“Nessuno ti costringe a fare nulla, se non vuoi!”

“Come puoi dire una cosa così?”

“L’ultima volta che ho provato a farti fare qualcosa contro voglia, ed era solo badare con me di Lian, mi hai sbattuto la porta in faccia. Non ti ricordo neppure cosa hai fatto al povero Jason!”

“Non mi pare di aver mai fatto così.”

“Il mio naso ed io si!” disse massaggiandosi il naso con aria dolorante.

Ridacchiai involontariamente e lui sorrise con me.

Eravamo arrivati già a scuola e la prima cosa che notai fu la str.. Becky che ci fissava e la cosa non mi piaceva.

Se avesse continuato a prendersela solo con me non era un problema, non mi importava, ma se avesse anche solo provato a fare qualcosa per rovinare Billy le avrei fatto davvero male.

Erano passate un paio di settimane dall’incidente del primo giorno in mensa, quando Stella, Megan e Babara Gordon mi avevano difesa – ero venuta a saperlo solo in seguito – e la cosa non aveva avuto ripercussioni dalla str.. Becky.

Anzi!

Becky era venuta a chiedermi scusa.

Ok, ‘scusa’ è una parola grossa, ma almeno non era più successo che usasse bullismo contro di me.

Era tutto perfetto quindi.

Solo che io non credevo minimamente che una così avrebbe lasciato perdere la vendetta e quindi continuavo a controllarla da lontano.

Stava molto spesso con la Zatara e le parlottava spesso all’orecchio indicando la Gordon.

Sperai che la Zatara avesse un po’ di buon senso e non finisse nella rete di menzogne di quella str.. Bec.. Oh quello che è!

“Rachel!!!” mi girai lentamente e, come mi aspettavo da quell’urlo, Stella i stava correndo incontro agitando le braccia, mentre poco dietro Megan cercava di farla smettere di gridare – benedetta ragazza! – e Logan con appesa al suo braccio quella sanguisuga della sua ragazza.

“Ciao” salutai il nuovo gruppetto a cui, ormai si poteva dire, appartenevo.

Stella mi abbracciò neanche fossi il suo cantante preferito e spostò lo sguardo su Billy che immaginai se la doveva ridere sotto i baffi vedendomi così.

“Chi è il ragazzo con te?” mi chiese subito Stella mentre scioglieva l’abbraccio “è il tuo ragazzo?” mi guardò curiosa “Non me l’avevi detto!” mise le mani sui fianchi e fece una smorfia di disappunto.

“Lascia Billy in..” non feci in tempo a dire nulla che la rossa stava davanti al mio vicino di casa tutta sorridente che nel frattempo aveva raggiunto il suo gruppetto.

“Ciao!” Billy si guardò in giro come per essere sicuro che Stella non parlasse con qualcun altro. Immaginai che si stesse chiedendo cosa una ragazza così bella volesse da lui. “Io sono Stella, una amica di Rachel.”

“.. in pace..” terminai la frase.

“Oh una amica di Rachel.” Billy mi guardò ghignando. “Io sono Billy!” continuò a ghignare prendendoci gusto. Ovviamente sapevo mi avrebbe preso in giro. “Rachel mi ha mai parlato di te però.”

“Davvero?!” Stella mi guardò: era raggiante. “Lei non ha mai parlato di te.”

“Oh a Rachel non piace che si sappia troppo di lei.”

“Si si vero vero! L’ho notato pure io!”

“A volte è davvero una musona, ma cosa ci vuoi fare..”

“.. le vogliamo bene lo stesso!” terminò per lui Stella ridacchiando.

Ero basita!

Andavano anche troppo d’accordo!

Mi sarei avvicinata ai due, ma non mi andava di morire di vergogna per chissà quale episodio della mia vita avrebbe tirato fuori Billy e mi voltai in cerca di conforto da Megan.

“è sempre così?”

“Oh ha fatto di peggio.” Mi rassicurò con un sorriso.

“Davvero?”

“Oh si! Una volta la Regina stava passando in auto salutando i suoi sudditi e Stella è salita su un muretto e ha urlato ‘Regina sei una dura! Da vecchia voglio diventare come te!’ e credo l’abbia sentita perché ha guardato dalla nostra parte”

Mantenni una espressione impassibile anche se avrei voluto ridere.

Tara ascoltava disgustata la storia e Gar era incredibilmente serio e sembrava assorto in chissà quali pensieri.

“Oh e poi c’è stata la volta in cui avevo vinto i biglietti per la prima di un film con il nostro attore preferito e a fine film Stella ha inseguito il protagonista e quando l’ha beccato gli ha detto ‘io ti amo, ma in sto film hai fatto proprio schifo!’, i bodyguard l’hanno trascinata via mentre io mi scusavo con sto povero attore.”

“Imbarazzante!” sentenziò scandalizzata Tara.

“No, è divertente!”

“Ma dai ti ha fatto fare figuracce perché non riesce a stare zitta!”

“dice solo ciò che pensa.”

Notavo che c’era delle tensione tra le due. Megan però lo mascherava benissimo. Forse avrei dovuto intervenire, così decisi di rivolgermi a Gar che di sicuro avrebbe detto qualche cretinata.

“Gar..” non riuscì a dire altro. Lui mi stava fissando serio e una espressione strana. Sperai vivamente di non essere arrossita e cercai di riprendere il controllo del mio cuore che batteva troppo forte.

“Forse dovremmo entrare, non trovate?” dissi a voce abbastanza alta perché mi sentissero pure Stella e Billy.

“Si si andiamo adesso.” Si voltò verso di me “sai che simpatici che sono questi ragazzi?!” sorrideva raggiante.

Feci un cenno di capo ai compagni di classe di Billy: Stephanie Brown, una biondina che faceva parte del club di giornalismo, Cassie Sandmark, la vice capitana del club di karate, Bart Allen, il cugino piccolo di Wally West e Jaime Reyes che facevano entrambi parte del glee club.

“Andiamo dai Stella!”

“Ok ok, ciao ragazzi! Hei Billy!” il ragazzo si voltò “Ci sentiamo eh!”

“Ah ah certo Stella! Quando passi a trovare Rachel vieni pure a salutarmi.”

Gli lanciai uno sguardaccio.

“Sai Rachel ho capito come ha fatto a convincerti”

Gli rifilai la mia migliore occhiataccia e lui mi sorrise serafico.

“So dove abiti ricordati!”

“Chiederò a Jason di proteggermi!”

“Chi è Jason?”

“Il mio altro vicino di casa. Guarda che..”

“Su dai Rach! Non te la prendere con lui che è un gran bravo ragazzo!” mi disse Stella “molto meglio di altri.” Mi sussurrò.

Avrei dovuto chiarire la situazione. Ed in fretta!

“Ah ah ah Rach..” Billy intanto cercava di trattenere le risate per via del soprannome che mi aveva appioppato Stella.

Indietreggiò troppo e colpì una ragazza che passava proprio in quel momento dietro di lui.

La campanella suonò in quel momento e Gar se ne andò subito con Tara alle calcagna, così come Megan corse su borbottando di una verifica e il gruppo di Billy era già entrato.

La ragazza colpita da Billy era la Zatara.

Billy era diventato rosso e si stava sprecando in mille scuse, mentre le ragazza non sembrava stare molto bene.

Io entrai lentamente a scuola, alla fine non avevo motivo di rinunciare alla vista di Billy imbarazzato – e, ammetto, non ho in grande simpatia sta ragazza -, mentre notai che Stella s’irrigidì al mio fianco.

Fissava stranita la Zatara.

Per un attimo credetti di cedere alla curiosità, ma non lo feci.

Se voleva parlarmi di qualcosa lo avrebbe fatto lei.

Presi la manica della giacca di Stella la tirai indicando la porta con la testa.

“Siamo tardi per davvero, ora.”

Stella annui e salutammo Billy, mentre la Zatara proseguiva davanti a noi spedita in classe.

Appena fummo abbastanza distanziate dalla corvina, mi voltai verso la mia amica.

“Stella.. Tutto bene?”

“Cosa..?!” mi guardò come mettendo a fuoco. “Oh si si, tutto bene!” rispose con una risata che sapevo falsa.

“Dai avanti spara!”

“Ecco… Diciamo che appena arrivata qui ho visto un bel ragazzo e ho provato una specie di..  attrazione per lui, definiamola così.. Però avevo pensato che lui avesse la ragazza, ma una sua amica mi ha smentito di essere lei e io.. ho iniziato a credere che forse l’avrei conquistato allora, visto che era libero.. ma ho saputo da poco che lui ce l’ha davvero una ragazza e io.. io ormai ho già una cotta per lui.. e non so che fare!”

Teneva il capo chino, mi faceva pena e rabbia.

Pena perché capivo cosa provava – eravamo nella stessa situazione – e rabbia perché come me non sapeva cosa fare.

“Mi dispiace per te, Stella! Dick è una brava persona, ma non so se lascerebbe la Zatara, sai.”

Stella arrossì di botto. “Come hai capito che era lui?!”

Evitai di farle notare che era ovvio. “Sono una sensitiva. Non lo sapevi?!”

“no! deve essere una delle cose che Billy non mi ha detto di te.”

“Oh no, non cambiare discorso stavamo parlando di te!”

“Non ti scaldare, so che non è il tuo ragazzo.”

“Non dovevano esserci dubbi su questo.”

“Non è così facile. Insomma è l’unico ragazzo di sesso maschile con cui ti ho mai vista parlare! E poi lui ti adora, questo è certo. Penso che pure tu gli voglia bene infondo infondo.” Mi sorrise.

“Un po’ si. Ma credimi,te l’avrei detto se avevo un ragazzo.” Sorrisi “siamo amiche, no? e che amica sarei se non te lo dicessi!”

Stella mi sorrise felice.

Aiutare le persone era più facile del previsto.

“Comunque..” riprese Stella “non ho intenzione di fare nulla con Dick”

“Perché? Potresti anche farcela a conquistarlo.”

“Anche, ma io non sono così! Non rubo i ragazzi alle altre.” Lo disse con una determinazione tale che ci credetti.

“è..” cercai la parola adatta “..ammirevole”

Fece un sorriso strano che non riuscivo a decifrare: tra il dolce e il malinconico: “Sai poco prima dell’estate a fine dell’anno scorso, il mio ragazzo ed io ci siamo lasciati. Lui si era innamorato di un’altra e non voleva tradirmi e me lo disse, così rompemmo dopo 3 anni assieme.”

“Cosa? Ti ha lasciata senza pensare a te?”

“In realtà l’ha fatto solo per correttezza verso di me. Avrebbe potuto divertirsi alle mie spalle, ma non l’ha fatto, ha affrontato la situazione di petto e ha deciso di parlarne con me. Ammetto che non c’erano più i sentimenti di una volta e quindi lasciarci non è stato difficile.”

“La fai sembrare una bella cosa.”

“Lo è. Siamo rimasti amici e ci sentiamo spesso.”

“Allora non lo odi o stai male per lui? Questo è l’importante!”

Mi guadò con dolcezza, facendomi avvertire quanto mi volesse bene dopo così poco che ci conoscevamo.

“No, sono felice per lui e questo viaggio era per voltare pagina.” Sospirò “ora però dovrò stare attenta a non prendermi alter sbandate per ragazzi fidanzati.”

“Io sono convinta che dovresti provarci lo stesso con Dick”

Questi sì sono buoni consigli da dare specie da chi poi predica così bene ma razzola così male!

“… Ci penserò.”

Sembrava assorta chissà dove, dovevo aiutarla.

“Hei! Vieni con me!” la presi e la portai fuori la scuola dall’uscita secondaria.

“Dove andiamo?”

“Oggi saltiamo la prima ora e facciamo colazione al bar qua di fronte, ok? Lag, il ragazzo che lavora lì, è simpatico addirittura a me!”

“Ma..”

“Niente ma! Ci divertiremo!”

Sorrise. “E sia!”

Ero felice che fosse venuta qui e che fossimo diventate amiche.

 

 

Megan

 

La giornata era passata così lentamente che di più non si poteva!

Il nervosismo era palpabile, tanto che sta mattina stavo per rispondere male alla povera Tara.

Stavo seduta nell’atrio di scuola, aspettando l’uscita dei risultati delle cheerleader.

Non so perché fossi lì, infondo sapevo che difficilmente mi avrebbero persa, ma non potevo smettere di pregare in un miracolo.

Dubitavo che Becky Smith la capo cheerleader mi avrebbe presa dopo il modo in cui le avevo risposto il primo giorno, per quanto si fosse scusata con noi e Zee continuasse a dirmi che per lei ero brava.

“Oh come sono nervosa!!”

Stella pareva in preda ad un nervosismo maggiore al mio: camminava avanti ed indietro come una bambina che spera passi il tempo per poter aprire i suoi regali a Natale.

“Fermati Stella! Stai innervosendo tutti.” La riprese Rachel.

Le rivolsi un sorriso grato – ero già abbastanza in tensione – e mi rispose con un cenno.

“Certo che la Smith ce ne mette di tempo per arrivare ed appendere un dannato foglio!” ribatté irritato Wally.

“Oh smettila!” lo zittì Artemis. “Cos’è smette una ed inizia l’altro?!”

Si squadrarono con la solita anda da ‘ti odio proprio tanto’.

Accanto a me Gar sbuffò. “Ho fame da tanto nervoso che sono.”

“Ma tu pensi sempre al cibo?!”

“In effetti avrei pure io una certa fame, Rachel.”

“Stella!”

“Anche io avrei fame!”

“West! Possibile che anche tu non pensi ad altro?”

“Hei! È pomeriggio inoltrato, cosa pretendi Crock?!”

“Hello Megan!” mi diedi un buffetto sulla fronte “Ho dei biscotti con me, ve li do se volete.”

Un ‘si’ non espresso aleggiava tra loro.

“Prima i risultato, poi i biscotti” sentenziò lapidaria Rachel “Non puoi premiarli per essersi lamentati costantemente”

Trattenni un risolino. Ne parlava come fossero cani da addestrare.

Zatanna con Becky, Wendy, Karen e Bette si facevano largo tra le altre ragazze che erano lì come me ad aspettare. Becky attaccò il foglio alla bacheca e se ne andò.

Zee e Karen vennero verso di me.

“Allora non vai a vedere?”

Un paio di aspiranti ragazze pon-pon scapparono in lacrime e questo non mi aiutò, ma annuì meccanicamente e mi avvicinai.

Cercai il mio nome nella lista e rimasi sorpresa: c’era!

Ero stata presa!

Mi voltai. “Mi hanno presa..”

“Magari lo ripeteresti con un po’ più di convinzione?”

“Si non ne sembra molto felice direi Artemis.”

Stella si fiondò ad abbracciarmi. “Lo sapevo! Lo sapevo!!”

Mi strinse così forte che sentivo benissimo l’odore di fragola del suo bagnoschiuma.

Non appena la mia migliore amica allentò la presa, mi ritrovai tra le braccia di mio cugino che mi stritolò ancora di più di quanto aveva fatto la rossa.

Anche Karen, Wally ed Artemis si avvicinarono a congratularsi.

Rachel si limitò ad un gesto di approvazione da lontano, come me non era tipa da abbracci.

Wally ovviamente avrebbe voluto abbracciarmi ma un poderoso pugno di Artemis lo fermò.

“Visto? Bastava un po’ di fiducia.”

“Si, hai ragione Karen.”

“Ora scappo” disse controllando l’orologio “Victor mi starà aspettando. Hanno appena finito l’allenamento di karate.” Mi diede un buffetto “ci vediamo allora domani pomeriggio agli allenamenti!”

La salutai e mi volsi verso Zee che sapevo essere l’artefice della comparsa del mio nome sulla lista.

“Grazie..”

“Te lo sei meritato!”

La abbracciai.

“Ehm.. Cugina! Non per rovinare il tuo bel momento commuovente, ma.. prima si parlava di biscotti..”

Rachel sbuffò. “Sei pessimo Garfield!”

“Ma io ho fame!!”

Presi la mia borsa e porsi un sacchetto pieno di biscotti arancia e cioccolato amaro e tutti ne presero uno.

“Hei qui mangiate e festeggiate senza di noi! Pensa te, Dick, ci hanno tagliati fuori!”

Babs e Dick si avvicinarono a noi.

“Mi hanno presa!” mi rivolsi a Dick “grazie!”

“Hei! Non è mica merito mio se ti hanno presa, se hai talento, hai talento!”

“Biscotto?” porsi il sacchetto a loro prima che Stella e Gar finissero la loro gara a chi mangia più in fretta tutti i miei biscotti.

“Sono ottimi!”

“Complimenti a te!”

Sorrisi soddisfatta. “Senti Rachel perché non porti un due biscotti a Billy?”

“Ma no li mangiamo noi!”

“Stella!”

“Beh si non è una cattiva idea. Anche se non se li merita” disse a voce alta “Magari ne darò un due anche a Jason.” Disse come se pensasse ad alta voce e solo io, Babs e Dick la sentimmo.

“Non so chi sia Jason, ma va bene.”

“Grazie! Beh io vado. Ciao!” Rachel se ne andò in fretta.

Babs si fermò col biscotto a metà strada dalla sua bocca e mi disse in fretta “Io devo andare. Grazie Megan e ancora brava”

Nessuno ebbe neppure i tempo di chiederle nulla che era già sparita.

Mi girai per riporgere i biscotti agli altri e notai che Gar aveva una espressione seria e alterata in viso.

“Ancora biscotti Gar?”

Annuì poco convinto, ma dopo aver addentato il biscotto si riprese.

“Ti amo, cugina! I tuoi biscotti sono la fine del mondo!”

“Dimmi qualcosa che non so.”

Mi rivolse un sorriso malizioso. “Credo che tu piaccia a Conner”

Io arrossì. “Ma cosa dici?” Scossi il capo con forza.

“Ora che ci penso ho notato che ti fissa spesso ultimamente.” Convenne Babs.

Divenni più rossa dei capelli di Stella e mi defilai in bagno.

Iniziavo a realizzare di essere stata presa ma non ero molto rilassata per ciò che sembrava collegato a Conner Kent.

Mi bagnai il viso e risistemai il cerchietto. Uscì dal bagno e mi imbattei in un uomo che mi fece cadere la borsa di mano.

“Mi dispiace! Si sente bene signorina?”

Alzai lo sguardo su di lui e vidi che era la copia spiccicata di Conner Kent adulta davanti a me.

“Mi.. mi scusi.. Io avevo la testa tra le nuvole.”

“No è colpa mia.” Mi sorrise affabile.

Era così diverso dal mio vicino di banco di chimica così musone e silenzioso.

“C’è qualche problema?”

Arrossì fin alla radice dei capelli. Hello Megan non si fissa la gente!

“No, è solo che assomiglia molto ad un mio compagno di classe.”

“Conner Kent, immagino.”

“Si esattamente..” dissi sbalordita.

“Sono Clark Kent, lo zio di Conner.” Mi porse la mano.

“Io sono Megan Morse, piacere!”

“Immagino che tu – posso darti del tu, vero?- e Conner siate amici.”

“Oh no non proprio. Anzi lui non mi rivolge la parola.. Lui..” mi bloccai.

Ma che cavolo fai Megan? Vai a dire allo zio di quel ragazzo che è maleducato.

Hello Megan!!

“No.. Io intendevo..”

“Tranquilla. So che Conner non ha un carattere propriamente facile, ma devi capire che non ha avuto una infanzia facile.”

“Oh.”

“Senti ora devo andare, è stato un piacere signorina.” Mi sorrise gioviale.

“A.. Aspetti!” si fermò e mi guardo interrogativo “Vorrei sapere qualcosa di più su Conner, ma credo che chiedere al diretto interessato non servirebbe” ridacchiai per sdrammatizzare “Insomma dovremo essere vicini di banco e visto che dovrò far le ricerche con lui, credo che debba almeno rispondermi, no?”

Il signor Kent mi guardava come capendo il sottotitolo a cui alludevo.

“E vorrei sapere come fare perché parli con me, perché..” perché mi interessa sapere cosa pensa “Beh per l’ovvia motivazione che ho detto prima..” sperai di non essere troppo rossa “La scuola insomma.”

“Se vuoi che ti parli della sua infanzia ci potremmo vedere giovedì pomeriggio qui a scuola. Conner ha gli allenamenti e io lo aspetto con l’altra mia nipote Kara e io e lei te ne potremo parlare.”

Annuì con foga.

Cosa mi era saltato in testa non lo sapevo, ma volevo davvero sapere di Conner.

 

 

Babs

 

Arrivai in cima alle scale col fiatone. Non ero per nulla in forma, ma questo non era il momento di curarsi di simili dettagli.

Rachel aveva parlato di un certo Jason che abitava con lei e a sentire nominare il suo nome mi era mancato il terreno sotto i piedi.

Non poteva essere Jason, il Jason che conoscevo da tanto tempo e che ormai non avrei più  rivisto, il Jason fratello di Dick e Tim, il mio Jason.

Probabilmente era solo paranoia la mia.

Si si, sicuramente!

Mi ripetevo come un mantra, ma entrai lo stesso nell’aula computer e fui sorpresa di vedere Becky seduta al computer del prof.

Non appena si accorse di me posò la penna sul blocco note e mi rivolse un sorriso smielato.

“Qual buon vento, Gordon!”

“Smith” sibilai.

“Ecco, ti lascio il computer.” Raccolse la sua roba “Prego!” mi fece cenno con la mano.

“Cosa ci fai qui?”

“Volevo controllare che la mia media fosse alta abbastanza.”

“E se così non fosse?”

“Come farei ad entrare in un buon college?”

Mi morsi la lingua per impedirmi di risponderle male. Mi sedetti.

“Tu invece Gordon?””

“Lavori arretrati col blog.” Risposi automaticamente.

“Buon lavoro allora!” mi salutò con la mano neanche avesse 5 anni e richiuse la porta dietro di se.

Stava sicuramente combinando qualcosa, ma non avevo né voglia né tempo di capire cosa, quindi mi concentrai su ciò che mi premeva: Jason.

Entrai nel database della scuola – sorvolerò sul dettaglio che ho hackerato il blocco per la privacy della scuola – e controllai l’indirizzo di casa di Rachel Roth.

Controllai anche quello di Billy Batson per verificare che fosse lo stesso e lo era.

Spensi il computer e mi ritrovai a guardare quell’indirizzo.

Se era davvero lui..?

L’ultima volta che avevo visto Jason – quasi tre anni fa ormai – avevamo litigato di brutto. Lui era intenzionato a scappare da casa Wayne  e io avevo cercato di fermarlo, ma non essendoci riuscita avevo fatto la cosa peggiore che potessi fare avevo detto a Jason che non mi interessava nulla di lui e che non volevo vederlo mai più.

Quanto desideravo rimangiarmi queste parole!

Mi accorsi che stavo piangendo e mi asciugai in fretta le lacrime con la manica della giacca.

Ora avevo il suo indirizzo –se era davvero lui- ma non sapevo cosa fare.

Sospirai.

Per ora avrei aspettato.

Avrei aspettavo di trovare il coraggio.

 

 

Stella

 

I biscotti di Megan sono insuperabili.

Ricordo che è grazie a loro se ci siamo conosciute.

Era successo tutto la vigilia di Natale di quasi 10 anni fa, i miei erano troppo impegnati per badare a me e Konnie e quindi non si accorgevano se c’eravamo o meno.

Fu proprio quello a farmi perdere le staffe con loro che decisi di scappare di casa e presi la metro per la prima volta tutta da sola, ma mi persi.

Era ovvio che mi sarei persa! Quando mai avevo avuto un minimo di senso di orientamento!

Provate ad immaginare una bimbetta che non sa cosa fare in mezzo a tanta gente che con la frenesia dei regali non si accorge di nulla.

Alcune persone aveva cercato di chiedermi dove fossero i miei genitori, ma io scappai terrorizzata da loro e dopo aver vagato per un po’ mi imbattei in un profumino invitante. Lo seguì.

Arrivai alla porta di un piccolo locale: panificio e bar.

L’odore di biscotti alla cannella era fortissimo e non resistetti ed entrai.

Il sorriso caldo della mamma di Megan mi fece sentire a casa.

Lei si avvicinò a me e, a differenza di tutti che mi chiedevano dove fossero mamma e papà, mi disse di sedermi e mi preparò una cioccolata calda, dicendomi che i miei genitori sarebbero arrivati presto.

Inizia a sorseggiare la cioccolata, ma mi sentivo osservata e scorsi un’altra bimba della mia età nascosta dietro le gambe della madre.

“Megan, perché non fai assaggiare alla nostra ospite i biscotti che hai preparato?”

La bambina, magra con un caschetto castano rossiccio e il visetto a cuore spruzzato di lentiggini, guardò dubbiosa la madre, ma fece ciò che le aveva chiesto.

Mi porse un piattino con un biscotto un po’ bruciacchiato e dall’aspetto non molto invitante, ma lo presi lo stesso.

Megan mi guardava trepidante, mentre masticavo il biscotto con lentezza.

Appena mandai giù il boccone, mi illuminai: era il miglior biscotto avessi mai mangiato. Meglio ancora di quelli preparati dalla mia tata.

“Sono ottimi!”

Ci sorridemmo. E lei si sedette accanto a me mentre la madre le preparava una cioccolata.

“Io sono Stella. Tu?”

“So chi sei. Andiamo alla stessa scuola.”

Ero basita non l’avevo mai vista. Ma doveva essere vero.

Parlammo ancora un po’, finché la madre di Megan non si avvicinò a chiedermi se non volessi chiamare i miei genitori.

“Non voglio! Poi mi sgrideranno!” le spiegai.

Ma mi rassicurò che si sarebbe occupata di tutto lei.

E fu così. Chiamò i miei che arrivarono a spron battuto da tanto irritati erano, ma la mamma di Megan spiegò loro che Stella era venuta a trovare sua figlia Megan, visto che frequentavano la stessa scuola.

I miei genitori si rabbonirono e tutto fu dimenticato.

Appena rientrata a suola cercai subito Megan e da lì non ci siamo mai separate.

Gar allungò la mano e recuperò l’ultimo biscotto.

“Gar!! Maledetto!! Ti sei mangiato l’ultimo!”

“Scusa! Lo vuoi?” se lo tolse di bocca e me lo porse.

“No, passo”

Finiva sempre i biscotti. Me l’avrebbe pagata però!

“Tieni!” disse una voce accanto a me.

Zatanna Zatara mi stava porgendo il suo biscotto.

“Non lo mangio” mi rassicurò.

“Io..”

“Non l’ho messo in bocca tranquilla.”

“Grazie!”

Masticai lentamente.

“E’ la prima volta che parliamo, anche se immagino tu sappia chi sono e io so chi sei.”

Annuì.

“Però per fare le cose bene: sono Zatanna, ma chiamami Zee.”

“Stella” ci stringemmo le mani.

Restammo in silenzio un momento.

Gar e Dick se la ridevano seduti alla panchina ascoltando i litigi tra Artemis e Wally.

Non sapevo cosa dire, né cosa fare.

Avevo si una mezza sbandata per il suo ragazzo, ma lei era gentile. No?

Insomma una donna che ti porge l’ultimo biscotto lo fa per gentilezza.

O per farti ingrassare a suo vantaggio.

No! era gentilezza di sicuro!

“Grazie per aver preso Megan. Ne è così felice!”

“Oh è brava se l’è meritato!”

“A Londra non si fa cheerlinding e quindi Megan si è solo esercitata in ginnastica artistica, ma qui può fare ciò che le piace.”

“Avendo già una base non avrà tanti problemi.”

Annuì.

“Tu invece sei entrata nel glee club ho saputo.”

“Già! Sono  la nuova prima voce femminile!”

“Spero di sentirti alla festa per Halloween allora.”

“Festa?”

“Si, la scuola organizza balli e feste per tutte le festività e di solito ad intrattenerci sono i club della scuola.”

“Figata! Nessuno me ne aveva parlato!”

Ridacchiò. “Megan mi aveva detto che eri una che metteva il buon umore e non esagerava!”

“Grazie!” ricambia il suo sorriso. Vidi arrivare Megan rossa in viso e tentava di nascondere una certa euforia.

“Era ora che tornassi!”

“Scusate.” Sorrise radiosa “per farmi perdonare vi preparerò altri biscotti.”

“Questa è la cosa migliore che hai detto oggi, cugina!”

Megan alzò gli occhi al cielo.

Una volta usciti il sole ormai stava per sparire e i lampioni iniziavano ad accendersi.

“Dai vieni Crock che ti accompagno a casa.”

“E chi te l’ha chiesto?”

“Che uomo sarei se ti lasciassi tornare a casa da sola?”

“Infatti non sei un uomo!”

Non sentii come proseguì la discussione perché, nonostante litigassero, si stavano incamminando verso casa.

Una macchina aspettava sia Dick e un’altra Zatanna che si salutarono con un bacio a fior di labbra.

Mi voltai per educazione ma lo sguardo che mi lanciò Dick mi impediva di distoglierlo.

Mentre saliva in macchina continuava a fissarmi.

“Buona serata! A domani.” Sorrise.

Sapevo che infondo era rivolto a me.

Ero ipnotizzata.

Era sbagliato, ricordai a me stessa!

Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te. Questa è la mia regola!

Distolsi lo sguardo a forza e m’incamminai verso casa.

L’oscurità nascondeva il rossore sulle mie guance, la brillantezza dei miei occhi e il desidero del mio cuore.

Questo si rivelava la svolta che non desideravo!

Kal.. cosa devo fare?

 

Garfield

 

Il sonno ci aveva messo tanto ad arrivare quella sera, mi ero girato e rigirato nelle lenzuola tutto il tempo.

Di solito, nonostante avessi qualche problema –ben più grave di questo-, prendevo sonno in fretta e dormivo come un sasso e il giorno dopo pensavo ad una soluzione.

Ma stavolta no.

Mi immobilizzai e iniziai a fissare il soffitto.

Dopo quattro anni..

Un moto di rabbia mi salì alla testa.

Dopo quattro anni che ero stato così stupidamente – si stupidamente è l’aggettivo corretto – innamorato di Rachel –mentre lei non lo considerava minimamente-, veniva a sapere che lei aveva un ragazzo così! Quasi per errore, per giunta più giovane e più alto di lui-cosa che mi rodeva moltissimo-!

Forse avevo fatto bene a non dichiararmi..

Questo pensiero mi calmò.

Alla fin fine mi era andata bene, no? Tara era una ragazza adorabile.

Le piacevo e lei piaceva a me.

Ma..

Maledetto ma!

Rachel aveva sempre un pezzo del mio cuore.

Mi schiacciai il cuscino in faccia, così non poteva andare avanti.

Chiusi gli occhi e cercai di ricordare gli esercizi di respirazione.

Inspira.. Espira..

Sembrava funzionare.

Lentamente il torpore mi portò al sonno, dove sognai ragazza dai capelli neri.

 

 

 

 

 

 

Dunque.. Scusate il ritardo!

Avevo perso questo capitolo e ho dovuto riscriverlo.

12 pagine di testo non sono poche, credetemi!

Comunque in questo capitolo ho iniziato a gettare qua e là riferimenti per il futuro e la cosa mi rende felice perché posso finalmente dire che la storia sta iniziando.

Certo finora sono pochi i capitoli e la cosa sarà lunga, ma non toglietemi questa soddisfazione!

Ringrazio chiunque legga e le commentatrici.

Siete la mia salvezza!

A presto-spero!-.

 

Snow White Queen

 

 

 

 

 

Capitan Marvel / Billy Batson – Jared Leto

 

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Robin III / Tim Drake – Logan Lerman

 

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Batgirl II / Stephanie Brown – Hayden Panettiere

 

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Wonder Girl / Cassie Sandmark – Ashley Benson

 

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Impulse / Bart Allen – Callan Mc Auliffe

 

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Blue Beetle / Jaime Reyes – Tyler Posey

 

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Cheshire Cat / Jade – Crystal Reed

 

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Arsenal, Speedy, Red Arrow / Roy Harper – Alex Pettyfer

 

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