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Autore: fullmetalQUEEN    13/10/2007    6 recensioni
Raccolta di 12 canzoni sul pairing EdWin. Penso di potercela fare. Per dare spazio ad una coppia che semplicemente amo, perchè semplici sono loro e il loro amore. 12 canzoni che rappresentano 12 momenti e storie diverse, 12 spunti di riflessione per entrambi.
Traccia 6. » Illegal Per ultima, in fondo alla lista delle cose importanti da fare, hai scritto "Riparare automail" e, anche se non c'è scritto il mio nome, il nostro muto silenzio sa bene che in realtà, scritto con un'inchiostro invisibile, scintillano quelle cinque lettere che lo compongono {Winry}.
Traccia 7. » I Will Always Love you Egoisticamente, ti amo a tal punto che vederti così fa impazzire anche me. E allora ti fermo le braccia, ma tu continui a scuoterti, imperterrita, tentando di liberarti del sangue che nuovamente fuoriesce dalla ferita.
Genere: Song-fic, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Traccia 5. » Don't Jump
Tokio Hotel



Erano ormai passati 7 giorni esatti da quando Alphonse [un irriconoscibile Alphonse] aveva portato tra le braccia un Edward grondante di sangue da ogni dove. Doveva saperlo, doveva immaginarlo quando Edward la lasciava sempre indietro per bisbigliare con il fratello, quando rivedeva quel sorriso gioioso sulle sue labbra quando quella perdita così recente aveva attanagliato i loro cuori. E invece non aveva visto ciò che quei due pazzi avevano intenzione di fare, alle sue spalle. Non l'aveva visto. Il sole non era ancora sorto.
Sospirò, mentre entrava nella stanza dove Edward si muoveva a tratti sulle stampelle, trovandola vuota [le tende aperte]. Le caddero di mano le fasce che doveva cambiargli, gli occhi sbarrati, spaventati, mentre il vento sbatteva dentro la stanza [e dentro di lei], mentre si affacciava dall'unica apertura della stanza che, nel dì, donava un pò di luce in quei giorni assurdamente bui, per tutti. Guardò prima giù, ma non trovò nessuna traccia del ragazzino, quindi le venne di rientrare, quando sentì imprecare, sopra di lei. Alzò lo sguardo e, nonostante la visuale parzialmente coperta dalla frangia bionda che le nascondeva un pò gli occhi e nonostante il buio ancora presente, potè riconoscere il piede penzolante che dondolava dal tetto {Sulla cima del tetto}. Presa dalla rabbia nei confronti di quello stupido, idiota di un nanerottolo, si arrampicò anche lei, finchè non notò quella che pareva una scalinata fatta dei mattoni che componevano casa sua. Assumendo un'espressione che pareva dire: "Non si smentisce mai", salì la scaletta improvvisata fino a raggiungerlo, in cima {l'aria è così fredda e così calma}. Fu colta da un brivido di freddo, causata dalla bassa temperatura tipicamente notturna e dallo sguardo tremendamente spento e vuoto di Edward. Teneva la stampella stretta nella mano rimastagli, così forte che Winry era certa che si sarebbe spezzata. Ma la presa si fece meno salda, quando Edward si accorse della sua presenza e abbozzò un piccolo sorriso, riprendendo poi a guardare il mondo sotto di loro.
«Ed...» Dalla sua bocca uscì appena un sussurro, che però il ragazzo parve non cogliere {Io dico il tuo nome in silenzio tu non vuoi sentirlo ora}, troppo perso nei propri sentieri, troppo lontani anche per solo essere visti da lei. Poi ad un tratto si alzò in piedi, reggendosi su quella stampella, ancora [che odiava con tutto è stesso] sporgendosi appena per guardare giù. Tutto ciò che si poteva vedere era Resembool, leggermente distaccata dall'abitazione, con qualche luce accesa in qua e là, probabilmente artigiani o fornai alle prese con i primi lavori o gli ultimi, nel cuore della notte {Le luci della città stanno contando le lacrime che cadono} che le permettevano di vedere rilucere nel buio una goccia che sembrava scendere lungo il viso di Edward [lacrime] e si sentì inutile, priva di qualunque cosa che in quel momento poteva far brillare di nuovo gli occhi di Edward e non di lacrime.
«Non ce la faccio.»
Gli guardava le spalle, fingendo di non capire a cosa il ragazzino si stesse riferendo {Ognuna una promessa di tutto ciò che non hai mai trovato}, ma in realtà, nel suo profondo, lei sapeva bene di cosa parlava. Al. Al sul cuore, sulla coscienza perchè non era lui ad essere scomparso nel nulla e, questo lo capiva nel profondo, lo ditruggeva, lo erodeva nel suo inconscio.
«Ci sono io, con voi.» Furono le uniche parole sensate che uscirono dalle sue labbra, sapendo quale impegno potessero prendere. Perchè ora, la cosa che più la preoccupava, era quella completa inespressività che stava sul volto di Edward, solitamente imbronciato, arrabbiato ma vivo. Vivo, von la gioia di vivere. E ora, invece, sembrava essersi dileguato quel bambino che si divertiva tanto, a farle i dispetti {Io grido nella notte per te non farlo davvero non saltare}. Sapeva che quello stupido era dannatamente emotivo [nonostante la maschera che si ostinava a portare], sapeva quanto quella tragedia dovesse averlo scosso.
«Se tu lo fai, che ne sarà di Al?»
Colpito. Lo vide tremare e la voglia di stringerlo a sè, di tirarlo via da quel pericoloso burrone tra la vita e la morte aumentò, ma sapeva anche che non poteva agire in quel modo, non prima di farlo ragionare. Che era inutile, avrebbe solo peggiorato le cose {Le luci non ti guideranno attraverso ti stanno ingannando non saltare}. Conosceva Edward abbastanza da dire che se non si fosse aggrappato alla vita di testa sua, avrebbe tentato ancora di più di togliersela. Ma la cosa che la stupiva di più era il suo stesso comportamento: non stava piangendo. Visto, Ed? Se io non riesco a piangere, tu puoi riuscire ad andare avanti. Parole mai dette.
«Non ha bisogno di un fratello che gli ha portato via il corpo.»
Questa fu una pugnalata per Winry. Si addossava tutta la colpa dell'accaduto di quella maledetta notte? Quando in realtà la colpa era solo delle circostanze? Allora iniziò a piangere, mordendosi il labbro, per non farglielo capire a lui, davanti a lei, con quella schiena che nuovamente, pareva allontarsi da lei. E allora urlò.
«CHE NE SARA' DI ME?»
La sua voce tuonò nella notte, disperata, sola, di nuovo. Come quando i suoi genitori se n'erano andati, adesso l'abbandonava anche lui. Lo vide voltarsi verso di lei, per la prima volta, colto di sorpresa da quella domanda e vide il viso dell'amica nascosto tra le manine, probabilmente nel tentativo di scacciare le lacrime che, ci scommetteva, scorrevano impetuose sul suo volto {Non lasciare i ricordi andare di me e te}. Non le si avvicinò, impossibilitato dalle circostanze di quel luogo, dimenticando perfino il motivo per cui si era voluto arrampicare fin lassù. Tutto quello che adesso rimbombava nella sua mente erano le parole della bambina, disperate, piene di dolore. Aveva dimenticato quanto già lei avesse sofferto. E Al, costretto a vivere in un'armatura a causa sua. Non poteva permettersi di morire, non al momento, almeno {Il mondo è laggiù fuori dalla vista}.
«Winry...»
Ad avvinarsi, infine, fu lei, che cercò il calore di quel corpo dalla vita ormai spenta, incenerita da un destino avverso e da un peccato che [lo sapeva] lo avrebbe portato via, lontano, alla ricerca di una soluzione. Ma almeno, era vivo {Solo prendi la mia mano dagli una possibilità}.
«Resta per me e Al. Tua madre non vorrebbe per questo e sono sicura che ci sia una soluzione.» Silenzio. Lo sguardo del ragazzino, appena dodicenne, si era fatto improvvisamente scuro e grave, troppo adulto per quel viso ancora paffuto e infantile, mentre la sua mente lavorava freneticamente, prendendo la decisione forse più importante della sua vita.
«Voglio che tu e la zietta mi installiate degli automail, almeno potrò fare molto più di quanto non possa fare adesso. Poi seguirò quell'uomo, quel Roy. La strada è quella, lo so.»
Winry rimase allibita da quelle parole e, per tutta risposta, lo strinse ancora di più a sè, aspettando solo il momento in cui lui si sarebbe allontanato. Quel momento, però non arrivò, perchè Edward sentiva che a infondergli tanta decisione era proprio quell'abbraccio sincero, l'unica cosa che era rimasta stabile nella sua vita. Gli rimaneva solo lei, a ricordare i momenti felici e a non fargli credere che gli anni prima di quella notte fossero stati solo sogni e che la vera vita, la sua vera vita era solo piena di dolore come in quel momento.
«Ti sosterrò in qualunque cosa farai.»

{E se non posso portarti indietro, salterò per te.}







Angolo dell'autrice:
E anche la quinta traccia è andata. Questa canzone è molto triste e deprimente, ma in onore dei Tokio Hotel che in questo momento mi piacciono da impazzire, mi era sembrato che questa si potesse adattare, in qualche modo a Edward e Winry. Il problema restava quando. Quando uno dei due poteva essere talmente disperato da tentare il suicidio? E zap, il lampo di genio. Il periodo intermediario tra la trasmutazione umana e la partenza da Resembool. Non è proprio tutto il testo, alcune parti l'ho lasciate da parte perchè non si addicevano proprio; non mi sembra nulla di speciale, a dir la verità, forse perchè Edward è pronto a lasciare da parte Al, a fare l'egoista. E Winry fa ricorso appunto al lato fin troppo altruistico del ragazzo, che però all'inizio non pare funzionare. Beh, spero solo che vi piaccia e grazie per gli splendidi commenti che finora mi avete lasciato. Bacioni.
  
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