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Autore: dragon_queen    26/03/2013    1 recensioni
Personale seguito dell'incredibile trilogia dei Pirati dei Caraibi. Stavolta la protagonista è una ragazza di quasi 20 anni, che reca sulla schiena un singolare tatuaggio e nasconde un inaspattato passato...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento faceva oscillare la Corallo quasi fosse stata una barchetta di carta. Onde alte quasi quattro metri sfondavano le murate e i membri dell'equipaggio si aggrappavano come potevano a sartie e alberi.

Dal ponte, ancorato al timone lasciatogli da Andres, stava Anderson, il quale impartiva ordini e tentava di evitare di essere trascinato via.

Un altro persistente pericolo da quando avevano superato i due colossi era la possibilità di ritrovarsi schiantati sui costoni di roccia a strapiombo che li affiancavano. Era impensabile che in quella gola il mare e il tempo potessero essere tanto impervi.

-Deve essere l'assenza dell'Occhio- gridò Kathy, mentre si aggrappava saldamente ad una delle cime ancorate all'albero maestro.

-Credo tu ti stia sbagliando, ragazza. Si dice che gli Dei stessi scatenino queste tempeste nelle gole per tenere lontani i curiosi che riescono a trovare le porte della vita- disse nostromo Gibbs poco lontano da lei.

Kathy spostò lo sguardo di fronte a lei. Riuscivano a vedere l'ingresso di uno strano edificio, costruito interamente nella montagna, ma per qualche misterioso motivo non riuscivano a raggiungerlo.

D'un tratto le venne in mente Kaleb, stipato sotto coperto. Chissà con tutto quell'oscillare come si sentiva. Così, ondeggiando da una parte all'altra del ponte, riuscì a raggiungere il boccaporto per la sottocoperta e scese velocemente, raggiungendo la stanza del ragazzo.

Aprì la porta, trovando Zik a fargli la guardia.

-Come va?- chiese lei.

Il ragazzino si voltò, lo sguardo più chiaro di mille parole.

-Non bene. A causa dell'oscillazione e dei violenti sbalzi, alcuni dei punti sono saltati-

La ragazza si avvicinò al letto, notando immediatamente alcune delle bende che si erano rimacchiate di sangue.

-Dobbiamo assolutamente uscite da questa tempesta- si disse, mentre stringeva la mano del ragazzo e lo guardava con pura apprensione.

D'improvviso il vento sembrò sparire, il mare tornare calmo e la Corallo riprese il suo movimento dritto e fluido.

-Zik, rimani con lui- disse allora lei e si precipitò nuovamente sul ponte principale.

La prima cosa che la colpì fu il cielo completamente sgombro di nuvole, o almeno quel poco che si riusciva a vedere. Il mare era tornato calmo e piatto, nonostante le sue acque apparissero scure e profonde, pronte ad ospitare i pericoli più silenti e temibili.

La foschia dovuta alla tempesta si era diradata e adesso l'edificio nella montagna si poteva chiaramente distinguere.

Prima però che il veliero si potesse avvicinare ulteriormente alla costa, una fioca luce, la quale divenne sempre più intensa, si propagò sul ponte della Corallo.

I presenti si pararono gli occhi con il timore di rimanerne accecati. La prima a tornare a fissare dinnanzi a sé fu proprio Kathy, la quale si stupì nello scorgere l'Oracolo.

-Alla fine siete giunti- disse la donna dinnanzi a lei.

Il suo sguardo non sembrava però entusiasta.

-Cosa ci fai qui? Pensavo che potessi esistere solo all'interno delle Fauci- disse la ragazza.

-Un tempo ero io che proteggevo questo luogo. Ero presente quando Vane prese l'Occhio, lo avvertii della sua maledizione, ma non mi diede ascolto. Adesso sto addirittura aiutando voi a distruggerlo-

Kathy guardò meglio lo spirito mentre parlava e colse in quello sguardo privo di pupille qualcosa che la fece sussultare. Solo una donna avrebbe capito. Preferì però tacere.

-Dunque, cosa ci fai qui? Sei un aiuto o un ostacolo?- chiese la voce di Anderson, sceso dal ponte del timone.

-Sono qui per mettervi al corrente di ciò che troverete. L'Occhio non sarà immediatamente visibile ai vostri occhi, in quanto celato oltre una coltre d'anime, la quale può essere superata solo dal capitano dell'Olandese, l'unico sospeso tra le dimensione dei vivi e quella dei morti. Una volta recuperata la pietra, allora dovrà essere nuovamente posta sul piedistallo alla quale appartiene e in questo modo ristabilito l'equilibrio. Per il momento, buona fortuna-

Lo spirito stava per sparire, quando vide Kathy che le si avvicinava, in modo da evitare che le sue parole fossero ascoltate da orecchie indiscrete.

-Sei già a conoscenza di quello che rischierò per lui, non è vero?-

L'Oracolo non rispose, ma la fissò, impassibile.

-E' un errore e tu lo sai- disse poi.

-Per lui questo e altro-

-Non ne vale la pena-

-Lo faresti anche tu-

La donna rimase stupita di quelle parole. Che quella ragazza avesse capito quello che lei tentava di nascondere anche a se stessa?

Si schiuse in un candido sorriso.

-Hai ragione. Lo farei. Allora l'unica cosa che mi rimane è di augurarti buona fortuna- e detto questo scomparve.

-Ehi Kathy, cosa ti ha detto?- chiese Jack, sopraggiungendo alle sue spalle.

La ragazza si voltò, sorridendogli.

-Una cosa che solo una donna può capire-

 

Nel giro di pochi minuti le scialuppe furono calate in acqua. Anderson lasciò la maggior parte dell'equipaggio a vegliare sulla nave e lo stesso fecero gli altri due capitani. Kathy, prima di scendere a terra, passò dalla stanza di Kaleb, chiedendo a Zik di lasciarla sola per qualche secondo. Si avvicinò lenta al letto sul quale il ragazzo era steso, sedendosi poi sul piccolo sgabello dove prima stava Zik.

Si sporse quel tanto per poggiare il capo tra le lenzuole, mentre con due dita seguiva delicatamente il profilo del viso, ora rilassato, di Kaleb. Quando giunse al mento, quello aprì lentamente un occhio e la fissò, come se fosse stata un sogno.

-Ciao- le sussurrò.

-Ciao- rispose lei, avvicinandosi appena e sorridendo.

-Sto sognando, non è vero?-

-Perchè?-

-Perchè sei bella come un angelo-

Il sorriso di Kathy rimase, ma assunse una nota di tristezza.

-Non stai sognando. Sei ancora in questo modo e io farò in modo che tu lo rimanga ancora per molto tempo- gli rispose, accarezzandogli i capelli mori.

-Vorrei fosse così-

-E lo sarà. Ti chiedo solo di resistere ancora un po'. Dammi il tempo di recuperare l'Occhio-

Kaleb le sorrise a sua volta, richiudendo poi lentamente gli occhi.

-Ti aspetterò Kathy, anche solo per rivederti un'ultima volta- disse poi.

La ragazza sentì d'improvviso gli occhi pungerle a causa delle lacrime e piano si avvicinò al viso del ragazzo, sfiorando poi le sue labbra con un timido bacio.

-Tornerò- e detto questo se ne andò.

 

Misero piede a terra dopo diversi minuti che remavano. Dinnanzi al gruppetto stava un ampio ingresso. Kathy aveva visto giusto quando aveva notato che l'edificio era completamente scavato nella montagna.

Dall'interno si udivano i suoni provocati dal vento, i quali parevano delle grida dannate.

-Siete davvero sicuri di voler entrare là dentro?- chiese Jack, nascondendosi un po' dietro la schiena di Will.

Si meritò un'occhiata torva da parte di Kathy, la quale precedette tutti all'interno. Appena varcato l'ingresso trovò appesa alla parete una vecchia fiaccola, stranamente accesa. La afferrò e proseguì verso il cuore della grotta.

Mentre avanzava, sentiva l'aria farsi sempre più rarefatta e la temperatura sempre più fredda. D'un tratto l'intero gruppo fece il suo ingresso in un'ampia anticamera, la quale era illuminata solo da un'apertura nel soffitto che illuminava un altare, piantato al centro di una pozza d'acqua limpida.

-Quello deve essere il posto dove risistemare l'Occhio- disse la ragazza, muovendo la fiaccola in quella direzione, come a volerlo indicare ai suoi compagni.

Poi la sua attenzione fu attirata da qualcosa di alquanto strano: una parte della grotta, quella più in ombra, era come circondata da una coltre di un'innaturale colore verde. La ragazza si avvicinò piano, illuminandola con la luce della fiaccola, la quale tremò, come se la barriera fosse stata fatta di vento.

-Credo che adesso debba entrare in gioco io- disse una voce dietro di lei e un tocco leggero su di una spalla la costrinse a voltarsi.

Sua padre la superò, fermandosi dinnanzi alla coltre.

-Auguratemi buona fortuna- sorrise poi, soprattutto in direzione della figlia, e con passo deciso la varcò.

-State pronti con il contenitore per quando uscirà- disse Anderson.

Kathy, dal canto suo, raggiunse le retrovie del gruppo. Aveva bisogno di stare da sola e pensare. Jack la vide allontanarsi con la coda dell'occhio, ma preferì non seguirla, in quanto capiva quando qualcuno aveva bisogno di rimanere per conto suo. Quella ragazza ne stava passando troppe ed era meglio che rimettesse un po' a posto le idee.

Il fatto successo a Kaleb poi era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: se Kathy avesse perso anche lui probabilmente sarebbe impazzita.

Passarono i minuti, ma Will non accennava ad uscire dalla nebbia verde. Che gli fosse accaduto qualcosa?

La ragazza cominciò a preoccuparsi seriamente: in fondo era in gran parte colpa sua di ogni guaio che era successo a chiunque. Kaleb era stato picchiato, insultato e persino ferito a morte solo per causa sua.

D'un tratto avvertì un movimento alle sue spalle. Non fece in tempo a voltarsi o a chiedere aiuto che qualcuno le chiuse un braccio attorno al collo e una mano sulla bocca. Una voce all'orecchio la fece rabbrividire.

-Non dire una parola, dolcezza-

Prima che il gruppo si rendesse conto dell'agguato si trovò circondato dagli uomini di Vane e del misterioso incappucciato, le pistole puntate e le spade sguainate.

Kathy vide i suoi compagni mentre lasciavano cadere le armi e si arrendevano. Fu proprio in quel momento che la coltre ebbe un tremito e il capitano Turner uscì.

Non appena vide la figlia tra le grinfie del nemico, scattò per correre in suo aiuto, ma si ritrovò la canna di una pistola schiacciata contro la tempia.

-Non fare un solo passo e consegnami l'Occhio se non vuoi che tua figlia ci vada di mezzo- disse una voce dietro di lui.

Era Vane, il quale si portava dietro l'ormai familiare odore di putrefazione e morte.

-Consegna l'Occhio- ripetè l'incappucciato, il quale, scoprì Kathy, era quello che la teneva ferma.

-Non posso estrarlo senza il contenitore- disse tra i denti il capitano dell'Olandese, una mano ancora all'interno della coltre.

-Bene, allora dateci il contenitore-

-Ce l'ho io- disse la ragazza, aspettando che il suo carceriere la lasciasse un po' andare in modo da recuperarlo.

-Niente scherzi ragazzina- le sussurrò sempre all'orecchio l'uomo alle sue spalle, passandole una mano sul collo nudo e teso, per poi affondarle il viso tra i capelli.

-Se farai quello che ti dico, vedrai che andremo molto d'accordo-

-Mi fai schifo-

-Almeno qualche sentimento te lo suscito-

Lei, schifata, frugò nella piccola sacca che portava alla vita, trovando quello che stava cercando. La afferrò e senza pensarci la lanciò verso Vane, il quale, per afferrarla, perse il suo ostaggio.

Il capitano Turner ne approfittò per assestargli un sonoro calcio al ventre, il quale bastò per costringerlo a terra. Di colpo ogni menbro della Corallo si scagliò contro uno dell'equipaggio nemico, recuperando terreno.

Kathy, dal canto suo, alzò un piede e tirò un pestone su quello dell'incappucciato, il quale la lasciò andare imprecando. La ragazza recuperò allora la sua spada, estraendola e puntandola verso di lui.

-Puoi ancora scoprirti il viso, dato che conosco la tua identità, commodoro Spencer-

Quello scoppiò in una risata, calandosi il cappuccio, mostrandole nuovamente la sua faccia viscida e strafottente.

-E' un piacere combattere a carte scoperte. Altrimenti come avrei fatto a guardarti negli occhi mentre ti farò mia?-

 

William Turner stava sopra Vane, fissandolo con una sorta di muto disgusto. Il cappuccio, nella caduta, gli era scivolato dal viso, mostrando finalmente gli effetti della maledizione: il viso non pareva neanche più umano, ma una massa informe di pezzi di pelle che stavano insieme per puro miracolo.

-Come si può voler vivere in questo modo?- chiese il capitano e Vane scoppiò in una risata.

-Io non voglio più vivere, capitano Turner. È questo il problema-

Quello rimase stupito dalla risposta, prima che uno degli uomini di Black Shadow lo colpisse alla schiena e gli facesse volare l'Occhio dalle mani, il quale volò vicino a dove stavano Kathy e Spencer.

La ragazza era ormai al limite, in quanto il marine era nettamente più bravo e forte di lei. Stava perdendo terreno e aveva subito una ferita ad un braccio e ad una gamba, mentre un labbro le sanguinava a causa di uno schiaffo. Per quel motivo manteneva in mano la spada per miracolo e zoppicava ad ogni movimento.

In quel momento, con la coda dell'occhio, vide qualcosa di scuro e luminoso rotolare vicino a loro. Lo vide anche Spencer.

-L'Occhio...- sospirò, assestandole una sonora spinta e gettandosi sull'oggetto.

Tutti parvero fermarsi, intenti ad osservare il commodoro che teneva tra le mani la sfera.

-Finalmente il potere sarà mio- disse, mentre accarezzava bramoso la superficie riflettente del suo tesoro.

D'un tratto però l'Occhio parve emettere uno scuro alone e venature nere presero a comparire sulla pelle candida dell'uomo, il quale, dopo un attimo di smarrimento e stupore, prese ad urlare, come se fosse stato arso dalle fiamme.

I presenti si allontanarono da lui, mentre la sua pelle continuava a ricoprirsi di piaghe e ustione. Infine, dopo una lenta agonia, cadde finalmente a terra, irriconoscibile, mentre l'Occhio gli scivolava dalle mani.

Mentre ognuno osservava la scena in silenzio, Kathy rinfoderò lentamente la spada e si avvicinò alla sfera.

-Ferma dannazione!! Farai la stessa fine di quell'uomo!!- le gridò il padre, ma lei non parve ascoltarlo.

Si voltò anzi verso di lui e sorrise. Si piegò, raccogliendo l'oggetto e rigirandoselo tra le mani.

Nel silenzio più assoluto di entrambe le fazioni, camminò lentamente sino all'altare e vi posò sopra l'Occhio, il quale sembrò intensificare il suo bagliore.

-E così è giunto il momento della scelta- disse, sospirando.

Prese allora il pugnale che avrebbe voluto regalare a Kaleb e, estraendolo dal fodero, si incise profondamente il palmo della mano.

Dopodichè, prepodentemente, lo premette sulla superficie liscia della sfera, la quale esplose in un intenso bagliore.

Quando si fu attenuato, la sfera era tornata pura come prima che Vane la corrompesse, di un brillante colore blu, come l'oceano.

-E' finita-

-Non ancora-

-Chi ha parlato?- si chiese la ragazza, accorgendosi di riuscire a sentire solo lei quella voce.

-Sono stato io. Sono la volontà dell'Occhio-

-Cosa vuole uno spirito da me?-

-Ti ringrazio per avermi riportato alla mia purezza. Posso accogliere una tua richiesta-

A quelle parole gli occhi di Kathy si illuminarono di una nuova luce.

-Qualunque richiesta?-

-Se è in mio potere. Ma tutto avrà un prezzo, ricorda-

La ragazza riflettè per bene su quelle parole. Era difficile, ma il suo desiderio in assoluto più grande in quel momento era quello di rivedere Kaleb di nuovo in piedi e illeso.

-Sono disposta a rischiare-

-Allora dimmi il tuo desiderio-

-Voglio che salvi Kaleb, che lo riporti di nuovo come un tempo-

Lo spirito tacque per un attimo, poi rispose.

-Fatto. Adesso la mia di richiesta-

-Parla-

-Voglio vent'anni della tua vita-

Kathy rimase di stucco. Vent'anni? Cosa avrebbe potuto fare in tutto quel tempo? Si, ma che senso poteva avere se Kaleb non fosse stato con lei?

Così voltò un poco lo sguardo, portandolo su ognuno dei presenti e sorridendo disse:

-D'accordo-

  
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