Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Amber    14/10/2007    8 recensioni
Salve a tutti! sono tornata, ci credereste!? ^^ Beh, lo so che non potete fare a meno di sapere come andrà a finire questa emozionante storia!! infatti ecco a voi la Seconda Parte!!!!!!!!! XD allora: Kagome e il gruppo ritornano a casa, in Giappone, la vita di sempre travolge Kagome e tutto le sembra uguale a prima. La storia con Inuyasha prosegue ostacolata più volte da situazioni e persone che non sto qua a dirvi (che sorpresa sarebbe??) e il nuovo lavoro di Kagome inizia. Sango e Miroku, poveri fratellastri, avranno anche loro una bella gatta da pelare!! Anche Kikyo e Naraku avranno il loro spazietto ^^ Leggete numerosi!! XD POSTATO ULTIMO CAPITOLO!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 22

Salve a tutti! Questo è il penultimo capitolo, ma è piuttosto corto purtroppo. Vedrete la reazione di Inuyasha che spero non sia esagerata… ma nel prossimo capitolo tireremo i fili ti tutto XD

La terza parte non è finita assolutamente (credo sarà anche più lunga di questa seconda parte) quindi mi spiace ma dovrete attendere ancora qualche tempo prima che ritorni, ma di questo ne parlerò più accuratamente nell’ultimo capitolo.

Infine ringrazio: pillo, pretty, fra007, ^^vavva^^ e Andromeda per le loro recensioni e tutti coloro che hanno solo letto.

Quindi vi lascio a questo capitolo, un bacio e alla prossima settimana!

Ps. a fine capitolo, come al solito, l’ultimo aggiornamento di questa parte!!

*festa nazionale privata*

Capitolo 22

L’aiuto di un amico

Kagome pensava… pensava… Viveva nel ricordo di quell’istante, non sentiva nulla… né il silenzio che la circondava, né il dolore che troppo grande non sentiva più.

Non sentiva più quell’impellente bisogno di piangere lacrime invisibili o di urlare un dolore silenzioso.

Forse se non si fosse mossa, avrebbe continuato a non sentire nulla, forse sarebbe morta…

Non mangiava, non beveva… sarebbe morta davvero se avesse aspettato ancora qualche giorno… Da quanto non mangiava? Quanto tempo era trascorso da quell’istante?

Una musica si spanse nella stanza.

Le arrivava distante, come se non fosse nel comodino accanto al suo letto.

Come se lei non fosse davvero lì ma lontana mille miglia, in un luogo dove l’esterno le arrivava ovattato…

Un altro messaggio?

Una nuova chiamata?

Che musica era?

Ah si, ora lo riconosceva, il ritornello di Wherever You Will Go dei The Calling, partiva quando Tom la chiamava.

Tom, chissà cosa stava facendo in quel momento?

Un momento… la suoneria di Tom?

Kagome sbatté le palpebre sorpresa e allungò lentamente il braccio prendendo l’oggetto con dita tremanti accostandolo all’orecchio

-Ciao Kagome!!! Come te la passi? Visto che non mi è arrivata una tua risposta per posta ho deciso di chiamarti! Ah, non sai cosa mi è successo in questo periodo!! A casa mia è arrivata mia zia Marge, lei e mio padre si odiano a morte e ha preso sotto la sua ala protettrice Eve! Mio padre non sai quanto si è arrabbiato!! Mia zia ha trovato vergognoso il fatto che suo fratello cercasse di fare imparare le buone maniere a Eve e ora la sta aiutando lei e sta rendendo la vita impossibile a mio padre! Avresti dovuto esserci qualche sera fa quando è arrivata! Kagome? Ma mi stai ascoltando?- domandò lui. Kagome chiuse gli occhi

-Tom- sussurrò. Una richiesta lieve, tremante che diceva tutto.

Ho bisogno di te.

-Kagome, cos’è successo?- chiese lui allarmato ma con voce calma e comprensiva

-Tom- ripeté lei piano

-Kagome ascoltami, sarò a casa tua domani pomeriggio, mi hai capito? Sarò lì in un baleno!- esclamò lui agitato

-Tom…-

-Aspettami hai capito?-

-Si- Kagome riappoggiò, inerme, il braccio al materasso –Tom-

Inuyasha si bloccò.

Sentì il mondo fermarsi intorno a lui mentre solo il suo respiro improvvisamente affannoso riempiva la stanza.

Sentì tutto sgretolarsi intorno a lui facendolo rimanere solo, come sempre mentre l’unica luce si allontanava velocemente senza mai voltarsi indietro.

Kagome…

-Cosa?- mormorò incapace di aggiungere altro –Miroku cosa… cosa hai… detto?-

-Lo ha saputo Inuyasha, mi dispiace… Quel programma dove è comparso tuo padre, lo aveva registrato- ammise il giovane chinando il capo. Inuyasha si prese il viso tra le mani e si abbandonò alla sedia senza muovere più un muscolo

-E ora?- sussurrò. Miroku lo fulminò

-Mi spiace tanto dirlo Inuyasha ma… lo sapevi che prima o poi sarebbe successo, ti sta bene- Inuyasha lo guardò –Kagome ora soffrirà incredibilmente e l’unica causa sei tu. Sai da due anni e più il tuo destino, ad Amsterdam dovevi allontanarti da lei senza nemmeno più sfiorarla con il pensiero- Miroku batté le mani tre volte ironicamente –Complimenti-

-Lo so, ok, ho sbagliato ma che dovevo fare?- Miroku alzò il sopracciglio

-Comunque, per intenderci, Sango è andata a casa di Kagome per vedere se riesce a parlargli. Da quello che ha detto suo fratello è in totale catalessi quindi vediamo di raggiungerla presto, non vorrei che Kagome se la prendesse con lei- disse passandogli davanti e uscendo dalla casa. Inuyasha chiuse gli occhi e si morse il labbro

-Kagome…- Si alzò e raggiunse l’amico senza badare più di tanto allo sguardo ostile di Kohaku.

Sango suonò il campanello e attese che qualcuno le venisse ad aprire. La madre di Kagome quando la vide sorrise dolcemente

-Ciao Sango-

-Buon giorno signora. Ecco… potrei vedere Kagome?- chiese. La madre sospirò

-No! Non puoi vederla!!- si intromise Sota uscendo di casa e piazzandosi davanti alla porta guardandola con odio –Vattene! Non voglio vederti vicino a mia sorella!!-

-Ma Sota!- lo riprese la madre

-Mamma!! È anche colpa sua, sai?? SUA!- urlò con gli occhi lucidi il bambino –Non le permetterò di fare ancora del male a Kagome!-

-Voglio solo parlarle, voglio spiegarle! La prego signora, mi faccia parlare con Kagome- pregò Sango. La madre assunse uno sguardo triste e lanciò uno sguardo alla finestra sbarrata di Kagome

-Sango… anche se vorrei… è la stessa Kagome che si rifiuta di uscire, di parlarne, di reagire, capisci?- La ragazza sorpresa guardò la finestra dell’amica

-Proverò ad entrare nella sua stanza io… voglio davvero aiutare Kagome- disse lei

-Aiutarla…! Come osi!?- ringhiò il bambino

-Ora smettila Sota- ordinò la madre –Va bene Sango, ti farò entrare e ti lascerò qualche minuto con lei- disse la donna facendole segno di entrare.

In quel momento il rumore di un motore li distrasse e i tre guardarono scendere dalle moto Inuyasha e Miroku

-Eccoli! Ci mancavano giusto loro!! Vuoi fare entrare pure quei due mamma!?- sibilò il bambino stringendo i pugni

-Sango!- esclamò Miroku affiancandola –Signora, possiamo vedere Kagome?- domandò con il fiatone. La donna lo guardò

-Non ti conosco, chi sei?- chiese sulla difesa

-Lui è Miroku, un amico di Kagome- rispose veloce Sango

-Possiamo vederla?- domandò Inuyasha

-Tu qua non ci entri- disse la donna guardando il ragazzo in questione –Aspetterai qua i tuoi amici-

-Ma io…-

-Ma tu niente- disse la donna –Voi due potete andare, Sota accompagnali-

-Ma…-

-Sota!-

-Va bene- sbottò il bambino e i tre sparirono nella casa

-Signora la prego, mi faccia vedere Kagome-

-È colpa tua se è ridotta così quindi dimmi un motivo-

-Voglio sistemare le cose, voglio spiegarmi!-

-Quando la stessa Kagome deciderà di mettere le cose a posto con te, verrà lei- disse incrociando le braccia

“Kagome…” Inuyasha guardò la finestra della giovane e trattenne il respiro. Forse Sango e Miroku l’avrebbero fatta ragionare…

I due ragazzi seguirono il bambino su per le scale e quando si fermarono davanti alla porta il bambino li fissò

-Solo pochi minuti ha detto mamma, non uno di più- sibilò e sparì dietro un’altra porta. Sango sfiorò la maniglia con la punta delle dita e si morse il labbro

-Kagome? Sono Sango… qua vocino a me c’è anche Miroku e di sotto c’è… c’è Inuyasha…- disse -…Kagome ascoltami, so quello che è successo, e so la decisione di Inuyasha di partire da quasi un mese. Avevo paura di dirtelo così… ho deciso bene di tacere… ti prego perdonami Kagome, perdonami amica mia…- sussurrò con le lacrime agli occhi -…forse ora mi odierai e non vorrai mai più parlarmi però io… io ti voglio bene e tengo a te e alla tua felicità… ti prego Kagome esci, esci e urla, grida, riempimi di pugni ma per piacere… parla con me. Ascolta Inuyasha lui… lui vuole parlare con te, vuole spiegarti e anche Miroku… anche lui vuole chiederti perdono… Ti prego amica mia esci da lì e fa qualsiasi cosa-

Kagome dentro la stanza, stesa sul letto, non si mosse, non l’aveva neppure sentita se non superficialmente. Per lei quelle scuse non valevano nulla, niente. Era come se non avesse soffiato neppure il vento…

Quelle parole erano passate sotto un ponte inesistente…

Sango fece cadere calde lacrime dai suoi occhi chiari e si strinse a Miroku singhiozzando che parlò

-Kagome, le parole di Sango sono vere. Parlane con noi, parlaci, urlaci dietro se ti potrà fare sentire meglio ma fa qualche cosa!-

Kagome fece un lento sorriso.

Che ironia…

Il bambino spalancò la porta e li raggiunse

-Fuori- ordinò

-Ma…-

-I pochi minuti sono scaduti, fuori da qua- I due guardarono un ultima volta la stanza di Kagome poi si diressero verso l’uscita.

Quando Inuyasha vide le loro espressioni strinse i pugni

-Accidenti Kagome!! Che diamine stai facendo dentro quella stanza!? Vuoi marcire forse!?- urlò con tutto il fiato che aveva. Ma quando non vide segni di vita capì che aveva parlato al vento, che si era scontrato contro un muro impenetrabile –KAGOME!!!!-

-Andiamo Inuyasha, andiamo- Miroku prese il braccio dell’amico e lo trascinò verso le moto seguito da Sango che non la smetteva più di piangere.

Ore 20.00

Mikado sospirò

-Kagome, ma che fine hai fatto? Dove sei?- domandò al muro davanti a lui appoggiandoci la fronte sopra –Kagome…- Suo zio entrò e quando lo vide solo sospirò

-Faremo a meno di lei anche oggi… dai nipote, tocca a te- disse lasciandolo solo. Mikado sospirò e si passò una mano tra i capelli neri

-Kagome se almeno fossi qua con me… è tutto così vuoto adesso, come prima… torna presto da me… mi manchi amore mio… ti prego, torna presto…- sussurrò uscendo e dirigendosi verso un nuovo giorno di lavoro.

Giovedì. Ore 15.53

Il taxi si fermò di botto davanti a casa Higarashi e i due giovani uscirono dirigendosi verso la casa mentre il taxi ripartiva veloce dopo aver scaricato l’unica valigia dei due nuovi arrivati.

Si presero per mano e percorsero la scalinata e il pezzo di giardino fermandosi davanti all’anziano

-Buon pomeriggio- Lo salutò l’uomo e l’anziano guardò la coppia

-Siete stranieri? Benvenuti. Cosa posso fare per voi?-

-Sto cercando una mia amica. Si chiama Kagome Higarashi-

-È mia nipote, cosa volete da lei?-

-Nonno! Ho finito di pulire il tempio e… chi siete?- chiese sorpreso guardando i due stranieri

-Stanno cercando tua sorella Sota- disse il nonno guardando il nipote

-Ah… capisco… mi scusi signore, ci siamo mai visti noi??- L’uomo scosse il capo

-No, ma tua sorella mia ha parlato tanto di te- disse lui sorridendo e piegandosi verso di lui. Il bambino lo fissò poi spalancò gli occhi facendo una esclamazione di sorpresa

-Ma certo!! Ora ho capito! Tu sei quello che c’era nella cassetta che ha portato a casa mia sorella!!-

-Come?- Il nonno fissò il giovane sempre sorridente –Ah, ma certo, ora ti riconosco! Kagome ci ha parlato benissimo di te… ehm… Ron?-

-Tom signore, il mio nome è Tom-

-Ah, ma certo… Tom-

-Invece tu chi sei?- chiese il bambino indicando la ragazza

-Sono la sua ragazza, amica di Kagome, mi chiamo Eve, tanto piacere- disse la ragazza allungando la mano e togliendosi il capellino con la visiera sorridendo. Il bambino arrossì e si mise dietro all’anziano. Tom rise e Sota arrossì ancora di più fissando la giovane

-Tom, mi dispiace informarti del fatto che Kagome è… beh… in uno stato di totale catalessi da tre giorni ormai- disse l’anziano

-Cosa!? Tre giorni?-

-Non è più uscita dalla sua stanza da…- Il nonno sospirò e si portò una mano alla nuca -…ma tu sei qua per una visita di cortesia?-

-Ehm… ieri l’ho chiamata e beh… lei mi ha fatto una specie di richiesta di aiuto, ha continuato a ripetere il mio nome così sono venuto qua- disse. Il bambino spalancò gli occhi

-Davvero!? Allora forse tu riuscirai a sbloccarla?-

-Lo spero piccolo, lo spero- disse Tom rafforzando la presa ad Eve che gli sorrise incoraggiante

-Beh, allora venite, vi preparo intanto del the così vi riposate un momento-

-Io avverto mamma- disse Sota schizzando via

-Mi può dire intanto cos’è successo esattamente?- chiese la ragazza quando furono seduti tutti intorno al tavolo della cucina

-Non lo immaginerai mai!- esclamò Sota sbattendo il piccolo pugno sul tavolo. La madre sospirò

-Conoscete Inuyasha Kujimawa, Sango Koshuzo e Miroku Kazana?- domandò. I due giovani promessi si guardarono

-Sono i ragazzi che sono venuti con Kagome ad Amsterdam- commentò Tom

-Ebbene Inuyasha e Kagome hanno avuto una storia ma… non so bene… Fatto sta che un pomeriggio normalissimo Kagome è uscita ed è tornata che era strana, ha guardato una registrazione e poi si è chiusa in camera e da quel momento…- Scosse il capo -… non si è più mossa. Così abbiamo guardato la registrazione e…- La donna strinse i pugni

-Va la faccio vedere- disse l’anziano alzandosi –Così capirete bene- Li fece accomodare in salotto e sfaccendò con il videoregistratore poi lo attaccò nel punto esatto dove il padre di Inuyasha entrava nello studio. La cassetta continuò ad andare anche quando il programma fu finito e Eve si portò una mano davanti al viso

-È orribile… che crudeltà…- Tom non riusciva a scostare lo sguardo dal video dove ormai, ogni immagine era sparita.

Kagome glielo aveva detto, gli aveva confidato i suoi timori che qualche cosa da qualche tempo non quadrava nelle lettere ma lui, cieco, non era riuscito a vedere l’evidenza.

Inuyasha aveva preso in giro Kagome, aveva preso in giro tutti…

-E anche se non bastasse… ho scoperto dal fratellino di Sango, Kohaku, che anche la sorella e Miroku lo sapevano già da tempo, ma non hanno detto niente- Eve guardò Sota

-Ma non è possibile, Sango non lo avrebbe mai fatto!- esclamò

-Invece lo ha fatto, ha imbrogliato tutti! E mia sorella ora… Senza contare che ieri ha avuto la faccia tosta di venire qua e incolpare tutto alla sua paura di farla soffrire! Avresti dovuto sentirla! Inuyasha pretendeva pure di entrare e di avvicinarsi a mia sorella mentre Miroku… ah! “Parlaci, urla ma fa qualche cosa”- li scimmiottò

-Posso… posso vedere Kagome?- chiese Tom riscuotendosi dai suoi pensieri

-Da questa parte- I due ragazzi si alzarono e percorsero il corridoio e salirono le scale guidati dalla madre della giovane.

Ad ogni passo che faceva, Tom sentiva la rabbia crescere. Come aveva osato quel piccolo insetto fare questo alla piccola Kagome? Come aveva solo osato?? Questa non la passava liscia, questa volta lo avrebbe massacrato di botte davvero!

Eve dal canto suo sentiva una forte stretta al cuore. Cercò di immaginare se la stessa situazione fosse accaduta a lei e al suo amato Tom.

Rabbrividì.

La cosa era così terribile che il pensiero non la sfiorava neppure. Cosa avrebbe fatto Kagome? E come potevano loro aiutarla? Loro, felicemente fidanzati e promessi sposi?

L’immagine di Sango la colpì. Come aveva potuto fare questo alla sua migliore amica? Come? Non l’aveva avvertita di nulla e ora era anche colpa sua se Kagome era in quello stato. Ma non si vergognava neppure un po’?

Evidentemente no… visto che il giorno prima si era presentata alla porta di quella casa…

-Eccoci, vi lascio soli- disse e li lasciò davanti alla porta della camera della figlia. Tom prese per mano Eve e lei lo strinse

-Tom… dietro quella porta c’è una ragazza distrutta… là dietro c’è Kagome…-

-Non avrei mai creduto che Inuyasha arrivasse a tanto- commentò Tom guardando la ragazza e sfiorandole la guancia. L’abbracciò stringendola a se fino a farle quasi male –ti amo Eve, sei la cosa più importante di questo mondo per me-

-Oh Tom… anche io ti amo da morire… Non posso assolutamente pensare a cosa avrei fatto io se fosse accaduto a me-

-Non devi neppure pensare ad una ipotesi del genere perché non accadrà mai… ti amo e nessuno ti porterà via da me, nessuno- Lei sorrise e gli baciò il palmo della mano

-Allora andiamo amore mio- disse.

Tom mise una mano sulla maniglia e l’abbassò aprendo la porta facendo entrare la luce del corridoio nella stanza buia e lugubre. Non si vedeva nulla tanto era fitta l’oscurità.

-Tom, guarda…- mormorò Eve indicando un punto nella stanza. Il ragazzo strinse gli occhi per vederci meglio e riuscì a distinguere debolmente il letto e una sagoma stesa

-Kagome…- disse lui lasciando la mano della ragazza e dirigendosi verso di lei velocemente e sedendosi accanto alla giovane che ora distingueva –Kagome- ripeté lui prendendole la mano e con l’altra alzandola dolcemente –Eve accendi la luce per piacere, accendila!-

-S… si…- balbettò la ragazza tastando il muro –Trovata- fece scattare l’interruttore e guardando la ragazza fece un lamento di puro terrore e sgomento –Kagome…- sussurrò avvicinandosi alla giovane con le lacrime agli occhi –No Kagome…- Tom strinse le labbra fino a farle sbiancare e attirò a se la giovane abbracciandola forte. Eve scoppiò in lacrime e cinse la vita della ragazza inginocchiandosi di fianco al letto.

Dov’era quella ragazza bellissima e con la gioia negli occhi? Con la pelle rosea e vellutata? La ragazza con le labbra rosee e piene? Con i vestiti sempre in ordine e minuziosamente curati?

La Kagome davanti a loro aveva i capelli disordinati, i vestiti sgualciti, la pelle pallida e fredda, sembrava ancora più magra di qualche mese prima, le labbra secche e screpolate, gli occhi grigi erano spenti, vuoti, persi, senza niente e le occhiaie visibili li risaltava ancora di più.

-Kagome, perdonami… guarda come ti sei ridotta… se fossi venuto un po’ prima…- disse Tom stringendola forte

-Tom… Eve…- mormorò la ragazza flebile

-Si, siamo qua tesoro- disse Eve stringendole una mano

-Siamo qua per te principessa- disse baciandole la fronte il ragazzo

-Tom… Tom…- La ragazza si appoggiò totalmente a lui e allungò la mano libera verso la T-shirt di lui stringendone un lembo nel pugno. Con l’altra strinse debolmente la mano di Eve –Tom…- ripeté

-So già tutto Kagome… so già tutto… Lo so, è dura principessa… ma tu sei forte…-

-Tom… non so più… non so più cosa devo fare… Tom… lui… lui…-

-Dimmi principessa, lui cosa?- chiese allontanandosi leggermente da lei e facendo in modo che lo guardasse negli occhi

-Lui mi ha presa in giro… lui si sposa… lo sapeva già da due anni… mi ha presa in giro… ha preferito i soldi, lui mi ha…- La voce della ragazza si incrinò mentre gli occhi le si riempirono di lacrime brucianti -…lasciato…- Singhiozzò mentre le lacrime iniziavano a scorrere sulle guance pallide –Mi ha lasciato Tom!!- gridò iniziando a singhiozzare e a rilasciare quelle lacrime da troppo tempo assopite e gridando quel dolore che il cuore non riusciva più a contenere. Tom la strinse forte a se mentre lei cominciava a gridare tutto il suo dolore

-Sfogati Kagome, sfoga tutto quanto- mormorò Eve abbracciandola –Sfogati-

ANTICIPAZIONI: [Capitolo 23- -Minimo due metri da me, grazie. Chiama i tuoi compari, ne ho anche per loro- disse lei e gli voltò la schiena irrigidita

-I miei…?-

-Sango e Miroku, che strano che non siano venuti ad aiutarti a pararti il culo- disse –Eppure le altre volte c’erano sempre vero?-

Si, ne aveva davvero anche per loro e questa volta Sango, la sua migliore amica!, non se la sarebbe cavata… assolutamente!]

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Amber