Salve a tutti! Questo è il penultimo capitolo, ma è
piuttosto corto purtroppo. Vedrete la reazione di Inuyasha che spero non sia
esagerata… ma nel prossimo capitolo tireremo i fili ti tutto XD
La terza parte non è finita assolutamente (credo sarà anche
più lunga di questa seconda parte) quindi mi spiace ma dovrete attendere ancora
qualche tempo prima che ritorni, ma di questo ne parlerò più accuratamente
nell’ultimo capitolo.
Infine ringrazio: pillo, pretty, fra007, ^^vavva^^ e
Andromeda per le loro recensioni e tutti coloro che hanno solo letto.
Quindi vi lascio a questo capitolo, un bacio e alla prossima
settimana!
Ps. a fine capitolo, come al solito, l’ultimo aggiornamento
di questa parte!!
*festa nazionale privata*
Capitolo 22
L’aiuto di un amico
Kagome pensava… pensava…
Viveva nel ricordo di quell’istante, non sentiva nulla… né il silenzio che la
circondava, né il dolore che troppo grande non sentiva più.
Non sentiva più
quell’impellente bisogno di piangere lacrime invisibili o di urlare un dolore
silenzioso.
Forse se non si fosse mossa,
avrebbe continuato a non sentire nulla, forse sarebbe morta…
Non mangiava, non beveva…
sarebbe morta davvero se avesse aspettato ancora qualche giorno… Da quanto non
mangiava? Quanto tempo era trascorso da quell’istante?
Una musica si spanse nella
stanza.
Le arrivava distante, come
se non fosse nel comodino accanto al suo letto.
Come se lei non fosse
davvero lì ma lontana mille miglia, in un luogo dove l’esterno le arrivava
ovattato…
Un altro messaggio?
Una nuova chiamata?
Che musica era?
Ah si, ora lo riconosceva,
il ritornello di Wherever You Will Go dei The Calling, partiva quando Tom la
chiamava.
Tom, chissà cosa stava
facendo in quel momento?
Un momento… la suoneria di
Tom?
Kagome sbatté le palpebre
sorpresa e allungò lentamente il braccio prendendo l’oggetto con dita tremanti
accostandolo all’orecchio
-Ciao Kagome!!! Come te la
passi? Visto che non mi è arrivata una tua risposta per posta ho deciso di
chiamarti! Ah, non sai cosa mi è successo in questo periodo!! A casa mia è
arrivata mia zia Marge, lei e mio padre si odiano a morte e ha preso sotto la
sua ala protettrice Eve! Mio padre non sai quanto si è arrabbiato!! Mia zia ha
trovato vergognoso il fatto che suo fratello cercasse di fare imparare le buone
maniere a Eve e ora la sta aiutando lei e sta rendendo la vita impossibile a
mio padre! Avresti dovuto esserci qualche sera fa quando è arrivata! Kagome? Ma
mi stai ascoltando?- domandò lui. Kagome chiuse gli occhi
-Tom- sussurrò. Una
richiesta lieve, tremante che diceva tutto.
Ho bisogno di te.
-Kagome, cos’è successo?-
chiese lui allarmato ma con voce calma e comprensiva
-Tom- ripeté lei piano
-Kagome ascoltami, sarò a
casa tua domani pomeriggio, mi hai capito? Sarò lì in un baleno!- esclamò lui
agitato
-Tom…-
-Aspettami hai capito?-
-Si- Kagome riappoggiò,
inerme, il braccio al materasso –Tom-
Inuyasha si bloccò.
Sentì il mondo fermarsi
intorno a lui mentre solo il suo respiro improvvisamente affannoso riempiva la
stanza.
Sentì tutto sgretolarsi
intorno a lui facendolo rimanere solo, come sempre mentre l’unica luce si
allontanava velocemente senza mai voltarsi indietro.
Kagome…
-Cosa?- mormorò incapace di
aggiungere altro –Miroku cosa… cosa hai… detto?-
-Lo ha saputo Inuyasha, mi
dispiace… Quel programma dove è comparso tuo padre, lo aveva registrato- ammise
il giovane chinando il capo. Inuyasha si prese il viso tra le mani e si
abbandonò alla sedia senza muovere più un muscolo
-E ora?- sussurrò. Miroku lo
fulminò
-Mi spiace tanto dirlo
Inuyasha ma… lo sapevi che prima o poi sarebbe successo, ti sta bene- Inuyasha
lo guardò –Kagome ora soffrirà incredibilmente e l’unica causa sei tu. Sai da
due anni e più il tuo destino, ad Amsterdam dovevi allontanarti da lei senza
nemmeno più sfiorarla con il pensiero- Miroku batté le mani tre volte
ironicamente –Complimenti-
-Lo so, ok, ho sbagliato ma
che dovevo fare?- Miroku alzò il sopracciglio
-Comunque, per intenderci,
Sango è andata a casa di Kagome per vedere se riesce a parlargli. Da quello che
ha detto suo fratello è in totale catalessi quindi vediamo di raggiungerla
presto, non vorrei che Kagome se la prendesse con lei- disse passandogli
davanti e uscendo dalla casa. Inuyasha chiuse gli occhi e si morse il labbro
-Kagome…- Si alzò e
raggiunse l’amico senza badare più di tanto allo sguardo ostile di Kohaku.
Sango suonò il campanello e
attese che qualcuno le venisse ad aprire. La madre di Kagome quando la vide
sorrise dolcemente
-Ciao Sango-
-Buon giorno signora. Ecco…
potrei vedere Kagome?- chiese. La madre sospirò
-No! Non puoi vederla!!- si
intromise Sota uscendo di casa e piazzandosi davanti alla porta guardandola con
odio –Vattene! Non voglio vederti vicino a mia sorella!!-
-Ma Sota!- lo riprese la
madre
-Mamma!! È anche colpa sua,
sai?? SUA!- urlò con gli occhi lucidi il bambino –Non le permetterò di fare
ancora del male a Kagome!-
-Voglio solo parlarle,
voglio spiegarle! La prego signora, mi faccia parlare con Kagome- pregò Sango.
La madre assunse uno sguardo triste e lanciò uno sguardo alla finestra sbarrata
di Kagome
-Sango… anche se vorrei… è
la stessa Kagome che si rifiuta di uscire, di parlarne, di reagire, capisci?-
La ragazza sorpresa guardò la finestra dell’amica
-Proverò ad entrare nella
sua stanza io… voglio davvero aiutare Kagome- disse lei
-Aiutarla…! Come osi!?-
ringhiò il bambino
-Ora smettila Sota- ordinò
la madre –Va bene Sango, ti farò entrare e ti lascerò qualche minuto con lei-
disse la donna facendole segno di entrare.
In quel momento il rumore di
un motore li distrasse e i tre guardarono scendere dalle moto Inuyasha e Miroku
-Eccoli! Ci mancavano giusto
loro!! Vuoi fare entrare pure quei due mamma!?- sibilò il bambino stringendo i
pugni
-Sango!- esclamò Miroku
affiancandola –Signora, possiamo vedere Kagome?- domandò con il fiatone. La
donna lo guardò
-Non ti conosco, chi sei?-
chiese sulla difesa
-Lui è Miroku, un amico di
Kagome- rispose veloce Sango
-Possiamo vederla?- domandò
Inuyasha
-Tu qua non ci entri- disse
la donna guardando il ragazzo in questione –Aspetterai qua i tuoi amici-
-Ma io…-
-Ma tu niente- disse la
donna –Voi due potete andare, Sota accompagnali-
-Ma…-
-Sota!-
-Va bene- sbottò il bambino
e i tre sparirono nella casa
-Signora la prego, mi faccia
vedere Kagome-
-È colpa tua se è ridotta
così quindi dimmi un motivo-
-Voglio sistemare le cose,
voglio spiegarmi!-
-Quando la stessa Kagome
deciderà di mettere le cose a posto con te, verrà lei- disse incrociando le
braccia
“Kagome…” Inuyasha guardò la
finestra della giovane e trattenne il respiro. Forse Sango e Miroku l’avrebbero
fatta ragionare…
I due ragazzi seguirono il
bambino su per le scale e quando si fermarono davanti alla porta il bambino li
fissò
-Solo pochi minuti ha detto
mamma, non uno di più- sibilò e sparì dietro un’altra porta. Sango sfiorò la
maniglia con la punta delle dita e si morse il labbro
-Kagome? Sono Sango… qua
vocino a me c’è anche Miroku e di sotto c’è… c’è Inuyasha…- disse -…Kagome
ascoltami, so quello che è successo, e so la decisione di Inuyasha di partire
da quasi un mese. Avevo paura di dirtelo così… ho deciso bene di tacere… ti
prego perdonami Kagome, perdonami amica mia…- sussurrò con le lacrime agli
occhi -…forse ora mi odierai e non vorrai mai più parlarmi però io… io ti
voglio bene e tengo a te e alla tua felicità… ti prego Kagome esci, esci e urla,
grida, riempimi di pugni ma per piacere… parla con me. Ascolta Inuyasha lui…
lui vuole parlare con te, vuole spiegarti e anche Miroku… anche lui vuole
chiederti perdono… Ti prego amica mia esci da lì e fa qualsiasi cosa-
Kagome dentro la stanza,
stesa sul letto, non si mosse, non l’aveva neppure sentita se non
superficialmente. Per lei quelle scuse non valevano nulla, niente. Era come se
non avesse soffiato neppure il vento…
Quelle parole erano passate
sotto un ponte inesistente…
Sango fece cadere calde
lacrime dai suoi occhi chiari e si strinse a Miroku singhiozzando che parlò
-Kagome, le parole di Sango
sono vere. Parlane con noi, parlaci, urlaci dietro se ti potrà fare sentire
meglio ma fa qualche cosa!-
Kagome fece un lento
sorriso.
Che ironia…
Il bambino spalancò la porta
e li raggiunse
-Fuori- ordinò
-Ma…-
-I pochi minuti sono
scaduti, fuori da qua- I due guardarono un ultima volta la stanza di Kagome poi
si diressero verso l’uscita.
Quando Inuyasha vide le loro
espressioni strinse i pugni
-Accidenti Kagome!! Che
diamine stai facendo dentro quella stanza!? Vuoi marcire forse!?- urlò con
tutto il fiato che aveva. Ma quando non vide segni di vita capì che aveva
parlato al vento, che si era scontrato contro un muro impenetrabile
–KAGOME!!!!-
-Andiamo Inuyasha, andiamo-
Miroku prese il braccio dell’amico e lo trascinò verso le moto seguito da Sango
che non la smetteva più di piangere.
Ore 20.00
Mikado sospirò
-Kagome, ma che fine hai
fatto? Dove sei?- domandò al muro davanti a lui appoggiandoci la fronte sopra
–Kagome…- Suo zio entrò e quando lo vide solo sospirò
-Faremo a meno di lei anche
oggi… dai nipote, tocca a te- disse lasciandolo solo. Mikado sospirò e si passò
una mano tra i capelli neri
-Kagome se almeno fossi qua
con me… è tutto così vuoto adesso, come prima… torna presto da me… mi manchi
amore mio… ti prego, torna presto…- sussurrò uscendo e dirigendosi verso un
nuovo giorno di lavoro.
Giovedì. Ore 15.53
Il taxi si fermò di botto
davanti a casa Higarashi e i due giovani uscirono dirigendosi verso la casa
mentre il taxi ripartiva veloce dopo aver scaricato l’unica valigia dei due
nuovi arrivati.
Si presero per mano e
percorsero la scalinata e il pezzo di giardino fermandosi davanti all’anziano
-Buon pomeriggio- Lo salutò
l’uomo e l’anziano guardò la coppia
-Siete stranieri? Benvenuti.
Cosa posso fare per voi?-
-Sto cercando una mia amica.
Si chiama Kagome Higarashi-
-È mia nipote, cosa volete
da lei?-
-Nonno! Ho finito di pulire
il tempio e… chi siete?- chiese sorpreso guardando i due stranieri
-Stanno cercando tua sorella
Sota- disse il nonno guardando il nipote
-Ah… capisco… mi scusi
signore, ci siamo mai visti noi??- L’uomo scosse il capo
-No, ma tua sorella mia ha
parlato tanto di te- disse lui sorridendo e piegandosi verso di lui. Il bambino
lo fissò poi spalancò gli occhi facendo una esclamazione di sorpresa
-Ma certo!! Ora ho capito!
Tu sei quello che c’era nella cassetta che ha portato a casa mia sorella!!-
-Come?- Il nonno fissò il
giovane sempre sorridente –Ah, ma certo, ora ti riconosco! Kagome ci ha parlato
benissimo di te… ehm… Ron?-
-Tom signore, il mio nome è
Tom-
-Ah, ma certo… Tom-
-Invece tu chi sei?- chiese
il bambino indicando la ragazza
-Sono la sua ragazza, amica
di Kagome, mi chiamo Eve, tanto piacere- disse la ragazza allungando la mano e
togliendosi il capellino con la visiera sorridendo. Il bambino arrossì e si
mise dietro all’anziano. Tom rise e Sota arrossì ancora di più fissando la
giovane
-Tom, mi dispiace informarti
del fatto che Kagome è… beh… in uno stato di totale catalessi da tre giorni
ormai- disse l’anziano
-Cosa!? Tre giorni?-
-Non è più uscita dalla sua
stanza da…- Il nonno sospirò e si portò una mano alla nuca -…ma tu sei qua per
una visita di cortesia?-
-Ehm… ieri l’ho chiamata e
beh… lei mi ha fatto una specie di richiesta di aiuto, ha continuato a ripetere
il mio nome così sono venuto qua- disse. Il bambino spalancò gli occhi
-Davvero!? Allora forse tu
riuscirai a sbloccarla?-
-Lo spero piccolo, lo spero-
disse Tom rafforzando la presa ad Eve che gli sorrise incoraggiante
-Beh, allora venite, vi
preparo intanto del the così vi riposate un momento-
-Io avverto mamma- disse
Sota schizzando via
-Mi può dire intanto cos’è
successo esattamente?- chiese la ragazza quando furono seduti tutti intorno al
tavolo della cucina
-Non lo immaginerai mai!-
esclamò Sota sbattendo il piccolo pugno sul tavolo. La madre sospirò
-Conoscete Inuyasha
Kujimawa, Sango Koshuzo e Miroku Kazana?- domandò. I due giovani promessi si
guardarono
-Sono i ragazzi che sono
venuti con Kagome ad Amsterdam- commentò Tom
-Ebbene Inuyasha e Kagome
hanno avuto una storia ma… non so bene… Fatto sta che un pomeriggio
normalissimo Kagome è uscita ed è tornata che era strana, ha guardato una
registrazione e poi si è chiusa in camera e da quel momento…- Scosse il capo -…
non si è più mossa. Così abbiamo guardato la registrazione e…- La donna strinse
i pugni
-Va la faccio vedere- disse
l’anziano alzandosi –Così capirete bene- Li fece accomodare in salotto e
sfaccendò con il videoregistratore poi lo attaccò nel punto esatto dove il
padre di Inuyasha entrava nello studio. La cassetta continuò ad andare anche
quando il programma fu finito e Eve si portò una mano davanti al viso
-È orribile… che crudeltà…-
Tom non riusciva a scostare lo sguardo dal video dove ormai, ogni immagine era
sparita.
Kagome glielo aveva detto,
gli aveva confidato i suoi timori che qualche cosa da qualche tempo non
quadrava nelle lettere ma lui, cieco, non era riuscito a vedere l’evidenza.
Inuyasha aveva preso in giro
Kagome, aveva preso in giro tutti…
-E anche se non bastasse… ho
scoperto dal fratellino di Sango, Kohaku, che anche la sorella e Miroku lo
sapevano già da tempo, ma non hanno detto niente- Eve guardò Sota
-Ma non è possibile, Sango
non lo avrebbe mai fatto!- esclamò
-Invece lo ha fatto, ha
imbrogliato tutti! E mia sorella ora… Senza contare che ieri ha avuto la faccia
tosta di venire qua e incolpare tutto alla sua paura di farla soffrire! Avresti
dovuto sentirla! Inuyasha pretendeva pure di entrare e di avvicinarsi a mia sorella
mentre Miroku… ah! “Parlaci, urla ma fa qualche cosa”- li scimmiottò
-Posso… posso vedere
Kagome?- chiese Tom riscuotendosi dai suoi pensieri
-Da questa parte- I due
ragazzi si alzarono e percorsero il corridoio e salirono le scale guidati dalla
madre della giovane.
Ad ogni passo che faceva,
Tom sentiva la rabbia crescere. Come aveva osato quel piccolo insetto fare
questo alla piccola Kagome? Come aveva solo osato?? Questa non la passava
liscia, questa volta lo avrebbe massacrato di botte davvero!
Eve dal canto suo sentiva
una forte stretta al cuore. Cercò di immaginare se la stessa situazione fosse
accaduta a lei e al suo amato Tom.
Rabbrividì.
La cosa era così terribile
che il pensiero non la sfiorava neppure. Cosa avrebbe fatto Kagome? E come potevano
loro aiutarla? Loro, felicemente fidanzati e promessi sposi?
L’immagine di Sango la
colpì. Come aveva potuto fare questo alla sua migliore amica? Come? Non l’aveva
avvertita di nulla e ora era anche colpa sua se Kagome era in quello stato. Ma
non si vergognava neppure un po’?
Evidentemente no… visto che
il giorno prima si era presentata alla porta di quella casa…
-Eccoci, vi lascio soli-
disse e li lasciò davanti alla porta della camera della figlia. Tom prese per
mano Eve e lei lo strinse
-Tom… dietro quella porta
c’è una ragazza distrutta… là dietro c’è Kagome…-
-Non avrei mai creduto che
Inuyasha arrivasse a tanto- commentò Tom guardando la ragazza e sfiorandole la
guancia. L’abbracciò stringendola a se fino a farle quasi male –ti amo Eve, sei
la cosa più importante di questo mondo per me-
-Oh Tom… anche io ti amo da
morire… Non posso assolutamente pensare a cosa avrei fatto io se fosse accaduto
a me-
-Non devi neppure pensare ad
una ipotesi del genere perché non accadrà mai… ti amo e nessuno ti porterà via
da me, nessuno- Lei sorrise e gli baciò il palmo della mano
-Allora andiamo amore mio-
disse.
Tom mise una mano sulla
maniglia e l’abbassò aprendo la porta facendo entrare la luce del corridoio
nella stanza buia e lugubre. Non si vedeva nulla tanto era fitta l’oscurità.
-Tom, guarda…- mormorò Eve
indicando un punto nella stanza. Il ragazzo strinse gli occhi per vederci
meglio e riuscì a distinguere debolmente il letto e una sagoma stesa
-Kagome…- disse lui
lasciando la mano della ragazza e dirigendosi verso di lei velocemente e
sedendosi accanto alla giovane che ora distingueva –Kagome- ripeté lui
prendendole la mano e con l’altra alzandola dolcemente –Eve accendi la luce per
piacere, accendila!-
-S… si…- balbettò la ragazza
tastando il muro –Trovata- fece scattare l’interruttore e guardando la ragazza
fece un lamento di puro terrore e sgomento –Kagome…- sussurrò avvicinandosi
alla giovane con le lacrime agli occhi –No Kagome…- Tom strinse le labbra fino
a farle sbiancare e attirò a se la giovane abbracciandola forte. Eve scoppiò in
lacrime e cinse la vita della ragazza inginocchiandosi di fianco al letto.
Dov’era quella ragazza
bellissima e con la gioia negli occhi? Con la pelle rosea e vellutata? La
ragazza con le labbra rosee e piene? Con i vestiti sempre in ordine e
minuziosamente curati?
La Kagome davanti a loro
aveva i capelli disordinati, i vestiti sgualciti, la pelle pallida e fredda,
sembrava ancora più magra di qualche mese prima, le labbra secche e screpolate,
gli occhi grigi erano spenti, vuoti, persi, senza niente e le occhiaie visibili
li risaltava ancora di più.
-Kagome, perdonami… guarda
come ti sei ridotta… se fossi venuto un po’ prima…- disse Tom stringendola
forte
-Tom… Eve…- mormorò la
ragazza flebile
-Si, siamo qua tesoro- disse
Eve stringendole una mano
-Siamo qua per te
principessa- disse baciandole la fronte il ragazzo
-Tom… Tom…- La ragazza si
appoggiò totalmente a lui e allungò la mano libera verso la T-shirt di lui
stringendone un lembo nel pugno. Con l’altra strinse debolmente la mano di Eve
–Tom…- ripeté
-So già tutto Kagome… so già
tutto… Lo so, è dura principessa… ma tu sei forte…-
-Tom… non so più… non so più
cosa devo fare… Tom… lui… lui…-
-Dimmi principessa, lui
cosa?- chiese allontanandosi leggermente da lei e facendo in modo che lo
guardasse negli occhi
-Lui mi ha presa in giro…
lui si sposa… lo sapeva già da due anni… mi ha presa in giro… ha preferito i
soldi, lui mi ha…- La voce della ragazza si incrinò mentre gli occhi le si
riempirono di lacrime brucianti -…lasciato…- Singhiozzò mentre le lacrime
iniziavano a scorrere sulle guance pallide –Mi ha lasciato Tom!!- gridò
iniziando a singhiozzare e a rilasciare quelle lacrime da troppo tempo assopite
e gridando quel dolore che il cuore non riusciva più a contenere. Tom la
strinse forte a se mentre lei cominciava a gridare tutto il suo dolore
-Sfogati Kagome, sfoga tutto
quanto- mormorò Eve abbracciandola –Sfogati-
ANTICIPAZIONI:
[Capitolo 23- -Minimo due metri da me,
grazie. Chiama i tuoi compari, ne ho anche per loro- disse lei e gli voltò la
schiena irrigidita
-I miei…?-
-Sango e Miroku, che strano
che non siano venuti ad aiutarti a pararti il culo- disse –Eppure le altre
volte c’erano sempre vero?-
Si, ne aveva davvero anche
per loro e questa volta Sango, la sua migliore amica!, non se la sarebbe
cavata… assolutamente!]