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Autore: Neko_s_Tail    14/10/2007    0 recensioni
Chi l' avrebbe mai detto, un namecciano che s' innamora di una terrestre, dà dell' impossibile ma è tutto vero. Come finirà la sua storia d' amore? è la mia seconda fan fiction, spero che vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era stanca di volare anche perché non sapeva più dove si trovava e con non poca fatica si rimise a camminare nell’ arido deser

Era stanca di volare anche perché non sapeva più dove si trovava e con non poca fatica si rimise a camminare nell’ arido deserto. Affamata prese dallo zaino una merendina nutriente e in un sol boccone se la mangiò tutta ma non era quello il suo problema più grande, infatti le mancava l’ acqua dato che le sue riserve erano finite già da un pezzo.

 

“Uff… che caldo, ma non potevo scegliermi un posto desolato come questo ma più fresco???” si disse di rimprovero la piccola Pan.

 

Oramai stava camminando da ore e tutto le sembrava uguale, il cielo, le dune, persino l’ aria ma non poteva arrendersi dopotutto quello che i suoi le avevano fatto. Angel uscì di nuovo dalla grotta portando con sé alcuni secchi vuoti e due borracce in pelle. Poco distante dalla sua casa c’ era un’ oasi che le permetteva di procurarsi dell’ acqua senza il bisogno di fare un lungo viaggio fino alla città più vicina per comprare delle bottigliette d’ acqua.

 

“Al lavoro!!!” disse allegramente a se stessa.

 

Quando Junior vide il volto sorridente di lei arrossì di colpo, non riusciva ancora a credere che quella ragazza le piacesse così tanto e gli serviva assolutamente un posto in cui riflettere meglio sui suoi pensieri confusi. Intanto Angel si era già allontanata dalla sua casa e si dirigeva verso il deserto e il namecciano ne approfittò per allontanarsi dal nascondiglio senza farsi scoprire.

 

“Andrò sotto le cascate per ritemprare il mio vero essere” disse Junior ma dopo cinque secondi ripensò a quello che aveva detto…

“Maledetto Tensing, mi avrà influenzato con la sua parlantina da monaco per farmi dire certe cose” e finalmente si decise a partire verso la sua destinazione.

 

“Acqua, … acqua, ho sete…”

 

Pan era disidratata fino alle ossa, non riusciva più a pensare lucidamente e il suo corpo si rifiutava di proseguire, sapeva che nessuno l’ avrebbe aiutata. Era scappata di casa perché i suoi genitori ultimamente non la consideravano minimamente, secondo lei entrambi erano talmente occupati a preoccuparsi dei loro lavori che le sembrava di esser capitata in uno di quei periodi in cui a madre e padre sarebbe piaciuto non aver più alcuna responsabilità verso la loro unica figlia.

 

“Maledetti, almeno potevano ricordarsi di me ogni tanto… anche se credo che abbia esagerato un po’ anch’ io…”

 

Ci pensò su e le venne in mente un’ idea geniale, sarebbe ritornata a casa e avrebbe detto che sarebbe stata una prova per loro affinché potesse capire quanto le vogliono bene.

 

“… non funzionerà ma è pur sempre una scusa” disse autoconvincendosi.

 

Tentò di volare ma non ci riuscì, ormai la sua forza era prosciugata, era preoccupata, e ora? Come sarebbe ritornata a casa?

Finalmente Angel raggiunse l’ oasi e con pazienza incominciò a riempire i secchi e le borracce. Provava un senso di serenità immensa dopo quello che le era accaduto a casa sua, era una strana sensazione che le faceva battere forte il cuore.

 

“Povero scoiattolo, tremava tutto, ma chissà cosa l’ avrà spaventato…”

 

Finì di riempire i contenitori e fece per andarsene ma in lontananza vide un’ ombra camminare tra le dune infuocate del deserto. Rimase a guardare la scena credendo che in realtà fosse solo un miraggio, prese dell’ acqua dal secchio e si bagnò il viso. Niente, era tutto reale, quell’ ombra c’ era per davvero. Ad un certo punto l’ ombra si accasciò a terra e non si mosse più. Allora Angel posò i secchi e, prese le borracce, si mise a correre incurante del pericolo verso la figura immobile. Arrivata nel punto esatto della sua caduta vide esterrefatta che ai suoi piedi c’ era una bambina disidratata dal troppo calore. Le bagno il viso con un po’ d’ acqua poi la prese in braccio e la portò subito all’ oasi dove almeno poteva trovare un po’ d’ ombra sotto la palma. La posò delicatamente sotto l’ albero e poi prese una borraccia e iniziò a bagnarle le labbra con il liquido fresco, attendendo che si riprendesse. La ragazza diede segno di vita, così Angel poteva aiutarla a bere, l’ acqua le scendeva attraverso la gola per rinsanare alla fine tutto il corpo. Con qualche colpo di tosse Pan si svegliò e sentendo il beneficio dell’ acqua che le ridava energia, ne bevve ancora a grossi sorsi.

 

“Chi sei?” le chiese gentilmente Angel

 

Pan non accortasi prima della ragazza le rispose semplicemente…

 

“Mi chiamo Pan e sono fuggita di casa”

 

Dopo che le rispose vide l’ oasi e con una rincorsa si tuffò dentro bevendo ancora tanta acqua.

 

“Ehi, attenta, fa male bere troppo dopo tutto quello che hai passato”

 

Pan non l’ ascoltò e continuò a bere, poi ad un certo punto la pancia le incominciò a far male e rischiava di annegare. Angel capendo la situazione si tuffò immediatamente e la salvò portandola a riva.

 

“Che cosa ti avevo detto? Cerca di darmi retta la prossima volta”

“Ok…” le rispose con voce tremula e con qualche colpo di tosse.

 

La pancia continuava a farle male e purtroppo l’ unica persona a cui poteva chiedere aiuto al momento era la ragazza che l’ aveva salvata per ben due volte.

 

“Scusami… mi fa tanto male la pancia, sento dei dolori fortissimi allo stom… ouch!!!”

“Forse è meglio se ti porto a casa mia, là ho i medicinali per farti passare il dolore” rispose guardandole il volto dolorante.

“Va bene, ma non so se riuscirò ad alzar…”

“Non c’ è problema per questo, ti porterò io, ok?” la interruppe Angel.

“D’ accordo…, ma come porterai i secchi?” chiese.

“Non c’ è alcuna fretta, potrò ritornare a prenderli più tardi. Dai, ora vieni che ti porto in spalla fino a casa”

 

E così fece, trasportò la piccola sulle spalle per tutto il tragitto ma ad un certo punto Pan le chiese incuriosita…

 

“Scusami, ma tu chi sei?”

“Mi chiamo Angel e sono una mezza demone” rispose la ragazza divertita dalla situazione che si era creata.

 

Si aspettava che, da un momento all’ altro, la ragazzina sarebbe svenuta o si sarebbe messo ad urlare terrorizzata, dato che ora conosceva le sue vere origini. Ma Pan con un sorriso stampato sulle labbra le disse semplicemente una frase che le sarebbe rimasta impressa nella mente per sempre.

 

“Ti ringrazio per avermi aiutata”

 

Poco dopo si mise a dormire mentre Angel rimase allibita dalle sue parole che per lei avevano un significato importante ed unico nella sua vita.

  
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