Era stanca di volare anche perché
non sapeva più dove si trovava e con non poca fatica si rimise a camminare nell’
arido deserto. Affamata prese dallo zaino una merendina nutriente e in un sol
boccone se la mangiò tutta ma non era quello il suo problema più grande,
infatti le mancava l’ acqua dato che le sue riserve erano finite già da un
pezzo.
“Uff… che caldo, ma non
potevo scegliermi un posto desolato come questo ma più fresco???” si disse di
rimprovero la piccola Pan.
Oramai stava camminando da
ore e tutto le sembrava uguale, il cielo, le dune, persino l’ aria ma non
poteva arrendersi dopotutto quello che i suoi le avevano fatto. Angel uscì di
nuovo dalla grotta portando con sé alcuni secchi vuoti e due borracce in pelle.
Poco distante dalla sua casa c’ era un’ oasi che le permetteva di procurarsi
dell’ acqua senza il bisogno di fare un lungo viaggio fino alla città più
vicina per comprare delle bottigliette d’ acqua.
“Al lavoro!!!” disse
allegramente a se stessa.
Quando Junior vide il volto
sorridente di lei arrossì di colpo, non riusciva ancora a credere che quella
ragazza le piacesse così tanto e gli serviva assolutamente un posto in cui
riflettere meglio sui suoi pensieri confusi. Intanto Angel si era già
allontanata dalla sua casa e si dirigeva verso il deserto e il namecciano ne approfittò
per allontanarsi dal nascondiglio senza farsi scoprire.
“Andrò sotto le cascate per
ritemprare il mio vero essere” disse Junior ma dopo cinque secondi ripensò a
quello che aveva detto…
“Maledetto Tensing, mi avrà
influenzato con la sua parlantina da monaco per farmi dire certe cose” e
finalmente si decise a partire verso la sua destinazione.
“Acqua, … acqua, ho sete…”
Pan era disidratata fino alle
ossa, non riusciva più a pensare lucidamente e il suo corpo si rifiutava di
proseguire, sapeva che nessuno l’ avrebbe aiutata. Era scappata di casa perché i
suoi genitori ultimamente non la consideravano minimamente, secondo lei
entrambi erano talmente occupati a preoccuparsi dei loro lavori che le sembrava
di esser capitata in uno di quei periodi in cui a madre e padre sarebbe
piaciuto non aver più alcuna responsabilità verso la loro unica figlia.
“Maledetti, almeno potevano
ricordarsi di me ogni tanto… anche se credo che abbia esagerato un po’ anch’ io…”
Ci pensò su e le venne in
mente un’ idea geniale, sarebbe ritornata a casa e avrebbe detto che sarebbe
stata una prova per loro affinché potesse capire quanto le vogliono bene.
“… non funzionerà ma è pur
sempre una scusa” disse autoconvincendosi.
Tentò di volare ma non ci
riuscì, ormai la sua forza era prosciugata, era preoccupata, e ora? Come
sarebbe ritornata a casa?
Finalmente Angel raggiunse l’
oasi e con pazienza incominciò a riempire i secchi e le borracce. Provava un
senso di serenità immensa dopo quello che le era accaduto a casa sua, era una
strana sensazione che le faceva battere forte il cuore.
“Povero scoiattolo, tremava
tutto, ma chissà cosa l’ avrà spaventato…”
Finì di riempire i
contenitori e fece per andarsene ma in lontananza vide un’ ombra camminare tra
le dune infuocate del deserto. Rimase a guardare la scena credendo che in
realtà fosse solo un miraggio, prese dell’ acqua dal secchio e si bagnò il viso.
Niente, era tutto reale, quell’ ombra c’ era per davvero. Ad un certo punto l’
ombra si accasciò a terra e non si mosse più. Allora Angel posò i secchi e,
prese le borracce, si mise a correre incurante del pericolo verso la figura
immobile. Arrivata nel punto esatto della sua caduta vide esterrefatta che ai
suoi piedi c’ era una bambina disidratata dal troppo calore. Le bagno il viso
con un po’ d’ acqua poi la prese in braccio e la portò subito all’ oasi dove
almeno poteva trovare un po’ d’ ombra sotto la palma. La posò delicatamente
sotto l’ albero e poi prese una borraccia e iniziò a bagnarle le labbra con il
liquido fresco, attendendo che si riprendesse. La ragazza diede segno di vita,
così Angel poteva aiutarla a bere, l’ acqua le scendeva attraverso la gola per
rinsanare alla fine tutto il corpo. Con qualche colpo di tosse Pan si svegliò e
sentendo il beneficio dell’ acqua che le ridava energia, ne bevve ancora a
grossi sorsi.
“Chi sei?” le chiese
gentilmente Angel
Pan non accortasi prima della
ragazza le rispose semplicemente…
“Mi chiamo Pan e sono fuggita
di casa”
Dopo che le rispose vide l’
oasi e con una rincorsa si tuffò dentro bevendo ancora tanta acqua.
“Ehi, attenta, fa male bere
troppo dopo tutto quello che hai passato”
Pan non l’ ascoltò e continuò
a bere, poi ad un certo punto la pancia le incominciò a far male e rischiava di
annegare. Angel capendo la situazione si tuffò immediatamente e la salvò
portandola a riva.
“Che cosa ti avevo detto?
Cerca di darmi retta la prossima volta”
“Ok…” le rispose con voce
tremula e con qualche colpo di tosse.
La pancia continuava a farle
male e purtroppo l’ unica persona a cui poteva chiedere aiuto al momento era la
ragazza che l’ aveva salvata per ben due volte.
“Scusami… mi fa tanto male la
pancia, sento dei dolori fortissimi allo stom… ouch!!!”
“Forse è meglio se ti porto a
casa mia, là ho i medicinali per farti passare il dolore” rispose guardandole
il volto dolorante.
“Va bene, ma non so se
riuscirò ad alzar…”
“Non c’ è problema per
questo, ti porterò io, ok?” la interruppe Angel.
“D’ accordo…, ma come
porterai i secchi?” chiese.
“Non c’ è alcuna fretta,
potrò ritornare a prenderli più tardi. Dai, ora vieni che ti porto in spalla
fino a casa”
E così fece, trasportò la
piccola sulle spalle per tutto il tragitto ma ad un certo punto Pan le chiese
incuriosita…
“Scusami, ma tu chi sei?”
“Mi chiamo Angel e sono una
mezza demone” rispose la ragazza divertita dalla situazione che si era creata.
Si aspettava che, da un
momento all’ altro, la ragazzina sarebbe svenuta o si sarebbe messo ad urlare
terrorizzata, dato che ora conosceva le sue vere origini. Ma Pan con un sorriso
stampato sulle labbra le disse semplicemente una frase che le sarebbe rimasta
impressa nella mente per sempre.
“Ti ringrazio per avermi
aiutata”
Poco dopo si mise a dormire
mentre Angel rimase allibita dalle sue parole che per lei avevano un
significato importante ed unico nella sua vita.