Sala
comune deserta.
E buia.
Un raggio
di luna penetrava dai vetri della finestra, avvolgendo nel suo fascio
alcuni
libri dimenticati su un tavolo. Sul pavimento le ombre degli alberi.
Nel
caminetto, al posto di un allegro fuocherello, solo tizzoni ardenti
nascosti
fra la cenere.
Una
ragazza rannicchiata in un angolo. Le ginocchia al petto, le braccia
strette
intorno alle gambe, il viso nascosto, il corpo esile scosso da singulti.
Hermione
non sapeva cosa le stava accadendo.
Non stava
affatto pensando. Capiva solamente di sentire un gran freddo.
Il suo
corpo era coperto solo da un pigiama leggero, ma il freddo che sentiva
non era
solo una condizione termica. Il suo cuore era una steppa ghiacciata.
Il suo
cuore non capiva più che battito prendere.
Quel viso vi
lampeggiava ad
intermittenza. No, lei non ne era innamorata.
E allora
perché lo aveva aiutato
nelle
selezioni da portiere? Perché era suo amico.
Perché
aveva pensato di invitarlo alla festa di Lumacorno? Perché
era suo amico.
Perché
tutte le volte che litigavano, tanti piccoli pugnali le trafiggevano il
cuore
rendendolo esposto al freddo?
Perché
era suo amico.
E allora
perché le dava fastidio vederlo avvinghiato a Lav-Lav?
Perchè gli aveva
lanciato contro un intero stormo di canarini? Perché..
perché.
Ecco, a
quel pensiero le parve come se un cubetto di ghiaccio le fosse
scivolato in
gola.
Freddo.
E poi,
anche tralasciando la situazione con lui… si era resa conto
di sentirsi sola.
Sola in
quel mare di gente che era Hogwarts, sola anche fra la miriade di
persone che
la circondava ogni giorno. Sola.
Freddo.
Non poteva
stare sempre attaccata ai suoi due amici, anzi ora solo ad Harry visto
che Ron
era ormai proprietà di
Lavanda. Ed
ecco che tornava lui. Lui c’era sempre di mezzo.
Averlo
vicino significava dover soffrire. Non vederlo affatto, pure.
L’aveva
visto sempre lì, pronto a proteggerla, (come quella volta
che aveva vomitato
lumache per un giorno intero, solo per difenderla da Malfoy) invece ora
si
sentiva abbandonata, lasciata in disparte, un soprammobile che era
stato utile,
ma ora era relegato in soffitta.
Freddo.
Solita
routine. Ogni giorno. Nulla per cui alzarsi euforica la mattina, nulla
per cui
andare a dormire ansiosa di arrivare al giorno dopo.
Freddo.
Delle
voci. Prima lontane, coperte dai singhiozzi della ragazza.
Qualcuno
era entrato in sala comune.