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Autore: Akisan    28/03/2013    10 recensioni
A volte il destino riserva sorprese mozzafiato, ricche di avventure e compagni formidabili.
A volte, invece, decide semplicemente di prenderti per i fondelli.
Così, senza neanche sapere bene il perché, Alex si ritrova suo malgrado a fare comunella con un Arrancar con seri problemi di gestione della rabbia, una ragazzina logorroica totalmente priva di buonsenso, e un individuo subdolo che, secondo lei, ha buone probabilità di discendere direttamente dal demonio.
Il tutto in un ambiente ricco di Hollow, gatti, sarcasmo allo stato brado e situazioni equivoche.
Mooolto equivoche.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aki: «E rieccoci finalmente qui ragazzi, belli pimpanti e in ritardo come al solito, allegria! Comunque, strano ma vero oggi sono totalmente a corto di geniali idee per questo magnifico e assolutamente spassosissimo angolo, qualcuno ha qualche proposta?»

Alex: «Io ne ho una magnifica: e se per una volta saltassimo direttamente questo spazio patetico?»

Grimmjow: «Io ne ho una ancora migliore: e se saltassimo direttamente all’ultima riga dell’ultimo capitolo di questa storia stracciapalle?»

Aki (tirando fuori il primo oggetto contundente trovato in tasca): «Silenzio, stupidi babbani!»

Aramis: «Oh no, ti supplico, smettila di puntarmi addosso quel sonaglietto di plastica rosa, o rischierò un arresto cardiaco per la paura»

Aki: «Ma che caz… ah! Ecco dov’era finito!»

Liz: «Che carino!! Ma da dove salta fuori?»

Aki: «È di mia nipote Ginny, conosciuta anche con il nome di Attila»

Alex: «Attila? Soprannome davvero appropriato per una bambina»

Aki: «Tienila in braccio dieci minuti e capirai che intendo. Detiene il record mondiale di urla giornaliere e notturne ininterrotte, è stata recentemente premiata come la più giovane detentrice di trollface sulla faccia della Terra ed è campionessa mondiale di calci e testate in faccia. E ha solo otto mesi!»

Alex: «Non per niente è del segno del Leone. Come Grimmjow»

Aki: «Uh poveretta me! Aspetta che vado a controllare… (apre wikipedia) Vediamo…. Ecco qui! *coff coff*  Leone: “Le persone il cui oroscopo contiene una dominante Leone sono considerate generose e dotate di un forte istinto paterno.” Pfffffff… ha ha ha ha! Scusate, ho appena cominciato e già non ce la faccio a continuare! Ha ha ha ha!»

Grimmjow: «Ma la vogliamo finire con questa pagliacciata?»

Aki: «No no, aspetta! Dopo migliora. Ecco: “La loro natura egocentrica li porta ad assumere posizioni di guida, o addirittura di comando, nella società e nella famiglia”»

Alex: «Quest’ultima parte è ancora da vedere»

Aki: «“Bisognosi di ammirazione, sono particolarmente portati per il mondo dello spettacolo”»

Aramis: «Oh, non sapevo che fossi un tale artista represso! Dovremmo istituire “NNH’s got talent”! Come cantante hai il mio voto, ma come ballerino ripensando all’episodio 121 credo proprio che per me sia un no»

Liz: «Eddai, non essere cattivo, a me quel balletto è piaciuto!»

Aki: «“Irascibili e sicuri di sé, danno molta importanza all'aspetto. Possiedono un  temperamento passionale, e il loro segno è opposto a quello dell’Acquario”»

Alex: «Chissà come mai ci avrei giurato»

Aramis: «E tu di che segno sei, principessa?»

Alex: «Acquario»


 
 
Un dolcissimo grazie a Ciacinski per avermi messa tra gli autori preferiti e a chi legge e basta. Buona Pasqua!
 
 


Capitolo 33: A mali estremi, estremi i rimedi. Parola di Aramis.

 
Alex non aveva mai amato le scene al rallentatore.

Spesso erano il preludio di qualcosa di spiacevolmente tragico, e un’altra cosa che Alex non aveva mai amato erano le scene tragiche.  

Tuttavia in un film c’era sempre la scappatoia: si poteva mandare avanti veloce, non guardare o semplicemente cambiare canale.

Purtroppo però nella vita vera non esisteva un telecomando per saltare le scene spiacevoli.

Niente pausa e niente tasto avanti veloce.

No, nella vita vera se cominciava una scena al rallentatore non si poteva far altro che guardare.

Perciò Alex assistette con orrore crescente alla scena che le si parava davanti.

Cominciò a correre, ma era troppo tardi.

Sapeva che non sarebbe mai riuscita ad intervenire in tempo, era troppo, troppo lontana…

Disperata, sollevò un braccio nel preciso istante in cui la forza esplosiva del Cero rosso sangue si schiantò al suolo.  

«LIIIIIIZ!!!!!»

 
                                                               *Qualche ora prima*

Ok, inaspettatamente quella giornata aveva scalato l’empireo di tutti gli eventi più orribili e traumatici della sua intera vita, scalzando dalla pole position quello indimenticabile in cui aveva temuto di essere rimasta incinta, che fino a quel momento aveva regnato incontrastato in cima a tutte le altre disgrazie.

Forse il fatto che la stragrande maggioranza di esse avessero Grimmjow come protagonista o almeno come comparsa avrebbe dovuto essere per lei un campanello d’allarme, una specie di gigantesca insegna rossa al neon con su scritto: “Allarme iettatore, maneggiare con cautela”.

Purtroppo però la sua copertura assicurativa non comprendeva presidi cautelari in caso di evenienze quali il maneggio di un Espada, quindi non poteva far altro che tirare un sospiro e rassegnarsi ad aggiornare con costante frequenza la lista dei traumi fisici e spirituali.

Chissà se esisteva la possibilità di farsi dare una tessera abbonati.

Sarebbe andata benissimo anche, chessò, una specie di raccolta punti-sfiga, al termine della quale il karma si sarebbe finalmente accorto dell’enorme debito che aveva nei suoi confronti e le avrebbe finalmente donato qualcosa di meraviglioso, come un ragazzo sano di mente e con il cervello non settato perennemente in modalità brutale omicidio, ad esempio.

Ma quella era pura fantascienza.

Al momento infatti, tanto per non smentirsi proprio mai, stavano discutendo.

Oh, sì certo, sempre in quel luogo buio, tetro e brulicante di Hollow desiderosi di banchettare con la loro anima, ovviamente.

Che domande.

Era partito tutto qualche minuto prima.

Grimmjow si stava occupando degli Hollow rimasti, e Alex aveva cercato di attirare la sua attenzione sventolando Pantera in aria.

«Ehi! Hai visto che ce l’ho fatta? Chi è l’incapace ora, eh?» aveva esclamato con un guizzo d’orgoglio.

«Mi prendi in giro?! Mi sono spaccato la schiena per giorni con te in quel maledetto sotterraneo, ci mancherebbe solo che ora ti facessi ammazzare da uno dei gradini più bassi della catena alimentare dell’Hueco Mundo!» aveva risposto lui polverizzando l’ultimo Hollow rimasto con un Bala.

 L’entusiasmo di Alex si era congelato immediatamente.

«No, dico, grazie per l’incoraggiamento!» aveva sbraitato in risposta.

Certo che la sua sensibilità migliorava davvero di giorno in giorno, era bello constatare come la loro sintonia di coppia fosse frequente come un temporale in un deserto.

Comunque aveva deciso di stringere i denti e passare oltre, anche perché mentre era impegnata con gli Hollow le era venuto in mente un altro dubbio ben più grave, che ben presto si era trasformato in una sconfortante certezza.

Si era quindi avvicinata a lui e gli aveva restituito Pantera.

«Tu vuoi mollare Aramis qui, non è vero?»

Era più che altro una domanda retorica in realtà, perché Alex conosceva bene il suo pollo, e ormai aveva capito come funzionava quella sua testaccia azzurra.

«Fammici pensare un attimo… Sì!»

Appunto.

«Non essere infantile, lui non è mai stato un Espada, non ha abbastanza energia spirituale per uscire da qui da solo! Lo lasceresti davvero qui a marcire per sempre?»

Perché suonava spaventosamente come un’altra domanda retorica?

«Per quel che mi riguarda potrà già ritenersi fortunato se la mia mano non gli regalerà un cratere al centro dello stomaco, quindi ha ben poco di cui lamentarsi!»

Ah, ecco perché.

«Senti», tentò di farlo ragionare, «neanche io vado pazza per lui, ma ha salvato me e Liz quel giorno a Las Noches, e si è pure impegnato per qualche motivo nell’aiutarmi con i miei poteri. Certo, ha un carattere impossibile, è odioso e non si fa mai i fatti propri, ma Urahara si fida di lui, e io mi fido di Urahara. Senza contare che Liz non se ne andrebbe mai e poi mai da qui senza di lui, e puoi scommetterci tutto quello che possiedi che io di certo non me ne andrò da qui senza Liz»

                                                                             *

Eccola lì, gira che ti rigira alla fin fine quella biondina saltava sempre fuori nei loro discorsi.

Accidenti, ‘fanculo a lei e al giorno in cui era stata messa al mondo!

Già di suo Alex aveva la testa dura come il marmo, ma se si parlava della sua preziosa amichetta allora la situazione diventava a dir poco insopportabile. 

E adesso doveva pure sentirsi dire che non poteva ammazzare Aramis perché ultimamente quella ragazzina se la intendeva con lui!

E che cazzo!

Lui se ne fregava di quello che combinavano quei due, aveva ancora un paio di conti in sospeso con quello stramaledetto Arrancar leggi-pensiero, e di certo non avrebbe accettato di farsi dire da lei cosa doveva o non doveva far…

«Per favore, Grimmjow» mormorò Alex, appoggiandogli una mano sul petto e guardandolo dritto negli occhi, mentre l’altra si chiudeva sulla sua, ancora stretta sull’elsa di Pantera. «Non ti sto chiedendo di eleggerlo tuo migliore amico, ma solo di rimandare la resa dei conti a quando saremo usciti tutti da qui»

Grimmjow si irrigidì completamente, con la bocca ancora aperta ad articolare il secco no che era stato sul punto di dichiarare per porre fine a quella assurda discussione, ma per il quale improvvisamente non trovava più voce.

E l’infida manipolatrice approfittò del suo attimo di esitazione per rincarare la dose.

«Dai, ho appena sconfitto con la tua spada un Menos alto cinquanta volte più di me, non puoi concedermi questo piccolo favore come premio?»

E questo, perfino per la scarsa etica di un Espada, significava giocare sporco.

                                                                            **

Aramis osservò con totale noia e disinteresse l’Arrancar accovacciato a terra che tentava disperatamente di riprendere fiato.

Era una sua vecchia conoscenza del periodo in cui aveva vissuto a Las Noches, anche se di certo non una di quelle che si sarebbe mai vantato di aver avuto: era il classico individuo che riteneva opportuno colmare con i bicipiti il vuoto cronico che albergava nel suo cervello, e dal quale il massimo di originalità di pensiero che ci si sarebbe mai potuti aspettare era mangiarsi a colazione due brioches invece che tre.

L’incarnazione della profondità e dell’intraprendenza, insomma.

Non valeva neanche la pena di scomodarsi a leggergli il pensiero, sempre ammesso che ne possedesse uno, dato che apparteneva a quella categoria di zotici la cui mente poteva essere tranquillamente paragonata ad uno spiazzo desolato battuto dal vento.

Vuota e deprimente.

«Maledetto… anf… bastardo… anf… Piantala con questi giochetti mentali… anf… e affrontami lealmente!»

Aramis sbadigliò in modo teatrale.

Che palle!

Perfino Grimmjow quando si metteva d’impegno sapeva essere più creativo con gli insulti.

E se qualcuno riusciva ad arrivare ad un tale livello di scontatezza da fargli rivalutare persino Grimmjow, allora sarebbe stato davvero il caso di praticargli per il suo bene una misericordiosa eutanasia.

«Affrontarti “lealmente”? Oh non potrei mai: anni fa qualcuno mi fece notare come lo scontro diretto fosse purtroppo il mio punto debole, e affrontare un grande guerriero come te in quel modo significherebbe sottovalutarlo. Non vorrai mica che ti sottovaluti!»

L’Arrancar (qual era già il suo nome?) si mise faticosamente in piedi e sputò nella sua direzione.

«Tu sei sempre stato un codardo!»

«Oh, ti prego, basta con i complimenti, o tra poco dovrò invitarti a cena»

«Brutto…!» ruggì lui in un ennesimo impeto di estrema originalità, ma poi gli venne in mente un’altra cosa e cambiò idea. «Ah! Fai lo spiritoso quanto ti pare, tanto ormai ora che sei chiuso qui sarà solo questione di tempo prima che tu faccia la fine di tutti gli altri!» esclamò, puntandogli vittoriosamente il dito contro, momentaneamente dimentico del fatto che fosse pure lui condannato a ciò che aveva appena predetto ad Aramis.

Beata deficienza.

«In questo caso suppongo che sarà una delusione intollerabile per te non assistere alla mia lenta e sicuramente spettacolare agonia, visto che il tuo stato pietoso non ti permetterà di resistere per più di un paio di giorni. Se tu fossi un essere di almeno un briciolo di dignità ed interesse potrei anche scomodarmi a rimanere qui ad assistere alla tua fine, ma purtroppo temo di avere almeno un centinaio di cose più intriganti da fare. E sì, tra queste è compreso anche sedermi per terra a fissare il buio» gli rispose con un sorriso di scherno.

«Ah, e qui ti sbagli di grosso, stupido bamboccio! Mi basterà divorare quella ragazza nascosta dietro a quei massi laggiù, e allora vedremo chi di noi perderà per primo le energie!» esclamò l’Arrancar trionfante. «Anzi, ho un’idea migliore: potrei anche ucciderti subito e poi prendermela con tutta calma con lei! Sì, mi sa che farò così: sono anni che non vedo una donna, e credo proprio che io e lei ci divertiremo moltissim…»

Il resto della parola fu soffocato dal suo improvviso grido di dolore, mentre ricadeva a terra sulle ginocchia stringendosi il moncherino sanguinante che era rimasto al posto del suo braccio.

Con un calcio mirato al centro del petto Aramis lo gettò con la schiena a terra, e premendo bene la suola sul suo sterno lo tenne deliberatamente inchiodato al suolo, ignorando i suoi gemiti di dolore.

Ogni traccia di leggerezza era del tutto sparita dal suo volto, sostituita da un sorriso crudele che gli scopriva i denti e uno sguardo del tutto privo di umanità, puntato nelle orbite improvvisamente terrorizzate dell’Arrancar.

«Che c’è, non stavi strepitando giusto due minuti fa sul fatto che avrei dovuto affrontarti lealmente, senza trucchi mentali?» lo schernì, facendogli dondolare crudelmente il pugnale sporco di sangue davanti alla faccia. «Ah, forse sei interessato al mio Cobra, dopotutto è la prima volta che lo vedi. Bene, osserva attentamente: le vedi tutte queste piccole sporgenze ricurve lungo il filo della lama? Ecco, queste servono a far sì che, una volta che il pugnale ti è entrato nella carne, la sua fuoriuscita dal tuo corpo sia il più dolorosa e cruenta possibile. Spregevole, non è vero? Dopotutto, come ti ho già detto, affrontare in modo diretto il mio avversario non è il mio forte, quindi mi serve un’arma in grado di procurare il massimo danno con il minimo sforzo, non sei d’accordo? Ma forse per la tua testa vuota un esempio pratico sarebbe mille volte più efficace di qualsiasi spiegazione, in effetti…» concluse appoggiando la punta del pugnale sul ventre dell’Arrancar.

«NO, FERMO! As-aspetta! Io non… la ragazzina, lei è… è tutta tua se vuoi! La-lasciami andare, ti prego!»

Aramis allentò leggermente la presa sull’impugnatura, osservando il sottile rivolo di sangue che usciva da dove la punta incontrava la pelle tesa dalla paura, poi, lentamente, fece scorrere il pugnale verso l’alto, fino a puntarglielo contro la gola.

«Sai, la tua fortuna è che la mia regina diceva sempre che un nemico che chiede pietà va purtroppo risparmiato» mormorò tra i denti, facendo spuntare nel miserabile una scintilla di sollievo. «Tuttavia, per tua sfortuna lei non si trova qui nei paraggi, e io non sono mai stato famoso per essere una persona obbediente»

«Ferm…»

«Comunque devo proprio ringraziarti» lo interruppe. «Qualche tempo fa ho incontrato un rifiuto umano che mi ha davvero fatto saltare i nervi, ma con mio sommo rammarico non ho potuto fargli nulla. Ormai mi era quasi passato di mente, ma grazie a te mi sono ricordato che cosa avrei potuto fargli se solo Urahara non fosse stato nei paraggi. E lo sai perché? Perché se c’è una cosa che non sopporto sono le persone che danneggiano le pochissime cose che trovo interessanti»

«Non..non so di che parli!»

«Ma certo che non lo sai, pezzo d’imbecille. In compenso io so che grazie alla tua immaginazione da barbaro mi si è stampata a fuoco nel cervello la vomitevole immagine delle tue luride manacce stampate addosso alla ragazza più interessante che abbia mai incontrato in secoli di vita. Quindi te lo scandirò chiaramente in modo che perfino un menomato mentale come te possa capirlo: nessuno, e ripeto nessuno può permettersi anche solo di immaginare di sfiorare Liz e sperare di farla franca, perché ancora prima che possa rendersene conto io mi sarò già premurato di smontarlo pezzo per pezzo fino a non lasciarne neanche il più misero ricordo sulla faccia della Terra, sono stato chiaro?»  

«Io… io non…»

«Perfetto. E ora direi proprio che è arrivato il momento di dirci addio, non credi?»

«NO, as-aspetta! FERMOOO!!»

                                                                                      **

Sbattendo le palpebre nella totale oscurità, Liz si trattenne per l’ennesima volta dall’aprire bocca per sbuffare sonoramente.

Insomma, che palle!

Accidenti ad Aramis, “vado solo a fare un giro di ricognizione” un corno, aveva per caso deciso di abbandonarla lì per vedere se anche gli esseri umani fossero in grado di fare la muffa?
No, certo, tanto che cosa poteva mai esserci di eticamente sbagliato nell’abbandonare al buio una povera ragazza inerme, da sola, con un milione di mostri assetati di sangue nei paraggi e neanche un pupazzetto antistress per cercare di non dare di matto e mettersi a tirare testate contro ai massi?

E lei non aveva certo paura!

Solo che, andiamo! Anni e anni passati ad evitare strategicamente di giocare ad Alone in the dark e poi si ritrovava in quella situazione: il karma doveva avercela con lei per qualche motivo, e aveva davvero un senso dell’umorismo estremamente discutibile.

Per ingannare il tempo e la tensione crescente cominciò a canticchiare mentalmente la solita canzoncina, anche se come sempre non riusciva a ricordarsi le parole.

Poi però, accorgendosi di come la cosa non facesse altro che aumentare l’atmosfera già di per sé abbondantemente inquietante, decise di smettere.

Infine come ciliegina sulla torta si levò in lontananza quello che aveva tutta l’aria di essere un agghiacciante urlo di disperazione e dolore.

Sobbalzando pietosamente, Liz si strinse le braccia coperte di pelle d’oca attorno alla testa.

Maledizione Aramis, aspetta solo di tornare qui e te lo faccio vedere io il giro di ricognizione!”

                                                                            **

Aramis finì di ripulire distrattamente il pugnale sporco di sangue sul mantello dell’Arrancar, riponendolo poi di nuovo al suo posto in una tasca interna della sua giacca.

Sondò attentamente le immediate vicinanze, ma a quanto pareva per il momento non c’erano altre presenze indesiderate nei paraggi.

Bene.

Principessa, mi senti?”

3…

2…

1…

“Aramis! Come sta Liz?”

 “Mia adorata, lo sai che sei estremamente prevedibile?”

“E tu lo sai che se non ti sbrighi a rispondermi la prossima volta che vedrò il tuo brutto muso ti infilerò la tua cara prevedibilità dove non vorresti sentirla?”

“E tutto questo dopo tutta la fatica che hai fatto per convincere Grimmjow a non ammazzarmi a vista? Piuttosto incoerente da parte tua”

“Tranquillo, se ci tieni tanto sono sempre pronto a spaccartela volentieri, la faccia!”

“Le tue proposte sono allettanti e monotematiche come al solito, Grimmjow, ma credo che per adesso potrebbe interessarvi di più sapere che cosa ho scoperto sulla nostra invitante situazione”

Seguì un attimo di silenzio denso di sorpresa.

“E va bene sapientone, siamo tutt’orecchi: illuminaci”

“Per prima cosa, per quanto la cosa sia stupefacente, avevi ragione tu, Grimmjow, siamo davvero nella dimensione della Caja Negaciòn”

“Mi prendi per il culo?! E allora perché non ci sono Arrancar qui, ma solo stupidi Hollow?”

Aramis gettò un’occhiata di sbieco al corpo ai suoi piedi.

Perché, e questo ci porta al punto due, l’aria di questo posto è totalmente priva di Reishi”

“E quindi?”

“Non ci arrivi da sola? Mi deludi profondamente”

“Quando fai così scateni in me un’enorme voglia di farti un sacco di applausi con la tua faccia in mezzo, Aramis. Per favore, fai finta che il mio misero cervello non contempli il nesso tra mancanza di particelle spirituali nell’aria e un’accozzaglia di Hollow dove invece dovrebbero esserci degli Arrancar, e illuminaci con la tua illimitata sapienza, o superba mente superiore”

“Molto bene, posso dirti fin da subito che riuscirai a fare parecchia strada con la tua creatività nelle lusinghe, una volta che sarai riuscita a far qualcosa per l’immane quantità di sarcasmo che trasuda copiosamente ad ogni parola. Come stavo dicendo, gli Arrancar rinchiusi qui, incapaci di andarsene, si agitano per fuggire, consumano energia, e la mancanza di Reishi impedisce loro di reintegrarla. Si indeboliscono, ma gli Arrancar non possono morire di fame, quindi il loro corpo deve adattarsi alla progressiva perdita di energia. Prima perdono la zampakuto, poi il loro corpo muta sembianze, e infine arrivano al punto di rottura: non sono più in grado né di mantenere sembianze simil-umane, né di trattenere al loro interno tutte le anime che hanno assorbito nel corso degli anni, perciò…”

“Perciò più passa il tempo, più loro perdono energia e continuano a regredire, liberando man mano tutti i fottuti Hollow che hanno divorato e assorbito! Ecco perché erano tutti solo un branco di zotici rincoglioniti, lo sanno tutti che quando un Hollow regredisce gli parte completamente il cervello!”

“Wow Grimmjow, quando sei così razionale mi fai quasi paura”

“Allora la prossima volta che ti avrò tra le mani mi assicurerò di prenderti irrazionalmente a pugni per un tempo irrazionalmente lungo, così vedi come ti passa la paura”

“Per favore bambini, rimandiamo questa lite tra primedonne a quando non ci troveremo più in una specie di gigantesca carta moschicida interdimensionale studiata apposta per farci vagare in un eterno tormento senza uscita, vi va?”

“Mmm, bella metafora, principessa”

“Grazie, ho ottenuto una laurea ad honorem anche in questo, oltre che nel sarcasmo. Comunque c’è ancora una cosa che non capisco: se davvero come dite voi la regressione provoca la perdita della coscienza di sé, allora come mai quelli che ci hanno attaccati puntavano tutti me e non accennavano minimamente a divorarsi tra loro? Non sembravano una semplice accozzaglia di mostri affamati senza cervello, erano organizzati, quasi come se…. un momento, aspettate un attimo… a meno che il legame che li ha uniti in un solo corpo per tutti questi anni fosse talmente forte da spingerli a comportarsi tutt’ora come un’unica mente collettiva!”

 “Mi sa proprio che hai fatto centro”

“Certo che voi Arrancar siete davvero degli esseri complicati!”

“Non sai neanche quanto”

“Bene, ora che abbiamo sviscerato appieno la nostra incantevole e invidiabile situazione, hai altre belle novità con cui allietarci? Tipo per quale motivo siamo finiti qua dentro, o magari un modo per uscire da qui che non preveda l’attesa di ore e ore in mezzo ad un’orda di Hollow desiderosi di banchettare con le nostre anime?”

“Purtroppo la mia fonte non era in possesso di informazioni così sofisticate” le rispose, mentre osservava il corpo della sua “fonte” dissolversi lentamente.

“Bene, allora ti suggerisco di tornartene di corsa da Liz e non staccarti da lei nemmeno per un istante, perché se dovessi venire a sapere che le ginocchia sbucciate non sono l’unica cosa che non va in lei, temo che Grimmjow non potrà lo stesso ucciderti come desidera tanto, perché ci avrò già pensato io”

“Ai tuoi ordini, principessa”
 
 
 
 
 

Angolo delirazioni
 

Aki: «Acquario: “Le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale sono instabili dal punto di vista amoroso”»

Alex: «Beh, contando con chi sono andata ad appaiarmi mi pare il minimo. È già tanto se non sono instabile anche mentalmente»

Aki: «“I nati sotto questo segno sentono molto la necessità di essere liberi e questo li porta ad assolvere meglio al loro destino nei rapporti basati sull'amicizia, infatti possiedono un forte senso dell'amicizia e del lavoro di gruppo”»

Liz: «Verissimo! Non per niente è la mia migliore amica!»

Grimmjow: «Io la sua la definirei più una psicosi… insomma, non si può essere così fissati con un’amica, non sei mica sua madre!»

Liz: «Oh insomma, non criticare la nostra sorellanza! Sei solo geloso perché Alex mi vuole bene!»

Grimmjow: «Che cosa hai detto?!»

Aki: «“Le loro amicizie sono molto ponderate e sentite, non si tratta di qualcosa che essi concedono a tutti”»

Aramis: «Parole sante»

Aki: «“Freddi, razionali, idealisti e dalla mente aperta, hanno uno spiccato spirito umanitario che li rende i più altruisti dello zodiaco”»

Meiko: «E chi l’avrebbe mai detto… sembra alquanto accurato. Che sia stato quell’Urahara a inserire questi dati? Solo lui blaterava così tanto riguardo a gentilezza e altruismo…»

Alex: «E tu che c’entri, scusa?»

Meiko: «… spoiler»

 

  
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