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Autore: ScratchThePage    28/03/2013    0 recensioni
In un tempo precedente persino alla Guerra dei Keyblade, due Cuostodi di Keyblade verranno catapultati dall'altra parte dell'universo, assieme ad uno Stregatto. La strada verso casa sarà lunga e piena di insidie, ma anche ricca di sorprese.
P.s: la pubblicazione di questa storia è successiva ad un fioretto che avevo fatto. Non ho mai sperimentato il genere fan-fiction e quindi è una specie di... esperimento.
Io vi ho avvisati...
Genere: Avventura, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Sospirò di sollievo quando uscirono dalla foresta: oltre che alla vocina cinguettante di Supernova si era dovuto subire anche i commenti del Gatto del Cheshire. Aveva ampiamente condiviso quelli sulla sua compagna, ma quando aveva iniziato a prenderlo in giro per la sua acconciatura, mancava poco che lo attaccasse. Se una persona voleva legarsi in una coda la parte centrale dei capelli e tenere il resto corto erano affari suoi. E poi, cosa ne sapeva un animale? Loro dovevano solo preoccuparsi del loro pelo.
‹‹ Bene, ora dovete proseguire dritti per questa strada, finché non vi troverete nei pressi di un lago. A quel punto posizionatevi sul bordo e sperate che la Duchessa vi noti. ››
‹‹ Cosa intendi dire con “sperate”?›› domandò al gatto.
‹‹ Che la casa della Duchessa è sulla montagna che si affaccia sul lago. Solo chi è dentro può allungare la porta e farvi entrare. Buona fortuna. ›› rispose sparendo.
‹‹ Fantastico...›› sibilò tra i denti.
Erano già parecchio tardi con i tempi e non se la sentiva di dover aspettare come un palo che qualcuno gli facesse entrare. Ecco perché detesto il Paese delle Meraviglie: troppa gente strana e complicata. Pensò, giurando solennemente che, un giorno diventato Maestro, non ci avrebbe mai più messo piede.
‹‹ Che animale simpatico. ›› commentò Supernova.
Lui si girò immediatamente verso la ragazza, sconvolto.
‹‹ Spero che tu stia scherzando… ci ha preso in giro per quasi tutto il tragitto…››
‹‹ Bisogna ammettere i propri difetti e riderci su, altrimenti diventiamo troppo egocentrici. E comunque ha ragione lui: il tuo taglio di capelli è veramente buffo! ››
‹‹ Volgiamo parlare del tuo a scodella? ›› le rispose, trattenendo quasi miracolosamente i suoi istinti omicidi: già quel maledettissimo gatto lo aveva fin troppo provocato. Ora Supernova doveva mettere ancora di più il dito nella piaga e senza un buon motivo apparente.
‹‹ Cos’ha che non va? E’ molto pratico.››, rispose quella, un po’ stizzita, ‹‹ E almeno io non sembro un moicano!››
‹‹ Meno male che dobbiamo accettare i nostri difetti miss “va sempre tutto così bene che non posso non parlare in continuazione”. ››
Ebbene sì, Supernova aveva superato il limite. Normalmente non insultava né attaccava verbalmente i suoi compagni, persino quelli più pedanti. Per questo motivo era conosciuto in tutta l’accademia per essere una persona calma, con una certa spina dorsale e molto permissiva. Supernova era riuscita a distruggere questa sua immagine nel giro di poche ore.
Da quel momento iniziò una terribile discussione sui difetti di entrambi e si meravigliò che la ragazza potesse infuriarsi tanto da riuscire ad urlargli in faccia.
‹‹ Basta! ›› urlò una vocina alle loro spalle.
I due si girarono e videro una bambina un po’ paffuta e con la testa un po’ più grande del corpo. Dei corti capelli neri e ondulati le circondavano il viso, mentre un suntuoso vestito azzurro metteva ancora di più in risalto la sua robustezza.
‹‹ Mia madre mi ha dovuta mandare da voi perché la smetteste. Vi si sentiva fin dentro casa nostra! ››
I due ragazzi si guardarono perplessi, sorpresi di aver fatto una tale confusione.
‹‹ Ora va meglio! ››, disse la bambina, incrociano la braccia, ‹‹ Comunque io sono la figlia delle Duchessa, se non l’aveste capito. ››
O era una moda o le nobili non sapevano educare i figli: com’è che tutta prole che avevano incontrato fino a quel momento era così insolente? Certo, avrebbe potuto includere nella sua lista di “persone poco educate del Paese delle Meraviglie” anche quel simpaticone di Gatto del Ceshire, ma decise che era un caso a parte.
Alla fine decise di ingoiare il rospo e di calmarsi: se quella era la figlia della Duchessa, poteva dire loro come aiutare la sua cara madre.
‹‹ Scusaci terribilmente… abbiamo avuto un terribile disguido ››, disse, cerando di essere il più gentile possibile, ‹‹ Sai per caso perché tua madre ha richiesto il nostro aiuto? ››
 La bambina era sul punto di rispondere, quando Supernova urlò.
Hammer si girò, ancora più irritato, finché non vide il motivo di tale spavento: un enorme Heartless si stagliava, sospeso a mezz’aria, davanti a loro. La parte finale del corpo era un largo cono rosso e bianco, pieno di lance  a forma di cuore, come quelle che adornavano l’alto colletto che aveva attorno alla testa. Due lunghi bracci neri partivano da poco sotto la testa, sulla quale spiccavano solo due occhi bianchi e inespressivi.
‹‹ Torna a casa! ›› urlò alla bambina.
Questa annuì e corse immediatamente via, terrorizzata.
Intanto lui si era avvicinato a Supernova e aveva evocato il Keyblade.
‹‹Stai dietro di me e cerca di coprirmi le spalle: questo è un Heartless più forte degli altri e può risultare un osso duro.››
La ragazza fece un cenno con il capo, per poi evocare subito la sua arma.
‹‹ E per favore, niente incantesimi.››
Improvvisamente la creatura davanti a loro gli sparò le lance a forma di cuore, al posto delle quali crebbero immediatamente altre.
Hammer riuscì ad evocare prontamente uno scudo, mente Supernova si protesse sotto il suo.
‹‹ Ti prego, non dirmi che non sai evocare una barriera! ›› esclamò, esterrefatto.
‹‹ Mi hai detto tu che non devo utilizzare incantesimi! ››
‹‹ Lo scudo non lo catalogo come incantesimo! ›› urlò, mentre l’Heartless iniziò a picchiare sulla sua barriera con i bracci. Lui la dissolse e colpì i due arti, facendoglieli ritirare.
Questo, però, non si arrese e si preparò a lanciare un’altra serie di lance. Dannazione, non posso continuare a parare. Ma se attacco sotto una scarica di lance non ho buone possibilità di uscirne illeso. Potrei chiedere a Supernova di coprirmi le spalle con un incantesimo, ma non mi fido molto delle sue capacità magiche. Pensò, prima di parare i successivi colpi.
‹‹ Aspetta Hammer! L’ho quasi trovato sul manuale! ›› esclamò la ragazza dietro di lui.
Quello non lo poté tollerare: era già la seconda volta che se ne stava a sfogliare il manuale, mentre lui cercava di risolvere il combattimento. Girò le spalle all’Heartless, si avvicinò abbastanza irato alla ragazza e le tolse la guida di mano, lanciandola indietro.
‹‹ Più fatti e meno teoria! Se una persona deve consultare ogni volta il manuale per capire come sconfiggere un nemico, rischia di perdere la vita, capito?! ››
Supernova non gli rispose, ma indicò con il dito un punto dietro a lui.
Si girò perplesso e vide che il libro che aveva lanciato aveva centrato un enorme cuore disegnato sul corpo dell’Heartless. Questo iniziò a brillare e dimenarsi, per poi sganciare l’enorme parte conica che aveva al di sotto. Il resto, nel giro di pochi secondi, sparì nella foresta.
‹‹ “Falsa regina di cuori. Per facilitare l’eliminazione centrare l’enorme cuore al centro: la testa si staccherà dal busto e sarà più innocuo.” ›› recitò la ragazza.
Hammer rimase a fissare per parecchio tempo ciò che restava del loro nemico, molto sbalordito e perplesso. Era in una sorta di trance, sia perché riteneva assurdo ciò che era appena successo e sia perché era stato proprio quel terribile manuale a risolvere la situazione.
‹‹ Hammer, cosa fai là impalato?! Dobbiamo andare a recuperarlo! ›› gli disse Supernova.
‹‹ Sì, sì… hai ragione…›› rispose, svegliandosi pian piano da quello strano stato.
Si alzò e fece cenno alla ragazza di seguirlo, per poi addentrarsi di corsa nella foresta. Improvvisamente si accorse di una cosa: non aveva la più pallida idea di dove fosse andato l’Heartless. Si bloccò di colpo ed iniziò ad imprecare contro qualsiasi cosa gli fosse capitata durante quella giornata, a cominciare dalla terribile pancetta che avevano servito a mensa.
‹‹ Cosa c’è?›› domandò Supernova alle sue spalle, parecchio sconvolta e perplessa.
‹‹ Non ho la minima idea di dove sia andato quel coso e tu… TU hai mandato in tilt il navigatore!››
‹‹ Perché ti individua anche i nemici?››
‹‹ Certo!›› sbraitò, esasperato.
Si mise la faccia sulle mani ed iniziò ad urlare di disperazione.
‹‹ Serve aiuto? ››
In quel preciso istante quella era l’ultima voce che avrebbe voluto sentire. Se aveva un sasso a portata di mano glielo avrebbe di sicuro lanciato, ma purtroppo ne era sprovvisto.
‹‹ Il nostro Gatto del Ceshire! ›› esclamò Supernova entusiasta.
‹‹ Un momento, da quando sono diventato vostro? ››
‹‹ Vuoi aiutarci o devi iniziare una stupida discussione con lei?! ›› urlò esasperato: era consapevole che quell’essere era l’unica soluzione al suo problema, quindi doveva accettare il suo aiuto. Detestava, però, il suo modo di fare abbastanza lascivo, tipico di un gatto che non aveva niente da fare tutto il giorno, se non tormentare poveri turisti.
‹‹ Oh, scusa tanto, ma detesto che qualcuno mi metta un sigillo di proprietà.››
Hammer lo fulminò con lo sguardo, sperando che capisse il concetto.
‹‹ Va bene, va bene ››, disse sorridendo maliziosamente, ‹‹ Il vostro amico è andato di là. Vi seguirò lungo la strada in modo da aggiornarvi meglio sulla direzione. ››
Prima di sparire indicò la direzione con la coda, e Hammer corse subito dove gli era stato indicato.
Continuarono per un bel po’ con quel metodo strampalato, spesso interrotto da delle stupide domande di Supernova, ma alla fine raggiunsero il loro obbiettivo.
Si trovarono in una cupa radura, con al centro una pietra che cambiava in continuazione colore. L’ Heartless arrivò poco e si posò sul sasso.
‹‹ Hammer lascia fare a me! Devo riuscire a rendermi utlie!›› esclamò Supernova dirigendosi verso il nemico.
‹‹ No, ferma! Non devi colpire la Pietra Monella! ›› urlò il Gatto del Ceshire apparso al fianco del ragazzo.
Parole vane: con un solo colpo Supernova eliminò l’Heartless e centrò il sasso.
Una luce abbagliante si diffuse in tutta la radura rendendo impossibile la vista di qualsiasi cosa.
  
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