Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Mimiwitch    29/03/2013    2 recensioni
Allock ha fatto un grosso errore: non ha chiesto il permesso a Pix per introdurre nani dotati di ali e lire dorate a Hogwarts. E per Pix questo significa GUERRA!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pix
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Qualcosa stava sobbollendo in pentola.
C'era qualcosa di strano nell'aria, una sorta di elettricità che gli stuzzicava le mani e gli faceva venir voglia di combinare disastri.
Che cosa stava dimenticando?
Piroettò un paio di volte a mezz'aria, lasciando che il soffitto diventasse pavimento e viceversa, mentre rifletteva.
Era forse l'anniversario del lancio delle pallottole puzzole in Sala Grande? No, quello era in programma due settimane dopo.
La giornata del “metti i petardi ad accensione ad acqua dentro le teiere della Cooman”? No, quello era stato due giorni prima.
Ah, ecco! Era il giorno in cui scambiava la carta igienica nei bagni con i fogli dei libri di testo dei mocciosi!
No, per quello era meglio aspettare il periodo degli esami, per dare maggiore effetto.

Pix volteggiava pigramente in un corridoio del primo piano, chiedendosi cosa mai stesse dimenticando, perché dentro sapeva che era una giornata importante, una in cui fare dei terribili scherzi per rovinare il buon umore a tutti.
La luce del primo mattino attraversò i ghirigori in ferro delle finestre, illuminando il pavimento in marmo, creando una forma particolare; Pix si fermò a testa in giù a osservarla, poi scoppiò a ridere.
Era un sedere! Il sole disegnava un sedere perfetto sul pavimento!
Decise di andare a prendere dell'inchiostro per ricalcare la figura sul pavimento quando, una volta dritto, si rese conto che la figura aveva un'altra forma. Un cuore.
In una frazione di secondo la sua mente fece il collegamento. Cuore, innamorati, SAN VALENTINO!

Era San Valentino! Con una risata perfida si strusciò le mani, dimenticandosi del proposito di disegnare sederi sul pavimento, e si diresse in gran fretta verso la Sala Grande.
Come avrebbe potuto rovinare la festa a quei mocciosi? Si grattò il mento con fare meditabondo, passando in rassegna la sua lista di scherzi preferiti, indeciso su quale attuare.
Ma perché poi avrebbe dovuto scegliere? Meglio una combo di scherzi assortiti da distribuire nella giornata, in luoghi diversi; avrebbe esordito con i palloncini di acqua e farina, con dentro i petardi, da lanciare agli ignari studenti a colazione; a metà mattina avrebbe allacciato i lacci delle scarpe in giro nelle classi, mentre loro erano intenti a studiare; per pranzo avrebbe creato una melma appiccicosa e puzzolente davanti alla Sala Grande per impedire che vi entrassero, nel pomeriggio...
Il suo progettare piani malvagi venne interrotto da un brusio in Sala d'Ingresso; pregustandosi uno scherzetto anticipato, Pix svoltò l'angolo trovandosi una scena assurda: il professor Allock torreggiava su quattordici piccoli...
Nani? Che ci facevano dei nani nella scuola? Nella SUA scuola?

Si avvicinò circospetto, senza fare rumore, fino ad arrivare sulle loro teste, poi si mise ad ascoltare.
Allora carissimi, è quasi ora di colazione, perciò ecco la vostra divisa” chiosò il professore con un sorriso smagliante, sventolando la bacchetta in direzione dei nani; a questi sparirono i vestiti e apparve una tenuta composta da alucce nella schiena, lira dorata tra le mani e pannolini bianchi al posto dei pantaloni.

Trattenendo le risate alla vista di quattordici nani vestiti da cherubini, coi volti arcigni e squadrati piuttosto seccati, Pix continuò a seguire i loro discorsi.

Volerete in giro per la scuola e raccoglierete le richieste degli studenti, andando in giro a recapitare i loro messaggi d'amore. Se vi chiederanno di cantare canterete, se vi chiederanno di ballare ballerete, se dovrete declamare poesie lo farete! Segnatevi i nomi di chi vi chiede di recapitare messaggi e a fine serata avrete il pagamento” sciorinò tutto d'un fiato il professor Allock, con un sorriso disgustoso, dimostrando di essere il più emozionato per tutta la faccenda.
Un paio di nani grugnirono una risposta, ma Pix ormai non li ascoltava più.
Come si era permesso quel coso che si faceva passare per professore, a far entrare dei nani volanti nella sua scuola, senza chiedere il suo assenso?

Questo significava niente di meno che una dichiarazione di guerra. Ghignò, divertito. Si prospettava un San Valentino coi fiocchi.
Il gruppetto sotto si mosse in direzione della Sala Grande e Pix decise di agire: tuffandosi in picchiata afferrò i due nani dell'ultima fila per le caviglie, trascinandoli con sé, lontano da lì.
I due scalciavano e tentavano di graffiarlo, ma Pix si premurò di scuoterli per benino, finendo per far cozzare le loro teste assieme; quello si accasciarono un po', lasciando cadere le arpe sul pavimento. Sballottandoli ancora un po' di qua e di là, li portò in uno sgabuzzino al primo piano lanciandoli di malagrazia dentro.
Prima di andare in Sala Grande fece un giro completo della scuola, seguito dalla sua risata malefica e decisamente alta; ben più di uno studente si svegliò terrorizzato e si rifiutò di uscire dal letto, adducendo come scusa di aver sentito il diavolo ridere di prima mattina.

Ritornò in sala d'Ingresso, giusto in tempo per vedere gli studenti uscire in fretta dalla sala Grande, come se avessero il già citato diavolo alle calcagna, decisi a scappare da lì il più velocemente possibile; i nani uscirono dietro loro, seguendo la calca.
Pix si lanciò all'inseguimento.

Grazie all'invisibilità poteva seguirli senza essere sentito, facendoli sparire uno ad uno.
Uno venne trovato, da alcuni scioccatissimi studenti del primo anno, infilato a testa in giù nel water del terzo piano, in evidente stato di confusione; nonostante il provvido intervento di Madama Chips nessuno riuscì a scoprire cosa gli fosse accaduto. Un paio, invece, penzolava dal soffitto di un corridoio, congelati in una posa plastica da cherubini, i volti pietrificati in una smorfia di terrore e disgusto: gli studenti non potevano trattenere le risate ogni volta che passavano, scatenando una vena pulsante nel collo delle due povere vittime.

Pix svolacchiava nel castello ridendosela di gusto, seguendo la sua prossima vittima: un nano con un grosso naso e una barbetta da satiro color noce. L'ignara vittima stava seguendo un ragazzo del quinto anno, che correva come se avesse avuto la morte alle spalle, deciso a non farsi acchiappare dalla sua valentina1 vivente.

Si slanciò in avanti facendo cadere il nano, consentendo allo studente di dileguarsi senza sapere quale stella ringraziare.
Il piccoletto si tirò su stizzito, scrollandosi della polvere da dosso e guardandosi intorno per controllare in cosa fosse inciampato; un rumoroso scapaccione al collo lo costrinse a voltarsi, coi pugni già alzati; osservò il corridoio deserto e sembrò ancora più spaventato di prima.
Il poltergeist, sempre invisibile, prese a tirargli scappellotti per farlo arrabbiare e agitare; un po' lo colpiva alla testa, un po' alle cosciotte nude, un po' sulla fronte. Iniziò a tirargli il pizzetto e i capelli, ridacchiando malignamente, scatenando ancor di più l'agitazione del nano, che adesso imprecava e tirava pugni all'aria, volteggiando come un idiota: alcuni studenti scapparono via alla vista della bizzarra esibizione, credendo fosse ammattito.
Quando si stufò del giochino, e ci volle parecchio tempo, lo mando KO con un colpo alla nuca, attaccandolo poi alle inferriate della finestra per il pannolino, lasciandolo lì a ciondolare.

La maggior parte dei nani cadde nelle trappole che aveva ordito quella mattina, senza che lui dovesse far nulla o seguirli per farceli cadere: due rimasero appiccicati al pavimento, grazie alla speciale colla magica invisibile e inodore; si dibatterono come ossessi, finendo per invischiarsi sempre più e appiccicarsi per le barbe. Uno incappò in un'armatura arrugginita che iniziò a seguirlo, sferragliante, per tutti i corridoi, strappandogli ben più di un grido poco virile.
In breve, tutti i nani cupidi scomparvero dal castello, con gran assenso da parte degli studenti e dei professori: già ben prima di cena non c'era nessun segno di cori o valentine cantate.

Il professor Allock era ignaro di ciò che era accaduto durante il giorno: aveva passato una piacevole giornata immersa in pensieri di sé, dei suoi splendidi capelli e del suo sorriso smagliante; si recò in Sala Grande per l'ora di cena relativamente di buon'umore, aspettandosi visi allegri e grati per il suo San Valentino speciale.
Si sedette al tavolo dei professori, cercando nella sala sguardi adoranti verso la sua persona, ma benché gli studenti fossero allegri, nessuno si premurò di ringraziarlo.
Ah, che studenti ingrati. Iniziò a mangiare la zuppa, con il pensiero che, per certo, avrebbe ricevuto un applauso a fine cena.

Un nano solitario apparve dalla porta, dirigendosi verso il fondo della sala: una valentina ritardataria! Allock lo fissò in estasi, aspettandosi di vedere la sua bellissima iniziativa dal vivo.
Il piccoletto camminava un po' sbilenco e con molta difficoltà: arrivato davanti al tavolo si fermò, barcollante.
E una voce iniziò a cantare:


Mago svitato, affatto bello

hai veramente poco cervello,

pensa di meno ai bigodini

e di più a cosa combini,

e ricorda: mai sfidare

chi non puoi sopraffare.

Piiiiiiiiix il magnifico!”


Tutta la sala alzò il volto verso l'alto dove Pix, con un ghigno maligno, manovrava il povero nano con fili invisibili; si inchinò a tutti loro, poi con uno schiocco di dita fece apparire un calderone, proprio sopra la tavola degli insegnanti. Prima che qualcuno potesse muovere un muscolo, il calderone si rovesciò sulla testa di Allock, versandogli addosso litri e litri di puzzolinfa, ricoprendolo completamente.
La Sala Grande si riempì di uno scrosciante applauso, sotto gli occhi attoniti di Allock.
Il poltergeist si godette l'applauso, poi riprese il solito cipiglio malvagio e con un altro schiocco di dita rovesciò puzzolinfa su tutta la sala: seguito da improperi e incantesimi vari, corse fuori di gran corsa, non prima di aver urlato a tutti i presenti:
HapPix Valentine” e sghignazzare alle loro facce sconvolte.
Svolazzò via soddisfatto, riprendendo il proposito di disegnare sederi nei pavimenti del castello.


1: una valentina è un messaggio di San Valentino.

Fandom: Harry Potter
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Pix
Tipologia: Missing moment
Lunghezza: numero parole: 1630. Numero pagine: 5
Avvertimenti: nessuno
Genere: Comico
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K.Rowling che ne detiene/detengono tutti i diritti.
NdA: -
Introduzione alla fanfiction: Allock ha fatto un grosso errore: non ha chiesto il permesso a Pix per introdurre nani dotati di ali e lire dorate a Hogwarts. E per Pix questo significa GUERRA!


Terza classificata al contest “Be my Valentine” indetto da Rowizyx su Ffz.






  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mimiwitch