Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: Alys_90    30/03/2013    4 recensioni
-Sana addio. È finita, non cercarmi mai più-. E così dicendo rientrò.
Akito Hayama mi aveva davvero lasciata. E per di più in quella squallida maniera.
Corsi via, disperata.
-ADDIO!-.
Akito ha lasciato Sana. Come procederà la vita di entrambi? Sarà stato un addio definitivo oppure torneranno nuovamente insieme?
A tal riguardo, un grande segreto verrà a galla e scompiglierà le vite di tutti i protagonisti ..
Questa è la mia prima Fanfiction! Spero sia di vostro gradimento!
Dedicata a Simone, il mio adorabile fratello. ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti/e! :-)
Eccomi qui con il capitolo 13! ♥
Scusate se vi ho fatto attendere anche per la pubblicazione di questo cappy, ma come vi ho già detto in questo periodo sono molto impegnata!
Il capitolo14 è previsto per la prossima settimana :-) ♥
Ho già risposto alle vostre recensioni e credo che, d’ora in poi, vi risponderò sempre così! :-) In tal modo, se avrete qualche domanda da pormi, non dovrete attendere il capitolo seguente! :-)
Volevo ringraziare anche tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite! ♥ Grazie! *-*
Detto questo, faccio a tutti/e voi i miei più sinceri auguri di una buona Pasqua! :-)
Alla prossima! Un bacione! ♥

 
BUONA LETTURA ♥
E ancora grazie a chi recensisce e a chi legge soltanto ♥

 
 
Sana mi fissava così intensamente che potei quasi percepire cosa si celava dietro quelle meravigliose iridi castano scuro.
Avanzava con passo lento verso di me, incespicando di tanto in tanto.
La guardavo mentre si muoveva, diminuendo la distanza tra di noi.
-Kurata..-. Non sapevo cosa dire. Stavo solamente aspettando una risposta. Lo stato ansioso nel quale mi trovavo aumentava ad ogni secondo che il piccolo orologio, posto sul muro accanto alla porta, scandiva con un sonoro “tic tac”.
-Akito..-. Non capii se quella era un’affermazione o una domanda. Sperai con tutto il mio cuore che fosse la prima opzione.
Ora eravamo a pochi centimetri di distanza. Potei notare benissimo tutti i piccoli dettagli del suo viso. La frangia arruffata le ricadeva sulla fronte e le labbra, che poco prima avevo baciato, erano di un rosa tenue.
Allungai una mano per scostarle quei ciuffi ribelli dal capo, ma Sana si ritrasse immediatamente. Il mio braccio rimase sospeso a mezz’aria, inerme.
Lei assunse un’espressione spaventata e indietreggiò ancora.
“No, ti prego!”. Diedi subito voce ai miei pensieri, terrorizzandola di nuovo. -Sono Akito.. Hayama.. Sana per favore, dì qualcosa..-. Il mio tono di voce divenne sempre più esasperato.
-Io.. veramente.. Non ho la minima idea di chi tu sia..-
Boom! Sentii ogni minima cellula del mio corpo spezzarsi e un dolore indefinito impossessarsi di me. Era come se mi avessero iniettato del veleno nel cuore.
-Cosa?..-dissi flebile. -Kurata.. Non farmi questo.. Non sopporterei di vivere una vita senza di te!-. Corsi nella sua direzione e l’abbracciai forte, affondando il viso nei suoi capelli. Mi abbassai notevolmente, essendo molto più alto di Sana, cosa che l’aveva sempre fatta sentire protetta tra le mie dolci e grandi braccia.
Per pochi istanti sentii il suo calore inondarmi in ogni dove, subito seguito da uno schiaffo. La mia guancia iniziò a bruciare e la coprii immediatamente con la mano.
-Posso sapere che cosa ti è preso?! Chi sei?! Vattene!-
-Sana, calmati.. Non ricordi..-
-Sì, non ricordo! E tu piombi qui all’improvviso, pretendendo che io..-
-Aspetta..-. La interruppi, posandole un dito sulla bocca. -Lasciami spiegare..-
Sana annuì, incapace di ribattere.  -Va bene, spiega- disse.
Sospirai, abbassando gli occhi e iniziando a parlare.
-Sono il tuo ex ragazzo..-. La ragazza disorientata di fronte a me sobbalzò di sorpresa.
Continuai, per paura che mi interrompesse. -Siamo stati insieme per sei anni.. Ci siamo conosciuti alle elementari.. E da quel giorno tu mi sei stata accanto in qualsiasi momento. Ho superato situazioni difficili e periodi critici solo grazie a te.. Al tuo sostegno, alla tua amicizia, al tuo amore..-.
Sana continuava ad ascoltarmi, confusa.
-All’inizio il nostro rapporto non era dei migliori..- sentenziai, sfoderando un debole sorriso al ricordo -ma poi, pian piano, è diventato solido e desideroso di essere continuamente nutrito.. Non potevamo stare lontani l’uno dall’altra.. e ci siamo innamorati..-.
Mi bloccai e decisi di alzare lo sguardo. Sana aveva inchiodato i suoi occhi ai miei.
-Mi dispiace.. Ecco io..-. Una fragile lacrima le scese lungo le gote arrossate.
-Non piangere!- esclamai avanzando verso di lei. Non potevo sopportare di vederla soffrire per l’ennesima volta. Per colpa mia.
Sana si voltò e cominciò a singhiozzare. -Amore mio.. non ti lascerò mai.. Ti amo più della mia stessa vita..-. Le carezzai delicatamente i capelli ma, poco dopo, una spinta potente mi fece quasi perdere l’equilibrio.
-Non mi toccare! Non mi lascerai mai, hai detto?! Sei il mio ex ragazzo! E ci sarà un motivo! Che cosa vuoi?! Sei uno sconosciuto per me! Vai via, lasciami sola!-.
Quelle parole mi stavano uccidendo. Non potevo perdere Sana un’altra volta. Non me lo sarei mai perdonato.
-Kurata!-. La presi per le spalle e la scossi, rigirandola verso di me. -Hai perso la memoria e ora capisco che tu sia impaurita e arrabbiata però sono sicuro che prima o poi ricorderai tutto e allora capirai! Capirai che ho commesso un grave errore a lasciarti andare, non dicendoti la verità..-.
-Quale verità?! Lasciami in pace!-
-No, Sana! Cazzo perché fai così?! Perché non vuoi ascoltarmi?! Voglio aiutarti..-
-E come? Cercando di convincermi a credere a ciò che racconti?-
-Non sono un bugiardo, se è questo quello che credi! Ti ho amata sin dal primo istante in cui ti ho vista e non permetterò a nessuno di dividerci ancora.. Se ti trovi in questi condizioni è solo per causa mia! Non ti abbandonerò, chiaro?-
-Forse non ti è chiara una cosa- rispose, scrollando le mie braccia da sé. -Io non voglio il tuoi aiuto, capito? Tu non sei nessuno..-.
Ecco, ora sarei potuto crollare a terra veramente. -Esci di qui e non tornare più.. Non ti voglio vedere.. Sono circondata da una quantità incalcolabile di persone estranee.. di cui tu fai parte.. e pretendi pure che io accetti il tuo appoggio.. No, grazie-.
Mi allontanai, amareggiato, trattenendo a stento la disperazione che si accumulava dentro di me e che, di lì a poco, sarebbe sfociata in pianto.
-Va bene.. Come vuoi.. Comunque sappi che..-.
-SANA!-
Una voce fastidiosa che riconobbi senza indugio mi impedì di terminare il discorso.
Naozumi Kamura entrò nella stanza e si scagliò su Sana, bloccandola in un’intensa stretta.
-Hey!- gli intimai agitato -toglile le mani di dosso!-
Naozumi non accennò minimamente a darmi retta. -Come ti senti? Rei mi ha chiamato e mi ha detto tutto.. Piccola io ci sono..-
-Ma come ti permetti?!- urlai. -Kamura non osare avvicinarti a lei!-
-Hayama, che vu..-
-Basta! Akito o come cavolo ti chiami, te lo ripeto per l’ultima volta! Vattene!-. Sana era furibonda.
Mi arresi e uscii dalla porta, sbattendomela alle spalle.
Cominciai a correre, ignorando la signora Misako e “occhiali da sole” osservarmi sbalorditi.
“Sana.. Torna da me.. Sono io la ragione di tutto.. Della nostra rottura.. del dolore che hai provato.. Di ciò che ti sta capitando ora.. Sono io! Non posso continuare a vivere con questa consapevolezza! Non posso..”.
 
***
 
-Devi scusare Hayama. A volte è insopportabile e se qualcuno non la pensa come lui, si altera in un battibaleno!-
Mi sdraiai sul letto, stanca e con la testa che girava. Due occhioni azzurri mi squadravano attenti, sostituendo l’effetto ambrato che avevano emanato quelli di un attimo prima.
Che voleva quel ragazzo da me? Non aveva avuto alcun ritegno a spiegarmi come stavano le cose, a detta sua, pur sapendo che non mi trovavo nelle condizioni ottimali per affrontare questioni di cuore o quant'altro.
Per ora avrei avuto fiducia solo in me stessa. Punto.
Scrutai il misterioso giovane che si era seduto accanto a me. La sua vicinanza mi procurò uno strano brivido lungo la schiena e non so per quale motivo, non provai nè paura nè amarezza nel averlo al mio fianco. Una persona a me ancora anonima, ma con una presenza ben diversa.
Rimasi incantata dalla sua bellezza. I capelli violacei risplendevano sotto la luce del neon posto sul soffitto e qualche ciocca sbarazzina gli contornava il volto. La sua pelle era luminosa e perfetta.
-Sono Naozumi Kamura, piacere-. Mi porse la mano che io unii alla mia. Mi conosceva già eppure si limitò a non accennare al passato.
-Piacere- dissi, sorridendo. Il suo atteggiamento si discostava molto dal comportamento di Akito.
-Ma tu..-. Indugiai. -Sei amico di Hayama?-
Naozumi trasalì sulla sedia e disse: -No, non lo siamo mai stati-
Riflettendoci, non si erano nemmeno salutati. -Capisco.. Bè, tu che fai nella vita?-
Volevo rompere il ghiaccio. Quel Kamura sembrava gentile e comprensivo.
-Sono un attore, proprio come te. Spesso lavoriamo in coppia-
“In coppia”. -Veramente?- esclamai, cercando di non dare troppa importanza a quei due vocaboli.
-Sì, sul serio- replicò Nao, sfoderando un gigante sorriso.
Imbarazzata, appoggiai il cuscino alla testiera, alzandomi a sedere.
-Non ti preoccupare Sana.. Ti staremo tutti vicino-. Le sue calde dita vennero a contatto con le mie. -Ricorderai, te lo prometto-
“Tutti tranne quel ragazzo..”.
Ciò nonostante non potei negare che Akito fosse affascinante e misteriosamente bello. Improvvisamente un tremito mi intorpidì da capo a piedi. Perché stavo provando questa brutta sensazione?
-Sana, che c’è?-. Nao si alzò in piedi, intimorito.
-Niente, tranquillo.. Sto bene- mentii, sentendo il freddo invadermi.
-Sicura?-
-Sì-
-Ora è meglio che tu riposa un po’.. Io non me ne andrò.. Sono qui fuori se hai bisogno di me-
-Grazie Nao..-
Mi posò un leggero bacio sulla fronte, che avvertii carico di dolcezza. Non mi allontanai.
-A più tardi Sana- disse, avviandosi verso l’uscita.
-A dopo-
L’incontro con Nao era stato piacevole. Una forte energia palpitava in ogni parte del mio corpo.
Eppure quel fremito gelato non accennava ad andarsene.
 
***
 
La mia folla corsa continuò per ore e ore. Non sapevo dove andare, non sapevo cosa fare, non sapevo niente. Sapevo solo di aver fallito per la millesima volta.
Stremato e sentendo le ossa doloranti, mi accasciai sulla parete di un vecchio edificio abbandonato situato in una via poco frequentata. Come fossi finito lì rimase un bel mistero.
Col dorso del braccio asciugai le gocce di sudore che ricaddero incessanti, bagnandomi la faccia.
“Come ho potuto reagire in quel modo?”. L’esasperazione mi aveva portato ad agire in un modo troppo impulsivo. Negli occhi di Sana avevo letto terrore puro.
Quasi sicuramente Kamura avrebbe portato la situazione a suo vantaggio, sfruttando l’amnesia di Sana. Non gliel’avrei permesso. Avrebbe dovuto passare su di me.
Sfoderai un pesante pugno al muro che mi sorreggeva, facendomi male. Gocce salate scesero, bagnando il marciapiede.
Sferrai un calcio al lampione vicino, che vibrò lievemente. “Sana..”
-Hey hey, ma guarda chi si rivede!”. Mi voltai, osservando i due ragazzi che avevo incontrato il giorno prima.
Il cretino al quale avevo sferrato un sinistro, mostrava una bizzarra fasciatura sul naso.
-Che fortuna trovarti da queste parti! Vero Bill?-. Guardò l’amico, che mosse impercettibile il capo, abbozzando un “sì”.
Mi si avvicinò vigile, emanando un nauseabondo odore di fumo.
-Allora marmocchio..-
-Non mi provocare!- strepitai, socchiudendo le palpebre.
-Altrimenti? Mi vuoi rompere qualcos’altro, oltre al naso?-
-Potrei anche farlo- risposi, sottovoce.
-Oh.. Hai sentito Bill? Il qui presente lattante vuole picchiarmi.. Uuuh.. che paura!- esclamò, tirando su il cappuccio della logora felpa gialla che portava e facendo una smorfia a dir poco minacciosa.
-Chiama gli altri!- intimò all’amico.
“Come? Gli altri?”. Un terribile presentimento si fece largo nella mia mente. No, non dovevo lasciarmi prendere dal panico. Io non avevo paura di nessuno, sia chiaro. Tuttavia quel tizio mi dava tutta l’impressione di volermela far pagare.
Bill estrasse il cellulare, componendo vari numeri e borbottando qualcosa che non capii.
-E non provare a scappare, idiota!-
-Mi avete seguito vero?-
-Cosa te lo fa pensare?!-
-Non credo che avervi incontrati qui sia una coincidenza..-
-E infatti non lo è, piccolo bamboccio! Forza!-
Cogliendomi alla sprovvista mi coprì con uno spesso cappuccio nero, zittendomi e avvertendomi di non fare sciocchezze.
Mi prese per i polsi e mi trascinò non so dove. Alcune voci roche si aggiunsero a quelle di quel verme e di Bill, ridendo e pronunciando continue parolacce.
-Comincio io!-
-Va bene Steve! Mi raccomando, un colpo secco all'addome!-
-Sì, avanti ragazzi!-
Sentii percosse e botte distruggermi. Pugni, calci e ceffoni che si susseguivano ininterrottamente.
Sentii il sapore del sangue nella bocca, e il suo odore mi riempì le narici.
Da un momento all’altro, perdendo i sensi, sarei caduto a terra.
Non potei reagire. Poi un suono.. Una voce che gridava.. che implorava di smetterla di picchiarmi..
Sbattei la testa sul cemento di quel presunto vicoletto deserto, finchè i rumori intorno a me divennero soltanto vibrazioni lontane.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: Alys_90