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Autore: LADY ROSIEL    30/03/2013    7 recensioni
{ EUNHAE }
Ci avrebbe rinunciato – ecco cosa avrebbe fatto. Era giunto alla conclusione che non sarebbe mai riuscito a trovare una strategia degna di quel nome, e che però, a conti fatti, gli sarebbe bastato far valere le sue ragioni per raggiungere la meta. E così, mosso da crescente desiderio, si precipitò nella sua stanza a una velocità tale che quasi non scivolò con i soli calzini ai piedi.
Era così tenero che fu quasi tentato di scattargli una fotografia, per imprimere nella sua mente quell’immagine così insolita e piacevole, ma accantonò l’idea poiché non desiderava in alcun modo disturbare quel sonno. [...]
Non vi trovò nulla di particolarmente sconvolgente quando una matassa bruna e pelosa con due occhioni neri e un fiocco rosso stretto al collo, fece capolinea sulla sedia girevole accanto alla sua, esibendosi in tutta la sua maestosità...
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Teddy Bear

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“Tanto tempo fa mi hai detto, mentre mi accarezzavi i capelli:
quando ti sveglierai, vicino al cuscino troverai un bel regalo."
ayumi hamasaki ~ Teddy Bear

In quel pomeriggio di metà inverno, la felicità sul volto di Lee HyukJae illuminava l’intera stanza e un’insolita atmosfera d'ilarità si librava nell’aria.
DongHae, ancora esterrefatto per la reazione del compagno, era quasi tentato di pizzicargli una guancia, ricordandogli quanto il suo comportamento fosse puerile, ma aveva accantonato l’idea non appena lo aveva visto corrergli incontro, travolgendolo con tutta la sua immensa gioia. Vederlo sorridere era uno spettacolo più che convincente per dissuaderlo dalle sue, più che fondate, preoccupazioni circa la sua salute mentale.
Preoccupazioni che in realtà avevano sfiorato la mente di ogni componente di quella loro strampalata famigliola allargata, ma che alle fine scomparvero con l’avanzare dei minuti, consci che quella ritrovata allegria avrebbe soltanto giovato alla loro insostituibile “dance machine”. 
Nonostante tutto, però, KyuHyun era stato più volte sull’orlo di una vera crisi di nervi, scatenata da quell’atmosfera così zuccherosa che cozzava con la natura rigida da "evil maknae", e molto probabilmente, se Sungmin non lo avesse placcato con una certa costanza, questi avrebbe riversato la sua funesta ira contro un HyukJae piacevolmente divertito – tanto da sembrar regredito ad un tenero bambino di sette anni.
Era entusiasta di sé stesso.
Non vi erano dubbi al riguardo. E data quell’esagerata reazione, DongHae non vi trovò nulla di particolarmente sconvolgente quando una matassa bruna e pelosa con due occhioni neri e un fiocco rosso stretto al collo, fece capolinea sulla sedia girevole accanto alla sua, esibendosi in tutta la sua maestosità. In tutta franchezza, quell’orsacchiotto gigante era molto carino e al tocco era pure dannatamente morbido; cosa che lo infastidì leggermente, quando vide il suo migliore amico strofinarvi contro un paio di volte. 
«Hai intenzione di trascinartelo in ogni dove, ancora per molto, Eunhyuk-hyung?» domandò perplesso e vagamente irritato dalla cosa, KyuHyun, ma come risposta ebbe soltanto un sorriso talmente splendente che riuscì ad accecarlo e ad inquietarlo maggiormente. 
«Piantala di sorridere Heidi, altrimenti rischi di farci venire il diabete!» cercando di far rinsavire l’amico, intervenne DongHae sorprendendo i presenti con voce piccata. 
«Ti imita alla perfezione.» constatò Yesung, riferendosi a KyuHyun, il quale lo guardò contrariato. 
In verità nemmeno lo stesso DongHae riuscì a capire il perché si sentisse così seccato, ma evitò di approfondire e tornò a concentrarsi su quegli spartiti, mentre la musica s’espandeva nelle sue orecchie. 

Quando calò la sera decisero di rincasare tutti assieme, per potersi gustare uno di quei squisiti manicaretti che solo RyeoWook sapeva preparare. E anche in quel fatidico momento, mentre ognuno di loro s’apprestava a salire in macchina, DongHae non vi trovò nulla di strano nel cogliere la figura di HyukJae che si faceva carico di quell’ingombrante e tenero peluche, per poi adagiarlo gentilmente sul sedile al suo fianco. E men che meno ebbe qualcosa da obbiettare, quando notò il suo migliore amico interloquire amabilmente con quell’orsacchiotto in formato extra large. 
In fin dei conti, sapeva bene che HyukJae soffrisse di profondi squilibri mentali. Quindi, davvero, non vi era nulla di cui stupirsi.

 La costante presenza di quel gigantesco peluche persino a tavola, era stata mal sopportata sin da subito da KyuHyun, ma con tutto sé stesso aveva cercato di mantenere la calma. Calma che stranamente anche a DongHae era totalmente mancata e a farglielo notare ci aveva pensato Siwon, che preoccupato, si era soffermato a scorgere le reazioni dell’amico; notando l’agitazione che si era impossessata delle sue gambe – che continuavano imperterrite a muoversi, spinte da quel tic nervoso.

Gli occhi del povero DongHae, forse scossi dalla troppa stanchezza, non facevano altro che proiettare l’immagine di quel peluche da una parte all’altra della stanza, e quando non era la sua fantasia a dettar legge, ci pensava HyukJae a spostare quell’ammasso di peli sintetici in giro per la casa.
Anche quando si rifugiò in bagno, prima di coricarsi, ebbe la sensazione di ritrovarselo improvvisamente davanti agli occhi. 
Probabilmente era davvero troppo stanco. Eppure, quando s’avvicinò in punta di piedi al letto di HyukJae, ebbe nuovamente la convinzione che quell’orsacchiotto di pezza lo seguisse. E ad esser precisi, ora gli sembrava d’intravederlo nella semi oscurità della stanza, poggiato su quello stesso letto. 
Sorrise al pensiero – s’era rincretinito tutto d’un tratto, si disse, ma dovette velocemente ricredersi quando la sua mano sfiorò inequivocabilmente quella morbida, pelosa ed inanimata di quel pupazzo. 
«Ed io che credevo fosse un’allucinazione!» esclamò in un flebile sussurro, cercando di non destare il suo migliore amico. 
Strabuzzando gli occhi, ormai pienamente adattati all’assenza della luce, cercò un pertugio fra le lenzuola, ma con sua grande sorpresa, non riuscì a trovarne nemmeno mezzo. Quell’orsacchiotto, si era appiccicato a HyukJae come una piovra! E le braccia lasciate cadere a peso morto dal suo migliore amico, poggiate su quel corpo di pezza, certo non aiutavano DongHae a trovare lo spazio necessario per infilarsi di sottecchi in quel letto.
Tentò ancora una volta, ma nel sonno avvertì HyukJae mugugnare infastidito.
Imprecando mentalmente verso una qualche sconosciuta creatura celeste, il bruno si allontanò e sconsolato tornò nel suo letto, sentendosi mortalmente offeso.

L’indomani, appena HyukJae spense la sveglia, questi si tirò su nel letto, mettendosi seduto a gambe incrociate, osservando la figura del suo compagno che ancora giaceva placidamente rilassata su di un fianco nel letto accanto. 
«Ah….Che bella dormita! – esclamò sbadigliando e sgranchendosi le ossa. – Era da tempo che non dormivo così!» a quell’ultima sua esternazione, DongHae trasalì e con un diavolo per capello scagliò il primo oggetto a portata di mano, il suo stesso cuscino, contro l’amico colpendolo dritto in faccia. 
«Ah?! Buongiorno anche a te, DongHae!» rispose con stupore il biondo, confidando che quell’insolito saluto mattutino non celasse una collera assopita e crescente. 
«Sì, anche io ho dormito bene!» esclamò con ironia, quasi sfociando nel sarcastico. 
«Mi fa piacere.» E nonostante la gentilezza mostratagli da HyukJae, DongHae non riuscì davvero a ricambiare quel sorriso smagliante, che mai come in quell’istante gli sembrò irritante. E finì per scrutare il compagno con rabbia. 
«Che ho detto di sbagliato?!» replicò l’altro alzandosi dal letto, andandogli in contro. 
«Niente. Assolutamente niente!» fu l’evasiva risposta, per altri seccata, di DongHae poco prima di uscire dalla stanza per recarsi al bagno. 

La collera di DongHae fortunatamente scemò velocemente, gli bastò affondare i denti in quel piccolo pezzetto di cioccolato al latte per ritrovare la serenità.  E con più calma di prima si apprestò, in seguito, ad assaporare quel boccone fumante di Kimchi. 
«Cioccolato e Kimchi?!» sottolineò Yesung con una smorfia di disgusto stampatagli in faccia.
«E’ buono.» si limitò a rispondere il diretto interessato, esaminato con attenzione dai suoi compagni, altrettanto disgustati al solo pensiero di accostare due sapori tanto distanti fra loro come quello del cioccolato e del cavolo. 
Lasciandosi inebriare dal dolce profumo che  quella colazione sapeva donargli, DongHae comprese che sarebbe stato meglio sotterrare l’ascia di guerra per il resto della giornata. E così aveva fatto, almeno sino a quando non si ritrovò a cenare nuovamente accanto a quell’orsacchiotto, che da seduto era grande quanto lui, per sentire una certa irritazione salirgli verso la gola. 
Addentò, ingoiò e tracannò più di un litro d’acqua, nel vano tentativo di scacciare quella fastidiosa sensazione, ma a nulla servì, se non a procurargli una certa esigenza fisiologica, che proprio non poteva contenere.

Si diede mentalmente dello stupido e si sciacquò la faccia. 
Solitamente i peluches avevano la capacità di rallegrarlo e no, non aveva in antipatia gli orsacchiotti. Però… Però, quel orsacchiotto riusciva davvero ad irritarlo e non ne capiva nemmeno il motivo. 
Si pizzicò la guancia, cercando di zittire quella fastidiosa vocina che sentiva nella testa. 
Doveva essere davvero impazzito per provare rabbia contro un tenero ed inanimato animaletto di pezza, seppur gigante. 
Era un regalo per HyukJae. 
Un bel regalo donatogli da tre sue ammiratrici durante una loro sessione d’autografi. 
Un regalo che donò uno dei più sinceri e smaglianti sorrisi sul volto di HyukJae.
Non doveva detestarlo. Non poteva assolutamente. 

Convintosi dell’irragionevolezza dei suoi pensieri, tornò nella sua stanza. 
Ad attenderlo, però, vi trovò ancora una volta quell’orsacchiotto che quasi con sfida, si era autoproclamato secondo inquilino del letto di HyukJae. 
DongHae sospirò rassegnato: quell’orso era la sua più grande rovina
Osservò l’amico ormai già dormiente e dopo aver provato a sgattaiolare nel suo stesso letto, si allontanò. Quell’orso aveva vinto la battaglia, ma DongHae si era ripromesso che non gli avrebbe lasciato vincere anche la guerra.

 Nei giorni a seguire ci aveva provato – DongHae aveva tentato in tutti i modi a liberarsi di quell’ingombrante figura dal muso incredibilmente dolce e dalla scaltrezza unica, però ogni volta aveva fallito miseramente. Erano giorni che non dormiva in maniera decente, sempre perso ad elucubrare folli strategie per poter battere sul tempo quel soffice energumeno peloso. Si sentiva dannatamente frustrato.
«DongHae, calmati! Rischi di farti venire un esaurimento!» esclamò quasi esasperato LeeTeuk, sorseggiando la sua tazza di tè bollente. 
«Sono calmo, hyung!» rispose di rimando DongHae, continuando imperterrito ad andare avanti ed indietro per la stanza, mettendo a dura prova la pazienza del maggiore. 
«Perché non glielo chiedi semplicemente?» domandò l’altro, sorseggiando ad occhi chiusi per non farsi venire il mal di mare. 
«A chi?! A quell’orso?» a quella risposta, posta come interrogativo, la pazienza del leader toccò i minimi storici, e comprese che sarebbe stato meglio, per una volta tanto, far sbollire DongHae nel suo stesso brodo. Era grande abbastanza per vedersela contro un orsacchiotto di pezza e le attenzioni perdute del suo migliore amico; Il suo aiuto non sarebbe servito. 
«Cosa devi chiedermi? – Intervenne Shindong, sbucando in cucina – E non darmi anche tu dell’orso, potrei pure offendermi!» DongHae lo guardò interdetto, non afferrando affatto a cosa si stesse riferendo, LeeTeuk invece, scoppiò in una di quelle sue famose risate incontenibili e abbracciò l’amico, portandoselo via poco dopo, lasciando da solo il più piccolo. 

Ci avrebbe rinunciato – ecco cosa avrebbe fatto. DongHae era finalmente giunto alla conclusione che non sarebbe mai riuscito a trovare una strategia degna di quel nome, però, a conti fatti, gli sarebbe bastato far valere le sue ragioni per raggiungere la meta. E così, mosso da crescente desiderio, si precipitò nella sua stanza a una velocità tale che quasi non scivolò con i soli calzini ai piedi.
Aprì la porta e illuminato dalla piccola about-jour del comodino, vi trovò HyukJae addormentato nel proprio letto, accovacciato su sé stesso riscaldato dal calore del piumino invernale. 
L’osservò con dedizione: i tratti del suo volto erano rilassati, il suo respiro era profondo e i suoi biondissimi capelli ricadevano un po’ spettinati sulla sua fronte.
Era così tenero che fu quasi tentato di scattargli una fotografia, per imprimere nella sua mente quell’immagine così insolita e piacevole, ma accantonò l’idea poiché non desiderava in alcun modo disturbare quel sonno. 
Nell’attimo che seguì, guardandosi attorno, s’accorse che il suo più grande rivale giaceva imponente vicino al suo migliore amico, ma fortuitamente era semplicemente poggiato sopra le coperte, accanto al cuscino.
Sorrise divertito, a dir il vero quasi ghignò, pregustando già la sua encomiabile vittoria.
Quella notte, nessuno al mondo avrebbe potuto impedirgli di raggiungere il suo obbiettivo. – Tanto meno quell’orsacchiotto smargiasso. 
S’avvicino al letto zampettando silenziosamente, inspirò profondamente e poi, con delicatezza sollevò quel grande animale di pezza. Con il sorriso a fior di labbra, cercando di non far rumore, adagiò quel grosso peluche sulla sedia alla sua sinistra, per poi tornare a scorgere quello stesso letto, ora più spazioso di prima. Si voltò nuovamente, osservando quell’orsacchiotto che d’improvviso gli parve sventolare, con la zampa destra, bandiera bianca in segno di totale arresa. 
Alla fine DongHae era riuscito a vincere quella dannata guerra!
Sospirò entusiasta, s’avvicino ancor di più al letto, frettolosamente spense la luce e sgattaiolò sotto le coperte, accanto a HyukJae. Si accoccolò sul compagno con decisione, spinto da quel magico calore che lo aveva investito non appena le sue gambe si erano fatte spazio fra quelle lenzuola scomposte.

«Mmmm… » sentì mugugnare il biondo, probabilmente ridestato dalla sua indomabile leggiadria elefantesca.
«Donghae…» lo sentì sussurrare poi, nel cuore della notte. 
«Non volevo svegliarti, Hyukkie… » asserì, sentendosi mortificato per averlo destato da un così piacevole sonno. 
«Non preoccuparti. – lo rincuorò l’amico, avvertendo poi le braccia di DongHae cingerlo a sé. – DongHae?»
«Uhm?»
«Finalmente ti sei deciso.»
«A cosa ti riferisci?»
«Beh, stanotte sei finalmente riuscito nell’ardua impresa di vincere contro "Mr.Orsacchiotto occhi dolci"» enunciò divertito HyukJae. 
«Mr.Orsacchiotto occhi dolci?! – ripeté l’altro, tentando d’afferrare le parole dell’amico. – Ma tu come? No, non ci credo… Lo hai fatto apposta!» esclamò con stupore il bruno, allontanandosi dal compagno e mettendosi seduto.
Nel buio della stanza non riuscì a scorgere l’esatta espressione sul volto di HyukJae, ma lo sentì chiaramente ridere – ridere di gusto. 
«DongHae, lo sai di essere terribilmente divertente?» rise ancora, stavolta sguaiatamente.
«Tu, lo hai fatto seriamente apposta! Io-io… Aish! Sei davvero crudele! – esclamò con un leggero imbarazzo che cominciava ad imporporargli le guance – Vuoi dirmi che io mi sono dannato l’anima per nove giorni, cercando persino di non destarti dal tuo fatato mondo dei sogni per non sembrare insensibile, e tu invece, te la godevi alla grande alle mie spalle?» aggiunse con altrettanto stupore ed ironia.
Eh sì, doveva ammetterlo, stavolta glie l’aveva giocata sotto al naso! Ed era stato pure bravo a calarsi con tanto interesse nella parte. Non aveva sospettato minimamente.
«Scusa, scusa. Hai ragione. – ammise fra una risata e l’altra. – E’ che alla fine ci ho preso gusto!»
«Ci hai preso gusto ad appisolarti su quell’orsacchiotto peloso?» domandò con una punta d’irritazione.
«I primi due giorni mi sono addormentato per davvero. Poi… Poi, ti ho visto dimenarti al buio come un bambino capriccioso e mi è venuta voglia di farti uno scherzo!» ammise con pacatezza, senza però, riuscire ad impedire alle sue risa di scivolargli dalle labbra. 
«La smetti di ridere?»
«Perdonami, ma è troppo divertente!»
“Divertentissimo; davvero!»
«DongHae…» 
«Mi hai fatto esasperare con quell’dannato orso per nove giorni, Aish! E non ridere!» tentò invano di riprenderlo, consapevole di quanto si fosse reso ridicolo agli occhi del compagno. 
«Beh, alla fine sei riuscito a battere "Mr.Orsacchiotto occhi dolci", no? Di cosa ti lamenti?» gli domandò con un filo di voce, profondo come la notte, riuscendo a pervaderlo di calore. 
«Ah! – urlò preda dell’isteria – Ho sonno!» esplose con infantilità DongHae, coprendosi il volto con il lenzuolo, ricercando l’abbraccio di HyukJae. 
«Anche io ho sonno.» rispose di rimando il biondino.

E dopo qualche istante d’agitazione crescente, DongHae riuscì a trovare nuovamente il suo equilibrio e con dolcezza premette il proprio corpo contro quello dell’amico, intrecciando le loro gambe in un caldo abbraccio. Sorrise. 
Solo poi, si ricordò di quella frase che HyukJae gli aveva sussurrato tempo addietro, scompigliandogli i capelli: "quando ti sveglierai, vicino al cuscino troverai un bel regalo."
Non erano i regali che desiderava.  Sorrise ancora, questa volta con forza.
Poter scorgere ogni mattino il profilo del compagno stretto nel suo abbraccio, era il più bel regalo che potesse mai desiderare. Non aveva bisogno di nient’altro. 
«Buonanotte DongHae.»
«Buonanotte HyukJae.»
Avvertì la stanchezza  avanzare e le palpebre farsi sempre più pesanti.
Ora desiderava solo dormire; dormire fra le braccia del suo migliore "amico".

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NOTE D'AUTRICE: 
•  Questa narrazione nasce dall'omonima canzone scritta e interpretata da ayumi hamasaki. (La mia "Dea"della musica). Canzone del 2000, contenuta nel terzo album di ayu: "Duty". 
La versione su cui mi sono inspirata è a mio modesto parere la migliore, cantata nell'Arena Tour 2003/2004.  In questa performances la voce di Ayu assume una tonalità dolcissima, molto più comunicativa persino dell'incisione su disco originale. 
• Per ascoltare TEDDY BEAR - Arena Tour 2003/2004 qui:  https://www.bilibili.com/video/BV11W411E7YT Se cliccate sul Link potete vedere anche il grande orsacchiotto che ho idealizzato per questa fiction. Non è dolcissimo? 

© LADY ROSIEL/ Luna Azzurra

   
 
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