Marta, appena arrivata nella sua camera al dormitorio, si rese conto di
essere stremata. Passare tutto quel tempo vicino a Daniel l’aveva
privata delle poche forze che le erano rimaste dopo l’esplosione.
Dopo una rapida doccia calda e una focaccia semplice comprata durante
il tragitto dall’ospedale al dormitorio, Marta decise di
“spegnersi” e di dormire profondamente per un po’.
Dopo più di tre settimane forzato prima nel letto
d’ospedale e poi nella sua camera al dormitorio, Daniel
ricominciò a seguire le lezioni felice di tornare alla
normalità. Non vide più Marta in giro e si ritrovò
a pensare inaspettatamente a lei molte volte durante il giorno. Un
pomeriggio, dopo una mattinata di pioggia, decise di godersi quel sole
appena spuntato. Si diresse senza pensarci all’albero dove per la
prima volta aveva visto Marta e dove successivamente avevano studiato
insieme. Pensava di essere il solo ad aver piacere a stare seduto
all’aria aperta con quell’aria frizzantina ma, come al
solito, Marta l’aveva colto di sorpresa. Leggeva un libro seduta
su una coperta a scacchi proprio sotto il “loro” albero.
Non si accorse di lui fino a quando non le si sedette vicino. La
ragazza lo guardò sorpresa per poi rituffarsi in silenzio nel
suo libro. Era chiaro che la sua testa era altrove, nonostante la
grande concentrazione che voleva mostrare, Marta rimase sulla stessa
pagina per molti minuti.
Come al solito, i suoi sforzi erano stati inutili. Aveva paura che
fosse cambiato qualcosa in Daniel dopo tutto quel tempo praticamente
costretto al riposo. Marta non era sicura dei suoi sentimenti nei
confronti del ragazzo ma grazie ai tanti libri letti nei momenti di
solitudine sapeva che per lui il loro legame era importante; questo
almeno fino all’incidente. Si dice che il tempo fa sbiadire i
sentimenti e Marta era terrorizzata. Aveva cominciato ad uscire presto
la mattina e a chiudersi immediatamente nella sua camera appena poteva,
pur di non incontrarlo, ma quel pomeriggio proprio non ce la fece a
star al chiuso con quell’atmosfera idilliaca. Non aveva idea di
come vi era arrivata, ma i suoi piedi la guidarono ai piedi del
“loro” albero.