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Autore: Saecchan    21/10/2007    1 recensioni
Fanfiction con Tatsuro (vocalist dei MUCC), Mika Nakashima e Olivia Lufkin. A volte le persone cercano qualcosa, ma non si accorgono di quello che hanno proprio sotto il naso. "Andiamo a vedere gli hanami?"
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi della fanfic, sono principalmente Tatsuro (vocalist dei MUCC), Mika Nakashima e Olivia Lufkin. Compaiono inoltre membri della band MUCC.
Tutto quello che accade et quello che dicono i pg, non è altro che frutto della mia fantasia. ^^ buona lettura ;)

Briip-briip.
Sveglia del cazzo.
Tiro un pugno contro l’aggeggio diabolico. Mi volto nel letto.
Fianco destro. Fianco sinistro.
Nulla, ormai sono sveglio, tanto vale alzarsi e prepararmi un caffè.
La luce entra dalla finestra, gli uccellini cantano e l’aria è pungente. Apro lo sportello della mensola, afferro la tazzina, accendo il fuoco sotto la macchietta del caffè e attendo con il sedere poggiato al lavandino, sbirciando con lo sguardo dalla finestra a lato.
Oggi niente prove, niente disco, niente studio: niente lavoro. Solo relax.
Ripensandoci bene, ieri sera avevo detto che andare a trovare Mikachan dalla madre non era un’ idea malefica, e rivalutandola, non lo è affatto.
Verso il caffè bollente nella tazza, ne bevo un goccio.
Argh!
Mi fono bvuciato la lingua! Te paveva.
Compongo il numero sulla tastiera del mio cellulare.
“tu-tu-tu”
Andiamo, rispondi!
“…Mi dispiace ma il numero chiamato è al momento irraggiungibile”
Perfetto non risponde al cellulare.
Che lo faccia apposta?
Provo col numero di casa.
“tu-tu-tu…Pronto?” risponde una voce tremolante con accento tipico di Osaka.
“S-signora Nakashima?”
“Sì?”
“Ehm, senta, sono Tatsuro Iwakami un amico di vostra figlia, per caso Mika è in casa?”
“Come? Mika? No ora è fuori con Koichi”
“Koichi?”
“Sì, le serve altro?”
“No, grazie molte” riattacco.
Koichi eh?
Crede di farmi saltare la bella giornata? Beh, non ci riuscirà così facilmente.
Prendo la giacca, lo zaino, il cellulare e schizzo fuori dalla porta.
Non è possibile che si veda ancora con quel tipo. Dopo tutto quello che è successo! Aaaargh, meglio non pensarci neanche!
Bisogna concentrarsi sulla cose belle.
Come il bagno che farò a breve.
Prendo la metropolitana e arrivo alla stazione ferroviaria. Compro due biglietti – andata e ritorno – per Osaka. Devo dire che la signorina della biglietteria non è niente male!
“Ecco a lei” mi porge sorridendo i biglietti richiesti.
“…ma lei…non è mica Tatsuro dei MUCC?!?” esclama una ragazzina in fila dietro di me.
“Ehm...no…io…”cerco di sviare l’attenzione di tutti.
“Ehi ma quello è Tatsuro dei MUCC!!!” sento sgridazzare alle mie spalle.
“Per favore un autografo! Per favore!” mi scuso dicendo di essere un sosia e me la svigno rincorso da un branco di fan assatanate. Dannate fan, mi immagino cosa mi avrebbero fatto se mi fossi fermato per qualche autografo.
Però la signorina della biglietteria era carina.
Salgo sul treno, percorro lo stretto corridoio cercando il reparto col numero 25, indicato dal mio biglietto.
Trovato.
Entro e mi siedo, poggiando lo zaino sulla mensola in alto. Dinnanzi, c’è un ragazzo – credo stia dormendo – con alle orecchie delle cuffie, un cappellino che gli copre gran parte della faccia e il biglietto timbrato ancora in mano.
Mi guardo un po’ intorno, sbircio dal finestrino il lento muoversi delle cose, e – giusto per un attimo- allungo l’occhio sul biglietto del ragazzo.
Perfetto. Anche lui va ad Osaka. Almeno passerò il viaggio in compagnia di qualcuno.
…sempre se si sveglia.
Ora che l’osservo per bene, penso che sia un ragazzo molto “particolare”, ha persino lo smalto nero e fucsia sulle unghie. Non credo sia omosessuale però.
A giudicare dal baccano che proviene dalle cuffie, e la custodia della chitarra che ha sul sedile accanto, credo proprio che sia un musicista. Magari anche bravo. Magari diventa uno dei migliori chitarristi del mondo e magari entra nei MUCC (o_o)
Ma che razza di ragionamenti faccio!?
Oh no, forse non me ne sono accorto e ho pensato ad alta voce, e lui mi ha sentito. Perché cavolo continua a mugugnare e a muoversi?! Non stava dormendo?
Gya, spero che non si sia accorto delle mie acute osservazioni.
Mmmh”
Ancora grugniti, inizia a darmi sui nervi (>_<)
Faccio finta di essere preso dalle immagini veloci fuori dalla finestra.
No, non ce la faccio.
Lo guardo di nuovo.
CAZZO. CAZZO. CAZZO.
Questa volta ha un occhio aperto e mi fissa da sotto il cappello.
“Problemi, amico?” dice con un sopracciglio alzato.
Arrossisco come un idiota. Cazzo, ma possibile che tutte le figure di merda le faccia io?!
“E-eh? No, no..” rispondo intrippando più volte le parole.
“Okay”
Toglie il cappello, scrolla le spalle, si ricompone sul sedile, poggiando – ma più scaraventando direi – i piedi sulla postazione affianco la mia.
“Comunque…vedo che anche tu vai a Osaka”
“Uh!?”
“…i-il biglietto” indico con un gesto del mento.
Alza ancora una volta il sopracciglio sospettosamente. Ecco, ora penserà che sono un ficcanaso. Alza il pugno e controlla il pezzo di carta.
“…l’unica fermata di questo treno è a Osaka”
“No…beh, si ferma anche a Nagoya”
“Eh, ma io non devo andare a Nagoya”
“Lo so”
“E come?”
“Il biglietto (o.ò)”
“A-ah, già vero.”
Come primo dialogo mi sembra interessante, forse un po’ meno svelto di quello che mi aspettavo, ma interessante.
“Ti dispiace se fumo?”
“Tra le regole dei treni c’è quella di non fumare negli scomparti chiusi”
“E allora apri la finestra”
“Non posso”
“Perché?”
“Serve la chiave, e io non ce l’ho”
“Fanculo le regole”
“Ah beh, comunque sappi che…”
“Ma ti da fastidio Sì O NO?”
“…sono asmatico”
“Cazzo ti sembro un fottuto dottore?Eh? Tu rispondimi sì o no!”
“Sì mi provoca fastidio”
“Okay”
Come mi aspettavo sfila il pacchetto dalla tasca, caccia una sigaretta, l’accende e aspira.
“Grazie eh..”
“Prego amico”
Interessante. Tipo davvero interessante.
“Sei un musicista eh?”
“Sul biglietto c’è scritto anche questo?”
“La chitarra accanto a te”
“Ah già. Comunque come fai a sapere che non sia un basso elettrico, ah?”
!I bassi elettrici hanno borse con manici più lunghi, e poi sulla tua c’è ricamata la marca della chitarra”
“Cazzo ma che sei uno sbirro?!?”
“No, sono solo un musicista anch’io”
“E che suoni il citofono?” ridacchia.
“No, canto”
“In un coro di pigmei?”
Strano senso dell’umorismo.
“Suono nei MUCC, con la Misshitsu Neurose [la casa discografica ndsae]”
“COOOSA?!?”
“Ehh già”
“ MA NON SEMBRI MANCO TU!”
“Il trucco caro mio, il trucco…”
Tutto sommato ho passato un bel pomeriggio a chiacchierare con quel tipo di cui non sapevo manco il nome.
Mi raccontò che andava ad Osaka da un amico che gli aveva chiesto di entrare in un gruppo dove avrebbe potuto coltivare la sua passione per la chitarra. Sembrava così elettrizzato di parlare con un musicista professionista che non si era neanche presentato. Ha parlato solo della musica che è la sua vita, e che un giorno anche lui ce l’avrebbe fatta.
Poi mi chiese come mai mi allontanassi da Tokyo, e quindi cercai di spiegare un po’ la questione di Mikachan, anche se sono sempre più sicuro che le mie parole fossero come una ninnananna: le senti ma non le capisci!
Ma quello che mi ha colpito di più è stato quando, prima di scendere l’ultimo gradino del treno, mi disse:
“Ah comunque, quando sarò famoso, ricordati di me. Mi chiamo Miyabi” e andò via con la chitarra in spalla, perdendosi nel via-vai della stazione.
  
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