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Autore: _Candy_    02/04/2013    5 recensioni
Salvami.
Portami via.
Dammi un paio d'ali e insegnami a volare, come fai tu.
Fammi respirare il profumo delle tue labbra.
Permettimi di assaggiare il sapore delle tue mani.
Ma non lasciarmi qui, no, ti prego.
____________________________________________
Candy, quasi sedici anni. Capelli rossi. Occhi spenti. Carnagione pallida. Dalla morte di sua madre vive da sola con il fratello, Jake, capelli ricci e azzurri, logicamente tinti. Si è chiusa nelle pagine dei quaderni che riempie di pensieri, ma ritroverà l'amore che ha perso in seguito ad una violenza e ritroverà la vita.
Un bacio (:
Ila
Genere: Comico, Poesia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6_ I need Someone, I need You. 
 
Avevo bisogno di sfogarmi. Avevo bisogno di abbracciare qualcuno, la mamma non c'era più e Jake aveva troppi addominali, era poco confortevole. Così, dopo la scuola, nella pioggia, le mie lacrime che si mischiavano a quelle degli angeli che piangevano da lassù, a passo spedito camminavo verso quel caschetto biondo. La tirai per lo zaino.
"Hei Lela.."
Mi ero tenuta dentro questa cosa di Josh per un tempo che mi sembrava troppo, anche se era solo un giorno. Era ora di dirlo a qualcuno.
"Possiamo pranzare insieme?"
"A casa mia non c'è nessuno, possiamo andare in quel kebab.. Poi se ti va puoi restare da me."
Annuii. 
"Sembri scossa; è successo qualcosa? A scuola non hai aperto bocca.."
Annuii nuovamente.
"Vorrei parlarti proprio di quello."
Arrivammo al kebab in silenzio. Io pensavo a come dirle tutto senza farmi prendere dall'odio che provavo per quell'uomo, e lei credo che cercasse di indovinare con quella solita, luminosa, occhiata azzurra cosa mi frullava in testa, cosa mi angustiava. Presi un respirone e cominciai a parlare sottovoce.
"Ieri, quando sono tornata a casa.. C'era un uomo nel salotto. Ha detto di essere mio padre."
Le si illuminarono gli occhi.
"Candy, è fantastico! Quell'uomo è tornato apposta per voi!"
"Non proprio.. Ha detto di avere avuto altri due figli con un'altra donna, Harold e Gemma, nello stesso periodo in cui frequentava ancora mia madre. Ho paura che sia il padre di Harry."
Lela impallidì.
"Che casino. Aspetta, vediamo se ho capito. Detta tra i denti, tuo padre se l'è spassata con tua madre, ma stava già con un'altra. L'ha messa incinta due volte e ha avuto altri due figli dall'altra donna. Poi, ha deciso di lasciare tua madre con te e Jake piccoli e di stare solo con l'altra donna. E tu sospetti che Harry e Gemma siano tuoi fratellastri."
"Gemma?"
"Sì, è sua sorella."
"Come si chiama Harry di cognome?"
"Styles."
"Meno male! Mio padre si chiama Josh Milward."
Vidi Lela strabuzzare gli occhi, ma si calmò subito.
"No no, Harold Edward Styles, sono sicura."
Trassi un respirone di sollievo e feci un cenno al cameriere color cioccolato.
"Che ne dici, Lela, ordiniamo o rimuginiamo ancora un po' su Josh?"
"Direi di ordinare. Per me un Simply Kebab senza maionese e una Coca Cola."
Il cameriere annuì e scrisse velocemente. Finito di annotare le richieste di Lela, mi guardò. Evitai il suo sguardo magnetico, color della notte, arrossii e ordinai il primo Kebab sul menù.
"Per me un Original Kebab con tanta maionese e una Coca Cola."
Strizzai l'occhio a Lela alla parola 'maionese' preceduta dall'aggettivo 'tanta'.
"Così non lo mangi."
"Guarda che a me la maionese piace molto, solo che oggi non ne ho voglia."
"Certo certo."
Il cameriere cioccolatino ci portò la Coca Cola.
"Come va con Niall?"
"Pensiamo che sia meglio non rovinare la nostra amicizia: lui mi ama come si ama una sorella, io lo amo come si ama alla follia un fratello."
"Ti capisco, anche io amo da morire Jake."
"Siamo come parenti, non possiamo cercare di amarci da coppia. Siamo più che fidanzati, siamo migliori amici."
"Che bello... Vi vedo, siete tenerissimi."
"E tu ed Harry? Le vedo le vostre occhiate.."
"Non lo so, Lela, te l'ho già detto. Voglio dire, lui è la perfezione, e io sono solo una quasi sedicenne ricoperta di cicatrici."
"Cicatrici?!"
"Uh.. Scusa, pesnavo te l'avessero detto. Riassumendo molto, sono stata violentata e porto i segni della violenza sul mio corpo. Alcuni sono mascherati da tatuaggi, ma non riesco a sopportare quegli aghi d'inchiostro nella mia pelle, dolore su segni di dolore."
"Oddio! Non lo sapevo... Mi dispiace tantissimo."
Alzai le spalle.
"Era molto simile ad Harry. Stesso sguardo, stessi modi di fare, a volte dolci e a volte diretti. Quella volta lui è stato troppo diretto. Questa loro somiglianza mi spinge a tenere le distanze di sicurezza da Harry, anche se è una continua lotta contro me stessa."
"Ti credo.. Comunque, penso che Harry sia cotto a puntino, sei l'aria che respira, sei il sole che lo illumina per lui, sei ciò che lo tiene in vita, ora. Anche lui è arrivato da poco, ma è molto socievole."
"Non come me."
"No, dai, non dire così. Non sei asociale, sei solo un po' timida e chiusa. Ma, quando prendi confidenza, sei una ragazza fantastica."
Un cameriere, non quello di cioccolato, ci portò i due Kebab, interrompendo la nostra conversazione, che si stava facendo imbarazzante, per me. 
"Ecco a voi, splendori."
"Ehi Josh!"
"Ciao bellezza!"
Notai Lela arrossire. Il ragazzo con il quale stava parlando aveva in testa un'accozzaglia di capelli castani arruffati, simili a quelli di Louis, ma aveva gli occhi marroni ciccolato come quelli di Liam. Un misto di perfezione, insomma. Cominciai a capire perché Lela stava pensando di restare solo amica con Niall, considerando quanto arrossì alla vista del cameriere.
"Come mai non c'eri a scuola?"
"Avevo la febbre. Ieri. Oggi stavo meglio, ma ho preferito fare il turno di mattina, godermi la fauna scolastica che viene a pranzo qui e poi andare a casa a riposarmi."
Strizzò l'occhio a Lela, poi mi guardò interrogativo.
"Sei la nuova?"
Odio quest'espressione.
"Sì, piacere, Candy."
"Josh, incantato."
Rabbrividii nuovamente a quel nome.
"Vi lascio mangiare, bellezze."
"Ciao Josh!"
"Ciao."
Tornò dietro al bancone.
"Carino vero?"
"Mamma mia! Ma sono tutti così belli i ragazzi qui? Se l'avessi saputo prima mi sarei iscritta subito!"
Scoppiò a ridere.
"No no, ci sono anche i cessi, vedasi mio fratello."
"Mh, hai un fratello?" Chiesi interessandomi più al Kebab che alla sua famiglia.
"Sì, Richard, ha tre anni più di me."
Drizzai le orecchie.
"E com'è?"
"Brutto. Alto, brufoloso, grasso, anonimi occhi marroni e capelli castani."
"Mh, peccato."
Tornai al Kebab. Era delizioso: la carne era cotta a puntino, e la maionese era davvero tanta, proprio come piace a me. L'insalata era croccante, i pomodori erano perfetti, le patatine non erano troppo unte o troppo secche. Deglutii anche l'ultimo boccone, poi andai a pagare.
Raccattammo gli zaini e i giubbotti e ci incamminammo verso la casa di Lela. Nessuna delle due aveva con se un ombrello, nè tantomeno il cappuccio sul giubbotto. Una vecchina, affacciata alla finestra, scostò la tendina di pizzo bianco con le sue mani rugose e consumate dal tempo. Nelle guance, scavate dal tempo, giacevano ricordi di baci lontani e storie vissute. La pelle era quasi trasparente, i capelli erano tutti bianchi. Gli occhi, forse un po' appanati dallo scorrere degli anni che li aveva consunti, videro due ragazzine correre nella pioggia fino ad una grande casa bianca. Un labrador bianco panna si rotolava nell'erba bagnata. 
"Banana Dog, smettila di rotolarti nel fango! Poi vieni sul mio letto e mi inzaccheri tutta la stanza!"
"Come l'hai chiamata?!"
"Banana Dog, detta anche Bana o Nina."
"L'unico decente è Nina, senza offesa." Dissi evitando per un soffio le zampate grondanti di fango e melma di Banana Dog. Era un cucciolo, sì, ma in piedi mi arrivava a metà pancia, meglio evitarla.
"Nessun problema, è quell'idiota di mio fratello che l'ha chiamata così. Io l'avrei voluta chiamare Minnie, oppure Laky. Abbiamo sorteggiato tra Laky, Hot Dog e Banana Dog."
"Terribile."
Mi sfilai le scarpe infangate e seguii Lela fino alla sua camera. Il parquet scuro era caldo, i muri bianchi erano decorati qua e là da dediche di amiche e ai piedi del letto c'era una morbida moquette bianco panna. Al centro della stanza c'era un puff rosa. Senza tanti complimenti mi ci buttai a peso morto.
"Penso che tornerò qui apposta per il puff." Commentai sarcastica. 
Lela, per risposta, mi lanciò addosso un peluche a forma di cazzo. No, forse era un cipresso, o un missile. 
"Ehm, Lela, mi spieghi cos'è?!"
"Eh? Uh, un regalo di un mio ex pervertito.."
"Un peluche a forma di..."
"Sì, esatto."
"Peccato per le dimensioni, altrimenti saebbe anche stato utile."
"CANDY!!"
"Intendevo come fermaporte, pervertita."
"Ah bhè..."
Le rigettai il peliche ambuguo in faccia. Non sembrò disprezzare la cosa, anzi. Scusa scusa scusa Lela. Aprì lo zaino.
"Beeeeeeene. Iniziamo?"
Sfogliai il diario a vuoto per un po', poi finalmente trovai la pagina giusta.
"Dai, ci sono pochi compiti."
"E ha smesso di piovere."
Bastò un'occhiata, afferrammo i cellulari e chiamammo i ragazzi. Mi ero sfogata e stavo meglio, ero psichicamente in grado di uscire anche con il mio 'fratellastro'.
"Jwaad? Esci? Bene, alle 15 davanti al parco!"
Lela aveva molta più confidenza rispetto a me con i ragazzi.
Composi il numero di Harry e aspettai che rispondesse.
"Hei Candy!"
"Ciao.. Senti, ti va di uscire con me, Lela e i ragazzi?"
"Perché no? Se ti va dopo puoi restare da me.."
"Ok, vediamo. Alle 15 vicino al parco, ha detto Lela."
"Ok, a dopo."
"Harry.." Mi accertai che Lela non stesse origliando. No, era al telefono con Niall.
"Dimmi.."
"Ti devo parlare. Forse è solo una mia paura, ma è meglio chiederti conferma. Ciao."
"Ok, a dopo."
Riattaccai. Oh no. Gliel'avevo anticipato: dopo non sarei potuta sfuggire. 
Lela nel frattempo aveva contattato tutti i ragazzi. Ci cambiammo velocemente. Lei indossò dei jeans bianchi e una camicetta celeste a maniche corte, ai quali abbinò delle ballerine di un celeste simile a quello della camicia. Io mi ero sporcata i vestiti che avevo a scuola con la maionese del Kebab, e mi feci prestare un paio di pantacalze a quadretti bianchi, rossi e blu, e un maglione largo giallo, dello stesso colore delle mie Superga. Uscimmo alle 14.50, e trovammo i ragazzi al parco che ci aspettavano.


__________________
Spazio Autrice
Ve l'avevo detto io che, finite le vacanze, non sarei più riuscita ad aggiornare tre volte al giorno. 
Il bello è che no sono ancora finite. Ancora poche ore di spasso :'(
Che poi ieri sono stata otto ore in ospedale, quindi non ho scritto. 
Il giorno prima ero via e non avevo il computer dietro..
Il giorno prima ancora idem, ho aggiornato solo la mattina. 
E domani si torna a scuola. 
Non ne ho voglia. Poi i compiti li ho fatti tutti oggi.
Mi ero promessa di farli il primo giorno. Seeee certo.
Ho tanta forza di volontà quante sono le probabilità che quel coniglietto di cioccolato della Lindt si trasformi in Harry entro tre secondi, ovvero tredici sottozero.
3..
2...
1....
Niente.
Ecco perché dico di essere pigra :3
Bhèèè fatemi sapere com'è, se vi va. Certo che se poi dovete lasciarmi solo una parola tipo 'bella' o 'carina' o 'brutta' potete evitare, siete anche poco dignitosi ;)
Un bacio, cia' :3
Ila 
ʘ‿ʘ #FaccinaPervy <3
  
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