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Autore: Alys_90    04/04/2013    7 recensioni
-Sana addio. È finita, non cercarmi mai più-. E così dicendo rientrò.
Akito Hayama mi aveva davvero lasciata. E per di più in quella squallida maniera.
Corsi via, disperata.
-ADDIO!-.
Akito ha lasciato Sana. Come procederà la vita di entrambi? Sarà stato un addio definitivo oppure torneranno nuovamente insieme?
A tal riguardo, un grande segreto verrà a galla e scompiglierà le vite di tutti i protagonisti ..
Questa è la mia prima Fanfiction! Spero sia di vostro gradimento!
Dedicata a Simone, il mio adorabile fratello. ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BUONA LETTURA ♥
E ancora grazie a chi recensisce e a chi legge soltanto ♥


-Akito! Oddio, stai bene?..-
L’oscurità che fino ad un attimo prima si era parata di fronte a me svanì. Una mano levò quel sudicio cappuccio nero che mi copriva il viso, così che potei assaporare l’aria fresca del giorno.
Seka mi guardò intimorita e, con le lacrime agli occhi, si coprì la bocca. -Ma.. che ti è successo..? Chi erano quei delinquenti? Oh Hayama..!-.
Mi si gettò tra le braccia, singhiozzando. -Se non ci fosse stato mio fratello.. Non so che ti sarebbe successo!-.
Guardai il ragazzo che stava in piedi accanto a noi. Solo ora mi resi conto della sua presenza. -Devi stare lontano da gente come quella- disse, indicando un punto vuoto dietro di sé.
-Ma.. Dove.. Dove sono andati?- chiesi, ricordando ciò che mi era successo, nonostante lo stordimento. Mi toccai il volto, percependo un intenso dolore in ogni parte.
-Ai..-
-No, non toccarti.. Ti devo medicare.. Sei ricoperto di sangue e hai molte ammaccature..- proferì Seka, scostandosi. -Dimmi, in che guaio ti sei cacciato stavolta?-. I suoi occhi erano lucidi ed impauriti. -Hayama parlami, ti prego..-
-Sono andati via.. Hanno minacciato che non si fermeranno qui, se andremo alla polizia. Li conoscevi?-.
Cosa? No. Io non li avevo mai visti prima d’ora. Dopo la provocazione di ieri avevano voluto farmela pagare. E avevano scelto veramente uno dei modi più crudeli per farlo.
-No- replicai, secco.
-Akito è stato Akahito a fermarli! E’ campione internazionale di difesa personale.. Li ha spaventati e sono fuggiti via.. Devi tenere gli occhi aperti! Se non fossimo arrivati noi, molto probabilmente quei tizi ti avrebbero ucciso!-.
Riflettei sulle sue parole e fui consapevole di averla scampata per un pelo. Ero famoso per attirare sempre e in ogni momento i problemi.
-Forza andiamo.. Hai bisogno di stenderti-
Mi alzai faticosamente, gemendo per la sofferenza fisica che provavo. Sentii scricchiolare le ossa, la pelle contrarsi e fitte ovunque.
-Devi denunciarli Hayama!-
-Seka no! Hai sentito cos’hanno detto.. Se solo pensiamo di andare in questura agiranno di nuovo! Non possiamo correre questo rischio! Parlo per la nostra sicurezza!- esclamò Akahito.
-E chi ci garantisce che non torneranno di nuovo per tormentare Akito o uno di noi?-
Lui indugiò, dicendo infine: -Non dobbiamo farci prendere dal panico. Quei tipi di persone sono imprevedibili. La cosa migliore è, per il momento, non parlarne con nessuno. Siamo d’accordo?-
-Va bene- articolò Seka, rassegnata.
-Hayama?- mi chiese Akahito, osservandomi.
-Ok.. Non faremo una parola- enunciai, corrugando la faccia in una smorfia di dolore.
Possibile che fosse successo tutto questo nell’arco di due giorni?
Ritornai a Sana, a ciò che mi aveva detto. Pure il cuore sussultò, come se avesse ricevuto una profonda pugnalata.
Seka mi strinse per la vita, cercando di sostenermi, aiutata da Akahito. Appoggiai le mie braccia alle spalle di entrambi.
Stavolta non ne sarei uscito, ne ero più che convinto. La situazione andava peggiorando ed io non sapevo come fare per risolverla.
Sana non sapeva nemmeno chi fossi e degli sconosciuti mi avevano riempito di botte.
No, non ne sarei uscito, davvero.
 
***
 
-Che cosa?! Lei non può farlo!-
Guardai basito il regista Genpaku, che, al contrario, sfoderava un grande ghigno.
-Posso eccome- disse, unendo i palmi delle mani e intrecciando le dita.
Stavo seduto nel suo ufficio, con scaffali ricoperti di scartoffie e ciak, cineprese sul pavimento e copioni di vecchi film sulla scrivania.
-Sana non è nelle condizioni per partire, ne tantomeno per recitare, figuriamoci! Lei verrà sostituita da un’altra attrice per il nuovo lungometraggio, così come il signor Kamura-.
Spalancai la bocca, sorpreso. -Come? Anche Naozumi verrà rimpiazzato?-
Genpaku mi squadrò offeso. -Non usi termini inappropriati. Sia lui che Sana sono due ottimi attori, non c’è che dire. Ma, essendo questa la situazione, non posso certo attendere che accada un miracolo. La signorina Kurata ha perso la memoria e non si sa quando le tornerà. Naozumi le vuole stare vicino in questo brutto periodo ed io lo capisco, certo. Per cui non c’è alcun motivo per il quale lei si debba sentire amareggiato. Questa è la mia decisione e nessuno mi farà cambiare idea-.
Poggiai lo sguardo a terra, deluso. Forse il regista aveva ragione. Il dottore aveva chiaramente espresso di non forzare Sana nel ricordare e nello starle accanto il più possibile, senza infierire.
-Detto questo, avrei alcune cose da fare. Grazie per essere venuto. Avevo davvero la necessità di parlarle. Era fondamentale-.
Genpaku si alzò, porgendomi la mano. Lo imitai e ricambiai la stretta.
-Arrivederci e buona fortuna per il film- proliferai, a denti stretti.
-Grazie Rei. Partiremo tra una settimana. Vi manderemo una cartolina. Arrivederci-.
Sì, ora l’avrei preso a schiaffi seriamente quell’insensibile uomo, che non pensava altro se non alla sua brillante carriera.
Uscii dalla stanza a passo deciso e vidi Asako, seduta in una poltroncina di fianco al suo camerino, massaggiarsi la pancia ormai evidente.
-Allora, com’è andata?- mi domandò, precipitandosi verso di me.
-Non molto bene. Il regista sostituisce Sana e Nao. Non andranno in Italia e non reciteranno in alcuna pellicola-.
Asako, con fare apprensivo, appoggiò il capo al mio torace. -Rei, credo sia meglio così. Sana ha bisogno che le persone a lei più care si occupino del suo stato.. Ha bisogno di amore e comprensione. Ha bisogno di te, di noi. Di tutti noi!-.
Le carezzai le gote, che divennero subito di un rosa leggero.
-Sono d’accordo con te, amore mio. Sana richiede il nostro aiuto.. e noi, la sosterremo!-.
Mi chinai improvvisamente, poggiando l’orecchio al dolce ventre di Asako.
-Hai sentito piccolino? Dobbiamo dare il massimo sostegno a Sana.. Fra poco nascerai e anche tu farai parte della famiglia!-. Scostai la maglietta che ricopriva quel delicato grembo e posai un lieve bacio su di esso.
Asako mi sfiorò la nuca e rise gioiosa.
-Andiamo!- esclamò. -Ho preparato una cenetta coi fiocchi appositamente per te!-. Fece per voltarsi ma io la trattenni per il polso. -Ti amo- le sussurrai sottovoce, avvicinandola alle mie labbra.
-Ti amo futuro papà!- strepitò, eliminando la poca distanza che c’era tra noi.
 
***
 
Odiavo l’ospedale. Stare sdraiata in quell’ odioso letto tutto il giorno era sicuramente l’ultima cosa che volessi fare adesso. Se non sempre.
Mi alzai dallo scomodo materasso su cui stavo coricata e presi una rivista dal comodino. La sfogliai velocemente, senza trovare nulla di interessante.
Sbuffando, la riposi al suo posto. Ero stanca di starmene rinchiusa qui dentro. Stanca ed annoiata. L’operazione era andata a buon fine e la fasciatura attorno al mio addome stringeva un po’ troppo, ma non ci badavo più di tanto, presa com’ero ad interrogarmi su chi fossi. “Chi sono realmente? Cos’è successo? Chi è Hayama? E che cosa voleva da me?”. Domande ininterrotte che vorticavano in continuazione nella mia mente.
Il ragazzo dai capelli biondini e dagli occhi ambrati, che quel pomeriggio aveva deciso di incontrarmi, era un'enigma, una questione irrisolta. La sua arcana personalità, le sue strane parole, ogni frase detta mi avevano condotto a vivere uno stato confusionario. Mi aveva supplicata di non lasciarlo andare, di non respingerlo, di accettare il suo supporto. Io, accecata dalla rabbia e dal nervosismo, l’avevo respinto, istintivamente, senza pensare a fondo a ciò che in realtà voleva comunicarmi.
Era un estraneo, come lo erano tutti gli altri, d’altronde. Ma qualcosa in lui mi aveva scatenato quella reazione. Paura ed attrazione allo stesso tempo. Già, angoscia nel averlo di fronte e desiderio di rivederlo ancora.
Un delicato “toc toc” alla porta mi fece sobbalzare. Degli ordinati capelli viola fecero capolino. -Sana, sono Nao. Posso entrare?-
-Sì, certo- risposi.
Naozumi entrò, accostandosi a me. -Ho fatto un salto a casa. Sono andato a prendere questi!- disse, alzando una numerosa pila di cd.
Sorrisi. -Musica?-
-Sì, voglio farti ballare-
Accettai, contenta ed entusiasta per la gentilezza che quel giovane aveva dimostrato nei miei confronti.
Pose il piccolo stereo che aveva portato sulla sedia vicino alla finestra ed accese. Una melodica canzone dal ritmo travolgente iniziò a suonare.
Naozumi si avvicinò di nuovo, fissandomi negli occhi. Appoggiò un braccio attorno alla mia vita e con l’altra mi cinse la mano, unendola alla mia.
Imbarazzata, gettai lo sguardo sul pavimento, onde evitare di svenire davanti alla bellezza straordinaria delle sue iridi azzurro cristallino. Lui mi strinse maggiormente a se, deciso. Potei sentire il suo petto alzarsi ed abbassarsi al ritmo del suo caldo respiro.
-E uno, due.. Così, brava!.-. Mi muovevo seguendo i suoi passi, incespicando di tanto in tanto.
-Scusami..-
-Non preoccuparti Sana. Sei bravissima-.
Sollevai il viso e la sua espressione sognante mi lasciò a dir poco senza fiato. Era bellissimo.
La canzone terminò e ci fermammo, paralizzati. Saldai gli occhi nei suoi, senza aver il coraggio di sbattere ciglia. Sembrava un angelo.
Mi alzai in punta di piedi e gli posai un soffice bacio sulle labbra.
 
***
 
-Ai!-
-Akito devi stare fermo! Non potrò mai disinfettarti le ferite se continui a muoverti e sbraitare!-
-Perdonami Seka- dissi. -E’solo che questo coso brucia, e parecchio anche!-
-Lo so, ma questo coso ha poteri sorprendenti! Guarirai in un battibaleno.. Però, non ti devi muovere, ok?-.
Annui. -Grazie per prenderti cura di me.. Sei fantastica-.
Seka sospirò, sorridendo. -Sai che per te ci sono sempre. Sei il mio miglior amico. Non potrei mai abbandonarti- rispose.
-Anche tu lo sei. Mi hai salvato e non smetterò mai di ringraziarti-.
-E’il mio dovere Hayama. Ti voglio bene, oltre ogni cosa-.
Dopo aver accuratamente ripulito l’ultimo taglio sulla mia pelle, Seka si alzò dal divano per riporre la cassetta medica nel ripiano del soggiorno.
-Non ero mai venuto a casa tua- le feci notare, guardandomi attorno.
-Sì. Ti piace?- mi chiese, scrutandomi.
-Un mondo. Ma tu padre dov’è?-
-Agli allenamenti. Oggi doveva organizzare l’incontro per la gara con la squadra di karate di Osaka. In questo periodo è molto impegnato con il lavoro-.
-Capisco. Qualche volta dovresti venire ad assistere ai miei allenamenti. Sono diventato un maestro eccezionale!- enfatizzai.
-Oh, non lo metto in dubbio! Hai talento Akito-.
Osservai Seka armeggiare con i libri posti sul tavolo di vetro che contornava il muro a destra.
-Posso farti una domanda?- sostenni repentinamente.
-Dimmi- rispose Seka, volgendosi nella mia direzione.
-Perché mi hai baciato?-. Lei stette in silenzio per alcuni minuti, stupita.
-Ecco.. io..- borbottò, accomodandosi a lato. -Non so che mi sia preso..-.
-Non è vero. Stai mentendo. Ti conosco bene ormai e so distinguere quando dici la verità e quando no- dichiarai.
Seka accavallò le gambe, incrociando le braccia. -Akito, non è una bugia. Mi sono lasciata trasportare dall’emozione e..-.
Trabalzai, meravigliato. -Come? Dall’emo .. zione?- scandii.
Le sue gote divennero rosso fuoco. -Cioè.. No, volevo dire..-.
“Forza, esprimi i tuoi veri sentimenti.. Avanti, so che puoi farcela..” pensai.
-Ok, è giunto il momento di dirtelo.. Sono innamorata di te, Akito Hayama-. 

Ciao a tutti/e! :-)
Ecco a voi il capitolo 14! ♥
Spero vi piaccia :-)
Ho già risposto alle vostre recensioni, che sono davvero stupende! Grazie mille *-*
Il prossimo capitolo verrà postato o nel weekend o la prossima settimana! :-)
A presto! Un bacione! ♥
  
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