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Autore: karter    04/04/2013    3 recensioni
I pirati di cappello di paglia sono riusciti a realizzare i loro sogni e ognuno di loro torna alla propria isola felice per essere riuscito a raggiungere il proprio sogno o quasi ..
Spero di avervi incuriositi almeno un pochino da spingervi a leggere questa piccola flash nata da una giornata un po' così..
Genere: Generale, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Nojiko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Io Avrò Cura Di Te Perché Tu Sei Un Essere Speciale <3 '
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Il sole era alto nel cielo e i suoi caldi raggi illuminavano la piccola isola sottostante trasmettendo un senso di pace ai suoi abitanti.
Il cielo era limpido, coperto solo da sporadiche nuvole che giocavano a rincorrersi nel cielo spinte da una leggera brezza primaverile che s'espandeva tutto intorno, colpendo anche le fronde di quelle bellissime piante di mandarino e spandendo tutt'attorno il loro aroma aspro, ma allo stesso tempo dolce.
Il mare era una distesa limpida di acque chiare, le cui impercettibili onde, sospinte sempre dalla stessa brezza, si infrangevano leggere sulle coste di quella piccola isola.

In quel clima di pace e tranquillità una ragazza con un lungo mantello nero a coprirle volto e corpo, avanzava in modo lento, lungo il sentiero che conduceva alla sommità di una piccola collina, che fin da quando era bambina aveva accolto i suoi pianti e ascoltato i suoi desideri e sogni più nascosti.

Nel percorso la giovane ripenso' agli anni felici trascorsi su quell'isola assieme alla sua mamma e alla sua adorata sorella, ai loro abbracci, ai loro sorrisi, alle cene a casa loro con Ghenzo e il dottore, al duro lavoro nei campi di mandarini e agli occhi splendenti di sua madre quando guardava lei e Nojiko, a quei ricordi un dolce sorriso comparve a illuminarle il volto, per poi spegnersi ripensando al giorno in cui quella piccola isola si trasformò dal suo paradiso al suo inferno. Rivide il corpo di sua madre cadere a terra dopo il colpo mortale infertole da quel mostro, i suoi occhi puntati su di loro dicendo loro che le amava prima di chiudere gli occhi per sempre, ricordo' le lacrime che le bagnavano il viso, il suo e di tutti coloro che conoscevano la sua mamma, rivide davanti ai suoi occhi una bambina dai corti capelli rossi che decise di prendere sulle sue spalle una responsabilità più grande di lei per salvare la sua isola e gli sguardi carichi d'odio dei suoi concittadini, ricordava le notti insonni a causa degli incubi, le angherie di quel mostro al quale si era sottomessa, la sua risata malvagia e il disprezzo con cui la guardava considerandola un bene troppo prezioso da perdere, da poter lasciarsi sfuggire.
A quei pensieri gli occhi le si inumidirono e senza rendersene conto era giunta in cima a quella collinetta, proprio nel luogo dove si ergeva una grande croce in legno. A quella vista si asciugò le lacrime che avevano iniziato a rigarle il viso e si mise a sedere toccando con le lunghe dita quel legno che per lei rappresentava qualcosa di speciale, l' ultimo legame con la donna che aveva sempre chiamato mamma.
A quel contatto le lacrime tornarono a rigarle il viso candido celato dal grande cappuccio.
E pianse, pianse e pianse ancora finché un tocco leggero su una spalla la fece sussultare.
- sapevo di trovarti qui- disse la figura alle sue spalle. La ragazza riconoscendo il tono caldo di quella voce si asciugò le lacrime prima di voltarsi ed affrontare quegli occhi  carichi di un dolore simile a quello che si portavano dentro i suoi.
- non devi piangere, lei sarebbe fiera di te- continuò quella sedendosi al suo fianco e scostandole il largo cappuccio nero permettendo alla sua bellissima chioma rossa di manifestarsi e avvolgendo la sorella in un caldo abbraccio. La rossa rimase sorpresa del comportamento della violetta, ma decise di lasciarsi cullare da quelle esili, ma allo stesso tempo forti braccia che le erano mancate durante tutti quegli anni, mentre le lacrime riniziarono a rigarle il volto.
- mi manca- disse ad un tratto contro la spalla della sorella - ora che il mio sogno si e' realizzato mi manca più che mai- continuò incurante dei singhiozzi sentendosi al sicuro tra quelle braccia che sapevano di casa, una casa diversa da quella dove aveva passato gli ultimi dieci anni, ma amata allo stesso modo - volevo realizzare il mio sogno e dedicarlo a lei, volevo che fosse fiera di me, speravo che così mi sarei sentita meno sola, ma non e' servito a niente-
La violetta sentendo quelle parole strinse maggiormente a se la sorella cercando di farla tranquillizzare
- tu non sarai mai sola Nami- le rispose dopo un lungo silenzio che permise alla cartografa di far cessare i singhiozzi -io sono e sarò  sempre al tuo fianco, anche quando non ci sono fisicamente, e lo stesso vale per i tuoi compagni, loro saranno sempre al tuo fianco perché siete una famiglia- disse sollevandole il volto e facendo incontrare i loro occhi, così simili eppure diversi, e asciugandole una lacrima e giocandoci con le sue lunghe dita e portandosela alle labbra continuò
-e come noi, anche lei sarà sempre al tuo fianco, finché la penseremo lei sarà sempre con noi, sempre pronta a proteggerci e vegliare su di noi. E io sono certa che in questo momento lei e' al nostro fianco, proprio come dimostrano le tue lacrime - disse facendole l' occhiolino per rasserenarla, dato lo sguardo confuso della sorella -hanno il sapore aspro e dolce dei suoi mandarini -
  
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