Libri > Notre Dame de Paris
Segui la storia  |       
Autore: soel95    05/04/2013    4 recensioni
E se in seguito ad un incidente, i sentimenti che Esmeralda prova per Phoebus cambiassero...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claude Frollo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I loro sguardi si incontrarono. Claude ancora fermo sulla soglia, tentava di pensare a qualcosa di logico e razionale sebbene dalla sua bocca non fuoriuscissero che parole incongruenti… la gitana, altrettanto meravigliata di vederselo comparire dinnanzi, non riusciva a smettere di osservarlo.
 
-Siete tornato…- cominciò la giovane mentre un’espressione di serena tranquillità le si disegnava sul volto rendendolo, agli occhi di Frollo, ancora più irresistibile di quanto già non fosse; non riusciva a risponderle… non sapeva cosa risponderle. Le parole gli morivano in gola rendendo vano qualsiasi suo tentativo di comunicazione. Avrebbe voluto dirle qualcosa, lo avrebbe voluto con tutto se stesso, eppure non ci riusciva… ancora una volta la sua volontà, tanto ferma sino al giorno in cui non l’aveva incontrata, vacillava davanti all’immensità ed alla sincerità dei sentimenti che albergavano nel suo cuore. Si sentiva impotente di fronte ad essi.
 
-Avete visto, la caviglia non mi duole più…- si muoveva leggiadra per tutta la stanza riempendola con la sua spensieratezza ed allegria ritrovata; il movimento del suo corpo era come una fresca brezza che rischiarava lo spirito di chiunque la osservasse… Frollo era incantato. Come mosso da una forza esterna, con passo malfermo si diresse verso il centro della camera dopo aver accuratamente richiuso la porta alle proprie spalle; avanzava verso di lei un passo alla volta con la mente sgombra da ogni pensiero mentre con gli occhi si beava di uno spettacolo che non era fatto per creature mortali.
 
Le si fermò dinnanzi e non poté evitare che un lieve sorriso gli increspasse le labbra quando si accorse di averla meravigliata con la propria audacia, audacia che lo aveva spinto ad avvicinarsi a lei più di quanto avrebbe dovuto, data la sua recente difficoltà nel controllare le emozioni; era come se osservasse il proprio corpo da fuori, questo si muoveva senza che se ne accorgesse rendendo imprevedibile ogni suo gesto… vide il proprio braccio alzarsi con una lentezza misurata, senza fretta, come se volesse gustarsi ogni singolo istante ed accostare lievemente le dita della mano alla guancia di Esmeralda. Fu in quell’istante che un intenso brivido gli attraversò la schiena risvegliando in lui quanto aveva cercato di tenere sopito durante tutta la giornata.
 
-Siete bellissima…- un soffio appena percepibile gli uscì dalle labbra dischiuse, talmente leggero che probabilmente nessuno al di fuori di lui stesso sarebbe stato in grado di udirlo… eppure gli occhi della giovane non si spalancarono meravigliati solo per quel lieve contatto sul volto; si sentì avvampare al punto che il contrasto con la mano di Claude non fece che aumentare le scariche che le attraversavano inesorabili il corpo. Era un gesto involontario quello dell’arcidiacono, se fosse stato lucido in quel momento non avrebbe mai avuto il coraggio di fare una cosa simile… la sua pelle sembrava scottarsi nel contatto con quella della gitana che, persa in un mondo di piacere, lo invogliava a non fermarsi seguendone i movimenti con il capo; la testa reclinata di lato e gli occhi chiusi dimostravano inevitabilmente il suo apprezzamento per quanto stava accadendo, per quelle emozioni che Frollo era stato in grado di far esplodere dentro di lei.
 
Quando infine riaprì gli occhi, un sorriso angelico le dipinse il volto ed accostando lentamente la propria mano a quella di Claude, vi intrecciò candidamente le dita trasmettendogli quello stesso benessere, ma anche quell’agitazione, che l’aveva invasa. Non riuscivano a smettere di osservarsi, i loro sguardi si cercavano, comunicavano senza che se ne rendessero conto; fu solo dopo un’ultima semplice ed estenuante carezza lungo tutto il viso che Esmeralda trovo il coraggio di parlare:
-Perché non danzate insieme a me?- una proposta semplice, spontanea ed in qualche modo infantile. Una proposta che le nasceva dal cuore, un cuore che aveva ripreso a battere per la persona più impensabile ma che proprio per questo, desiderava poterne gioire senza vincoli.
 
Frollo scorse compiaciuto un guizzo negli occhi della giovane, un sorriso aprirsi sul suo volto ed invogliarlo a fare quanto gli aveva chiesto senza curarsi di nulla al di fuori di loro stessi, senza preoccuparsi del fatto che lui non aveva mai mosso un passo di danza in tutta la sua vita…
-A dire il vero… non credo di esserne in grado…- tentò di schermarsi dalla certezza di una pessima figura; non voleva deluderla o darle un’impressione sbagliata, ma non voleva neanche fare la figura dell’incapace di fronte all’unica persona importante della sia vita.
 
Esmeralda, tuttavia, non sembrava disposta a darsi per vinta; quando si metteva in testa un’idea, non era soddisfatta sino a che non vi riusciva.
-Non temete… - affermò con gioia la giovane mentre, iniziando a sgambettare, cercava di coinvolgere l’arcidiacono sempre più restio e resistente nei confronti di quell’iniziativa -… è molto semplice, seguite i miei passi- concluse con un ampio sorriso.
 
Come mossi da una musica nascosta e segreta i loro corpi iniziarono ad avvicinarsi ed allontanarsi… le gambe si incrociavano mentre entrambi si rispecchiavano negli occhi dell’altro; Esmeralda sembrava affogare nell’azzurro di Claude che a sua volta si perdeva nel marrone della giovane. Cielo e terra. Generati per stare insieme… impossibile scinderli. I loro gesti trasmettevano all’altro delle emozioni contrastanti, sensazioni che non avevano mai provato prima e che ora, presi dal turbinio che li aveva sconvolti, li trascinava inesorabilmente all’argo di un mare tempestoso.
 
 
 
 
Esmeralda non riusciva a capacitarsi di come una simile proposta fosse anche solo potuta nascere all’interno della sua mente… eppure così era stato. Ora che inevitabilmente le pelli si sfioravano, i respiri si fondevano e gli occhi si scrutavano, nel suo cuore un sentimento nuovo nasceva dirompente  distruggendo le dighe erette a fatica… una rinnovata consapevolezza la portava a riflettere sulla persona che le si trovava dinnanzi e sul cosa fosse stata in grado di far esploder in lei in così poco tempo, di come fosse riuscito a superare tutte le barriere e di penetrarle nell’anima tanto intensamente… di come oramai il pensiero di lui non la lasciasse mai sola.
 
Si sentiva strana, diversa da come era sempre stata e da come credeva di essere; stava cambiando ed ora, per la prima volta, iniziava a rendersene conto. Il desiderio di averlo vicino si ripresentava sempre più di frequente nel suo cuore che, estraneo a tali emozioni, si dimostrava impreparato di fronte ad un tale sconvolgimento che la turbava nel profondo… non era pronta per tutto questo. Non era pronta per innamorarsi tanto di un uomo.
 
Lo osservava con interesse: si soffermava sullo sguardo concentrato che gli adombrava lievemente il volto, si soffermava su quelle labbra sottili che si aprivano e chiudevano al ritmo del suo respiro accelerato… lo contemplava in tutta la sua naturale eleganza, peculiarità che non lo abbandonava nemmeno di fronte ad un’esperienza nuova e che in quel momento lo rendeva incredibilmente affascinante; se non fosse stato per quella tonaca che gli avvolgeva il corpo, nessuno lo avrebbe mai scambiato per un ecclesiastico… il suo fisico non era quello di un prete.  Brividi intensi le attraversavano la schiena quando la pelle morbida dei polpastrelli toccava la mano di Frollo che a sua volta sembrava lottasse contro se stesso, contro il mondo… con il diavolo in persona per riuscire a mantenere il controllo e non farsi travolgere dalle emozioni che la giovane, inconsapevolmente, era in grado di scatenare all’interno del suo animo turbato.
 
Danzarono… continuarono a danzare per un tempo che parve infinito… danzarono fino a che il suono delle campane non li riscosse… danzarono senza curarsi di nulla al di fuori di loro stessi e delle emozioni che provavano. Fu, probabilmente, per la sorpresa dovuta all’improvviso tremore del padiglione che la giovane, riscossa brutalmente dai propri pensieri, mise un piede in fallo; il contatto con il suolo svanì e si ritrovò proiettata in avanti senza avere il tempo di comprendere quanto stava accadendo… prima ancora di realizzare come la distanza con il corpo del giovane prete che le stava dinnanzi si stesse riducendo sempre più.
 
Sbarrò gli occhi attendendo l’impatto;  questo tuttavia non avvenne, non come se lo aspettava. Un dolce profumo la invase insieme alla consapevolezza di essere completamente appoggiata al busto di Frollo… sentiva il suo cuore accelerato, percepiva il ritmico contrarsi dei muscoli del suo torace ed il fiato rotto dagli ansimi per la loro eccessiva vicinanza; non aveva mai provato un’emozione simile, non si era mai sentita così serena… non aveva mai sentito una simile pace nell’animo, una tranquillità che derivava da quel contatto inaspettato, eppure incredibilmente piacevole, con l’arcidiacono. Era inspiegabilmente felice.
 
 
 
 
Nell’istante in cui si accorse che la giovane stava perdendo l’equilibrio, era già troppo tardi… non fece in tempo a formulare un singolo pensiero che se la ritrovò improvvisamente addosso. Aveva attutito la sua caduta con il proprio corpo… e proprio ad esso era appoggiata Esmeralda, gli occhi ancora chiusi per il movimento brusco, il respiro trattenuto per l’inaspettata piega che l’intera situazione aveva assunto; sentiva nitidamente il proprio cuore battere forte, talmente violento da rimbombargli nella testa, la propria mente svotarsi per un tocco che rischiava di mandare all’aria tutti i suoi propositi… percepiva il proprio essere cambiare, trasformarsi sotto quella lenta carezza involontaria che il dolce respiro della ragazza faceva al suo petto. Era come in balia di una sirena, da un momento all’altro non sarebbe più stato in grado di controllarsi se la giovane non si fosse separata da lui, se non avesse posto tra il proprio corpo ed il suo una distanza di sicurezza che gli consentisse di riprendere a ragionare; la pressione che il seno della giovane esercitava sul suo torace teso lo stava facendo impazzire, poteva sentire i propri muscoli fremere per quel contatto tanto a lungo desiderato ma, in quel momento, tanto pericoloso.
 
Non avrebbe mai creduto possibile che un semplice tocco, privo di qualsiasi malizia, avrebbe potuto far scaturire in lui degli effetti simili, che lo avrebbe fatto sprofondare in quel mare di passioni troppo a lungo represse e che ora rischiavano di spezzare prepotentemente gli argini eretti in lunghi anni di privazioni e rinunce; quando la giovane riaprì gli occhi, rendendosi conto di essere abbracciata all’arcidiacono, questi non riuscì a muovere un muscolo… poté solo legare il proprio sguardo a quello della gitana fino a perdervisi.
 
Avrebbe voluto fare qualcosa, avrebbe voluto interrompere quella situazione imbarazzante e scappare nella stanza attigua prima di fare qualcosa della quale si sarebbe certamente pentito… eppure non vi riusciva; avrebbe voluto dirle qualcosa, una delle tante che gli ronzavano nella mente da troppo tempo, avrebbe voluto fare molte cose, avrebbe voluto donargliene altrettante a partire da se stesso… avrebbe voluto con tutto se stesso renderla felice, la persona più felice della terra. Voleva molte cose l’arcidiacono, purtroppo, molte di queste, altro non erano che un’utopia lontana… purtroppo, Frollo lo sapeva bene dato che da lungo tempo cercava di mettere definitivamente una pietra sopra i propri sentimenti senza riuscirvi continuando, di conseguenza, a struggersi per un amore impossibile che continuava a farlo soffrire.
 
La guardava  e non poteva impedire al proprio cuore di battere forte, non riusciva a non provare quell’opprimente stretta allo stomaco e a fare in modo che il proprio viso non si imporporasse alla sua sola vista; quando infine prese il coraggio di rompere quella situazione, il suo corpo iniziò a muoversi da solo disegnando una lunga ed estenuante carezza sulla guancia di Esmeralda che, al solo tocco delicato della mano di Claude, fremette arrossendo a sua volta mentre, con le labbra lievemente dischiuse, cercava di prendere aria così da calmarsi a seguito delle brusche sensazioni che l’uomo era riuscito a procurarle. La toccava lentamente assaporando quel calore che proveniva dal suo viso e gioendo nel profondo per la sua reazione, inaspettata eppure tanto gradita, che riaccendeva in lui la speranza… bastava così poco al suo cuore per riprendere a battere nonostante tutti gli sforzi che la sua mente era costretta a fare in continuazione.
 
Non riusciva a staccarsi da lei, continuava a bearsi di quella pelle morbida a contatto con la propria mano… fu per questo che non si rese conto di quanto stava per fare; non si rese conto di essersi ulteriormente avvicinato al volto della giovane sino a che questa non spalancò gli occhi meravigliata mentre le loro labbra si trovavano oramai a pochi centimetri l’una dall’altra.
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Notre Dame de Paris / Vai alla pagina dell'autore: soel95