NDA Ciao a tutti Eccomi con il bacio delle stelle! Sono sicura che questo capitolo piacerà a tutti sia ai fan di DW che a quelli di HP! Spero vi piaccia Vorrei ringraziare Joasteroide42 e samuela per le splendide recensioni! Vorrei dedicare questo caspitolo a una mia amica cha a compiuto gli anni! Ringrazio i 46 visitatori del capitolo precendente
Buona lettura
Baci Marty Evans
Erano
partiti Amy e
il Dottore. Finalmente insieme. Loro ancora non lo sapevano ma non si
sarebbero
separati mai più. Amy
era intenta a
guardare gli strumenti del TARDIS.
POV
Dottore
«Perché
porti il
farfallino?» mi chiese Amy di punto in bianco
«E
tu perché porti
quel ciondolo?» chiesi indicando il cuore d’argento
che Amy aveva al collo. Era
un ciondolo strano. Mi aveva subito incuriosito. Fin dalla prima volta
che lo
avevo visto, quando Amy aveva sette anni.
Era molto semplice la
catenella era
d’oro bianco. Al centro c’era un cuore
d’argento. Era bellissimo. Sembrava uno
di quei cuori che
si aprivano e che
contenevano le
foto delle persone care.
Avevo visto molti portare ciondoli simili ma quello
era in assoluto il più bello che avessi mai
visto.
«è
un regalo. Ce
l’ho fin dalla nascita. E ci sono molto legata. Per me
è un ciondolo
importantissimo. Non me lo sono mai tolto. Non so nemmeno
perché ti sto dicendo
queste cose. Sai è la prima volta che parlo a qualcuno del
mio ciondolo.» disse
lei imbarazzata portandosi automaticamente una mano
al collo e nascondendolo.
«Chi
è che te lo ha
regalato? Un parente?» chiesi curioso
«No
questa è la cosa
strana. Mia zia mi ha raccontato che
il giorno della mia
nascita una ragazza appena
ventenne ha bussato alla porta della stanza dove c’era mia
madre e ha chiesto
“Lei è la madre di Amelia Pond?” mia
madre ha annuito allora la donna si
è avvicinata e
le ha dato questo. Dicendole che dovevo
indossarlo sempre. Mi da sicurezza.»
«Perché?»
chiesi
«Non
lo so. é come
se fosse una parte di me, non
sono mai
riuscita a capire cosa ci sia al interno. Non si apre»
«Si
dovrebbe aprire?»
«In
teoria si ma non
ci sono mai riuscita»
Mi avvicinai a lei e chiesi
«Posso
vederlo?» lei
annui. Allungai una mano verso il ciondolo. lo presi delicatamente tra
pollice
e indice e notai che dentro c’era qualcosa. Lasciai ricadere
il ciondolo sulla
sua pelle così bianca e delicata. Mi spostai dietro di lei.
le posai le mani
sulle spalle. Era tesa come una corda di violino. Attraverso il tessuto
della
leggera camicia da notte potevo sentire i muscoli tendersi.
Istintivamente
iniziai a massaggiarle delicatamente le spalle. Lei iniziò a
rilassarsi piano
piano. Le chiesi
«Posso?»
lei annui.
Scostai delicatamente i lisci capelli color sangue fino a scoprire il
suo
bianco collo. In mezzo a quella pelle purissima spiccava la catenina
del
ciondolo. Presi tra le mani la chiusura della catenina. Stavo per
slacciarle il
ciondolo quando una luce accecante e bianchissima proveniente dal
ciondolo
stesso mi costrinse ad allontanarmi.
POV Amy
Quando mi
si era
avvicinato e mi aveva chiesto di poter vedere il ciondolo non avevo
opposto
alcuna resistenza. Non avevo
mostrato
quel ciondolo a nessuno nemmeno a Rory . Era una cosa mia,
privata, a cui
nessuno aveva
accesso. E invece a
quell’uomo, che per me era ancora uno sconosciuto, la mostravo. Un uomo che avevo incontrato due volte
nella mia vita. Un
uomo che
rispecchiava tutto quello che odiavo
e amavo. Era in
ritardo, ligio alle
regole, (alle sue regole per la precisione) eccentrico, egocentrico,
arrogante
e sarcastico Non mi aveva detto niente di se . Mi aveva detto solo di
chiamarsi
dottore. Che razza di nome è
Dottore?
Possedeva una cabina della polizia e sosteneva di poter andare nello
spazio.
Okay devo aggiungere che era anche fuori di testa. Ma lo adoravo. E gli
avevo permesso di portarmi con lui. Li avevo
permesso di portarmi
con se la notte prima del mio matrimonio. Il punto è questo:
non avevo alcuna
intenzione di
sposarmi. Me ne ero resa
conto solo quando lui era riapparso. Io mi ero accorta di non amare
l’uomo che
stavo per sposare. Perciò avevo deciso di andare con lui.
Quando mi aveva
chiesto del ciondolo gli ne avevo parlato. Poi mi si era avvicinato. Mi
aveva
posato le mani sulle spalle e mi ero irrigidita. Il fatto che mi stesse
così
vicino era .. piacevole. Avvampai e fui felice di essere di spalle. Mi massaggiò
delicatamente le spalle . Mi
parve che mi massaggiasse le spalle per un eternità. Fui
colta di sorpresa quando
mi chiese se poteva sfilare la catenina. Riuscii solo ad annuire troppo
ipnotizzata dal suo tocco per poter anche solo ricordare come mi
chiamavo. E
non aveva fatto nulla. Mi aveva solamente immobilizzata e fatta cadere
tra le
sue braccia grazie a un minimo tocco. Sentii le sue mani che scostavano
delicate i capelli. Scoprirono il collo. Sentii le sue mani sulla
catenina e
poi le sentii staccarsi di colpo. Come
se la mia pelle scottasse. Mi portai una mano al collo sorpresa. La mia
catenina era bollente. Staccai la mano subito. Mi girai sorpresa verso
il
Dottore e quello che vidi mi gelò il sangue nelle vene.
Nella sala comandi del
TARDIS c’era un altro uomo. Avrà avuto 20-21 anni
al massimo. Portava Jeans
neri e un pullover rosso. Fisico muscoloso ma snello il genere di
fisico che ha
chi è uno sportivo Il viso era pallidissimo. I capelli neri
e scompigliati,
Occhi color cioccolato e infine degli
occhiali da vista. Ma quello che mi sconvolse di
più fu il fatto che ci
potevo guardare attraverso. Era un fantasma. Il primo impulso fu quello
di
mettermi a correre. Lui mi vide e sul suo viso passò un
espressione di gioia
immensa. Mi sembrava familiare come se l’avessi
già visto. Il fantasma si mise
a gridare «Mi Vede! Lei mi vede!» e
improvvisò
un balletto stile Waka Waka. (Per farvi capire
quant’era idiota.) Capii
che non c’era nulla da temere da un
fantasma con problemi di personalità multipla. Non potei non
scoppiare a
ridergli in faccia. Era troppo buffo! Il Dottore, invece, era rimasto
muto ed
era caduto a terra dopo aver staccato le mani dalla mia catenina.
«
Chi sei? Sei.. sei
un fantasma?» gli chiesi non appena ebbi finito di ridere
«Ma
come non mi
riconosci? Lily sono io!» disse esasperato il fantasma
«Lily?
Devi aver
sbagliato persona. Io sono Amy. Amelia Pond. per gli amici
“Amy” e tu ce l’hai
un nome fantasma?» chiesi incuriosita
«
Spirito se non ti
dispiace è più di classe!» ribatte lui
sdegnoso. Con un aria da aristocratico.
Considerai che non doveva essere
morto
da molto visti i vestiti. Doveva
essere
morto negli anni 80 90 non prima ne dopo.
«Non
fare
l’arrogante con me! Non mi piacciono le persone arroganti! Ce
l’hai un nome si
o no?!» chiesi arrabbiata. Ma anche con un
senso di deja-vu come se gli avessi detto quelle stesse parole un
milione di
volte. Ma era impossibile! Anche se mi sentivo come se lo conoscessi da
una
vita.
«Mi spiace tesoro. Credo che
tu non sia ancora
pronta a conoscere il mio nome. Per ora chiamami Spirito»
ignorai quel “Tesoro”.
Odiavo le persone che mi chiamavano con vezzeggiativi anche se non li
conoscevo. Gli
dissi «Va bene spirito.»
Lui sparì dopo avermi sorriso ancora una volta.
POV
Dottore
Avevo lasciato il collo di
Amy. Subito dopo
aver visto quella luce accecante
un “incanto a protezione
maxima” lo
definì lo Spirito. Io mi fidai . Dopotutto era lui il mago
non io. Mi ero
ritrovato le mani ustionate. Ma grazie al processi di rigenerazione
tornarono nuove.
Come mai Amy
a quel ciondolo? Perché ha un incantesimo
sopra? Chi è la donna che gliela dato?
“Non
ho risposte a
questo Dottore”
E riguardo al tuo nome? Io posso conoscerlo
no?
“Proprio
a te importa dei nomi Doctor Who? Il Dottor Chi o Il Dottore Senza Nome É così
che ti chiamano quando non sanno come
definirti vero? Chi sei nessuno
lo sa.
Dici di chiamarti Dottore. Ma non dici mai a nessuno il tuo vero nome.
Il tuo
nome è sepolto nelle stelle più antiche. Nessuno
lo ricorda. Quei pochi che lo
ricordano non lo pronunciano mai. Proprio tu mi parli di nomi”
Ma io ho un nome umano. Quando devo restare a
contatto con molte persone. Mi faccio chiamare John Smith.
“Se andassi in Italia ti faresti chiamare
Mario Rossi. Perché sono il nome e il cognomi più
comuni. Così nessuno può
risalire a te. Correggimi se sbaglio.”
Ma tu sai chi sono. Non negarlo!
Conosci il mio nome! Quello che giace tra le
rovine di Gallifrey. Quello che resterà per sempre bloccato
nel “Momento” che
io stesso ho creato. Quello stesso nome di cui tu parli . lo conosci
molto bene
e sai anche da cosa sto fuggendo da più di 900 anni. Ti ho
rivelato i miei
segreti. Credo sia d’obbligo ricambiare il favore. Non trovi?
“Vuoi
sapere il mio nome? Un tempo, nella mia vita umana, ero James. Cosi mi
chiamavo
una volta James Potter. L’ultima persona che ha pronunciato
il mio nome quand’ero
vivo è in questa stanza. Si
chiamava Lily Evans in Potter. Un tempo era mia moglie. Ma forse tu la
conosci
con il nome che porta adesso: Amy Pond. Dico bene?”
Come? Lei.. Lei.. Allora non scherzavi!
“Certo che no. Io sono il Re delle
battute.
Ma non scherzo mai su
Lily.”
Hai detto che
ti chiami James Potter. Ti ho già sentito
nominare da qualche parte. Un
momento... ma certo! Harry Potter! I libri! Il padre di Harry Potter!
Un
attimo.. sei uscito da un libro della Rowling?! Oh no! Dimentica tutto
quello
che ha scritto quella donna babbana! Si, il mondo descritto nei suoi
libri
esiste ma non proprio come lo descrive lei.”
Ero sempre stato un fan
accanito della Rowling
. Avevo anche letto l’ottavo libro! Il fiale mi commuove
sempre! Era
incredibile! Quello spirito mi stava dicendo che
il mondo creato dalla Rowling era vero!
E allora illuminami!
James stava per iniziare a
raccontare quando..
Amy ( di cui mi ero quasi dimenticato) non esclamò
« Perché
c’è scritto “cabina della
polizia”?»
Io e James ci voltammo verso
di lei stupiti. Che diavolo centrava il mio
TARDIS con
James Potter? Poi capii che la nostra conversazione si era
tenuta nella mia
mente e che James era
“ rientrato” nel
mio corpo. Comunque non capivo il senso di quella domanda
«Scusa,
come?» riuscii a chiedere ad Amy
che se ne stava
appoggiata alla console del TARDIS. Aveva una strana espressione in
volto
Ehm
James.. cos’ha? Lui stette in silenzio per un
po’. Poi mi disse “ Io mi
dileguo”
Perché?
“Perché quando mia moglie era
così calma e
faceva domande un po’ idiote voleva dire che
stava per avere una crisi isterica. Me ne vado! Non ho voglia di sentire una crisi
isterica in pieno
stile Lily Evans ne ho già subite abbastanza nella mia altra
vita!”
E
me
lo dici solo ora!? Spirito opportunista e codardo!
Non udii
la replica
di James per ché Amy si mise a farfugliare«Ho
detto: Fuori, c’è scritto
“cabina della polizia”. Perché hai
etichettato una macchina del tempo “cabina
della polizia”? Perché non “macchina del
tempo”? È troppo ovvio? I poliziotti
girano nelle cabine? E tu sei un poliziotto? No, guarda che vestiti! A
dirla
tutta… guarda che capelli! Non ti guardi mai allo specchio? Penso che se lo
facessi penseresti
“Bleah, i
miei capelli sono troppo corti
e il mio mento! Oh, porto un farfallino, sparatemi!” Sto
farfugliando ?»
E James
non ritenne
necessario farmi sapere dov’era.. Probabilmente era andato da
qualche parte nel
mio inconscio. Mi aveva lasciato solo con Amy che minacciava di avere
un
attacco isterico da un momento al altro!
Non ero mai stato bravo in quelle cose!
Bell’amico! Quella notte imparai
una dura lezione: mai fidarsi di un fantasma.(Spirito!
N.D. James) specie
se si chiama James Potter e in vita è stato il leader dei
Mandrini.
«Un pochino, sì.»
«Beh,
la
domanda resta» mi fece notare Amy girando intorno alla
console per trovarsi
di fronte a me.
«La
prima?» chiesi perplesso. Nessuno mi aveva mai fatto quella
domanda. O forse
qualcuno c’era stato. Rose o Martha. Non ricordavo chi delle
due e non
m’importava.
«Dottore! Non si risponde a una
domanda con un altra
domanda! Comunque, si, la prima» disse lei un po’
isterica. «Beh
non è davvero una cabina della
polizia.» dissi con
ovvietà
«Giusto. È una cabina
telefonica. C’è una luce sopra, devi
cambiare la lampadina?» disse
sempre
più istericamente.
L’afferrai per le
spalle e provai a farla
ragionare.
«Amy!
Calmati ora.
Respira!» Lei iniziò a respirare con
più calma. Ma improvvisamente si bloccò e
disse (questa volta con una voce molto
isterica)
«… Perché non
riesco a respirare? l’aria non esce! La cabiba è
di
legno! Hai una macchina del tempo di legno… Ti senti
stupido? Scusa, sono
tornata a farfugliare e minacciare una crisi isterica.»
Oddio! Meno male che sene rende conto! JAMES
AIUTOO! Ti scongiuro aiutami! Non sono bravo a calmare una donna
isterica!
Nessuna
risposta.
Ero solo. Pensai che calmarla. E rispondere a l’unica domanda
sensata che mi avesse
fatto fosse il minimo che potessi fare
per tranquillizzarla.
«Amy Calmati! Va tutto bene La cabina della
polizia è un camuffamento.
È mascherata da cabina telefonica della polizia del 1963.
Ogni volta che il
TARDIS si materializza in un posto nuovo, nel primo nanosecondo
dell’atterraggio analizza il circondario, calcola una mappa
dodecadimensionale
di tutto quanto nel raggio di mille miglia e determina che guscio
esterno si
mimetizzerebbe meglio con l’ambiente! É
così si è maschera da cabina telefonica
della polizia del 1963.»
Lei sembrò
tornare normale e mi chiese
interessata
«Oh
perché?» la guardai perplesso.
Certo che è strana Amelia Lilian Pond
Evans!
Un attimo prima sembra stare per
avere
un attacco di isteria e l’attimo dopo è tranquilla
e impassibile e ti ascolta
senza batter ciglio.
“É lo so. Che donna mia moglie
eh? Davvero
bellissima e affascinante ma terrificante a volte! Sai quanti dei suoi
micidiali schiaffi hanno deturpato il mio bellissimo viso!”
Dove diavolo eri finito?! Perché mi hai
lasciato qui da solo! Mi
sembra che lei
sia la reincarnazione di tua moglie non della mia!
Perché mi devo
sorbire la sua isteria?
“Perché ora sarà
tua moglie. E poi sono
questi i vantaggi di ospitare nel proprio corpo un dio della bellezza
come me!!
Vantaggi? Dove diavolo li vedi i vantaggi?
“Beh diciamo che se non violo la vostra
privacy potreste conoscervi meglio”
Che cosa? Tu sei pazzo! Mi sta guardando
male! Meglio che risponda alla sua domanda prima di dover fronteggiare
un altra
crisi.
POV Amy
Il Dottore mi aveva salvato
da un attacco
isterico in piena regola! Wow! Avevo quasi avuto una crisi isterica
perché
stavo male al pensiero di fare un torto a Rory. Volevo molto bene a
Rory e
anche se non lo amavo quanto mi sembrava
di iniziare ad amare il Dottore. O quanto ero certa di
amare lo spirito. Ero sicura di averlo
conosciuto e amato Solo che non ricordavo quando.
E Questo era frustante! Mi sentivo in colpa
con Rory mi sembrava di tradirlo stando, di notte, sola, in una cabina
che non
era una cabina con quei due. Insomma lo avevo abbandonato prima delle
nozze.
E Rory pur essendo un
po’stupido era una persona buona.
Non meritava che gli mentissi perché lui mi amava con tutto
se stesso. Ero
convinta di ricambiare una volta. In quel momento non
ne ero così sicura. Comunque avevo chiesto al
Dottore come mai la
sua cabina fosse
sempre blu e degli anni 60 .e lui non mi aveva ancora risposto.
Finalmente come riscosso dai
suoi pensieri mi
disse «Probabilmente è dovuto a un
piccolo guasto, a dire il vero, ho sempre
voluto controllare.»
«Ma è una cabina della
polizia tutte le volte che si materializza
in un posto?» chiesi curiosa.
Lui annui.
«Da
quanto tempo
lo fa?»
«
Oh non molto»
rispose lui vago. E capii che non mi avrebbe dato altre spiegazioni.
Non quel
giorno almeno.
«È una
richiesta di aiuto inespressa?»
chiesi
cambiando argomento
«Cosa?»
chiesi lui
stupito e terrorizzato. Probabilmente aveva paura che avessi una crisi
isterica
su scala universale.
«
Il farfallino»
dissi indicando l’orribile papillon rosso che si ostinava a
portare con tanto
orgoglio. Che gusti eccentrici ha sempre anuro quel uomo!
«Naah!
I farfallini
sono figh!» se trova quel coso figo è da ricovero.
«Così sei un alieno, eh?» chiesi tanto per cambiare argomento. In realtà non riuscivo ad immaginarlo come un alieno. Era troppo.. troppo umano «Sì. Dal tuo punto di vista. Dal mio, sei tu l’aliena… e anche da quello di molta gente, che conosco a dire il vero.» «Che genere di alieno?» chiesi curoisa. Non riuscivo a immaginarmi lui tutto verde con gli occhi da rettile. La sua risposta mi sorprese «Oh, uno buono, decisamente uno di quelli buoni.» Non era quello che intendevo così riformulai la domanda:
«Quindi sei come un… calamaro spaziale o qualcosa del genere? Sei come una minuscola lumaca in un costume da umano? Per quello cammini così?»
« Cosa c’è che non va nella mia magnifica camminata? » protestò indignato lui. Certo che sei proprio presuntuoso Lui mi sorprese: mi prese le mani e se le portò al volto tenendole premute contro le sue guance. E mi disse «Amy... questo sono io! Questo è il mio vero aspetto!» «Beh, va bene allora!» lo sfidai e li diedi uno schiaffo su una guancia. Lui mi guardò stupito e esclamò risentito «AHIA!!! Oh mio Dio che male! Ma sei impazzita!?»
«Va bene, credo di aver finito» Scoppiai a ridere vedendo la sua espressione. Era così buffo! Lui fece partire una leva. Si girò verso di me, mi guardò penetrante «Ah Amy Pond...abbiamo appena cominciato» Gli sorrisi. Non mi sarei mai abituata alle sue risposte enigmatiche. Mi sorrise e corse alle porte della cabina.
«Perché sai cosa c’è qua fuori?» mi disse mentre correva verso le porte. Io mi fermai sugli scalini che portavano alla console allibita. Quell’uomo non avrebbe mai smesso di stupirmi! Poi saltai i tre gradini e lo raggiunsi «Cosa?» chiesi piena di aspettativa. Lui dava le spalle alle porte della cabina edera di fronte a me. Teneva le due maniglie della cabina con le mani.
«Assolutamente tutto» mi rispose enigmatico. Aprì le porte della cabina e si sposto per fermi vedere. Quello che vidi era Incredibile! Feci un passo avanti timorosa di infrangere quella magia «Noti qualcosa di strano?» disse la voce del Dottore alle mie spalle... mi girai verso di lui incredula.
«Siamo nello spazio» dissi ancora più incredula, allora era vero quello che mi aveva detto!
«Si. Siamo nello spazio.» mi disse lui.
«Non può essere.» Ero impazzita! Si ero decisamente impazzita! Il mio respiro accelerò stavo per avere un altra crisi isterica!
«Invece si» disse lui convinto. Non lo guardavo più in faccia. Mi girai a fissare la nebulosa che avevo davanti. Poi mi rigirai e gli dissi cocciutamente;
«È come, come, come,un effetto speciale!» Si doveva essere un effetto speciale. Molto reale. Ma un effetto speciale.
Si doveva essere così
«Davvero? » mi chiese lui sorridendo radioso
«È cosi, vero? é un effetto speciale! Non è reale.» mi dissi per convincermi. Poi lui mi sorprese di nuovo dicendomi
«Esci fuori»
«Cosa?» chiesi stupita
«Esci fuori» mi disse spingendomi fuori dalla cabina e ridendo. Mi resi conto di galleggiare. Ero nello spazio! Era vero! Stavo fluttuando! Incredibile
E qui lasciamo i nostri eroi mentre si godono una piacevole gita nello spazio