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Autore: Marty Evans    06/04/2013    4 recensioni
Dimenticate tutto quello che sapete di Doctor Who dal episodio 5x01.
Cosa sarebbe successo se per Amy Rory fosse stato solo un ricordo della sua vecchia vita a Leadworth? Cosa sarebbe successo se il Dottore avesse scoperto che durante il processo di rigenerazione, un anima umana si era infilata dentro di lui e abitava il suo corpo? Chi è quest’anima? Perché ha scelto proprio il corpo del Dottore? Perché pare che quest’anima sia connessa e legata ad Amy, al suo destino, al suo misterioso passato e ai suoi terribili incubi? Cosa rappresenta il ciondolo che Amy ha al collo fin da bambina? Come mai Amy e il Dottore iniziano a provare una forte attrazione l'uno verso l'altra?
Una mia rivisitazione della 5 stagione. Questa storia è uno Spin-off della mia serie su Lily Evans e i Malandrini. Cosa lega questi universi completamente diversi?
Eleven/Amy
Crossover:Harry Potter/Doctor Who
Leggete e per favore recensite!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Amy Pond, Doctor - 11
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NDA Ciao a tutti Eccomi con il bacio delle stelle! Sono sicura che questo capitolo piacerà a tutti sia ai fan di DW  che a quelli di HP! Spero vi piaccia  Vorrei ringraziare Joasteroide42 e samuela per le splendide recensioni! Vorrei dedicare  questo caspitolo a una mia amica cha a compiuto gli anni!  Ringrazio i 46 visitatori del capitolo precendente 

Buona lettura

Baci Marty Evans

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Erano partiti Amy e il Dottore. Finalmente insieme. Loro ancora non lo sapevano ma non si sarebbero separati mai più.  Amy era intenta a guardare gli strumenti del  TARDIS.

POV Dottore

«Perché porti il farfallino?» mi chiese Amy di punto in bianco

«E tu perché porti quel ciondolo?» chiesi indicando il cuore d’argento che Amy aveva al collo. Era un ciondolo strano. Mi aveva subito incuriosito. Fin dalla prima volta che lo avevo visto, quando Amy aveva sette anni. Image and video hosting by TinyPic Era molto semplice la catenella era d’oro bianco. Al centro c’era un cuore d’argento. Era bellissimo. Sembrava uno di quei cuori  che si aprivano e che contenevano   le foto delle persone care. Avevo visto molti portare ciondoli simili ma quello  era in assoluto il più bello che avessi mai visto.

«è un regalo. Ce l’ho fin dalla nascita. E ci sono molto legata. Per me è un ciondolo importantissimo. Non me lo sono mai tolto. Non so nemmeno perché ti sto dicendo queste cose. Sai è la prima volta che parlo a qualcuno del mio ciondolo.» disse lei imbarazzata portandosi automaticamente una mano  al collo e nascondendolo.

«Chi è che te lo ha regalato? Un parente?» chiesi curioso

«No questa è la cosa strana. Mia zia mi ha raccontato  che il  giorno della mia nascita una ragazza appena ventenne ha bussato alla porta della stanza dove c’era mia madre e ha chiesto “Lei è la madre di Amelia Pond?” mia madre ha annuito allora la donna  si è avvicinata  e le ha dato questo. Dicendole che dovevo indossarlo sempre. Mi da sicurezza.»

«Perché?» chiesi

«Non lo so. é come se fosse una parte di me,  non sono mai riuscita a capire cosa ci sia al interno. Non si apre»

«Si dovrebbe aprire?»

«In teoria si ma non ci sono mai riuscita»

 Mi avvicinai a lei e chiesi

«Posso vederlo?» lei annui. Allungai una mano verso il ciondolo. lo presi delicatamente tra pollice e indice e notai che dentro c’era qualcosa. Lasciai ricadere il ciondolo sulla sua pelle così bianca e delicata. Mi spostai dietro di lei. le posai le mani sulle spalle. Era tesa come una corda di violino. Attraverso il tessuto della leggera camicia da notte potevo sentire i muscoli tendersi. Istintivamente iniziai a massaggiarle delicatamente le spalle. Lei iniziò a rilassarsi piano piano. Le chiesi

«Posso?» lei annui. Scostai delicatamente i lisci capelli color sangue fino a scoprire il suo bianco collo. In mezzo a quella pelle purissima spiccava la catenina del ciondolo. Presi tra le mani la chiusura della catenina. Stavo per slacciarle il ciondolo quando una luce accecante e bianchissima proveniente dal ciondolo stesso mi costrinse ad allontanarmi.

POV Amy

Quando mi si era avvicinato e mi aveva chiesto di poter vedere il ciondolo non avevo opposto alcuna resistenza. Non  avevo mostrato quel ciondolo a nessuno nemmeno a Rory . Era una cosa mia, privata, a cui nessuno  aveva accesso. E invece a quell’uomo, che per me era ancora uno sconosciuto,  la mostravo. Un uomo che  avevo incontrato due volte nella mia vita. Un uomo  che rispecchiava tutto quello che odiavo e amavo.  Era in ritardo, ligio alle regole, (alle sue regole per la precisione) eccentrico, egocentrico, arrogante e sarcastico Non mi aveva detto niente di se . Mi aveva detto solo di chiamarsi dottore. Che razza di nome è Dottore? Possedeva una cabina della polizia e sosteneva di poter andare nello spazio. Okay devo aggiungere che era anche fuori di testa. Ma lo adoravo.  E gli  avevo permesso  di  portarmi con lui. Li avevo permesso di portarmi con se la notte prima del mio matrimonio. Il punto è questo: non avevo alcuna intenzione  di sposarmi. Me ne ero resa conto solo quando lui era riapparso. Io mi ero accorta di non amare l’uomo che stavo per sposare. Perciò avevo deciso di andare con lui. Quando mi aveva chiesto del ciondolo gli ne avevo parlato. Poi mi si era avvicinato. Mi aveva posato le mani sulle spalle e mi ero irrigidita. Il fatto che mi stesse così vicino era .. piacevole. Avvampai e fui felice di essere di spalle.  Mi massaggiò delicatamente le spalle . Mi parve che mi massaggiasse le spalle per un eternità. Fui colta di sorpresa quando mi chiese se poteva sfilare la catenina. Riuscii solo ad annuire troppo ipnotizzata dal suo tocco per poter anche solo ricordare come mi chiamavo. E non aveva fatto nulla. Mi aveva solamente immobilizzata e fatta cadere tra le sue braccia grazie a un minimo tocco. Sentii le sue mani che scostavano delicate i capelli. Scoprirono il collo. Sentii le sue mani sulla catenina e poi le sentii staccarsi di colpo.  Come se la mia pelle scottasse. Mi portai una mano al collo sorpresa. La mia catenina era bollente. Staccai la mano subito. Mi girai sorpresa verso il Dottore e quello che vidi mi gelò il sangue nelle vene. Nella sala comandi del TARDIS c’era un altro uomo. Avrà avuto 20-21 anni al massimo. Portava Jeans neri e un pullover rosso. Fisico muscoloso ma snello il genere di fisico che ha chi è uno sportivo Il viso era pallidissimo. I capelli neri e scompigliati, Occhi color cioccolato e infine degli  occhiali da vista. Ma quello che mi sconvolse di più fu il fatto che ci potevo guardare attraverso. Era un fantasma. Il primo impulso fu quello di mettermi a correre. Lui mi vide e sul suo viso passò un espressione di gioia immensa. Mi sembrava familiare come se l’avessi già visto. Il fantasma si mise a gridare «Mi Vede! Lei mi vede!» e improvvisò  un balletto stile Waka Waka. (Per farvi  capire quant’era idiota.)  Capii che non c’era nulla da temere da un fantasma con problemi di personalità multipla. Non potei non scoppiare a ridergli in faccia. Era troppo buffo! Il Dottore, invece, era rimasto muto ed era caduto a terra dopo aver staccato le mani dalla mia catenina.

« Chi sei? Sei.. sei un fantasma?» gli chiesi non appena ebbi finito di ridere

«Ma come non mi riconosci? Lily sono io!» disse esasperato il fantasma

«Lily? Devi aver sbagliato persona. Io sono Amy. Amelia Pond. per gli amici “Amy” e tu ce l’hai un nome fantasma?» chiesi incuriosita

« Spirito se non ti dispiace è più di classe!» ribatte lui sdegnoso. Con un aria da aristocratico. Considerai che non doveva  essere morto da molto visti i vestiti.  Doveva essere morto negli anni 80 90 non prima ne dopo.

«Non fare l’arrogante con me! Non mi piacciono le persone arroganti! Ce l’hai un nome  si o no?!» chiesi arrabbiata. Ma anche con un senso di deja-vu come se gli avessi detto quelle stesse parole un milione di volte. Ma era impossibile! Anche se mi sentivo come se lo conoscessi da una vita.

«Mi  spiace tesoro. Credo che tu non sia ancora pronta a conoscere il mio nome. Per ora chiamami Spirito» ignorai quel “Tesoro”. Odiavo le persone che mi chiamavano con vezzeggiativi anche se non li conoscevo.  Gli dissi «Va bene spirito.» Lui sparì dopo avermi sorriso ancora una volta.

POV Dottore

  Avevo lasciato il collo di Amy.  Subito dopo aver visto quella luce accecante un “incanto a protezione maxima” lo definì lo Spirito. Io mi fidai . Dopotutto era lui il mago non io. Mi ero ritrovato le mani ustionate. Ma grazie al processi di rigenerazione tornarono nuove.

Come mai  Amy a quel ciondolo? Perché ha un incantesimo sopra? Chi è la donna che gliela dato?

“Non ho risposte a questo Dottore”

E riguardo al tuo nome? Io posso conoscerlo no?

 “Proprio a te importa dei nomi Doctor Who? Il Dottor Chi o Il Dottore Senza Nome  É così che ti chiamano quando non sanno come definirti vero? Chi sei  nessuno lo sa. Dici di chiamarti Dottore. Ma non dici mai a nessuno il tuo vero nome. Il tuo nome è sepolto nelle stelle più antiche. Nessuno lo ricorda. Quei pochi che lo ricordano non lo pronunciano mai. Proprio tu mi parli di nomi”

Ma io ho un nome umano. Quando devo restare a contatto con molte persone. Mi faccio chiamare John Smith.

“Se andassi in Italia ti faresti chiamare Mario Rossi. Perché sono il nome e il cognomi più comuni. Così nessuno può risalire a te. Correggimi se sbaglio.”

Ma tu sai chi sono. Non negarlo!  Conosci il mio nome! Quello che giace tra le rovine di Gallifrey. Quello che resterà per sempre bloccato nel “Momento” che io stesso ho creato. Quello stesso nome di cui tu parli . lo conosci molto bene e sai anche da cosa sto fuggendo da più di 900 anni. Ti ho rivelato i miei segreti. Credo sia d’obbligo ricambiare il favore. Non trovi?

 “Vuoi sapere il mio nome? Un tempo, nella mia vita umana, ero James. Cosi mi chiamavo una volta James Potter. L’ultima persona che ha pronunciato il mio nome  quand’ero vivo è in questa stanza. Si chiamava Lily Evans in Potter. Un tempo era mia moglie. Ma forse tu la conosci con il nome che porta adesso: Amy Pond. Dico bene?”

Come? Lei.. Lei.. Allora non scherzavi!

“Certo che no. Io sono il Re delle battute. Ma non scherzo mai  su Lily.”

Hai detto che  ti chiami James Potter. Ti ho già sentito nominare da qualche parte. Un momento... ma certo! Harry Potter! I libri! Il padre di Harry Potter! Un attimo.. sei uscito da un libro della Rowling?! Oh no! Dimentica tutto quello che ha scritto quella donna babbana! Si, il mondo descritto nei suoi libri esiste ma non proprio come lo descrive lei.”

 Ero sempre stato un fan accanito della Rowling . Avevo anche letto l’ottavo libro! Il fiale mi commuove sempre! Era incredibile! Quello spirito mi stava dicendo che  il mondo creato dalla Rowling era vero!

E allora illuminami!

 James stava per iniziare a raccontare quando.. Amy ( di cui mi ero quasi dimenticato) non esclamò                                                   « Perché c’è scritto “cabina della polizia”?»

 Io e James ci voltammo verso di lei stupiti. Che diavolo centrava il mio TARDIS con James Potter? Poi capii che la nostra conversazione si era tenuta nella mia mente e che James  era “ rientrato” nel mio corpo. Comunque non capivo il senso di quella domanda                                                      «Scusa, come?» riuscii a chiedere ad Amy che se ne stava appoggiata alla console del TARDIS. Aveva una strana espressione in volto

 Ehm James.. cos’ha? Lui stette in silenzio per un po’. Poi mi disse  “ Io mi dileguo”

Perché?

“Perché quando mia moglie era così calma e faceva domande un po’ idiote voleva dire che  stava per avere una crisi isterica. Me ne vado! Non ho  voglia di sentire una crisi isterica in pieno stile Lily Evans ne ho già subite abbastanza  nella mia altra vita!”

 E me lo dici solo ora!? Spirito opportunista e codardo!         

Non udii la replica di James per ché Amy si mise a farfugliare«Ho detto: Fuori, c’è scritto “cabina della polizia”. Perché hai etichettato una macchina del tempo “cabina della polizia”? Perché non “macchina del tempo”? È troppo ovvio? I poliziotti girano nelle cabine? E tu sei un poliziotto? No, guarda che vestiti! A dirla tutta… guarda che capelli! Non ti guardi mai allo  specchio? Penso che se lo facessi penseresti “Bleah,  i miei capelli sono troppo corti e il mio mento! Oh, porto un farfallino, sparatemi!” Sto farfugliando ?»          

E James non ritenne necessario farmi sapere dov’era.. Probabilmente era andato da qualche parte nel mio inconscio. Mi aveva lasciato solo con Amy che minacciava di avere un attacco isterico da un momento al altro!  Non ero mai stato bravo in quelle cose! Bell’amico! Quella notte imparai una dura lezione: mai fidarsi di un fantasma.(Spirito! N.D. James) specie se si chiama James Potter e in vita è stato il leader dei Mandrini.

«Un pochino, sì.»

«Beh, la domanda resta» mi fece notare Amy  girando intorno alla console per  trovarsi di fronte a me.

«La prima?» chiesi perplesso. Nessuno  mi aveva mai fatto quella domanda. O forse qualcuno c’era stato. Rose o Martha. Non ricordavo chi delle due e non m’importava.

«Dottore!  Non si risponde a una domanda con un altra domanda! Comunque, si, la prima» disse lei un po’ isterica.  «Beh non è davvero una cabina della polizia.» dissi con ovvietà                                                                                          «Giusto. È una cabina telefonica. C’è una luce sopra, devi cambiare la lampadina?» disse sempre più istericamente.

 L’afferrai per le spalle e provai a farla ragionare.

«Amy! Calmati ora. Respira!» Lei iniziò a respirare con più calma. Ma improvvisamente si bloccò e disse (questa volta con una voce molto  isterica)                                                    «… Perché non riesco a respirare? l’aria non esce! La cabiba è di legno! Hai una macchina del tempo di legno… Ti senti stupido? Scusa, sono tornata a farfugliare e minacciare una crisi isterica.»

Oddio! Meno male che sene rende conto! JAMES AIUTOO! Ti scongiuro aiutami! Non sono bravo a calmare una donna isterica!

Nessuna risposta. Ero solo. Pensai che calmarla. E rispondere a l’unica domanda sensata che mi avesse fatto fosse il minimo che potessi fare  per tranquillizzarla.             «Amy Calmati! Va tutto bene La cabina della polizia è un camuffamento. È mascherata da cabina telefonica della polizia del 1963. Ogni volta che il TARDIS si materializza in un posto nuovo, nel primo nanosecondo dell’atterraggio analizza il circondario, calcola una mappa dodecadimensionale di tutto quanto nel raggio di mille miglia e determina che guscio esterno si mimetizzerebbe meglio con l’ambiente! É così si è maschera da cabina telefonica della polizia del 1963.»

 Lei sembrò tornare normale e mi chiese interessata

 «Oh perché?» la guardai perplesso.

Certo che è strana Amelia Lilian Pond Evans! Un attimo prima sembra stare  per avere un attacco di isteria e l’attimo dopo è tranquilla e impassibile e ti ascolta senza batter ciglio.

“É lo so. Che donna mia moglie eh? Davvero bellissima e affascinante ma terrificante a volte! Sai quanti dei suoi micidiali schiaffi hanno deturpato il mio bellissimo viso!”

Dove diavolo eri finito?! Perché mi hai lasciato qui da solo!  Mi sembra che lei sia la reincarnazione di tua moglie non della mia! Perché mi devo sorbire la sua isteria?

“Perché ora sarà tua moglie. E poi sono questi i vantaggi di ospitare nel proprio corpo un dio della bellezza come me!!

Vantaggi? Dove diavolo li vedi i vantaggi?

“Beh diciamo che se non violo la vostra privacy potreste conoscervi meglio”

Che cosa? Tu sei pazzo! Mi sta guardando male! Meglio che risponda alla sua domanda prima di dover fronteggiare un altra crisi.

 POV Amy

 Il Dottore mi aveva salvato da un attacco isterico in piena regola! Wow! Avevo quasi avuto una crisi isterica perché stavo male al pensiero di fare un torto a Rory. Volevo molto bene a Rory e anche se non lo amavo quanto mi  sembrava di iniziare ad amare il Dottore. O quanto ero certa di  amare lo spirito. Ero sicura di averlo conosciuto e amato Solo che non ricordavo quando.  E Questo era frustante! Mi sentivo in colpa con Rory mi sembrava di tradirlo stando, di notte, sola, in una cabina che non era una cabina con quei due. Insomma lo avevo abbandonato prima delle nozze. E  Rory pur  essendo un po’stupido era una persona buona. Non meritava che gli mentissi perché lui mi amava con tutto se stesso. Ero convinta di ricambiare una volta. In quel momento non  ne ero così sicura. Comunque avevo chiesto al Dottore come mai  la sua cabina fosse sempre blu e degli anni 60 .e lui non mi aveva ancora risposto.

 Finalmente come riscosso dai suoi pensieri mi disse «Probabilmente è dovuto a un piccolo guasto, a dire il vero, ho sempre voluto controllare.»                                                  «Ma è una cabina della polizia tutte le volte che si materializza in un posto?» chiesi curiosa.

Lui annui.                                                                                    «Da quanto tempo lo fa?»

« Oh non molto» rispose lui vago. E capii che non mi avrebbe dato altre spiegazioni. Non quel giorno almeno.        «È una richiesta di aiuto inespressa?» chiesi cambiando argomento

«Cosa?» chiesi lui stupito e terrorizzato. Probabilmente aveva paura che avessi una crisi isterica su scala universale.

« Il farfallino» dissi indicando l’orribile papillon rosso che si ostinava a portare con tanto orgoglio. Che gusti eccentrici ha sempre anuro quel uomo!

«Naah! I farfallini sono figh!»  se trova quel coso figo è da ricovero. Image and video hosting by TinyPic

«Così sei un alieno, eh?» chiesi tanto per cambiare argomento. In realtà non riuscivo ad immaginarlo come un alieno. Era troppo.. troppo umano                                             «Sì. Dal tuo punto di vista. Dal mio, sei tu l’aliena… e anche  da quello di molta gente,  che conosco a dire il vero.»         «Che genere di alieno?» chiesi curoisa. Non riuscivo a immaginarmi lui  tutto verde con gli occhi da rettile. La sua risposta mi sorprese                                                                    «Oh, uno buono, decisamente uno di quelli buoni.»           Non era quello che intendevo  così riformulai la domanda:

«Quindi sei come un… calamaro spaziale o qualcosa del genere? Sei come una minuscola lumaca in un costume da umano? Per quello cammini così?»

« Cosa c’è che non va nella mia magnifica camminata? » protestò indignato lui. Certo che sei proprio presuntuoso  Lui mi sorprese: mi prese le mani e se le portò al volto tenendole premute contro le sue guance. E mi disse              «Amy... questo sono io! Questo è il mio vero aspetto!» «Beh, va bene allora!» lo sfidai e li diedi uno schiaffo su una guancia. Lui mi guardò stupito e esclamò risentito «AHIA!!! Oh mio Dio che male! Ma sei impazzita!?»

«Va bene, credo di aver finito»  Scoppiai a ridere vedendo la sua espressione. Era così buffo! Lui fece partire una leva. Si girò verso di me, mi guardò penetrante «Ah Amy Pond...abbiamo appena cominciato»  Gli sorrisi. Non mi sarei mai abituata alle sue risposte enigmatiche. Mi sorrise e corse alle porte della cabina.

«Perché sai cosa c’è qua fuori?» mi disse mentre correva verso le porte. Io mi fermai sugli scalini che portavano alla console allibita. Quell’uomo non avrebbe mai smesso di stupirmi! Poi saltai i tre gradini e lo raggiunsi «Cosa?» chiesi piena di aspettativa. Lui dava le spalle alle porte della cabina edera di fronte a me. Teneva le due maniglie della cabina con le mani.

«Assolutamente tutto» mi rispose enigmatico. Aprì le porte della cabina e si sposto per fermi vedere. Quello che vidi era Incredibile! Feci un passo avanti timorosa di infrangere quella magia «Noti qualcosa di strano?» disse la voce del Dottore alle mie spalle... mi girai verso di lui incredula.

«Siamo nello spazio» dissi ancora più incredula, allora era vero quello che mi aveva detto!

«Si. Siamo nello spazio.» mi disse lui.

«Non può essere.» Ero impazzita! Si ero decisamente impazzita! Il mio respiro accelerò stavo per avere un altra crisi isterica!

«Invece si» disse lui convinto. Non lo guardavo più in faccia. Mi girai a fissare la nebulosa che avevo davanti. Poi mi rigirai e gli dissi cocciutamente;

«È come, come, come,un effetto speciale!» Si doveva essere un effetto speciale. Molto reale. Ma un effetto speciale.

 Si doveva essere così

«Davvero? » mi chiese lui sorridendo radioso

«È cosi, vero? é un effetto speciale! Non è reale.» mi dissi per convincermi. Poi lui mi sorprese di nuovo dicendomi

«Esci fuori»

«Cosa?»  chiesi stupita

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«Esci fuori»  mi disse spingendomi fuori dalla cabina e ridendo. Mi resi conto di galleggiare. Ero nello spazio! Era vero! Stavo fluttuando! Incredibile

 

 E qui lasciamo i nostri eroi  mentre si godono una piacevole gita nello spazio

  
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