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Autore: Mel_mel98    06/04/2013    2 recensioni
Quella che ora sta sfrecciando nel cielo non è una stella cometa.
È una aereo.
È partito oggi da Tokyo. New York è la sua meta.
Pieno zeppo, come sempre, ha spiccato il volo alle 16.45 di questo pomeriggio.
Chissà che cosa ci va a fare tutta questa gente in America.
Di tutti quei passeggeri, due sono in viaggio per lavoro.
Lei, guarda fuori dal finestrino, fa finta di dormire.
È un po' lunatica, non ha più voglia di parlare.
Lui, il ragazzo più misterioso di tutta la metal saga, è immerso nei suoi pensieri.
Forse non vorrebbe essere lì, in quel momento.
Sarà un bene o un male che questi due giovani siano stati costretti a lavorare insieme?
Solo leggendo potrete scoprirlo.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tsubasa Otori, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutto cominciò con uno sguardo
 
_Her eyes makes the stars look like they're not shining_
Just the way you are, Bruno Mars
 
Wow... Questa volta Ryo le aveva giocato un bello scherzetto, sì.
Ma l'averebbe pagata cara, parola di Tategami.
Lei, con il sesso maschile proprio non sapeva relazionare.
E cosa aveva pensato bene di fare lui? Di mandarla in missione con un ragazzo!
Ahahah, che rabbia!
Tsubasa Otori.
Era arrivato ai quarti di finale al Battle Bladers, poi era stato buttato fuori da Ryuga Kishatu.
Poveretto.
Lei l'aveva visto quell'incontro... e non solo quello.
Sì, se l'era guardato tutto quel “fantastico” torneo, e in diretta per giunta.
Li aveva visti tutti quei disgraziati cadere nella fauci di L-Drago.
Anche... anche Kyoya era stato buttato fuori da quel blader.
Come Tsubasa, per poco non c'era rimasto secco.
Guardò il ragazzo dai capelli bianchi con la coda dell'occhio.
No, lui non aveva niente a che fare con suo fratello.
Di Kyoya ce n'era uno solo.
Bastava e avanzava.
 
“E così... Tu saresti la sorella di Kyoya...”
Tsubasa era ancora un po' incredulo.
Si era dovuto ripetere mentalmente quel cognome per dieci minuti prima di riuscire a capacitarsi.
Ma adesso si spiegavano molte cose.
Quegli occhi blu, così taglienti ma anche profondi.
Quel portamento, così fiero.
Quei canini appuntiti, che aveva notato quando lei si era presentata.
E sì, anche quelle due grandi cicatrici che lo avevano tanto colpito.
Era tutto (o quasi) merito del DNA.
“Già...”- Akane non sembrava entusiasta dell'argomento che il compagno aveva deciso di affrontare.
“Siamo... siamo fratelli”- disse.
Non riusciva proprio a sorridere, non ci provava nemmeno.
Gli anni erano passati e avevano finito per appesantire sempre di più gli angoli della sua bocca.
No, quando si parlava di Kyoya non era più in grado neppure di fingere.
Il possessore di Eagle la osservava camminare lungo il marciapiede.
Vide i suoi magnifici occhi velarsi di tristezza e pensò bene di non infierire.
Tante erano le domande che avrebbe voluto porre.
Perché non ha mai parlato di te con nessuno?
Ma lasciò perdere.
 
“Senti, a te va bene se prendiamo il secondo volo?”
Akane, felice che avesse optato per un altro argomento, si voltò.
Quel ragazzo aveva decisamente un che di misterioso.
Sarà stato il suo sguardo, oppure il suo atteggiamento, a darle questa impressione.
“Perché?”- fece.
Si vedeva da lontano che non aveva la minima intenzione di dirglielo.
Ma tentò ugualmente.
“Beh vedi... ieri ho promesso ad un mio amico che avrei fatto una sfida con lui oggi... Non voglio deluderlo...”- disse guardando per terra.
“Per ma va bene... ma ad una condizione!”
“Quale?”- chiese lui.
Era veramente il colmo.
Ma ci pensate? Lui, Tsubasa Otori, stava contrattando con una ragazza per poter disputare una partita con il suo migliore amico. Roba da non credere!
“Voglio assistere al combattimento!”- disse infine lei sorridendo maliziosamente.
Lui alzò lo sguardo da terra e, forse per la prima volta, i due si guardarono negli occhi.
 
Caspita. Che occhi... Sarei capace di perdermici dentro... Sono così... immensi.
Tsubasa era rimasto immobile, incantato.
 
Wow... Che meraviglia... Come ho fatto a non rendermene conto prima... I suoi occhi non mi lasciano via di scampo... È come se mi stessero attraversando, così penetranti.
Akane, impegnata a sostenere lo sguardo di Tsubasa, non si accorse che il suo cuore aveva cominciato a battere un po' più velocemente.
***
 
Comodamente seduta su una panchina del bey parck, sorrideva soddisfatta.
Ce l'aveva fatta: Tsubasa le aveva permesso di assistere al combattimento.
Il suo sguardo vigile andava dal campo di gioco all'orologio.
Ovviamente non voleva perdere il volo per l'America
La sfida si era rivelata appassionante: quelli che si era trovata davanti erano due blader strepitosi.
Lampi e grandi scoppi si liberavano ai loro scontri.
Si avvicinò alla staccionata poco distante e vi si appoggiò.
“Vediamo... Earth Eagle contro Flame Libra... Interessante! Un tipo bilanciato verso un bey di resistenza... Chissà chi vincerà!”
Avrebbe tanto voluto afferrare il lanciatore e gettarsi nella mischia.
Avrebbe tanto voluto mostrare al suo nuovo compagno di viaggio le sue capacità.
Ma non era quello il momento adatto.
 
“Yu sei pronto? Forza Eagle mossa speciale: assalto in picchiata!”
“Ah sì? Io sono prontissimo: dai Libra... fiammata infernale della bilancia!”
BOOM!!!
I presenti vennero investiti da una forte luce e si coprirono il volto.
Dopo lo scontro solo uno era il bey che ancora girava: quello di Tsubasa.
Libra era invece schizzato via, guarda caso proprio vicino ad Akane.
Lei lo raccolse da terra. Era un po' malandato, poveretto.
In effetti Tsubasa non c'era andato piano con gli attacchi.
 
“Wow”- gridò Yu- “Tsubasa è stato un combattimento epico, non lo pensi anche tu?”
“Hai ragione... E sei stato anche molto bravo... Sinceramente non pensavo sarei riuscito a batterti questa volta!”- rispose l'altro con un sorriso.
“Ora non fare il modesto! Ehi... ma dov'è finito Libra?”
“Eccolo!”- fece una voce non molto distante.
Akane, coperta dal suo mantello, afferrò il lanciatore e vi posizionò il bey del piccolo Yu.
Ma cosa... ?! pensò Tsubasa.
La giovane lanciò Libra, che descrisse una curva nell'aria e finì esattamente tra le mani del biondo.
“Wow... Questa è una cosa incredibile...!”- sussurrò mentre osservava estasiato il suo bey.
Akane guardò l'orologio: 16.00. Sarà meglio sbrigarsi...
Fece cenno a Tsubasa che era ora di andare, poi si incamminò lungo la strada che portava direttamente all'aeroporto.
“Senti Yu... è stato molto bello combattere con te oggi... ma adesso devo proprio andare...”
“Ah... d'accordo. Ci vediamo nei prossimi giorni, allora!”- disse l'altro.
“A presto...”-finì Tsubasa, scompigliandogli affettuosamente i capelli.
Poi corse velocemente per raggiungere la sua nuova compagna di viaggio.
 
Quando arrivò all'aeroporto la individuò subito, nonostante ci fosse molta gente.
“Eccoti finalmente! Ce ne hai messo di tempo per arrivare!”- lo canzonò Akane, seduta su un bagaglio a mano- “Sono dieci minuti che ti aspetto!”
“Scusa... Ho fatto più veloce che ho potuto!”- ribatté lui.
Poi esclamò: “Hai davvero intenzione di portarti dietro tutta questa roba?”
Akane sbuffò: “Certo che no! Ma cosa credi?! Non è la prima volta che vado in missione, stai tranquillo... E poi ha detto Ryo che il necessario sta tutto nell'appartamento.”
“E allora di chi è quel bagaglio?”- disse indicando quello su cui era seduta.
“Ah boh, non lo so! Era qui nel mezzo e così...”- rispose lei con l'aria più innocente del mondo.
A Tsubasa cadde una gocciolina dalla testa.
Improvvisamente i due furono interrotti da un ragazzino, no meglio, un tornado dalle sembianze umane, che cominciò a urlare come un matto.
“EHI TU!”- disse indicando Akane- “TU SEI SEDUTA SULLA MIA VALIGIA! TOGLITI IMMEDIATAMENTE!”
Akane non si scompose minimamente.
“Ehi, smettila di gridare, non sono sorda...”- detto questo si alzò, posizionandosi davanti al giovane.
“SMETTILA DI GRIDARE?! SMETTILA DI GRIDARE?! MA COME TI PERMETTI!!! MA LO SAI CHI SONO IO?!”- continuò l'altro, sempre più arrabbiato.
Akane guardò Tsubasa, che fece spalluccie.
“Ehm, veramente no e non ci tengo a saperlo.”- concluse.
Quello per poco non la fulminò.
“AHAHAHAHAHAH!”
“Rieccolo che ricomincia!”- sbuffò la giovane.
“IO SONO MASAMUNE KADOYA, CAPITO! RICORDATI IL MIO NOME PERCHÉ IO SONO IL BLADER NUMERO UNO AL MONDO!”
Detto questo, anzi meglio, dopo aver berciato le precedenti parole, afferrò la valigia e uscì di corsa dall'aeroporto.
Akane guardò Tsubasa, perplessa.
“Mah...”- fecero all'unisono.
 
Dopo l'incontro con... *ehm come si chiama*... ah, già Masamune Kadoya, i nostri due agenti della WBBA poterono riprendere la loro conversazione.
“Ah, a proposito: bel combattimento, davvero. Te la cavi con il tuo Earth Eagle.”.
Wow! Un complimento!
“Beh grazie... E tu te la cavi molto bene con il lanciatore invece!”- rispose Tsubasa.
“E non hai ancora visto niente!”- disse con un sorriso malizioso sulle labbra- “Andiamo adesso, forza!”
“Sì hai ragione, è meglio andare...”- fece Tsubasa, pensando a quali altre “magie” quella giovane fosse capace di fare.
 
Si avviarono verso il cosiddetto cancello, dove avrebbero potuto imbarcarsi.
Man a mano che la distanza dal velivolo si accorciava, Akane si faceva sempre più irrequieta.
Non che fosse la prima volta che saliva su un aereo, però...
Però c'era un però.
Un pensiero, un ricordo.
Qualcosa di incontrollabile si stava facendo strada nel suo cervello.
Appena mise il piede sul primo gradino delle scale, le sembrò di svenire.
Il cuore batteva forte nel petto, quasi lo volesse sfondare.
Le ginocchia cominciavano a cedere lentamente.
E poi c'era quel nodo alla gola... (si si... Mi mancano solo le farfalle nello stomaco e poi sono a posto! NdAkane   Ma vuoi stare zitta?! Sto cercando di creare l'atmosfera giusta! NdAutrice)
Ma strinse i denti.
Non si sarebbe dimostrata debole, paurosa.
Lei era Akane Tategami, cavolo.
Non si poteva comportare così davanti ad uno stupido “coso” volante.
Anche se forse, ne aveva tutte le ragioni.
 
 
Allora, tanto per la cronaca, Tsubasa non era scemo.
Misterioso, sulle sue... ma scemo no.
Si era accorto che qualcosa non andava.
Ma sinceramente... non aveva saputo cosa fare.
Si limitò ad osservarla salire su, verso lo sportello.
Che ti succede? pensò preoccupato.
Quasi avesse captato quel pensiero nell'aria, la ragazza si voltò.
E il suo sguardo parlava chiaro: Tieniti fuori dai miei problemi. Lascia stare, non è roba per te.
Suonava quasi come una minaccia.
E Tsubasa decise (saggiamente) di accettare il consiglio.
 
Alle 16.50 l'aereo era già partito.
Dritto e veloce verso New York.
Dritto e veloce verso l'inizio di una nuova avventura.
 
 
Angolo dell'autrice
Salve a tutti!
Eccomi qui con un nuovo capitolo! Spero sia di vostro gradimento...
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo e anche chi legge in silenzio.
Bene, dato che non so proprio più cosa dirvi...
Akane: “Sapete com'è, ha sprecato tutte le parole i questo capitolo osceno...
Ehi! Ma tu che ci fai qui!
Akane: “Ma niente, passavo di qui...
Bene allora fai una bella cosa: vai a prepararti per il prossimo capitolo, che è meglio...
Akane: Antipatica!
Si vabbè... Stavo dicendo che dato che non ho altro da dirvi, me ne vado!
A presto :)
Mel
   
 
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