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Tanta sfiga potevo averla soltanto io, avevo l’abbonamento!
Quella sera mio padre non mi diede il tempo di potergli spiegare come andò la situazione, era troppo impegnato a sbraitare e a rendermi più intimidita. Mia madre rimase con me seduta sul divano fino alla fine: fino alla fine della predica di mio padre e della scelta della mia punizione. Mio padre non era tipo da punizioni normali, ma da “esemplari”.
Il giorno successivo mi svegliai a pancia sotto nel mio letto,avevo ancora le lacrime agli occhi per le pungenti critiche di mio padre verso quel ragazzo. Non ho idea di come facesse a conoscerlo, ma questo mi preoccupava.
“Tesoro, vuoi qualcosa?”
Chiese mia madre timidamente porgendo la testa nella mia stanza.
“Sì mamma. Voglio che fai venire qui Anastasia e che mi porti il cellulare.”
Risposi fredda. Non avevo voglia di parlare, non dopo l’insensata e immotivata
predica di mio padre, che aveva deciso di non parlarmi, non farmi toccare il
computer, di non usare lo scooter e di non uscire di casa per più di due ore al
giorno con Anastasia, finché non capivo l'errore.
Cosa avevo fatto? Chi era quel ragazzo? Perché mio padre l’aveva a morte con lui? Abbattuta dai miei pensieri, sprofondai con la testa nel cuscino. Non poteva importarmene di quel ragazzo che a mala pena conoscevo, ma non conoscevo l’origine del nervosismo di mio padre.
“Tesoro non riesco a trovare il tuo cellulare. Vuoi del tè?”
“Mamma con un tè puoi telefonare?” Chiesi ironica mentre fingevo di dormire
,invece nascondevo solo gli occhi gonfi.
Mia madre mi diceva che non lo trovava e che doveva andare in azienda, per l’ennesima volta. Le alzai il dito medio appena chiuse la porta.
Mi riaddormentai.
Mi svegliai un paio d’ore dopo di soprassalto:dovevo
assolutamente trovare il mio cellulare.
Corsi in fretta nella camera dei miei e afferrai il telefono di casa e digitai il mio numero …
Camminai per tutta la casa tentando di capire dove fosse, ma un voce affaticata rispose dopo quattro squilli.
“Pronto? Chi parla?”
“La proprietaria del cellulare che stai tenendo in mano.”
“Ah, Myself?!”
“Si, appunto. Mi servirebbe il mio
cellulare.”
“Io sono al lavoro fino alle 12. Se vuoi puoi venire tu a prenderlo.”
“No,mi dispiace non posso sono in punizione.” A quelle mie parole realizzai cosa
volevo davvero fare.
“Ah beh … allora te lo porto quando finisco il turno.”
“Scusami ,sarebbe un’urgenza. So che non dovrei chiedertelo perché sono stata
io a dimenticarlo nella tua auto, ma non potresti mandare qualcuno a
portarmelo?”
Ci fu un attimo di esitazione nelle sue parole e riluttante mi rispose non convinto.
“D’accordo. Adesso vedo chi può venire a casa tua il più
velocemente possibile.”
“Grazie,e scusa per il disturbo.”
“Figurati.”
Attaccai la cornetta e mi resi presentabile per chi mi
avrebbe presentato il cellulare. In una mancata di minuti suonarono alla mia
porta. Corsi ad aprire. Non guardai chi mi portò il cellulare, l’aveva in mano,lo
afferrai controllando gli innumerevoli messaggi ricevuti.
“Grazie.” Alzai la testa e appena misi a
fuoco l’immagine che avevo di fronte, il sorriso che era apparso sulle mie
labbra per gratitudine scomparve.
“Non c’è di che …” La potente figura di fronte a me si allontanò con un rapido sorriso.
Rimasi immobile guardando il ragazzo che si era precipitato
a casa mia ,allontanarsi lungo il marcia piede.
Non avevo idea di chi fosse,non lo avevo mai visto. Tornai alla realtà quando
un fottuto messaggio di Anastasia fece vibrare il mio cellulare:
“Sto arrivando da te xx”
Chiusi la porta alle mie spalle , abbastanza stupita .
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Ok
,lo so che è palloso, ma è un pezzo base. La storia
continua e non sarà così... ehm... NOIOSA!
Comunque fatemi sapere che ne pensate con una recensione :) xx