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Autore: Chirubi    09/04/2013    3 recensioni
[ Dal capitolo 8 ]
Gli alberi della foresta erano fittissimi, ma non per questo il cielo non era visibile, anzi.
Le chiome dei primi e i ciuffi d'erba erano tinti come d'oro, mentre le parti del fogliame non colpite dal sole parevano d'argento; il cielo si apriva in un trionfo di colori, dal rosa-arancio fino ad una tonalità di azzurro quasi identica a quella del cielo diurno.
Il tutto sembrava dominato da un tempietto di legno bianco con un tetto rosso semplice, senza troppe pretese, mentre alcune foglie auree gli danzavano davanti come spiriti riconoscenti al protettore della foresta.

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La fanfiction è sospesa. Sto lavorando per renderla migliore, spero che mi capirete.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Blue, N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Chapter 1


 

New Bark Town – “Winds of a New Beginning”


 

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« Love you, cutie. »

- Feralis


 

Una lieve brezza aleggiava tenue nell'aria invernale di Borgo Foglianova, mentre il fruscio delle fronde settentrionali e meridionali e le onde ad est annunciavano il mattino. I primi Ledyba svolazzavano qua e là ronzando, provvedendo a svegliare dolcemente noi abitanti.

Io ero già sveglia e vigile, e assieme a Toto, il mio fedele Totodile, mi ero rintanata tra i fiori delicati e morbidi che separavano casa mia dal laboratorio del Professor Elm, aspettando l'incarico giornaliero. Perché era così che tiravamo avanti da quando mia madre si era trasferita non lontano da Levantopoli nella regione di Unima con la sua Dunsparce per continuare il suo lavoro di maestrina.

E così, attendevo con ansia ogni fine settimana per rivederla, per chiederle come fosse il mondo al di là del piccolo Borgo Foglianova.

Già, come fosse il mondo al di là della mia paradisiaca e tranquilla città.

Toto sembrò accorgersi del mio appena accennato malumore dovuto al mio isolamento dal mondo. Mi tirò piano la mano con aria interrogativa, ma mi limitai a sorridergli e fargli cenno che era tutto a posto, cosa parzialmente vera.

Tanto ormai ci avevo fatto l'abitudine.

Il tempo sembrò volare mentre mi perdevo nei miei più reconditi pensieri, stesa sui fiori quasi assopita, tanto che mi parve passato un attimo quando udii il vicino cigolio di una vecchia porta.

E bene, avrei riconosciuto quel rumore ovunque.

Mi alzai di scatto, e senza nemmeno degnarmi di spolverare la leggerissima canotta bianca, la giacca blu o i pantaloncini in tinta, corsi dall'unica persona di cui mi fidassi veramente.

Ed eccolo lì, carnagione chiarissima, capelli castani e occhi della stessa tonalità dei capelli – caratteristiche fisiche tipiche di noi abitanti di Johto, ma anche di quelli di Kanto - , coperti da due sottili lenti.

  • Buongiorno, professore! Qual è la commissione del giorno?

Cinguettai sorridente in attesa dell'incarico, con gli occhi che mi brillavano.

  • Feralis, cara! Buongiorno anche a te. Oggi pensavo di mandare te e Toto ad acquistare una decina di pozioni a Fiorpescopoli, e magari prelevare anche la ghicocca verde del percorso 29, a quest'ora dovrebbe già essere matura.

Disse il tutto frugando insistentemente in una delle larghe tasche del camice bianco, estraendone alla fine una banconota da 3000 dollari Pokémon e porgendomela.

Nulla di tanto complicato nemmeno quel giorno, e a me la cosa stava anche bene.

Se non per il fatto che a quattordici anni non sarei dovuta rimanere a fare un viavai continuo tra Borgo Foglianova, il percorso 29 e Fiorpescopoli, allora la mia massima ambizione.

Perché la verità è che non mi ero mai spinta oltre la città vicina, nella quale trascorrevo anche le vacanze estive con i ventidue abitanti che ormai consideravo come una sorta di famiglia, dopo giornate intere in spiaggia ad intrecciare i fiori variopinti della città, a pescare e rinfrescarsi.

Però era anche vero che mi faceva rabbia pensare che ragazzini di quattro anni più piccoli di me erano liberi di esplorare la regione con i loro Pokémon mentre io ero ancora come chiusa in gabbia, ad aspettare quel sapore della libertà che non faceva altro che lasciarmi l'amaro in bocca.

Non che mi mancasse qualcosa, ma erano tre anni e dieci mesi che il tratto Borgo Foglianova-Percorso 29-Fiorpescopoli non mi emozionava più.

E sapevo che oltre quel percorso e quelle due città c'era ben altro.

Sapevo delle otto palestre, sapevo della Lega Pokémon al confine con la regione di Kanto, sapevo del pericoloso Monte Argento, sapevo dell'enorme centro commerciale della splendida ed enorme Fiordoropoli…

Ma anche qui pensarvi era inutile, non mi avrebbe aiutata a diventare una vera allenatrice.

Chissà, forse il mio destino era quello di diventare l'assistente alle compere del professor Elm, a Borgo Foglianova per sempre.

Una vita intera a marcire tra il Pokémon Market di Fiorpescopoli, il laboratorio del professore, e un mucchio di carte e appunti.

E magari Toto, per come sono deboli i Pokémon del percorso 29, sarebbe diventato un Feraligatr quando io sarei già stata sepolta.

E magari sarei stata promessa in sposa a quel nanerottolo del figlio del professore, quel ragazzino basso con i pantaloncini, le scarpe e il berretto blu e la maglia gialla.

Mi si accapponò la pelle.

Oh mio Lugia, no.

Almeno l'ultimo punto l'avrei impedito con tutta me stessa, poco ma sicuro.

  • Certo professore, provvedo subito.

Sospirai, con l'entusiasmo mozzato.

Ormai tutta la voglia di lavorare mi era passata, ma non volevo deludere Elm per nessun motivo al mondo.

Ero sul punto di incamminarmi, quando mi sentii poggiare una mano sulla spalla destra.

  • Feralis…

Il professore esitò, la paura lo stava tradendo nonostante stesse cercando di apparire quanto più calmo possibile, mentre io ero così assente da non essermi accorta delle acque tormentate nella sua voce.

  • Il Team Rocket è rinato per la seconda volta, si dice che stia assaltando tutte le città di Johto a partire da quelle senza la protezione di un Capopalestra.

    Se ti dovesse succedere qualcosa in giornata, hai in tasca il Pokégear per contattarmi?

Annuii subito, seria.

Vedere il professore preoccuparsi non era cosa da nulla.

  • Bene, allora ci vediamo stasera! Divertiti, mi raccomando!

Finse di essersi risollevato e si riprecipitò misteriosamente nel laboratorio, ma lo conoscevo abbastanza bene da sapere che stava mentendo spudoratamente più a se stesso che a me.

Ma va be', chi ero io per giudicare?

  • E va bene, andiamo, Toto.

In poco e niente, con il sole già ben alto in cielo, ero già tra l'erba alta del percorso 29 con il mio fedele amico che scrutava con cautela gli alberi che ci circondavano, alla ricerca di Pokémon selvatici da cui difendersi, ma non trovammo nulla di diverso dai soliti Pidgey svolazzanti e i Sentret ritti attenti sulla coda.

Una volta giunta all'albero delle ghicocche verdi ne prelevai una da donare a Toto, che la gustò subito soddisfatto.

Mi sfuggì un sorriso nel vederlo chiedere altre ghicocche, tutto contento e saltellante.

Ricordavo come se fosse stato il giorno prima l'ottenimento del mio primo ed unico Pokémon: me lo regalarono i miei genitori il giorno del mio decimo compleanno, e scelsero un Totodile perché un giorno sarebbe diventato un Feraligatr. E il mio nome, Feralis, deriva da un omaggio ad un Feraligatr che salvò la vita di mio padre da parte sua. Di conseguenza, i due fatti sono collegati.

Dopo aver esaudito nuovamente il suo insaziabile desiderio di ghicocche, strinsi forte Toto in un abbraccio nonostante pesasse abbastanza e avesse una pelle dura come cemento.

  • Ti voglio bene, piccolo.

Mormorai, stampandogli un bacio sul capo.

  • Adesso però dobbiamo andare, altrimenti ci possiamo fermare per poco tempo a Fiorpescopoli, su! In marcia!

Me lo caricai sulle spalle, ridendo, e corsi quegli ultimi passi che mi separavano da Fiorpescopoli.

Ma da quel momento, non ebbi più niente di cui ridere.

   
 
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