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Autore: kannuki    10/04/2013    2 recensioni
"Non avrebbe saputo dire se, vedendola, egli avesse provato più gioia o più dolore, ma quel ch'era certo era che non l'aveva veduta con animo indifferente."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Backover'
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Capitolo 4 – As I Lay Dying


Non ricordo di averlo fatto, ma quando mi sveglio, trovo un fascio di fogli vergati di mio pugno sulla parte vuota del letto. Ho paura a leggerli ma se la mia mente sta vacillando, vorrei saperlo prima di muovere qualsiasi passo contro Klaus.

Può succedere. L'ho visto succedere a vampiri ben più forti e vecchi di me. Va tutto bene, e all'improvviso ti svegli in un posto mai visto prima, lorda di sangue e con un souvenir fisico della tua ultima vittima. I telegiornali parlano di un nuovo serial killer in città e allora ti sposti per depistare l'attenzione. Dimentichi il tuo nome, gli affetti, perché hai bisogno di nutrirti e, semplicemente, muori. Ti suicidi, chiedi ad un amico di ucciderti. Perché capita nessuno sa dirlo. La piccola Katerina crede alla rassegnazione dell'anima, Katherine sbuffa aria dal naso e solleva le spalle, dicendo che 'a loro non capiterà.'

Katherine parla di se stessa in terza persona e già questo dovrebbe causarle un serio dubbio.

Afferro il primo foglio e ingoio un po' di saliva. Leggo febbrilmente le confessioni di Katerina, cose che non si è mai sognata di dire ad alta voce, troppo vergognosa e timida per sopportarne le conseguenze. Cose che non ha mai ammesso neppure a me. Sento la maschera di Katherine spezzarsi in tanti minuscoli frammenti e con le lacrime, viene giù anche l'impalcatura. Calma, piccola. Senza Katherine non c'è lotta. Senza Katherine, Klaus ha vinto.

Din don

Katerina arraffa i fogli - prima che io possa cominciare a ragionare - e li nasconde sotto il cuscino, infila la vestaglia e picchietta un po' di cipria sul naso arrossato.

Davvero? Credi di riuscire a nascondere i segni della disperazione che porti dentro con un po' di polvere evanescente sia pure marcata Dior?!

Katerina fa queste cose, Katerina si lancia a capofitto in un amore o un'avventura e poi ne paga le conseguenze. Apre la porta senza neppure domandare chi è. Ha i capelli in disordine, le guance bagnate e il viso congestionato... e mister perfezione che l'ha vista scarmigliata e sanguinante, non ha un movimento, un giudizio, un commento. E' un signore, non si sogna di metterla in imbarazzo. Oppure, come tutti gli uomini, non vuole chiedere e non vuole sapere. Ora scansati e lascia parlare me.

Raddrizzo le spalle e un boccolo vola oltre il collo, mentre le braccia si piegano in atteggiamento di chiusura. Arriccio il naso, infastidita dalla visita mattutina e dal sale che mi secca le guance. Katerina si ritira in un angolo, condiscendente.

Che cosa vuoi?”

Invitarti al ragionamento. Posso entrare?”

Sento Katerina miagolare un 'ti prego' e una contrazione nella parte dove una volta risiedeva il cuore. Per lei non sono abbastanza. Ha bisogno di un uomo per sentirsi davvero al sicuro. Mi faccio da parte, non mascherando l'irritazione. Elijah entra, tenendomi gli occhi incollati addosso. Non fa caso al mio abbigliamento succinto, invade il salotto con la propria impeccabile perfezione, mi porge un sacchetto che manda un odore paradisiaco e Katherine sogghigna, ricordando la sua fissa per la colazione.

Ti consiglio di riflettere attentamente, prima di intraprendere qualsiasi azione che ti porti a meno di tre metri da Klaus.”

Pensavo a tre centimetri.”

Elijah contrae le sopracciglia e poi le distende, muovendosi per il salotto. “E' un'azione suicida.”

Rischiosa, direi.”

Potrebbe non funzionare.”

Ti prego! Uno stregone millenario la cerca dall'alba dei tempi, non è previsto un malfunzionamento!

Perché stavi piangendo?”

Un sobbalzo interno e la gattina Katerina tira su col naso, mentre Katherine sfodera il suo miglior sguardo enigmatico.

Hai fatto indigestione di romanticismo?” sogghigna passando le dita sulla costina di Anna Karenina. Altro discreto mattone adattabile a fermaporte, a mio avviso.

Ma per favore...” sussurro sbattendo il sacchetto sul tavolo e dirigendomi in camera da letto. “Credo muoia, alla fine!” urlo estrapolando il fascio di fogli da sotto il cuscino. Devo bruciarli?

Si getta sotto il treno.”

La voce alle mie spalle è una coltellata lungo la spina dorsale. Mi volto di scatto, le zanne sfoderate, minacciosa. Come osa invadere la mia privacy?!

La sorpresa di Elijah dura poco: il suo volto si affila, mostrando disappunto e un accenno di pericolosità. Tengo alta la guardia ma quando mi strappa via il manoscritto, perdo interesse nella minaccia. Gli basterà leggere le prime righe per smascherare il cuore di Katerina, e la piccola è già abbastanza giù di morale per sopportarne di nuove. Devo proteggerla o crollerà definitivamente.

Hai stilato il testamento?”

Elijah volta i fogli nel verso giusto e mi tiene a distanza, semplicemente distendendo il braccio. Glielo strappo, se non la smette di fare lo stronzo! “Sono i miei pensieri privati, non hai il permesso... Elijah!”

Lui stringe le palpebre e smette di respirare, perdendo un attimo lo sguardo nel vuoto e riportandolo subito sulle righe mal scritte.

E' privato” bisbiglia la Vergine Piangente con la sua vocina sottile e dimessa. L'ammazzo, questa stupida, se non sparisce alla svelta!

Elijah si schiarisce la voce ma il suo sguardo si fa cupo e un po' irriverente. “Sempre bugiarda” mormora gettando il ventaglio di fogli sulla coperta. “Mentiresti anche sul letto di morte.”

Allora vattene” sussurro ignorando il manoscritto che giace alla rifusa sul letto e sul pavimento. “Tu non sai niente di me. Non conosci quel che si cela nel cuore di Katerina” bisbiglio avvicinandomi, le dita che prudono per raccogliere la confessione di un amore cresciuto nel tempo e rimasto bloccato da ricordi dolorosi.

Elijah mi guarda e solleva un foglio a caso, lasciandolo svolazzare di nuovo. Sta giocando con i sentimenti di Katerina, non lo sopporto!

La prova materiale che stai perdendo la ragione” sussurra avvicinandosi a sua volta. “Così hai sempre amato me. Tutt'ora confessi di amarmi... ed io dovrei crederti....”

Avvampo e sento la piccola sprofondare nell'imbarazzo più nero. “Katerina ti ama. Io non provo niente per te.”

Katherine è solo una menzogna creata per proteggere te stessa da Niklaus.”

Scuoto la testa e mi abbasso a raccogliere il manoscritto. Lo strappo in due parti, disintegrando le confessioni intime di Katerina. Faccio a pezzi il passato e un dolore lancinante mi stordisce. È come essere risucchiati da un aspirapolvere settato sulla massima potenza. Esaltazione e dolore, sollievo e disperazione. Ma che mi succede?!

Elijah è ammutolito, non cerca neppure di fermarmi. Non guarda i frammenti cartacei, guarda me che li distruggo in pezzetti sempre più piccoli. “Questo riassume quel che...” non riesco a parlare, la gola fa male e quando tento di concludere la frase, fuoriesce solo un gemito. Chiudo gli occhi, ingoio e sospiro per riprendere il controllo della situazione. Katerina è in ginocchio, arresa ad un amore che non riesce più a soffocare. Va tutto bene, piccola. Ci sono io a proteggerti! Appena lo dico, Elijah tira indietro un boccolo che copre la guancia, sfiora la gota col pollice e sussurra il mio nome, dolcemente. La lingua si incolla al palato e resta lì, immobile e inutile. Lo guardo negli occhi, sospettosa, senza respiro, inerme. Le sue labbra sfiorano le mie – vabbene, quelle di Katerina! – le accarezzano piano piano e le aprono delicatamente.

Katerina ha un sussulto e la sensazione è quella di essere calciata giù per una scalinata ripida con tanto di burrone finale. Mi aggrappo con due dita al bordo e dondolo dentro un baratro caldo, mentre la testa si fa leggera leggera. Provo ad arrampicarmi ma la roccia si sgretola sotto le dita e il calore risale il mio corpo, sinuoso e corroborante. Mollo la presa, sorridendo. Se dobbiamo tirarlo dalla nostra parte, è meglio usare il miele al posto dell'aceto. E poi tutte abbiamo bisogno di una distrazione, di tanto in tanto.


  
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