Da Stria93: Ciao
a tutti! Ecco il secondo capitolo, con una piccola correzione
rispetto al primo, nel quale ho utilizzato erroneamente il nome
“Ruby” nonostante la storia sia ambientata nel mondo delle fiabe
e non a Storybrooke, quindi da questo capitolo in poi lo sostituirò
con “Red”. Grazie a chi mi ha segnalato questo piccolo errore :)
Grazie
anche a tutti i lettori, a chi ha recensito e a chi segue questa
storia!
Un
bacione! <3
Stria93
Rumpelstiltskin si
trovava nel suo laboratorio, una stanza circolare in cima alla torre
più alta del Castello Oscuro.
Stava in piedi,
immobile davanti alla finestra, in attesa di qualcosa che non sarebbe
giunto: il suo ritorno.
Da quando Belle se
n'era andata, ogni giorno il Signore Oscuro trascorreva interminabili
minuti appostato davanti a quella finestra, nella speranza di vederla
arrivare al castello nel suo abito celeste, con il suo passo deciso
ma aggraziato.
Allora lui sarebbe
corso al suo arcolaio e avrebbe fatto finta di niente, come se non
avesse passato intere ore con lo stomaco stretto in una morsa in
attesa del suo ritorno.
Ma in cuor suo
sapeva che lei non sarebbe arrivata.
Lui l'aveva mandata
via e poco importava che se ne fosse pentito all'istante.
Poco importava che
nel momento in cui aveva udito i suoi passi allontanarsi, l'unico suo
desiderio fosse prenderla tra le braccia e stringerla a sé,
dicendole che anche lui l'amava.
Invece era rimasto
fermo a fissare la parete di pietra della buia cella sotterranea e
l'aveva lasciata andare via, con il cuore spezzato e le lacrime agli
occhi.
Sospirò e si
diresse al piano inferiore, nella stanza in cui filava la paglia e la
tramutava in oro, l'unica occupazione che potesse distoglierlo dai
pensieri che lo tormentavano.
Una volta Belle gli
aveva domandato perchè filasse per così tanto tempo, nonostante
avesse già montagne d'oro che non sapeva come utilizzare; lui aveva
risposto che guardare la ruota lo aiutava a dimenticare.
Le labbra sottili
del Signore Oscuro s'incurvarono in un sorriso amaro: che ironia!
Adesso filava per dimenticare proprio lei!
Red e Belle
raggiunsero il villaggio in poco più di mezz'ora.
Si trattava di un
piccolo agglomerato di umili casette di pietra, dal tetto spiovente.
Belle notò che, al
loro passaggio, le persone distoglievano lo sguardo o si
allontanavano, evitando accuratamente di incrociare il loro cammino.
Red sembrò non
farci caso e proseguì a testa alta e a passo spedito verso una casa
un po' più isolata rispetto a tutte le altre, dal cui comignolo
fuoriusciva un filo di fumo.
Le due ragazze
portarono il cavallo in una piccola stalla, adiacente all'abitazione.
Belle liberò
l'animale dalla sella e dalle redini, accarezzandolo.
- Vieni Belle, devi
conoscere mia nonna. - Disse Red allegramente, guidando l'amica verso
la porta d'ingresso della casetta.
Ma non fece in
tempo ad aprirla che questa si spalancò e sulla soglia apparve
un'anziana donna dalla corporatura robusta, che imbracciava
minacciosamente una balestra.
- Dove sei stata
fino a quest'ora?! - Ringhiò, rivolgendosi alla ragazza.
- Calmati nonnina,
stavo solo... -
- Sai bene che devi
tornare a casa appena cala la luna! Non voglio che tu stia a
gironzolare per i boschi. -
Red fece un passo
indietro e alzò le mani, cercando di tranquillizzare l'energica
nonnina, che continuava a brandire l'arma contro di lei.
- Nonna, puoi
abbassare la balestra? Rischi di spaventare la nostra ospite. -
Solo allora la
donna si accorse della presenza di Belle, che assisteva alla scena
incerta se ridere o preoccuparsi.
- Oh ehm...ma
certo. Scusami cara, mi dispiace che tu abbia assistito a tutto
questo, ma sembra che mia nipote non abbia altro da fare se non far
preoccupare la sua povera nonna. -
Disse, lanciando
un'occhiataccia a Red, la quale sbuffò sonoramente, prima di fare le
presentazioni: - Nonna, lei è Belle e starà da noi per qualche
giorno. Belle, questa è la mia nonnina, come avrai capito. -
La ragazza sorrise
all'anziana donna: - Piacere. Spero di non arrecarvi troppo disturbo.
-
L'altra rispose al
sorriso: - Non dire sciocchezze, cara. Ma vieni dentro, non stare lì
sulla porta. -
L'interno
dell'abitazione era semplice ma accogliente; un fuoco scoppiettante
ardeva nel camino di pietra, sotto una pentola di rame dalla quale si
sprigionava un invitante profumino.
Lo stomaco di Belle
brontolò sonoramente.
La nonna le lanciò
un'occhiata comprensiva, poi si rivolse alla nipote: - Oggi dovrai
andare a caccia e procurarci qualcosa da mangiare per la cena. Ma non
allontanarti troppo. -
- Va bene, nonnina.
Ehi Belle, ti va di accompagnarmi? -
La giovane annuì:
- Certo. -
Le due ragazze
fecero colazione con una scodella di latte, pane e marmellata di
fragole (fatta dalla nonna in persona); dopodichè si avventurarono
nel bosco.Red sembrava sapere
esattamente dove andare e dove trovare la selvaggina; si muoveva
proprio come un lupo che segue le tracce della sua preda.
Belle la osservava
affascinata e la seguiva, in silenzio.
Ad un tratto Red si
fermò e alzò la testa.
- Resta qui. -
Disse all'amica, poi corse verso un gruppo di cespugli e scomparve
tra la vegetazione.
Passarono poche
decine di secondi e la ragazza ritornò con un sacco di iuta in
spalla e un sorriso soddisfatto.
- Questa sera si
mangia lepre! - Annunciò allegramente.
Durante il ritorno,
Red raccontò a Belle di come aveva scoperto di essere un Lupo,
uccidendo il suo stesso fidanzato, e di come aveva imparato a
controllare le sue trasformazioni, in modo da non essere più un
pericolo per le persone.
- Mi dispiace
molto. È terribile. - Commentò la giovane.
Un lampo di dolore
attraversò il viso dell'amica: - Sì, è stato tremendo. -
In quel momento
Belle si decise a dare voce alla domanda che le frullava in testa da
quando era giunta al villaggio quella mattina: - Le persone che
abbiamo visto stamattina, quando siamo arrivate... -
Red capì al volo e
scosse la testa: - No, non sanno la verità, ma questo non gli
impedisce di essere sospettosi. Io e mia nonna viviamo sole, ce la
siamo sempre cavata per conto nostro e lei mi ha cresciuta da sola,
inoltre sa moltissime cose sui Lupi; ma fortunatamente nessuno è al
corrente della mia natura, a parte pochissime persone fidate. -
Tra le due scese un
silenzio imbarazzato.
- Scusa, non
intendevo essere indiscreta. - Disse Belle, abbassando lo sguardo.
Red sorrise: - Non
preoccuparti. È solo che non sono abituata a parlare liberamente di
tutto questo. -
Nessuna delle due
aprì bocca per il resto del tragitto, ciascuna persa nei suoi
pensieri.
Belle si spogliò e
s'immerse nella piccola tinozza, riempita con acqua bollente.
Finalmente, dopo
quattro giorni di viaggio, poteva godersi un bel bagno caldo.
Chiuse gli occhi,
godendosi la sensazione dei muscoli che si rilassavano e si
distendevano.
Red e sua nonna
erano state gentilissime con lei e le avevano preparato un bagno
degno di una principessa.
Trascorse quasi
un'ora immersa nell'acqua calda e quando ne uscì si sentiva rinata.
Red le aveva
prestato dei vestiti in attesa che i suoi asciugassero, dopo essere
stati lavati; fortunatamente le due ragazze avevano più o meno la
stessa taglia.
Belle indossò gli
abiti e si guardò allo specchio: si trattava di una semplice gonna
rossa che le arrivava alle caviglie, una camicia bianca dalle maniche
ampie che le arrivavano ai gomiti, un corsetto nero e una cintura di
cuoio, dalla fibbia piccola e argentata, che le ricadeva morbidamente
sui fianchi.
Si acconciò i
capelli in una semplice coda con un nastro rosso e sorrise,
soddisfatta del risultato.
Ad un tratto udì
dei leggeri colpi alla porta, seguiti dalla voce squillante di Red: -
Belle? Sei già vestita? La nonna dice che è pronta la cena. -
Belle mangiò di
gusto tutte le pietanze che la nonna aveva cucinato.Erano quattro
giorni che non consumava un pasto come si deve.
Le padrone di casa
la osservavano, divertite dalla voracità con cui addentava ogni
cosa.
- Ehi Belle, quella
lepre non scapperà via dal piatto! - Rise la ragazza.
Lei arrossì: -
Scusatemi, è solo che durante il viaggio non ho potuto mangiare
molto e questo piatto è davvero delizioso! -
La nonna sorrise: -
Modestamente, è una delle mie specialità ed è famosa in tutto il
reame. -
- Non esagerare,
nonna! -
- Non sto
esagerando Red! Lo sanno tutti che sono la cuoca migliore del regno!
-
Belle rise di quel
tenero battibecco e per la prima volta, da quando aveva lasciato il
Castello Oscuro, si sentì quasi a casa.
Quella notte Red si
sarebbe di nuovo trasformata nel lupo e così insistette affinchè
Belle dormisse nel suo letto, che in ogni caso sarebbe rimasto vuoto.
La trasformazione
sarebbe iniziata tra poche ore e le due ragazze ebbero il tempo di
chiacchierare un po', prima che una si coricasse e l'altra uscisse a
correre nei boschi.
- Allora
Belle...sei in viaggio per raggiungere una persona speciale? - Esordì
Red, con un pizzico di malizia nella voce.
L'altra distolse lo
sguardo e non rispose; questi gesti rappresentarono una risposta
sufficiente per la ragazza.
- Lo sapevo! E chi
è? È bello? Ti ama? E tu ami lui? -
Belle frenò con un
gesto della mano quella sfilza di domande, poi cercò il modo
migliore per rispondere senza rivelare troppo di ciò che era
accaduto: sentiva che non era una buona idea rivelare i dettagli,
incluso il fatto che l'oggetto del suo amore fosse il Signore Oscuro.
- è...complicato.
- Sospirò.
Red la esortò ad
andare avanti e Belle iniziò a raccontare.
- Lui era il mio
padrone, lavoravo come sua domestica ma quando l'ho conosciuto bene
ho capito che non era l'uomo crudele e senza scrupoli che tutti
dicevano e...mi sono innamorata di lui. -
Lo sguardo di Red
si fece sognante: - Oh, è così romantico! E lui ti ricambia? -
Belle si morse il
labbro: - Sì, almeno credo... -
L'altra inclinò la
testa di lato con aria interrogativa.
- C'è stato un
bacio e subito dopo lui mi ha accusata di averlo ingannato e mi ha
detto che nessuno avrebbe mai potuto amarlo, dopodichè mi ha
cacciata via. -
- Ma ora tu stai
tornando da lui... - Disse Red confusa.
- Sì, voglio
convincerlo che il mio amore è sincero e so che anche lui prova gli
stessi sentimenti per me, credo che abbia solo paura di abbandonarsi
ad essi. Non so come prenderà il mio ritorno, gli ho detto delle
cose terribili quando me ne sono andata. -
Belle sentì gli
occhi inumidirsi al ricordo delle taglienti parole con cui si era
congedata dal Castello Oscuro: vi rimarranno soltanto un cuore
vuoto e una tazza col bordo spezzato.
Red le strinse
gentilmente una mano e le sorrise comprensiva: - Sono certa che andrà
tutto bene. Se il vostro è vero amore ci sarà un lieto fine. -
Belle sorrise e
abbracciò la ragazza: - Grazie...per tutto. - Sussurrò.
Quando si sciolsero
dall'abbraccio Red guardò fuori dalla finestra: - è quasi ora. Devo
andare. -
L'amica annuì: -
Sicura che posso dormire nel tuo letto? -
L'altra alzò gli
occhi al cielo, esasperata: - Belle, è la centesima volta che me lo
chiedi! -
- Va bene, va bene.
Scusa. -
Red sorrise e uscì
dalla camera.
Belle s'infilò
sotto le morbide coperte e chiuse gli occhi, ascoltando un ululato
che si levava in lontananza.
L'ultimo pensiero
prima di addormentarsi fu per Rumpelstiltskin, poi cadde in un sonno
profondo e senza sogni.