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Autore: _Miokie    12/04/2013    6 recensioni
"Uccido i demoni sulla terra perché quelli nella mia mente non possono morire".
In città è arrivata una ragazza avvolta da un mantello e dai lunghi capelli vermigli.
[Avvertimento per coloro che leggono, la storia che vi accingerete a leggere si rifà agli avvenimenti presenti nell' anime ispirato dalla saga dei videogiochi di Devil May Cry ]
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
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It wasn't the perfect day...

Un raggio di luce mi offusca la vista, ha finito di piovere e le nuvole si diradano lasciando che il sole illumini tutta la strada che resta comunque tetra quanto prima.
Dante si porta una mano davanti al viso. - Ci pensi tu da sola? Non sembra molto forte.- mi dice a mezza voce.
Stringo la mano intorno all'elsa della Justice, sento le pietre ornamentali che si imprimono nella pelle leggermente sudata del palmo.
-Come preferisci. - scosto il lato sinistro del mantello dietro la spalla e da lì, partono dei leggeri riflessi. Dante se ne accorge e si volta appena per scorgere ciò che porto nascosto con gelosia.
-Artiglieria pesante? - sogghigna beffardo anche se in realtà è evidente che sta nascondendo la sorpresa.
Prendo in mano una delle due pistole e l'argento di questa si infrange contro il sole irradiando tanti piccoli riflessi adamantini.
Faccio un passo avanti e Dante è già sparito.
"Chiama se serve una mano" mi ha detto prima di salire sul tetto della casa al nostro fianco con un solo balzo.
-Ora siediti per favore, e goditi lo show- gli dico sorridendo beffarda.
Punto l'arma dritta avanti a me e sparo il primo colpo, il demone però si scansa fulmineo e me lo ritrovo ad una manciata di centimetri dal viso.
-...Cazzo- apre le enormi fauci emettendo un verso stridulo e metallico che per poco non mi perfora i timpani.
-Vuoi una mentina per caso? - sparo ancora centrandolo dritto in gola – Ho solo quelle molto forti però!-
Il mostro si allontana dolorante. Sfodero la spada mentre conto i passi che ci separano.
- Mi dispiace che non siano di tuo gradimento...- con uno scatto mi faccio in avanti e inizio ad attaccare il demone, con fendenti sempre più energici e centrandolo in punti sempre più dolorosi, partendo dai muscoli degli arti, fino ad arrivare alle articolazioni e i tendini. Lo sbatto a destra e a manca facendogli perdere il senso d'orientamento finché non cade a terra, ma so che ancora non è abbastanza per sconfiggerlo.
Il sangue esce fiotti dalle sue ferite, credo di avergli lacerato delle vene molto grandi e qualche arteria. L'orode ferrugginoso mi riempe le narici e sono costretta ad allontanarmi. Ma non basta, il liquido rosso gocciola anche dalla lama della mia spada e decido di rinfoderarla. Prendo un'altra pistola. Una per i bersagli lontani e una per quelli vicini: Cain e Abel in coppia sono perfette e micidiali, queste insieme hanno la stessa potenza della Justice da sola o di Eve, la terza pistola, l'asso nella manica. È ancora troppo presto però per rivelarla.
Faccio partire una raffica di colpi che vanno tutti a segno, l'ultimo dritto nell'occhio. L'essere si porta una mano sul viso per il dolore lancinante e altro sangue inizia a scorrergli tra le dita.
Mi urla contro tutta la sua rabbia, si sgola e si incazza come la bestia che è, mi guarda furioso. Vorrebbe uccidermi con la sola vista, ma ha un'arma molto più letale, artigli e zanne affilati come rasoi. La cosa positiva è che non è uno di quei demoni che usa una strategia per attaccare. Lui attacca e basta, non pensa. Agisce.
Mi fiondo su di lui e con un calcio lo faccio volare in in aria, ripongo le pistole nel mantello e sguaino la spada cercand di non pensare al sangue che ne macchia la lama, con un salto lo raggiungo e ricomincio a ferire la sua carne in profondità. Alla fine lo sbatto al suolo, riprendo le pistole in mano e finisco i proiettili del caricatore centrandolo sullo sterno.
Quando torno a terra, mi allontano di diversi metri.
-E' tosto lo stronzetto...- sibilo seccata quando mi accorgo che è ancora vivo. Mi pulisco uno schizzo di sangue dalla guancia lasciando la scia rossastra.
-E' un demone del caos ed è al minimo delle sue capacità. Ti conviene farlo fuori prima che raggiunga il massimo della forza.-
-Parli bene tu, te ne stai in platea a fare lo spettatore!-
Lo sento ridere di gusto e un mezzo sorriso affiora sulla mia bocca.
Mi rifaccio di nuovo avanti, ma stavolta la lotta è più movimentata, non solo il demone riesce a parare alcuni miei colpi ma tenta degli affondi con gli artigli anche lui. Cerco di schivarli tutti ma con l'ultimo mi colpisce sul braccio scaraventandomi contro un muro. Nonostante l'impatto però riesco a reggermi sulle gambe, ma sul braccio ho una grande ferita da cui fuoriesce tanto, troppo sangue.
Un'altro urlo squarcia l'aria, ancora più forte di prima.
-Taci maledizione!- grido con tutto il fiato che ho in gola.
-Beatrix!- sento la voce di Dante urlare, è in piedi sul tetto davanti a me, la mano già pronta a sfoderare la sua spada.
Barcollo per un secondo e cado di sedere a terra. Quando il demone finisce di straziarsi recupero subito le pistole e mi rimetto in piedi, troppo in fretta forse e dopo un capogiro mi ritrovo di nuovo per terra. -Merda!- mugugno. Si avvicina, lentamente. Il più velocemente possibile ricarico le pistole e cerco di rallentarlo sparandogli agli arti inferiori. Ma quel coso si incazza ancora di più e accelera il passo. Maledizione!
Ha l'artiglio già pronto per attaccarmi e alla fine decido che è il momento di tirare fuori Eve.
Riprendo la spada, riponendo le pistole nel mantello e aspetto... aspetto che si avvicini.
Tre metri, due metri, un metro... ORA!
Proprio nell'istante in cui sta per attaccarmi con la spada gli trancio via l'arto, dopodiché punto la lama al suolo e con uno slancio mi rialzo in piedi. Con un braccio mi reggo sulla spada e con la mano libera tiro fuori una pistola, la punto alla tempia del demone.
-E tanti. Cari. Saluti.- Premo il grilletto. Un bagliore bluastro si accende e il demone si accascia al suolo all'istante, riducendosi in un mucchio di polvere.
Scuoto leggermente la testa. Poggio la spada sulla spalla e mi giro verso Dante.
Sorrido strafottente. -Allora ti è piaciuto lo... spet...tacolo...- la mia voce si affievolisce sempre di più e alla fine rovino di ginocchia a terra, ma prima che io finisca con la faccia sull'asfalto due braccia mi afferrano.
Non era decisamente giornata per una missione.


-Dante-

Già dal momento che ha iniziato a barcollare ero pronto ad intervenire in qualsiasi istante.
Ho seguito attentamente ogni suo movimento, fino a quando non l'ho vista tirare fuori la terza pistola e un bagliore mi ha obbligato a chiudere gli occhi per qualche secondo. Quando li ho riaperti il demone non c'era più. Beatrix mi sta guardando con un sorrisetto soddisfatto.
-Allora ti è piaciuto lo... spet...tacolo...-
Ho fatto appena in tempo a prenderla quando l'ho vista cadere in avanti.
L'ho fatta stendere su una panchina lì vicino in attesa che si riprendesse. Nel frattempo ho recuperato la pistola e la spada che aveva lasciato cadere a terra mentre perdeva i sensi. La spada l'ho poggiata dietro alla panchina mentre la pistola l'ho studiata, rigirandomela tra le mani. Con le dita passo sopra l'incisione che c'è sul lato, in caratteri corsivi vi è scritta la parola "Eve", contornata da alcuni piccoli ghirigori.
Quella luce tendente al blu che all'improvviso si è accesa quando ha sparato, mi ha incuriosito molto. Se l'ha usata all'ultimo momento forse c'è un motivo, ma sopratutto più guardo quest'arma e più sono certo che non sia una pistola comune come possono essere Ebony e Ivory o le altre due che lei ha usato.
Estraggo alcuni proiettili dal caricatore, eppure sembrano normalissimi tranne per il fatto che pesano un po' di meno.
Finita l'ispezione sento il rombo di un motore avvicinarsi. Una moto si ferma in mezzo la strada davanti a noi, inutile dire che è Lady che non appena ha scoperto della battaglia con un demone in un quartiere semi-sperduto della città ha deciso di accorrere sul luogo, ovviamente in ritardo.
Scende dalla sua moto e mi osserva curiosa, poi passa alla ragazza e accenna un sorriso che arriva ad accendere anche i suoi occhi bicromici.
-Non ha retto?- chiede scherzosa.
-Al contrario, se l'è cavata più che bene. E' crollata solo dopo aver ucciso il demone. Mi dispiace che tu sia arrivata in ritardo, è stato uno show molto coinvolgente.-
La brunetta si avvicina e mi fa alzare dalla panchina. -Togliti. Quando una persona sviene gli si dovrebbero tenere le gambe alzate e stringere la base del naso con due dita.- e da brava infermiera improvvisata ha eseguito all'istante la procedura appena citata. -Chiama Morrison- continua lanciandomi il suo telefono - la porteremo in agenzia.-.
Morrison è arrivato una decina di minuti dopo la chiamata e ci ha aiutato a spostare Beatrix e le armi dalla panchina alla macchina e dalla macchina allo studio. Subito dopo Lady si è occupata della ragazza, mentre io mi sono messo alla scrivania ad esaminare meglio la pistola, smontandola e osservandone i pezzi.
-E' della ragazza?- mi chiede Morrison affiancandomi.
Annuisco senza distaccare gli occhi dai pezzi.
-Sembra una normalissima M1911 simile alle tue due pistole-
-Sì è esattamente quel che sembra, una normale M1911 che quando spara emette luci bluatre- Mi gratto il mento pensieroso.
-Forse sono i proiettili che dovresti controllare...-
Una voce smorzata giunge dal divano.
- S-sono semplicemente dei proiettili anti-demone- Beatrix, ancora un po' frastornata si sta alzando a sedere con l'aiuto di Lady che le tiene un braccio intorno alle spalle.
-Proiettili anti-demone?- la curiosità colpisce anche Morrison che si avvicina a lei chiedendole di più su quell'arma.
La rossa sorride all'impazienza improvvisa dell'uomo ma dopo poco scuote la testa in segno di diniego. -Non so dirti più di questo. Quell'arma l'ha costruita mio padre tempo fa e non ho avuto l'occasione di saperne di più.- ha fatto un sorriso triste con gli occhi persi nel vuoto di un vecchio ricordo molto vivido. Uno di quei ricordi che sai non potranno mai abbandonarti.
Beatrix in quel momento mi ha fatto capire che per alcune persone le memorie di momenti felici possono andar via con più facilità, mentre le riminescenze del passato che ti hanno lasciato quel segno indelebile e doloroso non possono svanire così. E' questo quel che ho letto nel suo sguardo.
Morrison comprensivo le ha dato una pacca sul ginocchio e dopo essersi alzato ha ripreso la sua giacca dall'appendiabiti e se n'è andato.
-La tua stanza di là è pronta, se magari vuoi riposarti un po'...-
-No, grazie, magari fra un po'... mi sono appena svegliata. Però gradirei un bicchiere d'acqua, mi sento la gola secca.-
Ho fatto per alzarmi ma Lady mi ha preceduto rispingendomi sul divanto con una leggera spinta della mano.
Mentre lei è in cucina ne approfitto per chiedere una cosa a Beatrix.
-Come mai non hai avuto l'occasione di chiedere a tuo padre a proposito della pistola?-
E' trasalita all'istante, d'un tratto s'è trasformata in un pezzo di ghiaccio. Si passa la mano sulla fronte, senza scostare, però, di un millimetro il ciuffo che le va a coprire l'occhio sinistro.
-Un'altra volta Dante, non ora- mi risponde in un mormorio. Sembra così piccola in questo momento, debole potrei dire.
-Ah, già. Spero non ti dia fastidio, però ho cercato nella borsa se avevi qualche medicina ma ho trovato solo una scatola di un farmaco per la pressione vuota.- Lady ritorna in salotto e porge un bicchiere colmo d'acqua alla ragazza.
Prende un lungo sorso d'acqua fresca prima di risponderle:- No, tranquilla. In fondo nel borsone ci sono solo vestiti. Comunque dovrei andare in farmacia a comprare di nuovo quelle pillole.-
-Ti capita così spesso di svenire da dover prendere un farmaco?- la guardo stupito. In fondo è giovane e doversi già ingozzare di medicine non deve essere il massimo.
-Ho frequentemente cali di pressione improvvisi e la medicina che prendo serve a mantenere la mia pressione sanguigna regolare. Comunque può anche dipendere da altre cose, tipo se l'aria in una stanza è viziata oppure gli sbalzi improvvisi di caldo e freddo. Poi c'è il sangue che è sempre meglio che ne veda il meno possibile. Ma se sono distratta posso anche non farci caso.-
-Ci vuole coraggio a fare la Devil Hunter in queste condizioni.- commento ridendo. Anche lei fa una risata sommessa e un po' roca. Svuota il bicchiere con un'altra sorsata e me lo restituisce.
Lentamente e con l'aiuto sia mio che di Lady si è alzata dal divano e l'abbiamo aiutata a portare le sue cose in camera.
La sua stanza è affianco alla mia è sempre stata arredata con mobili normali e che si addicono al resto del locale: ovvero un sacco di polvere dappertutto.
Un letto, un'armadio, una scrivania una libreria e qualche mensola. Poi se avesse voluto aggiungere qualcosa ci avrebbe pensato lei.
Appena entrata Lady è corsa ad aprire la finestra per far cambiare l'aria.
Beatrix si è seduta sul letto, ha accarezzato con il palmo della mano la coperta blu e poi mi ha sorriso lievemente. Sembra così docile senza il mantello e la spada sulla spalla.
Con un gesto del braccio le ho indicato tutta la stanza.
-Benvenuta alla Devil May Cry, Beatrix!-



L'angolo di Lilith!
Fiuuu... e anche questo capitolo è andato! Sono così fiera di me per non avervi fatto aspettare troppo.
Sono molto preoccupata per le recensioni che riceverà questo capitolo perché non ho mai descritto una scena di lotta in vita mia e spero vi sia piaciuta! In ogni caso fatemelo sapere con una recensioncina piccina piccina :3
In più per questo capitolo ho una sorpresina per voi !!
L'idea me l'ha data Hera85 proponendomi di farvi vedere un mio disegno (ebbene sì Lilith non sta tutto il giorno solo a scrivere u.u) di beatrix e di come l'ho pensata per questa storia. Spero di non aver infranto la vostra idea del personaggio e se così fosse vi chiedo scusa ç___ç




In quanto disegni sono molto autocritica e questo poteva venire meglio, ma è l'unico che puà renedere bene l'idea del personaggio.
Piccole precisazioni: l'impugnatura della spada dovrebbe essere più lunga e mancano le pistole purtroppo...

  
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