Un
raggio di luce mi
offusca la vista,
ha finito di piovere e le nuvole si diradano lasciando che il sole
illumini tutta la strada che resta comunque tetra quanto prima.
Dante si porta una mano davanti al
viso. - Ci pensi tu da sola? Non sembra molto forte.- mi dice a mezza
voce.
Stringo la mano intorno all'elsa della
Justice, sento le pietre ornamentali che si imprimono nella pelle
leggermente sudata del palmo.
-Come preferisci. - scosto il lato
sinistro del mantello dietro la spalla e da lì, partono dei
leggeri
riflessi. Dante se ne accorge e si volta appena per scorgere
ciò che
porto nascosto con gelosia.
-Artiglieria pesante? - sogghigna
beffardo anche se in realtà è evidente che sta
nascondendo la
sorpresa.
Prendo in mano una delle due pistole e
l'argento di questa si infrange contro il sole irradiando tanti
piccoli riflessi adamantini.
Faccio un passo avanti e Dante è già
sparito.
"Chiama se serve una mano" mi
ha detto prima di salire sul tetto della casa al nostro fianco con un
solo balzo.
-Ora siediti per favore, e goditi lo
show- gli dico sorridendo beffarda.
Punto l'arma dritta avanti a me e sparo
il primo colpo, il demone però si scansa fulmineo e me lo
ritrovo ad
una manciata di centimetri dal viso.
-...Cazzo- apre le enormi fauci
emettendo un verso stridulo e metallico che per poco non mi perfora i
timpani.
-Vuoi una mentina per caso? - sparo
ancora centrandolo dritto in gola – Ho solo quelle molto
forti
però!-
Il mostro si allontana dolorante.
Sfodero la spada mentre conto i passi che ci separano.
- Mi dispiace che non siano di tuo
gradimento...- con uno scatto mi faccio in avanti e inizio ad
attaccare il demone, con fendenti sempre più energici e
centrandolo
in punti sempre più dolorosi, partendo dai muscoli degli
arti, fino
ad arrivare alle articolazioni e i tendini. Lo sbatto a destra e a
manca facendogli perdere il senso d'orientamento finché non
cade a
terra, ma so che ancora non è abbastanza per sconfiggerlo.
Il sangue esce fiotti dalle sue
ferite, credo di avergli lacerato delle vene molto grandi e qualche
arteria. L'orode ferrugginoso mi riempe le narici e sono costretta
ad allontanarmi. Ma non basta, il liquido rosso gocciola anche dalla
lama della mia spada e decido di rinfoderarla. Prendo un'altra
pistola. Una per i bersagli lontani e una per quelli vicini: Cain e
Abel in coppia sono perfette e micidiali, queste insieme hanno la
stessa potenza della Justice da sola o di Eve, la terza pistola,
l'asso nella manica. È ancora troppo presto però
per rivelarla.
Faccio partire una raffica di colpi che
vanno tutti a segno, l'ultimo dritto nell'occhio. L'essere si porta
una mano sul viso per il dolore lancinante e altro sangue inizia a
scorrergli tra le dita.
Mi urla contro tutta la sua rabbia, si
sgola e si incazza come la bestia che è, mi guarda furioso.
Vorrebbe
uccidermi con la sola vista, ma ha un'arma molto più letale,
artigli
e zanne affilati come rasoi. La cosa positiva è che non
è uno di
quei demoni che usa una strategia per attaccare. Lui attacca e basta,
non pensa. Agisce.
Mi fiondo su di lui e con un calcio lo
faccio volare in in aria, ripongo le pistole nel mantello e sguaino
la spada cercand di non pensare al sangue che ne macchia la lama, con
un salto lo raggiungo e ricomincio a ferire la sua carne in
profondità. Alla fine lo sbatto al suolo, riprendo le
pistole in
mano e finisco i proiettili del caricatore centrandolo sullo sterno.
Quando torno a terra, mi allontano di
diversi metri.
-E' tosto lo stronzetto...- sibilo
seccata quando mi accorgo che è ancora vivo. Mi pulisco uno
schizzo
di sangue dalla guancia lasciando la scia rossastra.
-E' un demone del caos ed è al minimo
delle sue capacità. Ti conviene farlo fuori prima che
raggiunga il
massimo della forza.-
-Parli bene tu, te ne stai in platea a
fare lo spettatore!-
Lo sento ridere di gusto e un mezzo
sorriso affiora sulla mia bocca.
Mi rifaccio di nuovo avanti, ma
stavolta la lotta è più movimentata, non solo il
demone riesce a
parare alcuni miei colpi ma tenta degli affondi con gli artigli anche
lui. Cerco di schivarli tutti ma con l'ultimo mi colpisce sul braccio
scaraventandomi contro un muro. Nonostante l'impatto però
riesco a
reggermi sulle gambe, ma sul braccio ho una grande ferita da cui
fuoriesce tanto, troppo sangue.
Un'altro urlo squarcia l'aria, ancora
più forte di prima.
-Taci maledizione!- grido con tutto il
fiato che ho in gola.
-Beatrix!- sento la voce di Dante
urlare, è in piedi sul tetto davanti a me, la mano
già pronta a
sfoderare la sua spada.
Barcollo per un secondo e cado di
sedere a terra. Quando il demone finisce di straziarsi recupero
subito le pistole e mi rimetto in piedi, troppo in fretta forse e
dopo un capogiro mi ritrovo di nuovo per terra. -Merda!- mugugno. Si
avvicina, lentamente. Il più velocemente possibile ricarico
le
pistole e cerco di rallentarlo sparandogli agli arti inferiori. Ma
quel coso si incazza ancora di più e accelera il passo.
Maledizione!
Ha l'artiglio già pronto per
attaccarmi e alla fine decido che è il momento di tirare
fuori Eve.
Riprendo la spada, riponendo le pistole
nel mantello e aspetto... aspetto che si avvicini.
Tre metri, due metri, un metro... ORA!
Proprio nell'istante in cui sta per
attaccarmi con la spada gli trancio via l'arto, dopodiché
punto la
lama al suolo e con uno slancio mi rialzo in piedi. Con un braccio mi
reggo sulla spada e con la mano libera tiro fuori una pistola, la
punto alla tempia del demone.
-E tanti. Cari. Saluti.- Premo il
grilletto. Un bagliore bluastro si accende e il demone si accascia al
suolo all'istante, riducendosi in un mucchio di polvere.
Scuoto leggermente la testa. Poggio la
spada sulla spalla e mi giro verso Dante.
Sorrido strafottente. -Allora ti è
piaciuto lo... spet...tacolo...- la mia voce si affievolisce sempre
di più e alla fine rovino di ginocchia a terra, ma prima che
io
finisca con la faccia sull'asfalto due braccia mi afferrano.
Non era decisamente giornata per una
missione.
-Dante-
Già
dal momento che ha
iniziato a barcollare ero pronto ad intervenire in qualsiasi istante.
Ho seguito attentamente ogni
suo movimento, fino a quando non l'ho vista tirare fuori la terza
pistola e un bagliore mi ha obbligato a chiudere gli occhi per
qualche secondo. Quando li ho riaperti il demone non c'era
più.
Beatrix mi sta guardando con un sorrisetto soddisfatto.
-Allora ti è piaciuto lo...
spet...tacolo...-
Ho fatto appena in tempo a
prenderla quando l'ho vista cadere in avanti.
L'ho fatta stendere su una
panchina lì vicino in attesa che si riprendesse. Nel
frattempo ho
recuperato la pistola e la spada che aveva lasciato cadere a terra
mentre perdeva i sensi. La spada l'ho poggiata dietro alla panchina
mentre la pistola l'ho studiata, rigirandomela tra le mani. Con le
dita passo sopra l'incisione che c'è sul lato, in caratteri
corsivi
vi è scritta la parola "Eve", contornata da alcuni piccoli
ghirigori.
Quella luce tendente al blu
che all'improvviso si è accesa quando ha sparato, mi ha
incuriosito
molto. Se l'ha usata all'ultimo momento forse c'è un motivo,
ma
sopratutto più guardo quest'arma e più sono certo
che non sia una
pistola comune come possono essere Ebony e Ivory o le altre due che
lei ha usato.
Estraggo alcuni proiettili
dal caricatore, eppure sembrano normalissimi tranne per il fatto che
pesano un po' di meno.
Finita l'ispezione sento il
rombo di un motore avvicinarsi. Una moto si ferma in mezzo la strada
davanti a noi, inutile dire che è Lady che non appena ha
scoperto
della battaglia con un demone in un quartiere semi-sperduto della
città ha deciso di accorrere sul luogo, ovviamente in
ritardo.
Scende dalla sua moto e mi
osserva curiosa, poi passa alla ragazza e accenna un sorriso che
arriva ad accendere anche i suoi occhi bicromici.
-Non ha retto?- chiede
scherzosa.
-Al contrario, se l'è
cavata più che bene. E' crollata solo dopo aver ucciso il
demone. Mi
dispiace che tu sia arrivata in ritardo, è stato uno show
molto
coinvolgente.-
La brunetta si avvicina e mi
fa alzare dalla panchina. -Togliti. Quando una persona sviene gli si
dovrebbero tenere le gambe alzate e stringere la base del naso con
due dita.- e da brava infermiera improvvisata ha eseguito all'istante
la procedura appena citata. -Chiama Morrison- continua lanciandomi il
suo telefono - la porteremo in agenzia.-.
Morrison è arrivato una
decina di minuti dopo la chiamata e ci ha aiutato a spostare Beatrix
e le armi dalla panchina alla macchina e dalla macchina allo studio.
Subito dopo Lady si è occupata della ragazza, mentre io mi
sono
messo alla scrivania ad esaminare meglio la pistola, smontandola e
osservandone i pezzi.
-E' della ragazza?- mi
chiede Morrison affiancandomi.
Annuisco senza distaccare
gli occhi dai pezzi.
-Sembra una normalissima
M1911 simile alle tue due pistole-
-Sì è esattamente quel che
sembra, una normale M1911 che quando spara emette luci bluatre- Mi
gratto il mento pensieroso.
-Forse sono i proiettili che
dovresti controllare...-
Una voce smorzata giunge dal
divano.
- S-sono semplicemente dei
proiettili anti-demone- Beatrix, ancora un po' frastornata si sta
alzando a sedere con l'aiuto di Lady che le tiene un braccio intorno
alle spalle.
-Proiettili anti-demone?- la
curiosità colpisce anche Morrison che si avvicina a lei
chiedendole
di più su quell'arma.
La rossa sorride
all'impazienza improvvisa dell'uomo ma dopo poco scuote la testa in
segno di diniego. -Non so dirti più di questo. Quell'arma
l'ha
costruita mio padre tempo fa e non ho avuto l'occasione di saperne di
più.- ha fatto un sorriso triste con gli occhi persi nel
vuoto di un
vecchio ricordo molto vivido. Uno di quei ricordi che sai non
potranno mai abbandonarti.
Beatrix in quel momento mi
ha fatto capire che per alcune persone le memorie di momenti felici
possono andar via con più facilità, mentre le
riminescenze del
passato che ti hanno lasciato quel segno indelebile e doloroso non
possono svanire così. E' questo quel che ho letto nel suo
sguardo.
Morrison comprensivo le ha
dato una pacca sul ginocchio e dopo essersi alzato ha ripreso la sua
giacca dall'appendiabiti e se n'è andato.
-La tua stanza di là è
pronta, se magari vuoi riposarti un po'...-
-No, grazie, magari fra un
po'... mi sono appena svegliata. Però gradirei un bicchiere
d'acqua,
mi sento la gola secca.-
Ho fatto per alzarmi ma Lady
mi ha preceduto rispingendomi sul divanto con una leggera spinta
della mano.
Mentre lei è in cucina ne
approfitto per chiedere una cosa a Beatrix.
-Come mai non hai avuto
l'occasione di chiedere a tuo padre a proposito della pistola?-
E' trasalita all'istante,
d'un tratto s'è trasformata in un pezzo di ghiaccio. Si
passa la
mano sulla fronte, senza scostare, però, di un millimetro il
ciuffo
che le va a coprire l'occhio sinistro.
-Un'altra volta Dante, non
ora- mi risponde in un mormorio. Sembra così piccola in
questo
momento, debole potrei dire.
-Ah, già. Spero non ti dia
fastidio, però ho cercato nella borsa se avevi qualche
medicina ma
ho trovato solo una scatola di un farmaco per la pressione vuota.-
Lady ritorna in salotto e porge un bicchiere colmo d'acqua alla
ragazza.
Prende un lungo sorso
d'acqua fresca prima di risponderle:- No, tranquilla. In fondo nel
borsone ci sono solo vestiti. Comunque dovrei andare in farmacia a
comprare di nuovo quelle pillole.-
-Ti capita così spesso di
svenire da dover prendere un farmaco?- la guardo stupito. In fondo
è
giovane e doversi già ingozzare di medicine non deve essere
il
massimo.
-Ho frequentemente cali di
pressione improvvisi e la medicina che prendo serve a mantenere la
mia pressione sanguigna regolare. Comunque può anche
dipendere da
altre cose, tipo se l'aria in una stanza è viziata oppure
gli sbalzi
improvvisi di caldo e freddo. Poi c'è il sangue che
è sempre meglio
che ne veda il meno possibile. Ma se sono distratta posso anche non
farci caso.-
-Ci vuole coraggio a fare la
Devil Hunter in queste condizioni.- commento ridendo. Anche lei fa
una risata sommessa e un po' roca. Svuota il bicchiere con un'altra
sorsata e me lo restituisce.
Lentamente e con l'aiuto sia
mio che di Lady si è alzata dal divano e l'abbiamo aiutata a
portare
le sue cose in camera.
La sua stanza è affianco
alla mia è sempre stata arredata con mobili normali e che si
addicono al resto del locale: ovvero un sacco di polvere dappertutto.
Un letto, un'armadio, una
scrivania una libreria e qualche mensola. Poi se avesse voluto
aggiungere qualcosa ci avrebbe pensato lei.
Appena entrata Lady è corsa
ad aprire la finestra per far cambiare l'aria.
Beatrix si è seduta sul
letto, ha accarezzato con il palmo della mano la coperta blu e poi mi
ha sorriso lievemente. Sembra così docile senza il mantello
e la
spada sulla spalla.
Con un gesto del braccio le
ho indicato tutta la stanza.
-Benvenuta alla Devil May
Cry, Beatrix!-
L'angolo
di Lilith!
Fiuuu...
e anche questo capitolo è andato! Sono così fiera
di me per non
avervi fatto aspettare troppo.
Sono
molto preoccupata per le recensioni che riceverà questo
capitolo
perché non ho mai descritto una scena di lotta in vita mia e
spero
vi sia piaciuta! In ogni caso fatemelo sapere con una recensioncina
piccina piccina :3
In più
per questo capitolo ho una sorpresina per voi !!
L'idea
me l'ha data Hera85 proponendomi di farvi vedere un mio disegno
(ebbene sì Lilith non sta tutto il giorno solo a scrivere
u.u) di
beatrix e di come l'ho pensata per questa storia. Spero di non aver
infranto la vostra idea del personaggio e se così fosse vi
chiedo
scusa ç___ç
In
quanto disegni sono molto autocritica e questo poteva venire meglio,
ma è l'unico che puà renedere bene l'idea del
personaggio.
Piccole
precisazioni: l'impugnatura della spada dovrebbe essere più
lunga e
mancano le pistole purtroppo...