Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: hellenonedirection    13/04/2013    0 recensioni
Che senso avrebbe star qui a riassumere quella che in realtà è la storia? se hai voglia di qualcosa di strampalato, dolce e perfino divertente..entra e leggimi. c:
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
September 3th, 05:45 a.m
 

Buongiorno papà, hai visto? Anche stamattina sono stata puntuale come tutte le altre da ormai..dieci anni, da quando tu, la mamma e Josh non siete più tornati a casa da me e la nonna per il mio settimo compleanno, da quando quello schifoso incidente vi ha portati tutti e tre via da me, da quando sono finita in questo posto terribile perchè perfino la nonna dopo un po' non ha più retto la sofferenza e mi ha lasciata. Sai papà, a volte mi sento davvero sola.. mi sento fuori da questo mondo, mi sento priva di una reale vita, come se quella che adesso sto vivendo sia solo insulsa e vuota ed in effetti è così, perchè infondo cos'è che mi tiene legata a questa terra che ho sotto i piedi? Forse Ally, l'unica persona amica che ho e che tralaltro è in grado di capirmi perchè anche lei è qui in orfanotrofio e anche lei ha perso tutto nel nulla proprio come me. Mi capita spesso di parlare ad Ally di voi, mi piace raccontarle delle nostre passeggiate insieme, papà, della nostra vecchia casa ad Holmes Chapel dove avevamo iniziato una casetta in legno insieme a Josh.. chissà chi ci abiterà adesso lì dentro! A volte provo perfino ad immaginare come possano averla cambiata e mi ritrovo a pensare all'odore di vaniglia che c'era continuamente in cucina per opera di mamma, mi ritrovo a sentire lo scricchiolio delle nostre porte in legno, ricordo la mia camera con quella gigantesca casa delle bambole, i litigi con Josh per chi aveva la camera più grande e profumata, ricordo tutto e stranamente sorrido..okay forse un po' piango anche, ma sorrido. Pensare che tra dieci mesi sarà il mio diciottesimo compleanno e voi neppure ci sarete mi fa sentire ancora più vuota di quanto mi ci sento già, non perchè desideri la tipica festa in grande che organizzano i genitori ai diciotto anni delle proprie figlie, semplicemente perchè avrei voluto che in un giorno così importante voi foste stati al mio fianco, così come avrei voluto te, papà, al mio fianco all'altare il grande giorno, eppure so per certo che non ci sarai e dio..quanto è terribile pensarlo! Se solo quel giorno non avessi insistito per avere quello schifoso giocattolo, se solo non vi avessi spinti ad uscire nonostante ci fosse un forte temporale fortissimo per comprarmelo..se solo non fossi stata così egoista e meschina, probabilmente oggi voi sareste con me ed io non sarei in questo posto. Potrete mai perdonarmi per questo? 

Mi mancate come l'aria che respiro, El.
 
Piegai quella lettera come tutte le altre che avevo scritto ogni singolo giorno, alla stessa ora, da circa due anni. E' stupido scrivere a qualcuno che sicuramente non ti risponderà mai, questo è vero, ma probabilmente è l'unico modo per sfogarsi, buttare le parole e le emozioni su un foglio, o almeno per quanto mi riguarda funge da vero e proprio calmante. Mi sedetti davanti alla finestra della mia camera e mi rannicchiai su me stessa, poggiando il mento sulle ginocchia, osservai fuori e vidi il sole sorgere: era la millesima volta che vedevo quella scena, eppure le emozioni e le sensazioni che provavo erano sempre come la prima volta: stupore, meraviglia ed in un certo senso..felicità. La mia camera dell'orfanotrofio dava sul giardino e dato che erano ormai le sei del mattino passate, vedevo pian piano la vita iniziare, il giardiniere cominciare a lavorare, alcuni ragazzi esser già su una delle panchine a leggere un libro o ad ascoltare la musica e.. aspettare di esser presi da qualche famiglia, portati via. Non posso negare che mi piacerebbe tanto avere una famiglia mia, qualcuno a cui raccontare le mie giornate, qualcuno a cui chiedere di poter uscire oppure di andare a qualche festa, qualcuno con cui litigare perchè ho trovato un ragazzo che a loro magari non piace, tutto questo mi manca, ma mi manca e vorrei che accadesse con la MIA famiglia, con i MIEI genitori, perchè per quanto possa esser stupendo il gesto da parte di qualcuno di voler adottare, non sarebbe mai lo stesso per me..sarebbe un voler rimpiazzare qualcuno che anche se non c'è fisicamente io sento ancora come prima. Tolti questi pensieri decisi di iniziare a prepararmi perchè a breve ci sarebbe stata la colazione e anche se tutti quelli che si occupano di noi sono giovani e gentili, della direttrice non si può affatto dire lo stesso..ha una voce stridula, è in carne e non riesce a fare MAI un sorriso, tranne in presenza di personaggi di grande importanza, perchè sì, a quanto pare la signora Brown ha in mente di far pubblicità all'orfanotrofio attraverso artisti del momento e artisti di grande portata in generale in modo da ottenere i fondi necessari per andare avanti e per aumentare le adozioni perchè in effetti..siamo più del dovuto.
-----------------------------------------------------------
Scesi al piano di sotto e mi diressi nel salone in cui si sarebbe tenuta la colazione e ad aspettarmi al solito tavolo trovai una euforica Ally che mi fissava con gli occhi in lacrime e il sorriso stampato il volto, così, completamente spiazzata rimasi a fissarla in attesa che dicesse qualcosa, ma siccome questo non accadde decisi di scuoterla un po' e lei sembrò uscire dal suo completo stato di trance e cominciò a parlare.
 
-Eeeeeeeeeeel, o mio dio!- mi correggo, cominciò ad..URLARE.
-Ally, ti prego, mi dici che è successo?-
-El, El, El, non ci posso credere!- 
-Okay, me ne sto andando- la minacciai
-Okay, okay, okay! dio quanto ho aspettato questo momento..è meraviglioso, è...-
-ALLY!- 
-IONEDIRECTIONVENGONOQUIPEROPERADELLABROWNAFAREVOLONTARIATOPERUNMESEEMEZZO- disse senza distanziare tra loro le parole, senza prendere un attimo fiato e senza smettere di urlare, così a quel punto scoppiai a ridere.
-Perchè ridi?- mi chiese tornando improvvisamente e FINALMENTE seria.
-E chi sono questi che si chiamano 'una direzione' ? ti rendi conto di che nome? stupendo ahaha- cominciai a ridere e a dire cose prive di senso, forse perchè mi ero lasciata un po' troppo prendere da quella che io ero convinta fosse una battuta.
-El, sto per prenderti a pugni! Sono la mia band preferita, te ne parlo praticamente ogni giorno e tu mi ascolti sempre, annuisci e mi lasci parlare, ti dico sempre quanto amo le loro voci e tu adesso mi chiedi perfino chi sono? sono il mio più grande sogno che improvvisamente mi apparirà davanti tra qualche ora! E adesso che mi metto? che mi metto? CHE MI METTO? oddio che mi metto? oddio! devo andare, salto la colazione, ci vediamo dopo. ciao ciao ciao ciao- scoppiai a ridere nel vederla in quello stato, era a dir poco impazzita, ma da una parte ero felice per lei..il nostro rapporto era così da dieci anni, eravamo arrivate insieme qui in orfanotrofio e abbiamo legato dal primo istante, forse per questo riesco a sopravvivere a tutto questo: ho lei.
Mi sedetti al solito tavolo, questa volta da sola, ed iniziai a mangiare il mio cornetto vuoto aspettando che arrivasse la Brown a fare il solito discorsetto in cui include, alla fine, con sempre maggiore acidità, perfino un buongiorno, quando grazie a lei il giorno di tutti diventa perfino più terribile solo a causa delle orecchie piene della sua voce. La vidi entrare in sala e salire sul palchetto che utilizziamo spesso per gli ospiti e gli spettacoli, per poi afferrare il microfono ed invadere la sala con la sua vocina stridula e fastidiosa.
-Buongiorno ragazzi!-  'hum, ha iniziato dal buongiorno' pensai addentando ancora il cornetto
-Come molti di voi sapranno abbiamo superato di gran lunga il numero di ragazzi e bambini che il mio orfanotrofio è in grado di ospitare..abbiamo delle scarse richieste di adozioni ed i soldi stanno pian piano finendo, per questo motivo qualche giorno fa mi è venuta la brillante idea di chiamare in nostro aiuto dei giovani, proprio come voi, che oltre ad esser giovani hanno anche una grande passione ed un grande talento che li ha portati a diventare qualcuno perchè hanno creduto nei loro sogni e spero che anche voi riusciate a diventare qualcuno seguendo i vostri sogni. Arriveranno a minuti, per cui terminate tranquillamente la vostra colazione, a fra poco.- sorrise falsamente e scese dal palco, così stanca di restare lì, decisi di uscire in giardino e stendermi sull'erba a sentire la musica del mio I-pod. La freschezza dell'erba mi sorprese e sobbalzai, mi ristesi per terra e premetti play ad una delle mie canzoni preferite: Fix You dei Coldplay, mi rappresentava completamente e sentirla mi faceva rilassare come non mai, tant'è che dimenticai perfino dove mi trovavo e quanto tempo era trascorso, ma infondo cosa poteva importarmi di un paio di ragazzi con dei sogni? io non sapevo ancora quale fosse il mio, figuriamoci quanto poteva interessarmi il loro. Era tutto perfetto, ero completamente rilassata, fino a quando una forte pallonata non mi colpì il seno e mi alzai di scatto pronta a dirne quattro a chiunque fosse stato, ma non appena sollevai lo sguardo rimasi sconvolta dalla bellezza di due occhi verde smeraldo che mi fissavano dispiaciuti e da una mano tesa che prontamente afferrai e mi aiutò a tirarmi su.
-Io.. ti chiedo scusa, sono stati gli altri ragazzi e..scusami, davvero, non volevo nemmeno colpirti!- mi disse il ragazzo, passandosi nervosamente una mano tra i capelli ricci che assomigliavano più ad un cespuglio che a dei capelli, in effetti. Mi ritrovai a sorridere difronte ad una scena simile, un po' perchè stavo per sbavare per la sua bellezza, un po' perchè apprezzavo il fatto che fosse venuto a chiedermi scusa.
-Tranquillo..non posso negare che male mi fa, ma non importa.- sorrisi di nuovo e lo vidi sorridere in una maniera diversa da quella di prima, decisamente.
-Io sono Harry comunque, ma penso che tu mi conosca già, no?- ripetè il movimento della mano tra i capelli e mi fece l'occhiolino e a quel punto smisi di sorridere, sorpresa dal suo improvviso cambiamento.
-Ehm, no e forse è meglio così. Io devo andare dentro, a mai più, Harry.- lo vidi passare dal normale al paonazzo, ma nonostante questo mi incamminai verso l'entrata, fino a quando non lo sentii afferrare di nuovo il mio braccio.
-E tu? tu sei..?- mi chiese sorridendo ancora per dare poi il via ad una serie di sorrisini e di espressioni indecifrabili.
-Io? io sono stanca di questi sorrisini strani che fai, ma cos'hai, la mascella bloccata?- 
 
 
 
 
..continua, se vi va. c:
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: hellenonedirection