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Autore: MaryLouise    14/04/2013    5 recensioni
1980, Prima Guerra Magica.
L'Ordine della Fenice necessita di tre persone per una missione apparentemente semplice ma rischiosa. Minerva, nonostante Albus disapprovi, è tra queste.
Ma qualcosa va storto e la professoressa si ritrova in grave pericolo insieme ai suoi compagni; la situazione diventa per Albus e Minerva l'occasione per riflettere sui sentimenti che provano l'uno per l'altra, da troppo tempo messi a tacere.
Riusciranno a salvarsi e, soprattutto, a rivelare il loro amore?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Next time I'll be braver 
I'll be my own savior 
When the thunder calls for me 
Next time I'll be braver 
I'll be my own savior 
Standing on my own two feet

[Adele - Turning Tables]


Capitolo 8

 

10 luglio 1980.

 

Minerva varcò con passo incerto la soglia di Hogwarts, la sua casa da quasi trent'anni, sorretta da un bastone e aiutata da Filius e Pomona che trasportavano le sue valigie con l'uso della Levitazione. 
«Mi raccomando, ricordati di applicare l'unguento su torace e addome ogni giorno», l'ammonì Pomona con fare quasi severo.
«Sì, certo», annuì l'altra, alzando gli occhi al cielo e aprendo la porta della propria stanza perché Filius potesse poggiare le valigie a terra.
«Noi andiamo; se hai bisogno di qualcosa non hai che da chiamare. Riposati più che puoi», concluse Vitious.
«Lo farò», mentì Minerva.
Pomona la baciò sulla guancia, «Rimettiti presto».

 

*

 

L'ufficio del Preside era molto silenzioso quel mattino; Albus si era svegliato da poco - o meglio, si era alzato dal letto dopo l'ennesima notte passata insonne.
La lettera del Ministero era ancora sulla sua scrivania, chiusa. Con un sospiro prese il tagliacarte e l'aprì, immergendosi nella lettura di malavoglia.
Fawkes riposava sul trespolo con il muso sotto l'ala sinistra, si notava a malapena il suo petto alzarsi e abbassarsi ritmicamente.
Si concentrò completamente sulla lettera del Ministero, tentando di ignorare con tutte le sue forze i numerosi biglietti che si trovavano nel cestino; li aveva scritti la sera precedente, per poi accartocciarli adirato e gettarli lì dentro, dove giacevano gli uni sopra gli altri, i lembi di carta che coprivano a malapena le parole scarabocchiate: "Mia cara Minerva....".

 

*

 

L'orologio della famiglia Weasley indicò "casa" nel momento in cui Arthur Weasley comparve nel giardino della Tana con un sonoro pop.
«Buonasera, cara», salutò con fare sorridente la moglie, che sedeva al tavolo della cucina, allattando il piccolo Ronald.
«Oh, ciao, Arthur», salutò lei, baciandolo sulle labbra. «Com'è andato il lavoro?».
«Tutto bene. Sono passato al San Mungo dopo essere uscito dal Ministero; hanno dimesso Minerva».
«Cielo, meno male!».
«Mary dovrà restare ancora un po', circa due settimane: era conciata davvero male».
«Immagino che Sirius si sia "accampato" là».
«Immagini bene, Molly, non lascia il suo capezzale un attimo».
«Povero caro», mormorò la signora Weasley.
«I bambini?».
«Ho appena messo a letto Bill e Charlie, Percy ci è andato di sua spontanea volontà più di un'ora fa. I gemelli invece si sono addormentati sul tappeto», disse indicando con la testa il grande tappeto di fronte al caminetto. «Non volevano saperne di andare a letto, volevano continuare a giocare a Gobbiglie - tirare le biglie a destra e a manca, più che altro; li avrei portati a letto dopo aver allattato Ron, si è svegliato perché aveva fame, povero piccolo».
«Metto io a letto i gemelli», replicò Arthur, avvicinandosi al tappeto e prendendo in braccio Georgie, che dormiva con la bocca aperta e la faccia imbrattata di liquido scuro e puzzolente.
«Direi che stava perdendo», commentò il padre prima di pulirgli il viso e portarlo di sopra.
Freddie dormiva beatamente accanto al fuoco, una mano accanto alle biglie e l'altra vicino alla bocca per succhiarsi il pollice.
Dopo aver rimboccato le coperte ai bambini, Arthur scese in cucina e si sedette di fronte alla moglie, guardandola allattare.
«Come sta Minerva?».
«Si è ripresa bene; il braccio è guarito, adesso mancano solo le macchie sul petto e tornerà come nuova».
Molly sorrise, «E' una donna forte».
«Oh, sì», commentò Arthur, «una vera leonessa. Avresti dovuto vedere come ha combattuto a Caithness, nonostante fosse stremata: incuteva paura. Non dimentichiamoci di Albus; la sua espressione quando si è reso conto che Minerva non era nella radura... davvero spaventosa. Certo, si è infuriato al solo sapere cosa fosse successo quando è arrivato il Patronus di Minerva, ma la sua espressione quando ha visto che lei non c'era stento a descriverla».
Molly iniziò a fissarlo incuriosita, «In che senso?».
«Te l'ho detto: era molto adirato. E' comprensibile, del resto, quei due sono molto amici».
«Tu dici?», il suo tono pareva dubbioso.
Toccò ad Arthur guardare la moglie incuriosito.
«Oh, andiamo, non dirmi che non hai mai pensato che ci fosse qualcosa di più tra di loro!».
«Devo ammettere che a volte l'ho pensato, ma non me ne sono mai preoccupato sul serio: alla fine non è affar mio».
La signora Weasley alzò gli occhi al cielo, «Voi uomini non notate proprio un bel niente. Non hai visto come si guardano certe volte? Si conoscono da anni e c'è sempre stato un certo feeling tra loro».
«Molly, per favore...».
Molly distolse lo sguardo dal volto del marito e sistemò meglio Ronald tra le proprie braccia.
Arthur si schiarì la gola e provò a cambiare discorso. «Sapevi che Minerva ha frequentato Hogwarts nello stesso periodo di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?».
La signora Weasley abboccò all'amo e sgranò gli occhi, «Davvero?! Non l'avrei mai detto. Si conoscevano?».
«A quanto pare lui la conosceva perché quando era studentessa Minerva divenne Prefetto e poi Caposcuola, lei lo conosceva di sicuro di fama: era uno dei migliori studenti della scuola».
«Che storia!».
«Già, che storia».
Il suo diversivo non funzionò a lungo e Molly tornò all'attacco, «Raccontami bene cos'è successo dopo la fuga di Tu-Sai-Chi».
Arthur sospirò: non c'era via di scampo. «Albus si è avvicinato a Minerva e le ha controllato immediatamente il battito, poi ha chiesto a ognuno di noi se avevamo subito gravi danni e infine ha provveduto a una Passaporta per Mary e Sirius. Ha congedato me, Alastor e Frank e si è dedicato completamente a Minerva: è arrivata al San Mungo mezz'ora dopo».
«Ecco!», esclamò la moglie. «Mezz'ora per portarla al San Mungo? Con una Passaporta? E' un po' troppo non credi? Cosa  pensi che abbiano fatto?».
Arthur la guardò sbigottito, «Molly, insomma!».
«Non fare il moralista, sono solo curiosa! Non dirmi che non ti farebbe piacere se si scoprisse che stanno insieme...».
Il signor Weasley arrossì. «Suppongo che Albus si sia voluto accertare che Minerva stesse bene - nonostante il braccio rotto e le contusioni - prima che intraprendesse il viaggio con la Passaporta». Ignorò il sopracciglio alzato della moglie, «E' stato molto carino da parte sua».
«Credo fosse il minimo che Albus potesse fare per lei».
Lui la guardò stupito, «Il minimo?».
«Ha ancora molto da fare per lei: questo è solo l'inizio».
Arthur accennò un sorriso. «Certo, se lo dici tu».
«Oh, smettila di fare l'ingenuo con me, signor Weasley! Già ai tempi di Hogwarts ho provato a farti capire che mi piacevi in tutte le salse, ma tu, ragazzo cocciuto, non capivi! Continuavi a sorridermi quando mi vedevi e a essere estremamente gentile, ma la prima mossa l'ho dovuta fare io e... probabilmente tra Minerva e Albus succederà lo stesso!».
Arthur la guardò con uno strano luccichio negli occhi, «Ah, sei stata tu a fare la prima mossa, eh?».
Molly annuì fiera e il marito iniziò a farle il solletico. «Sei ancora sicura di essere stata la prima?».
«Certo che sì», sibilò lei trattenendo a stento le risate e cercando di rimanere più ferma possibile per evitare di svegliare il figlio. «Ronald si è addormentato, così lo sveglierai!», lo ammonì.
Arthur lo prese tra le braccia e diede un bacio sulla guancia a Molly, «Vado a metterlo a nanna e torno in un lampo, io e te dobbiamo fare due chiacchiere, LollyMolly», affermò con un'espressione talmente buffa che la moglie non poté fare a meno di scoppiare a ridere.

 

 

*

 

«Posso entrare?», domandò timidamente Filius.
«Oh, Filius, ma certo, entra», invitò Albus, alzandosi in piedi.
«Come stai?».
«Bene, grazie. Tu?».
«Non c'è male. Ti ho disturbato?».
«No, figurati. Stavo solo riflettendo un po'», replicò il Preside, accennando al Pensatoio socchiuso.
«Mente troppo affollata di pensieri?».
«Esattamente».
Dopo un attimo di silenzio, Vitious parlò ancora: «Minerva è tornata a casa».
«Davvero?».
«Non fingere di non sapere, Albus. Sei stato avvertito appena io, lei e Pomona abbiamo varcato i cancelli».
«Devo essermi distratto», replicò Silente con assoluta nonchalance.
Filius non colse la provocazione, «Vorrebbe vederti, sai?».
«Chi?».
«Minerva, chi altri? Chiede di te da quando si è svegliata all'ospedale, due giorni fa. Si è quasi ammazzata per salvarti; capisco che tu sia impegnato, ma avresti potuto almeno farle una visita».
«Hai ragione; l'ho trascurata. Purtroppo il lavoro è molto e non sono riuscito a districarmi dai vari impegni. Le sarò eternamente grato per ciò che ha fatto, anche se non sono andato a trovarla».
Filius spalancò la bocca per un secondo, sorpreso, «Mi meraviglio di te, Albus. Non ti riconosco».
L'altro sospirò, «Probabilmente è così; le cose sono cambiate».
«Non so cosa sia successo tra te e Minerva, Albus, ma ti assicuro che per lei non è cambiato assolutamente niente».
«Per me, invece, è cambiato tutto», concluse il Preside con un tono d'amarezza nella voce, tanto che a Filius non restò che uscire dal suo ufficio, scuotendo la testa con disapprovazione.

 

*
 
La sera era ormai calata; con un sospiro Minerva si svestì con cautela, evitando si sforzare il braccio sinistro, poi sciolse la crocchia e si massaggiò delicatamente le tempie e la cute.
Si sedette sul letto pensierosa, i capelli sciolti le ricadevano sulle spalle nude e ossute e le coprivano parzialmente il viso.
Era tornata a Hogwarts da qualche ora e Albus di sicuro aveva saputo del suo ritorno fin dall'inizio - perché non era venuto a salutarla?
Magari non si trovava nel castello, magari era a qualche incontro del Ministero, magari... magari non voleva vederla.
No, non poteva essere; l'aveva salvata, accarezzata, baciata - non poteva essere semplicemente gratitudine per avergli fatto da scudo contro la Maledizione.
Doveva esserci qualcosa di più e lei desiderava con tutta se stessa che ci fosse; non poteva essere altrimenti.
Dopo aver indossato la camicia da notte, si stese sul letto e si coprì con le lenzuola, aveva deciso: si sarebbe presentata nell'ufficio di Albus l'indomani, quando sarebbe stata più riposata e più lucida.





Buongiorno!
Sono infinitamente dispiaciuta di non aver aggiornato prima, davvero, scusatemi. La mia beta quest'anno ha gli esami di maturità, quindi è assolutamente poco disponibile, è un angelo per il solo fatto che sia riuscita a correggermi il capitolo!
Ringrazio chi ha letto fino qui, se mi state seguendo ancora grazie infinite.
Il capitolo è solo di transizione, ma spero vi sia piaciuto comunque. Ho dovuto inserire una scena MollyxArthur con la famiglia Weasley perchè li amo troppo.
Buona giornata a tutti voi e scusate ancora il ritardo :)


   
 
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