Libri > Il diario del vampiro
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Autore: cate25    16/04/2013    1 recensioni
ehm.. ed ecco qua la mia seconda Fic sui miei personaggi preferiti. Damon e Bonnie. ma.. comunque andrà avanti questa storia cercherò di inserire anche momenti con altre coppie.. non ho idea da dove sia saltata fuori questa "cosa" e non so come continuerà. Per ora, Damon è alle prese con qualcosa in cui non è mai stato bravo, i sentimenti.. ne salterà fuori? forse sì, forse no. magari con l'aiuto di qualcuno.. Spero che riuscirò a non deludere voi lettori.. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina passò in un lampo.
Bonnie ricevette un bel 4 in matematica. Niente di strano, ma comunque in quel momento non le importava.
 Era infuriata con uno stupido vampiro egoista, egocentrico e prepotente e… E la verità è che poteva anche fare un intera lista di tutti i suoi difetti, ma a lei piaceva comunque. O forse addirittura lo am..
“Oh, accidenti!!” sbuffò arrabbiata Bonnie, scuotendo la testa per scacciare quei pensieri. La sua compagna di banco, Megan, la fissò come si fissa solitamente una pazza.
“Ehm, sono un po’ agitata per..” Bonnie le fece un sorrisetto “Il ballo, ecco.” mentì poi, spudoratamente.
“Oh.. Capisco. Non hai un accompagnatore?” le domandò Megan, sorridendo angelica.
Bonnie la trucidò con lo sguardo. Sicuramente lei lo aveva. “No, ce l’ho l’accompagnatore.” Si inventò, sentendo le guance scaldarsi un po’. Chiaro sintomo di quando spara balle.
 Quanto avrebbe voluto sbatterle in faccia un quaderno, urlandole che ci sarebbe andata al ballo sì, con l’accompagnatore vampiro più sexy dell’universo! Ma purtroppo non sarebbe andata così.
“Oh.” Fece Megan, sorpresa, facendo irritare ancor di più Bonnie che ora la stava incenerendo con gli occhi. Razza di snob ficcanaso!! Può averlo solo lei un accompagnatore!? Pensò, infuriata.
“E come si chiama?” continuò Megan, sbattendo le ciglia lunghe due kilometri.
Driiin! La campanella suonò, segnando la fine dell’ultima ora.
Bonnie si alzò veloce dal banco “Oh, scusami, ma devo proprio scappare!” disse di fretta l’ennesima bugia.
In realtà l’unica cosa che doveva urgentemente fare era scappare da un’insopportabile snob che non voleva saperne di farsi gli affaracci suoi!!
Corse fuori dall’aula, con la borsa sulla spalla “Ci mancava solo lei! Tanto per rendere la mia giornata migliore!!” sbottò esasperata, poi si girò indietro guardando se, nella marea di studenti, intravedeva le sue amiche. Niente, nessuna loro traccia.
Stava per rigirarsi, ma andò a sbattere contro qualcosa e cadde rovinosamente a terra.
“Ahi, che botta!” sbuffò Bonnie, irritata “Uffa!! Potresti stare un po’ attento!?” disse poi, iniziando a raccogliere i libri caduti sul pavimento in corridoio.
“Questa volta è colpa mia. Perdonami, Bonnie. Ti sei fatta male?” domandò dolcemente Kevin, chinandosi a raccogliere i libri insieme a lei.
“Oh, Kevin.” Mormorò Bonnie, alzando solo ora la testa. “No, scusami tu, io..” iniziò, imbarazzata.
“È una giornata orrenda e sono davvero stressata.. Scusami.”
Kevin le porse l’ultimo libro “Già.. Sai, dovremmo smetterla di incontrarci in questo modo.” Sorrise, spostandosi una ciocca di capelli dalla fronte.
Bonnie rispose a quel sorriso tanto gentile. “Sì, forse sarebbe meglio.” Commentò, ridendo.
“Allora..” cominciò Kevin, avanzando per il largo corridoio “Oggi è il gran giorno.” Mormorò poi, senza alcun entusiasmo.
Bonnie lo guardò confusa.
“Il ballo. Sai, quel momento in cui tutte le ragazze sono isteriche, nervose, su di giri..” chiarì Kevin, ironico.
“Oh, tranquillo, non ti aggredirò lanciandoti la trousse dei trucchi addosso. Sei al sicuro.” Disse Bonnie, sarcastica. Sospirò pesantemente, continuando a camminare. Ormai avevano raggiunto l’uscita.
“Per fortuna..” disse Kevin, sollevato. Poi scrutò meglio Bonnie.
“Sembri triste. È successo qualcosa?” domandò cauto. Non voleva sembrarle invadente.
“Non ho un accompagnatore per il ballo.” Sputò Bonnie, rassegnata. Ora erano nel cortile della scuola.
“Oh..” fece Kevin, sorpreso. “Non fare finta di esserne sorpreso, ti prego!” sbottò Bonnie, irritata.
Kevin la guardò sinceramente dispiaciuto. “Non ne avevo intenzione.”
“Bonnie..” disse poi, all’improvviso nervoso “Vorresti venirci con me?” le chiese, timido.
“Cosa??” sbottò la ragazza, incredula “Tu, tu, tu davvero non hai una ragazza???!” domandò, scioccata.
“Ti sembra così strano?” la guardò sorridente Kevin.
Bonnie si morse la lingua per non rispondere. Kevin era bellissimo. Biondo, fisico atletico e degli occhi azzurri come il cielo. Sì! Ovvio che fosse strano che uno come lui non avesse la ragazza!!
“Ehm.. io..” balbettò Bonnie, indecisa. “Sì. Sì, assolutamente.” Disse poi, risoluta. Oh sì che ci sarebbe andata a quel maledetto ballo! Alla faccia di Damon!! Sorrise soddisfatta.
“Grandioso!” esultò Kevin “Ci divertiremo, vedrai.” le promise poi, con quella voce tanto dolce. 
 
Bonnie però non si accorse di un vampiro dagli occhi neri che la osservava, infuriato. Partì alla carica diretto verso la ragazza, ma Caroline e Meredith furono veloci.
“Dove credi di andare?” lo fermò Meredith, parandovi di fronte a Damon.
“Non ci pensare neanche.” lo minacciò Caroline, sorridendo sadica, di fianco a Meredith.
“Barbie. Miss Inquietudine.” Fece Damon a mo di saluto “Ho un omicidio da compiere. Levatevi di mezzo.” Disse poi, tagliente.
“Io non credo proprio.” Replicò Meredith, incrociando le braccia al petto, decisa.
“Lasciala in pace, Damon.” intimò Caroline, risoluta.
“Quel moccioso le ha chiesto di andare al ballo insieme a lui!!” esclamò Damon, come se fosse qualcosa per cui dovevano intervenire.
Meredith e Care lanciarono uno sguardo a Bonnie e Kevin che parlavano ancora. Poi sorrisero, contente.
“E allora?” fece Meredith “Sei stato tu a non voler venire al ballo.”
“Sì, ma.. Insomma io..” borbottò Damon, contrariato “NON può andarci con LUI!!” fece, per poi puntare un dito verso Kevin, indignato.
“Oh, sì che può invece.” Lo corresse Caroline, sorridendo sadica.
“Miss Inquietudine!” protestò Damon, in cerca di aiuto. “Tu non eri dalla mia parte?!”
“L’hai voluto tu, Damon.” alzò le spalle Mer “Ora vedi di trovare un modo per rimediare.”
“Non c’è tempo. Il ballo è questa sera!” si lamentò Damon, passandosi una mano tra i capelli neri.
“Bonnie andrà al ballo con Kevin, che tu lo voglia o no.” Chiarì Meredith, decisa.
“Oppure posso andare ad uccidere quel moccioso. Cosa che sto per fare ora..” disse Damon, minaccioso.
“Così Bonnie ti odierà per sempre.” Conclusero le due, fermando così Damon.
“E allora mi volete dire che cazzo devo fare!?!” sbottò Damon, ancora più irritato.
Meredith lanciò uno sguardo a Caroline, poi guardò il vampiro con un sorrisetto sadico.
“Oh, Damon. Se te lo dicessimo sarebbe troppo facile.” Commentò divertita Care.
“Troverai tu il modo per scusarti con Bonnie. Senza farti odiare da lei, ovviamente.” Lo sfidò Meredith.
Damon fissò le due ragazze con aria truce. “Voi..” cominciò, stringendo i pugni.
“Avete commesso un grave sbaglio a sfidarmi.”
“Vedremo chi l’avrà vinta.” Finì Damon, lanciando un ultimo sguardo a Bonnie, prima di volatilizzarsi.
“Speriamo non faccia cazzate.” Sospirò Mer.
“Parliamo di Damon. È ovvio che farà cazzate.” Commentò acida, Caroline. “Dai, andiamo.”
 
 
“NON POSSO CREDERCI!” sbottò Damon, infuriato. Si lanciò sulla morbida poltrona, arricciando il naso.
“Damon, accidenti!!” fece Alaric, esasperato “Non puoi entrare in casa altrui in questo modo!!” disse poi, sistemandosi meglio sulla sedia dalla quale, per lo spavento, era quasi caduto.
Il vampiro fissò l’amico, alzando un sopracciglio. “Rick, pensavo che ormai ci fossi abituato.”
“No che non lo sono!! E poi non puoi semplicemente entrare dalla finestra! Esistono le porte in questo secolo, sai?”
“Pf, quanto la fai lunga.” Sbuffò Damon
“E se fossi stato.. bè, diciamo occupato??!” continuò Alaric, abbassando un po’ il tono di voce.
Damon alzò un sopracciglio, scettico. “E con chi? Con Miss Inquietudine?”
Non diede ad Alaric il tempo per rispondere. “Tranquillo. È troppo occupata a rovinarmi la vita.”
Il professore guardò Damon con aria interrogativa. Si alzò dalla sedia della scrivania, andando verso il divano. Si accomodò con calma.
“Ed ecco perché ti senti in diritto di appropriarti della mia poltrona.” sospirò Rick, sarcastico.
“Allora, che è successo?” domandò poi, curioso.
Damon incrociò le braccia sotto la testa, sbuffando. “Bonnie andrà al ballo.”
Rick esaminò l’espressione frustata di Damon. “E immagino che non l’ accompagnerai tu.”
“Un moccioso!” sbottò Damon, incredulo “Mi ha rimpiazzato per uno stupido moccioso! E pure biondo!”
“Cioè, sono mille volte meglio IO, ovviamente!” continuò il vampiro, indignato.
Alaric alzò gli occhi al cielo, divertito.
“Non può farmi questo!!” esclamò Damon, deciso “Lei è mia! Solo mia!”
“Damon, trattieni le tue manie di possessione.” Commentò Rick, scuotendo la testa.
“Lo sai che è colpa tua.” Finì poi, osservando il vampiro fare una smorfia, contrariato.
“Per caso ti sei messo d’accordo con Miss Inquietudine?” fece sarcastico, sbuffando.
“Che devo fare, Rick?” domandò poi, tornando seduto e appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
“ Facile. Andremo al ballo e troverai il modo di parlarle.” Disse il professore
“E di facile esattamente cosa ci sarebbe?” fece Damon, acido “Parlarle è già un problema.”
“Oh, andiamo. Sei Damon Salvatore, no? Troverai un modo.” Lo incoraggiò Rick, poi si alzò dal divano andando in cucina. Afferrò due birre e tornò in salotto.
“E per modo, intendo un modo gentile Damon. Nessun morto, intesi?” Rick inchiodò con lo sguardo il vampiro, lanciandogli una birra.
“Intesi.” Promise Damon, afferrando la birra.
“Bleah!”si lamentò poi, sputando sul tappeto il liquido appena assaggiato.
“Rick! Questa roba fa schifo! Vedi di comprarti dei veri alcolici, eh!” fece poi, alzandosi dalla poltrona. Uscì dalla finestra con una velocità non umana.
“Damon!! Quel tappeto era nuovo!” urlò Alaric, osservando il suo nuovo acquisto cosparso di birra.
“Questa me la paghi.” Borbottò poi, sicuro che Damon l’avrebbe sentito.
 
 
Stefan si massaggiò le tempie con le mani, arricciando il naso. Era il momento.
Doveva scegliere. Lisa o Elena? Certo, non era una decisione facile. O almeno per lui non lo era.
Sbuffò sonoramente, premendo di più la testa sul cuscino. “Elena.” Disse poi tra sé.
Poi ebbe un ripensamento. “No, forse Lisa..” continuò, incerto. Ma non poteva compiere un gesto simile nei confronti di Elena, pensò dispiaciuto.
“Eh, no!” riflettè Stefan “Posso eccome!” disse deciso, ripensando ai mille dubbi che gli erano passati per la testa riguardo il rapporto tra Damon ed Elena.
Nella mente si fece strada l’immagine di Lisa. “Però..” ci ripensò, incrociando le braccia al petto.
“Oh, cavolo!” sbottò poi, frustrato. “Lisa o Elena! Lisa! No, Elena! O forse è meglio Lisa..”
Damon entrò nella stanza del fratello, giusto in tempo per constatare il dettaglio più rilevante: Stefan stava letteralmente impazzendo. Non si era nemmeno accorto della sua presenza!
“Fratellino, hai mai pensato di farti ricoverare? Sai, l’ospedale non è molto lontano..” esordì Damon, divertito.
Stefan alzò la testa di scatto, fulminando il fratello con lo sguardo. Inconsapevolmente emise addirittura un basso ringhio.
“Ti prego.” Commentò Damon, passeggiando per la stanza a grandi passi. “Assomigli a una donna col ciclo”
“Damon, esci dalla mia stanza! Ora.” Gli intimò Stefan, sbuffando.
“Oh, giusto.” Fece l’altro, ironico. “È ora di cambiarsi l’assorbente.”
Stefan alzò gli occhi al cielo, esasperato. “Che vuoi, Damon?”
“Ovvio. Risolvere i problemi del mio fratellino.”
“Davvero ti interessa?” domandò Stefan, scettico, osservando il fratello.
“Muoviti su.” Lo esortò Damon, con finta noncuranza, mentre sfogliava un libro a caso.
“È per il ballo.” Cominciò Stefan, mettendosi a sedere sul bordo del letto.
“Oh, i drammi dei liceali. Così ingenui e colmi di speranze per un inutile ballo.” Cantilenò Damon, sospirando teatralmente. Lasciò cadere il libro sulla scrivania.
L’altro lo fissò con sguardo truce. “Ok ok, sto zitto.” Fece Damon, alzando le mani in segno di resa. Afferrò un altro libro iniziando a sfogliarlo.
“Dicevo..” continuò Stefan, con calma. “Non so chi scegliere. Tra Elena e Lisa.” Chiarì poi, scompigliandosi con una mano i capelli.
Damon chiuse il libro di scatto e osservò il fratello. “Mm, perché non entrambe?” propose con un ghigno.
“E sapere che non hai preso in considerazione nemmeno per un minuto questa fantastica idea, mi delude.”
“Damon, potresti essere serio per un secondo?!” sbottò Stefan, contrariato.
“Fratellino.” Disse Damon, sedendosi sulla scrivania. “Tu vuoi Elena, giusto?”
Stefan rimase un attimo spiazzato dalla domanda. “Mm. Sì.” Deglutì poi, rumorosamente.
“Quindi andrai con Lisa.” Concluse Damon con fare ovvio, e con uno scatto scese dalla scrivania dirigendosi verso la porta.
“Ma che cavolo..” borbottò Stefan, confuso. “Ehi aspetta!”
Damon si voltò verso il fratello, fermandosi. “Stefan, segui il mio ragionamento.”
“Tu ami Elena. Ma devi comportarti da uomo, per una volta, e farla soffrire. Devi farti desiderare, Stefan. Non puoi sempre dargliela vinta.”
Stefan ragionò sulle parole del fratello. Bè, aveva proprio ragione. Abbassò il capo, consapevole dei suoi sbagli. Aveva permesso ad Elena di umiliarlo e comandarlo come fosse un burattino. Era ora di reagire.
“Ora chiama Lisa, prima che vada a comprare un paio di occhiali e ti scarichi.” Commentò Damon, divertito.
Stefan fece una smorfia per l’insulto del fratello, mentre spariva fuori dalla stanza. Poi sorrise.
Era abituato alle prese in giro di Damon, ma non a essere ascoltato e aiutato. Bonnie lo stava cambiando davvero. Gli stava facendo ritrovare la sua parte umana, quella migliore, senza alcun dubbio.
Afferrò il cellulare e digitò il numero di Lisa.
 
 
“Questo come vi sembra?” chiese Caroline sfoggiando l’ennesimo vestito di fronte a tre paia di occhi pronti a esprimere il loro giudizio. Fece una piroetta per farsi ammirare meglio.
“Perfetto direi.” Le sorrise Bonnie, sperando che la tortura del scegliere-l’abito-adatto fosse finita.
“Concordo con Bonnie. Io sceglierei questo.” Disse Meredith, assecondando le speranze di quest’ultima. In fin dei conti erano già andate a comprare il vestito per il ballo giorni fa. Il problema è che Care ne aveva comprati molti più di uno solo. E ora era decisa a mostrarceli tutti.
“Mm, non so. Io proverei anche quello azzurro.” Fece Elena, indecisa. Bonnie e Mer le scoccarono un’occhiataccia.
“Si si hai ragione!” squittì Care, entusiasta. Si tolse velocemente l’abito e si gettò completamente dentro all’armadio in cerca dell’altro.
Bonnie ne approfittò dell’assenza di Caroline per tirare ad Elena un cuscino in piena faccia.
“Ehi!” protestò la diretta interessata, togliendosi il cuscino di dosso. “Che c’è!?”
Bonnie si limitò a sbuffare, mentre Meredith scosse la testa, rassegnata. Caroline era emersa dall’armadio con indosso un vestito azzurro, lungo fin sopra al ginocchio.
“Questo mi fa sembrare ancora più sexy! Che dite?” Caroline sfilò per la sua camera come fosse una modella.
Bonnie la osservò senza trattenere una risata, alla quale si unì anche Mer. Con quel vestito assomigliava davvero a una modella!
“Ecco il vestito perfetto!” esclamò Elena, saltellando sul letto dell’amica, la quale si buttò sul letto, finendo sopra le altre tre.
Si lasciarono andare a una risata, spiaccicate sul letto. “Care!! Così soffoco!!” si lamentò Bonnie, sotterrata dai corpi.
“Ok, ok ferme tutte!!” ordinò all’improvviso Elena, interrompendo l’imminente guerra coi cuscini.
Le tre si fermarono e fissarono Elena. “Che hai?” chiese Mer, preoccupata.
L’espressione di Elena divenne seria. “Stefan mi ha inviato un messaggio poco fa.” Annunciò, calma.
Fece un secondo di pausa e per un momento sembrò di essere in un film, come se tutto fosse a rallentatore. Si spostò i capelli biondi dietro a un orecchio, guardando le lenzuola.
“Non verrà al ballo con me.” Disse poi e la voce le morì in gola.
Meredith, Bonnie e Care si lanciarono un’occhiata colma di dispiacere. Ma Bonnie era quella meno stupita. Una piccola parte di lei pensava che Stefan avesse fatto la scelta giusta.
“Oh, tesoro. Vieni qua.” Caroline abbracciò forte Elena, lasciando che appoggiasse la fronte sulla sua spalla.
Al loro abbraccio si unirono anche Meredith e Bonnie, confortando l’amica.
“Oh, ragazze! È colpa mia!” singhiozzò Elena, mentre le guance si bagnavano piano.
Caroline e Meredith si limitarono ad abbracciarla più forte, non sapendo che dire. Ma Bonnie invece lo sapeva eccome.
“Esatto. È colpa tua.” Disse decisa, scostandosi un poco dalle altre.
“Bonnie, ma che..” iniziò Care, ma venne interrotta subito dalla voce rotta dai singhiozzi di Elena.
“Bon..Bonnie.. ma..” balbettò in preda alle lacrime. La Rossa non si fece impietosire.
Meredith la stava incoraggiando con lo sguardo a continuare e lei lo avrebbe fatto.
“Sì, Elena. Hai sbagliato. Sii consapevole e prenditi le tue responsabilità.”
“Stefan non si fida più di te.” Disse senza girarci intorno. La verità, la cruda verità.
“Ed è ora di fargli cambiare idea. Non credi?” Bonnie lanciò uno sguardo di sfida ad Elena. Poi le fece l’occhiolino.
Elena si strofinò una guancia bagnata, osservando l’amica. “Che intendi dire?”
“Questa volta sono io ad avere un piano.” Annunciò trionfante Bonnie.
Meredith le sorrise fiera “Io ci sto. Qualunque sia il piano.” Disse, solenne.
Caroline aprì la bocca, in un’espressione scioccata. “Tu chi sei?! E cos’hai fatto alla nostra Bonnie?”
Risero insime ed Elena ritrovò la sua famosa determinazione. “Esponi il tuo piano, Bonnie. Stefan sarà il mio cavaliere, anche se questo lui non lo sa ancora.”
“Forza allora! Che aspetti? Vai a metterti il vestito più sexy che hai.” La incoraggiò Care, maliziosa.
Meredith sorrise, diabolica. “Credo che Lisa farà meglio a guardarsi le spalle.”
 
 
“Damon, è quasi il crepuscolo. Spero tu abbia pensato a cosa fare. Richiamami.”
Il vampiro ascoltò con una smorfia il messaggio che Alaric gli aveva lasciato in segreteria.
Con uno scatto si infilò il cellulare in tasca. “Scusa Rick, ma ho un lavoretto da compiere.” E un ghigno diabolico si fece strada sul suo volto perfetto.
Con passo felpato spalancò la porta del liceo della sua dolce Streghetta. Storse la bocca, pensando di averla fatta arrabbiare. Aveva tanta voglia di vederla, ma questo non l’avrebbe mai ammesso.
Camminò imperterrito per i corridoi deserti. Salì degli scalini, ma percependo dei rumori si voltò di scatto.
“Giovanotto.” Lo chiamò una signora anziana, armata di scopa e paletta. “Dove stai andando?”
Damon la osservò meglio. A giudicare dall’abbigliamento e dagli strumenti che teneva in mano, era sicuramente la bidella della scuola.
“L’orario scolastico è finito da un pezzo.” Continuò la signora, scrutandolo dal fondo degli scalini.
“Ho bisogno di un’informazione urgente. Può aiutarmi a trovare la segreteria?” chiese Damon, cortese.
“Oh bè..” fece la signora, incespicando sui primi scalini. “In realtà non sarebbe possibile, giovanotto.”
Damon sorrise, mentre scendeva lento le scale, fino a raggiungere l’anziana.
“Oh, la prego. Sono sicuro che sarà felice di aiutarmi.” Disse affabile, il vampiro, poggiando una mano sulla spalla della donna.
“Mi è sfuggito il suo nome.” Aggiunse poi, sorridendo.
“Mi chiamo Eva, caro.” Disse l’anziana
“Eva, che bel nome.” Si complimentò Damon “Venga, l’aiuto a salire le scale così può mostrarmi la segreteria.” Circondò le spalle della signora con un braccio, sorreggendola.
Passò un’eternità prima di raggiungere la destinazione.
“Eccoci qua, giovanotto.” Esclamò Eva, col fiatone, dopo aver percorso solamente due corridoi.
“Fantastico.” Damon si ritrovò a ringraziare di essere immortale, perché altrimenti sarebbe invecchiato di cent’anni.
Eva aprì la porta con una grossa chiave, facendo segno a Damon di seguirla.
“Come hai detto di chiamarti?” domandò la signora, sfogliando i registro con tutti i nomi degli studenti iscritti al liceo. Stava controllando che fosse iscritto anche lui alla scuola.
“Matthew Honeycutt.” Mentì Damon, mentre Eva si assicurò che fosse nella lista.
“D’accordo, caro. Cosa ti serve?” chiese gentile la donna.
“Vorrei controllare l’orario dei corsi di lezione per mio cugino.”
“Oh, e lui come si chiama?” domandò Eva, spostandosi i capelli bianchi dal viso.
“Kevin.” Annunciò Damon “Il cognome mi è sfuggito di mente. Non ci vediamo da anni ormai. I suoi genitori sono morti e si è appena trasferito.” Aggiunse in tono melodrammatico.
“Povero ragazzo.” Fece Eva, mortificata. “Cerco subito la sua cartella scolastica.”
La donna rovistò dentro a vari cassetti, fino ad afferrare una cartella di un giallo sbiadito, color vomito pensò Damon schifato. “Kevin Morris. Tieni, caro.”
“Fai in fretta. Io ti aspetto fuori, devo pulire le scale.” Disse poi, mentre uscì dalla porta, lasciando solo il vampiro.
“La ringrazio, Eva.” Damon sorrise, abbassando poi lo sguardo sulla cartella.
Con fare annoiato passò con noncuranza gli orari scolastici, andando al punto che gli interessava davvero:
I dati personali. Damon notò con stupore che il ragazzo si era trasferito da poco in città.
“Trovato.” Esultò poi, ghignando.
 La porta si aprì di scatto. “Ehi, tu! Non puoi stare qui!” urlò una giovane donna, vestita più elegante.
Una professoressa sicuramente. “Infatti, stavo proprio per andare.” Disse Damon, posando la cartella sul tavolo di metallo, al centro della stanza.
Con velocità sovraumana scattò verso la donna. “Tu non mi hai mai visto.” Pronunciò quella frase, fissando negli occhi azzurri dell’insegnante.
Dopo averla soggiogata, sparì fuori dall’aula, diretto all’uscita della scuola. Ormai le informazioni che voleva erano stampate nella sua mente.
“Grazie ancora, Eva. Magari ci vediamo stasera al ballo.” Damon sorrise all’anziana signora facendole l’occhiolino. Poi spalancò la porta e puntò verso la sua prossima tappa.
 
 
Nel frattempo le ragazze si stavano preparando per la grande serata.
“Care, non starai esagerando con quel lucidalabbra?” domandò Mer, osservando l’amica concentrata a osservare la propria immagine allo specchio.
“Nah.” Mugugnò la ragazza, continuando il suo lavoro. “Visto che bacerò Matt, devo essere perfetta.”
Bonnie rise di gusto. “Con tutta quella roba appiccicaticcia sulle labbra non penso si riuscirà più a staccare dalle tue!”
Care si voltò verso le altre ragazze, soffermandosi ad osservare Bonnie. “Meglio così.” Le rispose, sorridendo maliziosa.
Tutte scoppiarono in una risata, poi Elena prese la parola.
“E tu, Bonnie?” fece, assottigliando gli occhi “Che intenzioni hai con Kevin?” ammiccò, facendo arrossire la diretta interessata.
“Int.. Intenzi..one?” balbettò Bonnie “Nessuna. Nessunissima intenzione.”
“Oh, andiamo! È un bel figo e ci sta provando spudoratamente!” rispose Elena, scocciata.
“Senti, lo so che avresti preferito Damon, ma è una bella occasione per..” Elena venne interrotta.
“Per farlo ingelosire!” squittì Care, annuendo incoraggiante.
“No, ragazze. Io non voglio fare niente con Kevin. Chiaro?”
“Come no, Bonnie.” roteò gli occhi al cielo Caroline.
La Rossa abbassò il capo, improvvisamente triste.
“Dai su, non inferiamo sulla faccenda Damon.” disse Mer “Pensiamo a divertirci. Ok, Bon?
“Si, hai ragione.” Bonnie annuì con forza, sorridendo. “Allora, pronta per la fase trucco??” domandò Elena, guardando minacciosa la ragazza che si nascondeva tra i boccoli rossi.
“Non provare a muovere un muscolo.” Fece poi, puntando il mascara contro Bonnie.
Sul viso di Bonnie scomparse il sorriso, che lasciò posto a un’espressione di puro panico. “Non ti avvicinare, Elena!” urlò poi, iniziando ad indietreggiare.
“Care, tienila ferma!” ordinò la bionda, gettandosi alla rincorsa di Bonnie.
Mer, sul letto, scoppiò a ridere in attesa dello spettacolo comico che le si presentò.
“Aaah!!” strillò Bonnie, saltando di qua e di là per la stanza, cercando di sfuggire alle due bionde smaniose di impiastricciarle il viso con cosmetici veri che la sottoscritta odiava.
 
 
Damon si trovava davanti a una casa modesta, colorata di un bianco intenso e circondata da nani da giardino in mezzo al vialetto.
Si posizionò di fronte alla porta d’ingresso con un ghigno dipinto sul volto. Trovare l’indirizzo di quel moccioso biondo era stata un’ottima idea. Suonò il campanello, mentre con un ondata di potere sondava l’interno della casa.
A quanto pareva il moccioso abitava da solo. “Accetterà di buon grado una visita di cortesia, dunque.”
Dei passi si avvicinarono con lentezza snervante. “Oh.” Fece Kevin, fissando Damon con espressione interrogativa. “Serve aiuto?” chiese, con un sorriso forzato.
“A dire il vero sì.” Rispose Damon, piegando leggermente la testa di lato. “Noi non ci conosciamo ancora.”
Kevin attese che andasse avanti. “Sono Damon Salvatore. Vorrei chiederti una cosa piuttosto urgente. Si tratta di una ragazza.” Si interruppe un secondo, conscio di averlo incuriosito. “Posso entrare?”
Il biondo rimase un po’ scioccato dalla richiesta, ma accettò. “Certo. Entra pure.” E fece segno a Damon di seguirlo in salotto.
“Di cosa devi parlarmi, Damon?” chiese, mentre osservava il ragazzo moro guardarsi intorno, circospetto.
“Ecco, Kevin..” cominciò, passeggiando per la stanza. “Ho saputo che andrai al ballo con Bonnie.”
“Come sai il mio nome?” iniziò ad agitarsi l’altro. “E Bonnie cosa c’entra?”
“Non ha importanza.” Rispose Damon, tagliente. “Ma non andrai al ballo con Lei.”
Kevin fissò il moro con sfida. “Che cosa vuoi da me? Io ci vado con chi voglio al ballo.”
Damon sospirò pesantemente. “Sai, Biondino, odio ripetermi.” Sussurrò poi, minaccioso.
Con uno scatto afferrò Kevin per  il collo della camicia, sbattendolo contro al muro.
“Lei è mia.” Mormorò ad un centimetro di distanza dal viso di Kevin. “E tu questa notte non uscirai di casa.”
Inaspettatamente, però, il biondo sorrise diabolico, spingendo Damon contro il muro opposto, liberandosi così dalla sua presa ferrea.
Damon si pietrificò per un secondo, poi ghignò divertito. “Lo sapevo.” Dichiarò, assottigliando gli occhi neri.
“Vivi solo, ti sei appena trasferito e nascondi la tua aura. Non potevi essere solo un umano.”
Damon ripensò alla prima volta che aveva visto  il biondino nel cortile della scuola. Se Miss Inquietudine e Barbie l’avessero lasciato avvicinare avrebbe capito subito la sua vere natura.
“Ma che bravo.” Si complimentò Kevin, sistemandosi la camicia. “Mi hai scoperto.”
“Ora, se vuoi scusarmi, devo prepararmi per andare a prendere Bonnie.”
“Non ti conviene sfidarmi, moccioso.” Damon iniziava ad irritarsi.
“Altrimenti..?” fece Kevin, strafottente.
“Ok, ho capito. Il moccioso vuole un bel calcio nel culo.” Damon partì all’attacco, spingendo nuovamente Kevin contro al muro, stavolta con più forza.
Lo strattonò per la camicia, tirandogli poi un pugno in pieno viso.
Kevin cadde a terra, scontrandosi contro un mobile. “Se Bonnie è tua come dici, perché non ci vai tu con lei?” lo provocò, guardandolo dal basso.
Damon per tutta risposta ringhiò, tirandogli un calcio nelle costole. “Sta zitto!”
Kevin mugugnò per il dolore. “Come pensavo. Se stasera non mi vedrà, penserà subito che tu mi abbia fatto del male e ce l’avrà a morte con te!”
Damon lo fulminò con un’occhiataccia. Aveva ragione. La Streghetta era già arrabbiata con lui, non poteva rischiare così tanto. E inoltre aveva dato la sua parola: nessun morto. L’immagine di Alaric si fece strada nella sua mente.
“Sai, moccioso..” Damon lo afferrò per un braccio, mettendolo in piedi. “Hai sfidato la persona sbagliata.”
Non diede a Kevin il tempo per metabolizzare le sue parole. Gli prese il collo tra le mani, rompendoglielo con un colpo secco.
Il corpo del biondino si accasciò a terra. “Ok, aspettami qui.” Disse Damon, e con un ghigno divertito uscì dalla casa.
 
 
“Ragazze, siamo semplicemente stupende.” Esclamò Care, ammirandosi ancora una volta allo specchio.
Finalmente erano tutte vestite e i loro abiti erano uno più bello dell’altro.
“È quasi ora!!!” squittì Elena, agitata. Meredith scosse la testa, divertita.
“Dunque, i nostri meravigliosi accompagnatori arriveranno tra circa mezz’ora.” Annunciò Care, radiante.
“Sì, per chi ce l’ha un accompagnatore..” commentò acida Elena.
“Non essere sciocca, tesoro!” la riprese Care, facendole l’occhiolino.
“Pensavi che ti avremmo lasciata venire da sola?” domandò Mer “Ho chiesto a Christopher se portava un suo amico.”
“Christopher?” fece Bonnie, incuriosita “Il tuo accompagnatore? Quello con una cotta per te?”
Meredith annuì, mentre Elena le si gettava addosso, stritolandola in un abbraccio. “Oh, grazie Mer! Sei la migliore! Ti adoro!!”
“Sì, si lo so.” Disse Mer, modestamente. “Forza diamoci gli ultimi ritocchi! Abbiamo un piano da portare a termine!!”
Le altre tre esultarono e intanto nella mente di Meredith apparse l’immagine di Damon.
Chissà che starà combinando, si ritrovò a pensare la mora, sospirando mentre osservava la dolce Bonnie sistemarsi i boccoli rossi.
 
 
“Fratellino!” urlò Damon, entrando a raffica nel pensionato. “Scendi subito. Abbiamo un ballo che ci attende, ricordi?!”
Stefan scese le scale, preoccupato. “Damon?”
“Sì, fratellino, sono io. Ora che mi hai riconosciuto, sali in macchina.” Gli intimò, afferrando le chiavi.
Stefan non fece in tempo a protestare. Damon era già in macchina.
“Che stai tramando, Damon?” mormorò cauto Stefan, sedendosi nel sedile affianco al guidatore.
“Oh, fratellino..” Sospirò l’altro, accendendo il motore. “Rilassati, ok?”
Stefan guardò di sottecchi il fratello mentre partiva a massima velocità.
Dopo circa 2 minuti, Damon parcheggiò davanti al vialetto di una casa bianca.
“Resta qui.” Ordinò Damon, scendendo dall’auto.
“Ma..” cercò di ribattere Stefan, invano. Damon gli aveva già chiuso la portiera in faccia.
Il minore dei fratelli non fece neanche in tempo a chiedersi cosa stava facendo Damon, che questo fu di ritorno. Non da solo però.
“Vuoi stare fermo!? Stupido moccioso.” Sputò Damon, scocciato, mentre gettò Kevin nei sedili posteriori dell’auto. Il povero ragazzo atterrò di faccia sui sedili in pelle.
Stefan fissò, scioccato, il biondo e si chiese perché non avesse mosso un dito contro il fratello, oltre cercare di liberarsi dalla presa.
Poi spostò lo sguardo sulle mani del ragazzo. Erano legate. Ecco perché, pensò Stefan con occhi sgranati.
Damon si rimise alla guida senza dire una parola, come se niente fosse.
“Hai tre secondi per dirmi che cavolo stai facendo!?!”
“Tranquillo, Stefan.” Fece Damon “Sto solo cercando di proteggere il mio Uccellino.”
Stefan girò la testa, osservando Kevin, vestito di tutto punto, mugugnare qualcosa di incomprensibile.
“Proteggerla per te significa rapire un ragazzo?!” disse Stefan, incredulo “Bonnie ti odierà!” aggiunse poi, deciso.
“È un vampiro, Stefan. Sto facendo la cosa giusta. Come sempre d’altronde.”
“Cosa? Ma non sento niente io. Nessun potere..” incominciò Stefan, scettico.
“È parecchio bravo a nascondere l’aura.” Chiarì Damon, facendo una smorfia.
“Questo è sequestro di persona!! Hai presente?! Lasciami andare, maniaco!” intervenne Kevin, arrabbiato nero.
“Tu sta zitto, idiota!” ruggì Damon all’indirizzo di Kevin. “Voglio solo assicurarmi che tenga le mani apposto.” Mormorò poi, minaccioso, chiarendo i dubbi del fratello.
“Mi stai dicendo che lascerai che vada al ballo con Bonnie?” domandò Stefan.
“Sì.” Rispose secco, Damon, stringendo le mani sul volante. Era l’unica scelta possibile per non farsi odiare davvero dal suo tenero Uccellino.
“Stefan, dammi il suo cellulare.” Damon mosse il capo in direzione del biondo, ancora coricato sui sedili.
“Come? Perché?!” chiese Kevin, esasperato.
“Stefan.” Lo richiamò di nuovo il moro, scoccandogli un’occhiata eloquente.
Stefan non se lo fece ripetere e si allungò verso Kevin, frugandogli nelle tasche. “Ecco, tieni.” Porse a Damon il cellulare.
“Che stai facendo!?” domandò Kevin, contrariato. “Restituiscimelo subito, brutto stronzo!”
“Ah ah” lo ammonì Damon, serafico. “Non chiamarmi così. Non ti conviene proprio.” Disse poi, gettando con forza il telefono di Kevin, che casualmente lo colpì in pieno viso.
“Ahi!” mugugnò il biondo, protestando per il colpo. Damon ghignò, divertito.
“Ho mandato un messaggio a Bonnie. Gli ho scritto che il moccioso la aspetterà sulla pista da ballo.”
“Oh” fece Stefan, capendo i piani di Damon. “Verrai anche tu, vero?”
“Bè, ci sarà da divertirsi, Fratellino. Vedrai.” Sussurrò Damon, parcheggiando l’auto all’ingresso della scuola.
“E poi, non posso lasciarti controllare la situazione tutto da solo. Se lui è un vampiro, forse anche gli ibridi saranno interessati ad un ballo studentesco.”
 
 
Era ora.
Stavano solo spettando di essere scortate al ballo dai loro accompagnatori e Bonnie era sempre più nervosa. Non sapeva come si sarebbe comportata assieme a Kevin e, in realtà, avrebbe preferito di gran lunga andarci con un’altra persona.
La Rossa sbuffò, ricordandosi di essere ancora arrabbiata con Damon.
Le vibrò il cellulare e lesse il messaggio.
“Kevin non può passare a prendermi. Mi aspetta là.” Annunciò poi, sospirando.
“Oh, bè d’accordo verrai in macchina con me e Matt.” Disse Care “Non preoccuparti.”
“E tu con me e Christopher.” Sorrise Meredith, guardando Elena che annuì contenta. Non vedeva l’ora di vedere il suo Stefan.
Din Don!! Caroline scattò come una molla, affacciandosi alla finestra. “Oh, uffa.” Mormorò
“Non è la macchina di Matt.”
“Allora sarà Christopher.” Disse Mer, senza particolare interesse. Ovviamente aveva solo voglia di incontrare Alaric. “Dai El, andiamo.” Disse, avviandosi verso la porta.
“Sì. Ragazze ci vediamo là.” Sorrise Elena, svolazzando giù dalle scale con il suo vestito bianco.
“Bene. Che il piano abbia inizio.” Sussurrò Care, divertita. “Divertitevi, eh!”
Meredith aprì la porta, trovandosi di fronte due ragazzi mori. Uno coi capelli più chiari e mossi si illuminò guardando Meredith.
“Ciao Christopher.” Disse lei, in direzione del ragazzo che sembrava essersi imbambolato a fissarla.
L’altro ragazzo gli diede una gomitata. “Oh.. Ciao Meredith. Sei bellissima, davvero.”
“Ti ringrazio.” Rispose secca, facendo un sorrisetto forzato. Odiava essere fissata a quel modo.
“Lei è Elena.” Annunciò poi, voltandosi a guardare l’amica che li raggiungeva con eleganza su tacchi vertiginosi.
L’amico di Christopher strabuzzò gli occhi. “Non mi avevano detto che avrei accompagnato al ballo una modella.” Commentò, offrendo ad Elena un sorriso radioso.
“Oh, grazie. Io sono Elena.” Si presentò lei, sbattendo le ciglia nere, colorate dal mascara.
“Jacob.” Disse lui, porgendole la mano.
“Bene, ora possiamo andare.” Fece Chris, indietreggiando verso l’auto senza staccare gli occhi da Meredith, la quale trasalì al solo pensiero di Alaric osservarli mentre avrebbero ballato un lento.
 
“Ecco, Bonnie!!” strillò Care, tutta agitata. “C’è Matt!! Scendiamo dai!”
“Ah, che dici? Sto bene?” chiese, stranamente insicura.
“Care, anche se me lo chiedi venti volta la risposta NON CAMBIA!” dichiarò Bonnie, alzando gli occhi al cielo.
“Ok, lo prendo come un sì.” Rispose Caroline, sorridente.
Matt appena vide Care, la salutò con un bacio sulla guancia dicendole che era davvero splendida con quel vestito azzurro, e Bonnie intravide le guancie dell’amica colorirsi di un live roseo. Cosa molto sospetta, pensò. Caroline non arrossiva MAI.
Salirono subito in macchina, diretta verso la scuola.
Appena furono vicini, iniziarono a sentire della musica e videro la folla di studenti che ricopriva l’intero cortile. Bonnie, seduta nel sedili posteriore, si toccò il petto con il palmo della mano.
 Ascoltò i battiti del suo cuore e, con dispiacere, si accorse che erano del tutto regolari. Se ci fosse stato un certo vampiro dagli occhi neri ad attenderla, di certo il suo cuore avrebbe fatto le capriole.
 
 
“D’accordo Biondino.” Fece Damon, afferrando Kevin per la camicia. “Ascoltami bene.”
“Io ho un nome, sai!?!” protestò il ragazzo.
“Sì, e a me non interessa.” Rispose Damon, strafottente. Stefan scosse la testa, compatendo il povero ragazzo finito nelle grinfie del fratello.
“Non dirai niente di tutto questo a Bonnie. Ti limiterai a essere gentile e educato. Le offrirai da bere e ballerai con lei, senza toccarla più del dovuto, o ti staccherò la testa davanti a tutti.”
Kevin lo fissò come se fosse pazzo, il che non era del tutto falso, e si limitò a borbottare un “Ok.” Deglutendo, rumorosamente.
Damon annuì, strappando le corde con cui erano legati i polsi del biondo. “Entra. Io ti raggiungo dopo.”
Kevin sparì in un batter d’occhio, uscendo così dall’angolo più buoi del cortile.
“Damon devo andare, Lisa mi aspetta.” Disse Stefan, sistemandosi la camicia.
“Oh, certo fratellino. Non farla attendere, noi ci vediamo più tardi.”
“Ah, con quella camicia sembri un pinguino.” Aggiunse poi, con un ghigno divertito. Stefan annuì, abituato alle prese in giro del fratello.
“Divertiti a osservare Bonnie da lontano.” Replicò Stefan, sparendo poi nella folla di studenti.
 
Bonnie attraversò i corridoi della scuola, avviandosi verso la sala da ballo situata nella palestra che in quel momento appariva tanto diversa dal solito.
 Appena entrò, seguita da Matt e Caroline, le luci soffuse l’accolsero e una musica ritmata regalava una scusa a tutte le ragazze per sculettare qua e là sulla pista.
Gli occhi di Caroline si illuminarono e si sentì come la protagonista di uno di quei film romantici in cui la capo cheerleader e il quarterback si scambiano il loro primo bacio durante il ballo. E lei adorava questo genere di film.
Bonnie, invece, si guardò attorno e le sembrò tutto alquanto patetico. Già, patetico come essere lì ad aspettare il ragazzo sbagliato. O almeno non quello che avrebbe voluto lei.
“Forza, andate a scatenarvi. Io me la caverò.” Disse Bonnie, incoraggiando i suoi amici.
“Sei sicura, Bon?” le chiese Matt, premuroso. “Sì, certo.” Annuì lei.
“D’accordo.” Fece Matt, prendendo Care per mano e andando verso la pista.
Care lanciò un’ultima occhiata a Bonnie “Cerca di trovare Elena e Mer.” mimò con le labbra, prima di scomparire tra la folla.
Bonnie sospirò, ritrovandosi di fronte a mille coppiette. Ma che ci sono venuta a fare? Pensò subito, ma poi il suo cervello rispose mostrandogli due occhi neri come la notte. Non gliela avrebbe data vinta. Si sarebbe divertita, con o senza di lui.
“Sei meravigliosa, Bonnie.” le sussurrò ad un orecchio una voce maschile.
“Kevin!” lo riconobbe lei, voltandosi per guardarlo in viso. “Pensavo non ti avrei più trovato. C’è così tanta gente.” Mormorò poi, schivando di proposito l’argomento complimenti/smancerie, non le sembrava il caso.
Il ragazzo si guardò intorno con aria quasi spaventata.
“Stai cercando qualcuno?” chiese Bonnie, scrutandolo. Sembrava parecchio agitato, notò.
“No, no. Vieni, balliamo.” Disse Kevin, facendo un sorrisetto sforzato. Afferrò la ragazza per mano, trascinandola sulla pista da ballo.
 
“Oh, Stefan! Sono così contenta di essere qui con te!” squittì Lisa, addossandosi completamente al corpo del ragazzo che cercava di porgerle un bicchiere senza rovesciarglielo sopra.
“Ti piace?” fece poi Lisa, alludendo al vestito che indossava. “L’ho comprato apposta per questa serata.”
Stefan osservò l’abito lilla di Lisa che le arrivava nemmeno a metà coscia. Le spalle scoperte e i capelli biondi che le ricadevano lisci fino a metà collo.
“Oh, certo. Sei bellissima.” L’assecondò Stefan, sorridendo. Intanto però, non riuscì a non guardarsi intorno, in cerca di una lunga chioma lucente che sicuramente spiccava in mezzo a tutto quel caos.
 
Le mani di Jacob ormai avevano percorso quasi tutto il corpo di Elena, mentre entrambi si scatenavano a ritmo di musica.
La ragazza però non ci faceva caso. Era troppo occupata nel disperato tentativo di intravedere Stefan con quella smorfiosa di Lisa.
“Mm.” Mugugnò Jacob vicino al suo orecchio, mentre le palpava il sedere con una mano.
Elena sbuffò e smise per un secondo di guardarsi intorno, staccandosi bruscamente dal corpo del ragazzo.
“Ho sete.” Annunciò, puntando gli occhi sul ragazzo per la prima volta da quando erano arrivati.
“Oh, d’accordo. Vado a prenderti un bicchiere. Aspettami qui, torno subito.” Disse Jacob, lasciando il contatto col corpo della bionda a malincuore.
“Sì sì, non preoccuparti.” Fece Elena e, appena Jacob si voltò, sussurrò un “Finalmente.”
Lanciò uno sguardo in direzione di Meredith che chiacchierava con Christopher, vicino al bancone degli alcolici. Quest’ultima la vide e gli fece un cenno con il capo, incoraggiando la sua fuga.
“ Vai. Ti copro io.” Sembrava dire lo sguardo di Meredith. Elena annuì all’amica e sgattaiolò in mezzo alla folla.
Per tutte le normali ragazze, quella era l’ora di scatenarsi sulla pista da ballo con il proprio accompagnatore.
Per Elena, Meredith e Bonnie era ora di mettere in atto il loro piano, sperando che tutto sarebbe finito bene.
         Ciao a tutte!!
         Vi prego di perdonarmi
         per questo terribile
            RITARDOOO
         ma il mio computer ha
         deciso di abbandonarmi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero che mi
   farete sapere il vostro giudizio! A presto, baci.
                     Cate  
  
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