Disclaimer: I personaggi non
mi appartengono
Purtroppo
.: Get
You Trade Your Heroes :.
.: For
Ghost :.
La pasta alla bolognese di Angelo è superba, come al
solito.
Il locale è tranquillo, intimo, una famigliola che
ride e scherza pochi tavoli più avanti, il padre mette una mano sulla testa
bionda della bambina, Ti piace,
piccolina?, lei ride di un sorriso sdentato, una finestrella nera contro la
lingua che guizza ad asciugare un po’ di sugo all’angolo delle labbra, un
risatina leggera e sfrontata dalla coppia di donne all’angolo, lei cerca una
mano, l’altra getta indietro la testa in un ruggito di riccioli rossi, finge
malizia, s’allontana, le afferra il polso, un ragazzo allampanato e segaligno
solleva il bicchiere nella sua direzione, un sorriso gli solleva la bocca e lo
sguardo mormora a mezza voce un invito ben poco fraintendibile.
John si schiarisce la gola, assottiglia le labbra e
decide che è per meglio per tutti tornare alla pasta alla bolognese.
…Pasta alla bolognese che risulta essersi appena
trasformata in una torta salata di ricotta e spinaci. Oh, Signore, quand’è che il suo piatto di pasta si è dato alla
mutazione genetica?
Lui ha ordinato della pasta alla bolognese, non un fottuto risotto coi gamberetti, e perchè
diavolo quei ragazzetti al tavolo lungo non la smettono di far chiasso, il
cameriere di portargli del vino che non ha richiesto, la luce di traballare ad
intermittenza quando fuori c’è il sole, e fioccano cristalli di ghiaccio come
stelle dal cielo plumbeo, mentre il vento ringhia e scalpita lungo
Northumberland Street e donne sbracciate salutano, ammiccano, uomini d’affari
in completo e colbacco si stringono addosso gli impermeabili scuri nell’inverno
che avanza?
Il mondo ha uno scossone e ting, ting, ting gli ordini digitati al computer frantumano la
realtà un tocco dopo l’altro, gli inserti quadrati della finestra sono ognuno
un tassello diverso, un luogo a parte, le lampade uggiolano e traballano,
destra e sinistra, sinistra e destra, un nuovo sole, un vecchio mattino, lezzo
di sigarette, riccioli di tea fumante. Passato, presente –E il futuro?
John si porta le mani al volto.
Respira piano, lentamente, il fiato e i giorni colano
lungo la gola, le settimane si ramificano nei bronchi, le ore si dilatano nei
polmoni, manciate di minuti rintoccano all’indietro e gli sollevano il torace
con un greve, pesante scadere di gong.
Quando risolleva gli occhi, Angelo è ritto davanti
al suo tavolo, una bottiglia di Bourbon ben stretta tra le dita tozze -L’ultima
volta aveva portato del Chianti, ma in realtà John non lo sa più, non sa più davvero
quando sia stata esattamente quella famosa ultima volta, perché non gli riesce più di riconoscere lo
scorrere del tempo. O meglio, il tempo ha perso ogni importanza che ne
giustifichi una quantificazione effettiva, il mondo si è andato scolorando, le
risate sono state sintonizzate su rozzi versetti metallici in bianco e nero, ad
essere a colori solamente il dolore e la perdita.
-Coraggio, ragazzo.
Angelo gli versa il Bourbon nel bicchiere e John ne
osserva lo scroscio liquido contro il vetro, i tralci di spruzzi che si sollevano
a coprire la famigliola, la coppia, il ragazzo, per ricadere infine con un
tripudio crocchiolante di goccioline, disegnando il profilo grifagno di un
vecchio e l’occhiata interessata di una donna di colore.
E pensare, è la sua considerazione mentre solleva il
bicchiere, Un brindisi? Chiede Angelo
A Holmes, gli risponde Alla verità conclude, ingollando il
whiskey in una sorsata che brucia di amaro, rimpianti, e ricordi, di parole non
dette, non pronunciate, Mi dispiace, non
ci riesco –Fuori geme, si dispera la pioggia-, E pensare, considera, mentre
si stringe la radice del naso tra le dita e seppellisce un’ombra di pianto
entro i palmi delle mani, e pensare che la realtà, in alcuni momenti, gli era
persino sembrata di nuovo viva, vera.
Importante.
Necessaria.
Come se avesse avuto di nuovo la capacità di tenerla
a sé, come se non avesse mai perso la strada, ma si fosse solo fermato a
contemplare un gioco di luce tra le foglie, ad ascoltare un battito d’ali tra
le fronde.
Ma la verità..La verità è un’altra.
Per John il mondo ha smesso di esistere nel momento
esatto in cui ha spiccato un salto nel vuoto, lasciando dietro di sé unicamente
un sentiero interrotto di rigagnoli rossi.
How I wish, how I wish you were here
We're just two lost souls
swimming in a fish bowl
Year after year,
running over the same old ground
What have we found?
The same old fears.
Wish
you were here.
{
Wish You Were Here }
Note
Finali
Oggi ho visto The Reichnbach Fall.
AHAHAHAHAHAHAHA Voglio delle
cioccolata, cazzo.
Parecchio intricata, lo ammetto. E’
un flusso di coscienza e di tempo, destabilizzante come può esserla la perdita
di un amico.
E..Niente. Il titolo è preso da Wish
You Were Here. Praticamente tutta la storia si basa sul concetto Wish You Were Here. È, come dire, parte
integrante del testo. Parte integrante di ciò che John sta vivendo e passando DIIIIO,
sto divagando.
Evito ulteriori commenti fuori dal
mondo, che è meglio!
Alla prossima!