Una foresta di abeti.
Vista da fuori Hogwarts, in quel periodo, dava senza dubbio quell'impressione.
Hagrid e Mastro Gazza lavoravano incessantemente da giorni per addobbare col
massimo sfarzo gli alberi introdotti nella scuola a scopo ornamentale.
Natale era vicinissimo, lo si sentiva nell'aria.
La scuola, usualmente, si sarebbe svuotata appena la settimana prima del 25
Dicembre.
Gli studenti, onde evitare grane gli ultimi giorni di vacanza, fecero la corsa
ai libri in previsione dei test di fine semestre che ci sarebbero stati al
ritorno a scuola in Gennaio.
Harry, Hermione e Ron passavano buona parte della giornata sballottati tra gli
scaffali della biblioteca scatenando l'ira di Madama Pince che rimbeccava
continuamente il trio di prolungare troppo la loro presenza nella grossa stanza.
Quella sera Hermione proprio non aveva fatto in tempo a terminare la
consultazione di un grosso e polveroso manuale di Aritmanzia.
Era stata cacciata in malo modo dalla severa bibliotecaia
e si trovò a fissare con aria di disappunto il compito terminato a metà.
Odiava lasciare le cose incomplete e quella era la prima volta in sei anni che
le capitava un imprevisto simile.
Per sua sfortuna non poteva andare avanti senza quel libro e si trovò a
pensare, con grande rammarico, alla scusa da inventare col Professor Vector
l'indomani.
Poi un'idea le balenò al cervello.
Ormai era notte fonda e con un pizzico di fortuna sarebbe riuscita ad introdursi
in biblioteca e procurarsi le informazioni necessarie senza essere vista.
La strada non era lunghissima e non le sarebbe servito molto tempo.
Decise di azzardare quella follia, riempì la borsa con qualche pergamena per
gli appunti, indossò il mantello e scivolò fuori dalla Sala Comune intrisa nel
silenzio.
Camminò a passo spedito per i corridoi di tanto in tanto nascondendosi dietro
le spesse colonne per assicurarsi che la strada fosse libera.
La biblioteca era a pochi passi, poteva vedere il pesante portone socchiuso e il
buio della Sala interrotto da qualche timido raggio lunare.
Avanzò impaziente e con una punta di eccitazione verso di esso quando un sordo
rumore e l'improvvisa perdita della vista la fece sobbalzare.
Aveva urtato qualcuno. Centrato in pieno più che altro.
Di fronte a lei si stagliava una figura nera alta e sottile che si massaggiò il
torace mentre lei faceva lo stesso con la testa.
"Guarda dove vai, cretina"
Hermione alzò lo sguardo con orrore riconoscendo il ragazzo.
Le luci si accesero all'improvviso.
"Malfoy, Granger. Cosa diavolo ci fate a quest'ora a zonzo per la
scuola?"
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"Una settimana di
punizione, Ginny! Ti rendi conto?! Ed è proprio la settimana delle vacanze!
Sarò costretta a scuola, cavoli!"
Ginny represse una risatina. Tutto si aspettava di sentire, tranne che la sua
amica, nota per essere molto accorta, avesse commesso un'azione così
sconsiderata.
"Una settimana intera con quel demente! In punizione! Oddio Ginny con
quale faccia guarderò i miei genitori?"
Hermione si afferrò la testa tra le mani continuando a borbottare tra sè frasi
sconnesse.
La prospettiva di passare le vacanze natalizie ad Hogwarts senza i suoi amici,
nè buona parte dei compagni della sua Casa la rattristava già di per se.
Poi, il terrificante programma punitivo inflittole da Piton e dalla McGranitt
era ancora meno succulento.
Una settimana, tutte le sere, avrebbe dovuto sistemare una stanza misteriosa del
castello.
Il peggio era che, a darle man forte, ci sarebbe stato nientepopodimeno che
Draco Malfoy.
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CONTINUA
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I Pg della saga non sono miei,
ma appartengono a JK Rowling!